La navigazione e le barche a vela mi hanno affascinato fin dalla mia prima esperienza.
Nonostante lo stomaco debole di cittadino di pianura, non abituato e predisposto geneticamente al beccheggio e rollio della barca, il malessere e la nausea non mi hanno mai fermato o in nessuna occasione mi hanno fatto pentire di essere in barca.
Perchè ci si innamora del mare, della barca, della vela...?
Credo che le risposte possano essere infinite e del tutto soggettive per priorità di importanza.
Navigare a vela, per chi ama e vive veramente il mare non è un distintivo ma una vera e propria filosofia di vita. Una ricerca continua di libertà, sfida con le proprie capacità fisiche e mentali, contatto ora violento, ora dolcissimo con la natura ed i suoi elementi primordiali: vento e mare; in un mix energizzante e rilassante.
Sembra ieri quando sono montato per la prima volta su di una imbarcazione a vela per una crociera all'isola d'Elba e Capraia.
Purtroppo gli anni corrono veloci e ne sono passati più di venti.
Venti anni di ricordi, esperienze, navigazioni ed insegnamenti che mi hanno sicuramente fatto crescere come uomo e piccolo marinaio.
Sono stati gli anni del Moro di Venezia, quando di vela si parlava anche dal salumiere, ed il pensiero di quella atmosfera e della sfida sportiva mi emozionano ancora oggi.
Ho avuto la fortuna di conoscere una persona che quella sfida l'ha vissuta in prima persona come membro d'equipaggio e mi ha rafforzato la convinzione delle capacità e qualità fisiche e mentali di quei velisti.
Purtroppo, nel bene e nel male, con gli anni tutto cambia, si evolve, si trasforma.
Non voglio fare retorica o annoiare con frasi del tipo "si stava meglio quando si stava peggio"...
Il mondo della vela, navigare e noleggiare in Italia o nel Mediterraneo negli ultimi vent'anni hanno avuto una evoluzione ed un cambiamento significativo.
Tutto si è velocizzato, tecnicizzato, organizzato,... quasi tutti ci siamo fatti sopraffare dal fast food, dal mordi e fuggi di passioni troppo brevi per essere definite tali.
Non che tutto è peggiorato, anzi, diversi aspetti della nautica, quali la qualità e quantità di offerta di imbarcazioni o la sicurezza della navigazione, da tenere sempre in considerazione, sono sicuramente migliorati.
A mio giudizio però stiamo perdendo alcuni degli aspetti che facevano la vela e la navigazione in barca una ottima palestra di vita e carattere, rendendo questa attività ludica o sportiva ineguagliabile: l'altruismo, l'umiltà, il rispetto dell'ambiente.
Vedo sempre meno, negli anni, quella solidarietà ed aiuto reciproco tra equipaggi, che ricordo all'inizio della mia carriera di marinaio. Più spesso, ad agosto, mese di ressa in rade e porti, vedo la corsa al posto barca con atteggiamenti in diversi casi maleducati e strafottenti. In altre occasioni meglio non fare tardi al ristorante prenotato piuttosto che aiutare un equipaggio in una manovra difficoltosa o tantomeno permettergli di attaccarsi alla propria barca in seconda fila...
Spesso mi viene in mente una situazione successa tanti anni fa nel porto dell'isola di Capraia quando, ancora senza marina privato, ci si ancorava in seconda e terza fila.
Una notte si è alzato un forte vento di maestrale che, incanalandosi da una conca della montagna, scende sul porto violento di traversia. Tutti gli equipaggi delle imbarcazioni ormeggiate si sono adoperati, dandosi aiuto l'un l'altro, a rendere l'ormeggio più sicuro. Io, visto che la mia ancora principale non aveva una buona presa ed ero in seconda fila, avevo deciso di dare fondo alla seconda ancora di rispetto con il tender. Peccato che ero giovane, inesperto, ed era la prima volta che lo facevo...
Sbagliavo completamente la manovra, non riuscendo a portare l'ancora per dargli fondo. Lo skipper della barca a fianco alla mia, visto la mia maldestra manovra ed evidente difficoltà, con molta calma e gentilezza mi disse una frase che per me ha sempre significato molto: "...scusa ma io l'ancora di rispetto la butto in un altro modo. Posso farti vedere come butto la mia?" ...e fece una manovra perfetta insegnandomi in modo semplice ed umile una operazione per me fondamentale (che nessuno, nemmeno al corso ed esame per la patente, mi aveva fino ad ora insegnato!).
Cose semplici ed atteggiamenti umili che vedo sempre meno nei porti e nelle rade affollate ai giorni nostri.
Per quanto mi riguarda credo che un pò di vecchio spirito marinaio dei tempi passati migliorerebbe la navigazione e le vacanze di tutti noi appassionati.
Non vorrei sembrasse troppo una predica, ma solo un augurio a non perdere quello di buono che lo spirito dei velisti anziani ci hanno tramandato.
Voi cosa ne pensate?
Avete commenti, idee, proposte, dissensi in merito?
Come vedete l'ambiente della vela nel recente passato, oggi e come lo vorreste domani?
Fate sentire la vostra voce di esperti, semplici utenti o sognatori.
Saluti e BUON VENTO
Alberto
18 aprile 2008 alle ore 15:41:02
modificato: 25 settembre 2010 alle ore 22:31:57
Argomento: Crociera