Photo credit: © Samantha Davies/VG2024
I primi della flotta sono ormai vicini al passaggio nell'emisfero sud e, dopo una discesa dell'Atlantico non priva di difficoltà per le anomalie nel regime degli alisei, stanno affrontando la zona di convergenza intertropicale, sempre molto temuta dai naviganti, caratterizzata da una forte instabilità meteorologica.
La buona notizia è che questo fronte intertropicale potrebbe non infastidirli per molto più di 24 ore, quella meno buona è che si conferma molto attivo. Cumulonembi, temporali violenti, piogge torrenziali, venti deboli e variabili... nulla va risparmiato loro! Nervosamente e fisicamente, questo promette di essere estenuante. “Nella depressione, i marinai devono destreggiarsi tra le burrasche, a volte brutte e improvvise, e quelle deboli. Ciò richiede loro di cambiare costantemente le vele e quindi di stare all’erta per il minimo sconvolgimento”, osserva Jacques Caraës, vicedirettore di regata che sa per esperienza fino a che punto l’area possa diventare un disastro enorme.
Intanto, nelle scorse ore, il nuovo record di percorrenza nelle 24 ore, già battuto tra il 12 e il 13 novembre da Nicolas Lunven al largo delle coste del Portogallo, è nuovamente caduto. Tra le 8:30 di ieri e la stessa ora di oggi, Yoann Richomme lo ha migliorato di 5,24 miglia, percorrendo un totale di 551,84 miglia ad una media mozzafiato di 22,9 nodi.
Il gruppo dei primi naviga abbastanza compatto con Thomas Ruyant (Vulnerable), posizionato più a ovest, che è ora il leader di una flotta che vede all'ultimo posto lo skipper ungherese Szabolcs Weöres, ripartito dopo una sosta alle Canarie per riparazioni.
Giancarlo Pedote, che nei giorni scorsi, nell'alternarsi delle posizioni di testa, era stato al comando della flotta, si trova ora in 28esima posizione, a circa 250 miglia di distanza dal primo.
Da segnalare il primo ritiro dalla decima edizione della Vendée Globe, quello di Maxime Sorel, che il 15 novembre ha dovuto abbandonare la competizione per un infortunio.