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15/03/2010 - Quinto giorno Louis Vuitton Trophy

Emirates Team New Zealand
Photo credit: © Paul Todd/outsideimages.co.nz
Auckland, 14 marzo – Nel quinto giorno del Louis Vuitton Trophy Auckland, Mascalzone Latino Audi Team ha battuto in una regata tesa e combattuta l’avversario Artemis, ma Azzurra purtroppo ha perso contro Emirates Team New Zealand.

Cominciamo dalla cavalcata vittoriosa di Mascalzone. Intanto una premessa: il timoniere Gavin Brady e il tattico Morgan Larson hanno navigato in Coppa America nel 2000 su America One chiamati dal “maestro” Paul Cayard. Anche il timoniere di Artemis, Terry Hutchinsons, era su quella barca che ha fatto tanto soffrire Luna Rossa.
Insomma, una regata che era anche una riunione di famiglia, se così si può dire. Una regata in cui Gavin ha sfoderato tutta la precisa aggressività di cui può disporre: enfant terrible, svelto nel prendere fuoco, ha un carattere duro. Ma anche una mano felice alla ruota, ed era un giorno buono.
Decisiva la partenza: dopo uno scambio di cortesie nel dial up (la manovra in cui le due barche sono ferme contro vento) Mascalzone insegue l’avversario per controllarlo. Artemis tenta una strambata per liberarsi, ma il tattico Morgan Larson alza la bandiera di protesta e gli umpire gli danno ragione: strambata troppo vicina all’avversario. Correre una regata così breve con una penalità è un pesante fardello, che influenza ogni decisione. Per vincere ci sono due possibilità: una è pareggiare i conti e somministrarne una all’avversario e poi stargli davanti. L’altra è conquistare un vantaggio di almeno centocinquanta metri. Mascalzone Latino non ha lasciato spazio agli avversari e ha chiuso la regata primo sulla linea di arrivo nonostante un pasticcio con il gennaker alla prima issata.
Racconta il timoniere della barca italiana descrivendo la penalità: “Le regole sono chiare, per avere le mure a dritta devi avere le vele a dritta… e loro non le avevano. Ci hanno dato la possibilità di conquistare una penalità e noi l’abbiamo sfruttata. Dopo abbiamo manovrato per non correre rischi e siamo rimasti sulla destra del box di partenza. Il gennaker non era armato bene ed è uscito… non avevamo ancora il tangone ed eravamo un poco in ritardo”.

Azzurra invece non riesce nell’impresa di battere Emirates Team New Zealand e accomodarsi a pari punti in testa alla classifica. Ci era riuscita a Nizza, per due volte di seguito nella finale in un’umida mattina di bonaccia e nebbia di fronte al lungomare, non riesce a Auckland. Anzi, la barca italiana è sempre stata molto lontana dagli avversari, che l’hanno dominata in partenza e lungo il percorso.
La scelta fondamentale è stata quella iniziale: da che parte del campo cercare il vento migliore. Volevano tutti la sinistra, kiwi e azzurri. Ma l’ha ottenuta Dean Barker usando tutte le energie di cui può disporre. La regata, in pratica, si è chiusa lì, nei pochi minuti della partenza e non si è mai riaperta. La situazione in classifica per Azzurra cambia radicalmente, perché deve lasciare il secondo posto e si ritrova a tre punti assieme ad altri ormai pericolosi avversari.
Dice Gabriele Bruni, fratello del timoniere Francesco che naviga con il ruolo di stratega, ovvero l’uomo che sale sull’albero in cerca del vento: “la chiamata era per il pin end (ovvero il lato sinistro della linea di partenza) ma l’hanno conquistato loro. Abbiamo iniziato a navigare a destra del campo in una situazione in cui era sempre più difficile tornare. Speravamo in una rotazione del vento che non è mai arrivata”.
Replica Francesco: “Una giornata negativa, non sono riuscito a dare a Tommaso la destra che mi chiedeva in partenza, poi lungo la bolina abbiamo sperato che il vento tornasse un po’ ma non è mai successo. Adesso dobbiamo guardare avanti”.

Le altre regate del giorno vedono prevalere senza troppe difficoltĂ  TeamOrigin nei confronti dei russi di Synergy e All4One ai danni di Aleph.
Mancano due soli giorni alla conclusione del primo round robin e comincia a diventare importante conquistare punti, anche se non determinante per il passaggio alla fase eliminatoria successiva. I neozelandesi sono imbattuti e dietro di loro ci sono quattro barche con tre punti.
Nel programma del sesto volo (domani) l’incontro diretto tra Azzurra e Mascalzone Latino Audi Team è determinante per la classifica. Tra gli equipaggi dei due team c’è grande amicizia… ma i doveri di classifica faranno la loro parte in mare.

Le regate

Emirates Team New Zealand batte Azzurra per 42”
Per Azzurra battere Emirates Team New Zealand era l’opportunità per portarsi a pari punti in testa alla classifica del Trophy. Occasione importante, raggiungibile visto che a Nizza gli italiani erano riusciti a battere i kiwi nella finale in due regate consecutive. Alla partenza i kiwi scelgono di partire in boa, chiamata anche a bordo della barca italiana, e proseguono navigando sulla sinistra del campo in attesa di un consistente salto di vento. Azzurra insiste a destra, tra le due barche si produce una separazione di 1000 metri e quando le due barche incrociano quasi al termine della bolina ha otto lunghezze di ritardo. Dean Barker e il suo equipaggio offrono ad Azzurra un’occasione importante quando rompono il tangone all’inizio della prima poppa e sono costretti a navigare con il gennaker murato sulla prua della barca. Azzurra con il tangone è leggermente più veloce ma il vantaggio dei neozelandesi è confortevole e agli italiani non resta che inseguire fino all’arrivo che tagliano con 42 secondi di ritardo. Dopo l’arrivo il gennaker di Azzurra finisce in acqua durante la manovra di ammainata.

Mascalzone Latino Audi Team batte Artemis per 1’ 03”.
Le manovre del prepartenza vedono Artemis, timonata da Terry Hutchinsons, penalizzata per una strambata troppo vicina. Cayard se la prende e afferma: “non era un errore” e Brady la vede diversamente “Le regole sono precise e noi abbiamo gli Umpire che ci osservano, Cayard non può dire che la sua barca era mure a dritta perché le vele ancora non erano da quella parte”. Artemis parte a sinistra controllando la prima bolina e ha condotto con una lunghezza di vantaggio fino alla prima boa di bolina. Dopo l’issata, le due barche erano vicinissime, il gennaker di Mascalzone si libera dal moschettone e la barca italiana perde cinque lunghezze. Brady insegue e dopo una seconda bolina molto bella esce dalla boa a ridosso dell’avversario. Le due barche navigano appaiate tardando l’issata e Mascalzone conquista l’interno. Alla successiva strambata è in testa e taglia l’arrivo per primo. Artemis è dietro di pochi secondi ma deve completare la penalità girando attorno alla boa.

Ufficio Stampa Louis Vuitton Italia
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Redazione Velanet

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