Non credo che l'autocostruzione sia unalibi per non andare a vela. Intanto chi cotruisce generalmente ha avuto più di una barca, inoltre finita la costruzione, o anche un restauro complesso, c'è tutto un lavoro di messa a punto da fare, appunto, navigando.
Poi ognuno ha la sua storia, i suoi alibi e le sue ragioni, come diceva De Gregori in Rimmel. Per me,lo stare alla tastiera adesso, invece che in barca, significa consolarmi un pò chiaccherando di cose a vela, mentre aspetto il pargolo che fa colazione, che poi accompagnerò a scuola. Dopo mi aspetta una giornata di lavoro bella pesante.
Se avevo mezza giornata libera avevo già telefonanto a qualcuno per prenotare un posto di mozzo, come dico sempre, sovrappeso e con il mal di schiena, ma appassionato.
11-11-2009 Alfredo
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Chiamato in causa dallo scritto, non potevo esimermi dal rispondere.
Ciao Mario, un abbraccio sincero e affettuoso; come ha ragione Gabriele! tu hai veramente il dono dello scrivere e la capacità di esprimere in maniera molto lineare, semplice e diretta, concetti che semplici non sono. Una capacità di interpretare pensieri e situazioni, emozioni e stati d'animo, non comune; una innata capacità di saper "leggere dentro" alle persone.
E ora basta con le sviolinate!
Hai completamente ragione in tutto e anche solo il fatto che riesca a rispondere dopo una settimana esatta, avvalora in maniera inconfutabile quello che dicevi all'inizio.
Proverò a dire, a braccio, e sulla scia di quello detto nei commenti, cosa vuol dire per me "Autocostruzione et familia".
Ho iniziato ad andare "per mare" insieme al mio babbo, all'età di 5\6 aa e da s.vincenzo si partiva con il nostro gozzo a vela latina, alla volta delle secche di vada.
Io mi ricordo benissimo di quando, insieme si andava a controllare i lavori in liguria e io salivo su quello che ancora era uno scheletro di legno e che poi sarebbe diventata la "mia prima barca". La passione del mare mi è venuta proprio da lì e non me la sono levata più di dosso.
L'andare per mare e autocostruire o restaurare, hanno, per me, due significati completamente distinti e diversi e il secondo non è assolutamente finalizzato alla realizzazione del primo, se non, almeno in parte.
Io considero l'autocostruzione, soprattutto, un viaggio all'interno di noi stessi(mi piacerebbe farti leggere lo scritto di un amico di chioggia che, dal niente, si è autocostruito la propria barca, parlando delle emozioni e delle sensazioni che questo percorso gli stava dando).
E' uno stimolo continuo alla lettura, alla crescita personale in termini di conoscenza di tecniche e materiali, al mettersi in gioco e fare il salto che sempre ci fa paura.
E' anche il soddisfacimento di un semplice gusto estetico che, nel mio caso, si indirizza verso barche "particolari", classiche, mai anonime e, difficilmente, dalle linee moderne.
Un pochino, si potrebbe riassumere la cosa come quello che fa il protagonista di una nota serie di telefilm in onda su rai due, che si costruisce la barca in cantina, usando rigorosamente utensili a mano e mai elettrici e, ben conscio del fatto che, mai, la porterà all'aperto.
E' un opportunità di poter stare solo con i tuoi pensieri o, in futuro, di fare qualcosa insieme a tuo figlio (se lo vorrà).
Credo che l'autocostruzione non possa assolutamente essere considerata (io almeno credo questo) un alibi all'andare a vela.
In mare o sul lago si va, ben consci dei rischi che ci prendiamo e consapevoli di quello che stiamo facendo, sempre.
In mare si apprezza il sole, il sale, il vento e, davvero, la barca sbandata, che ti tiene sempre sul filo del rasoio, creandoti quel minimo di apprensione che, lì per lì ti "strizza" un po' e che, appena finita, già ti manca.
In barca apprezzi la sera e i tramonti e la quiete alla luce di una lampada a petrolio, quando leggi un bel libro, chiacchieri con gli amici o ti bevi un bel bicchiere di vino insieme ad una sigaretta; tutto molto all'insegna, insomma, del lato romantico della cosa.
Nell'autocostruzione, oltre alla soddisfazione di una cosa venuta bene, c'è il gusto di vedertela crescere sotto le mani, pensando la notte a come superare un ostacolo o fare una miglioria ( credo che tu capisca molto bene di cosa sto parlando).
E se tutto va male...si riparte di nuovo....come nella vita!
Non partirei a costruire cose grandi ma mi dedicherei a barchini, per lo meno all'inizio, piccoli ma che mi stimolino qualcosa ( vedi Dodo e simili; come le belle barche americane che si vedono sui loro siti...e rigorosamente di legno).
Anche in caso di un restauro la musica non cambierebbe; non potrei prendere un "rudere" qualsiasi ma mi piacerebbe cimentarmi con una barca che avesse una storia e che mi facesse "vibrare le corde"; quanto mi è dispiaciuto vedere scomparire quel bellissimo bisso dal porticciolo di Tuoro!
Queste e altre cose, come diceva un amico autocostruttore, agitano le mie notti insonni ma come sempre la famiglia e il lavoro reclamano presenza.
P.s. non ultimo......sognare.....non costa niente!!
P.P.S. ma proprio tu mi vieni a fare 'ste paranoie sull'autocostruzione, che se non ti levo quel benedetto piviere dalle mani, va a finire che ci monti anche una torretta e un periscopio?!?
Un saluto grande alla Meri.
Ti voglio bene.
Giovanni
16-11-2009 Giovanni
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