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Esperienze di Yari (22/02/2008 19:55:51) Yari83_DY@libero.it

Questo era un post già avviato, solo che i nuovi (si fà per diere) lop, cesco, leo, matteo, hydra, luca, andrea, etc...
Raccontateci le vostre esperienze in navigazione o in generale...
Una mia presentazione di Matteo Rucco (22/02/2008 20:37:50)

Vi riporto una presentazione fatta per un paio di forum di vela, mi permetto di copiarla e incollarla perchè sono sempre e anche per un po di pogrizia, sono alle prese con l'esame di meccanica quantistica...

Dunque in soldoni il matteo1783 si chiama Matteo è un laureando in Fisica dell'Atmosfera con particolare attenzione all'oceanografia fisica e soprattutto alla fluidodinamica. Collaboro con un laboratorio di elettronica (in cui cerchiamo di applicare i sistemi dinamici -vedasi appunto gli argomenti di prima- al mondo dell'elettronica cosa strana a dirsi e a immaginarsi ma lo si fà) esperienza questa che mi ha permesso di autocostruirmi diversi accrocchi come ad esempio una fresa CNC per i miei modellini statici e dinamici. Veniamo alle cose più interessanti (almeno per me):
armatore di un tridente con il motto: crescere di 50cm ogni anno (chiave di lettura: la prossima barca sarà 50cm più lunga -Alpa 5.50). Faccio vela da quasi 16 anni (ora ne ho 24). Dopo il classico iter sulle derive di primavela son passato al Laser, 470 e quindi Finn. Nel frattempo oltre ai diversi zonali su j24 ho partecipato a svariate regate d'altura amatoriali e non quali ad esempio diverse prove del Giro d'Italia a vela sui G34 nel 2000, Barcolana, Magna Grecia, Brindisi-Corfù e Otranto-Budva. Oltre alla vita sportiva, numerose sono le mie presenze a mare come ad esempio alcuni trasferimenti in solitario lungo la costa Salentina o con il mio caro amico Dario dalla Grecia in Italia e viceversa Ora a bordo del mio tridente mi sento a casa...Una sensazione splendida quando sto seduto al giardinetto con il timone in mano e vedo tutti i suoi 5 metri e poi oltre solo il mare...sono innamorato della mia barca oltre che di Loredana e anche lei comincia ad "amare" Ciccina (nome datole dal precedente proprietario)...il secondo nome è "La barca secondo Matteo" frase storica di un personaggio storico nonchè defunto amico a cui penso ogni volta che vado in mare
integrazione di Matteo Rucco (22/02/2008 20:49:16)

La presentazione risale a un po di tempo...ora ho deciso di fare il salto di 100cm e passare dal tridente al piviere. Credetemi mi ha affascinato da subito questo modello.
esperienze di lop (22/02/2008 21:03:28) info@lop.it

Mah, non saprei cosa dire e non mi sento particolarmente ispirato per scrivere in modo romanzato esperienze piacevoli da leggere.
Vado in barca, non con tanta regolarita', ma insomma... da quando avevo 15 anni: urca! significa da 25 anni (depressione)!
Ho avuto la fortuna di navigare su barche grandi (una volta ho fatto anche una crociera con un catamarano di 38 piedi: velocita' spettacolare, spazio mostruoso, abitabilita' e privacy eccezionali, manovre in porto facili facili: con un'elica per scafo giri su te stesso. Estetica? Un rutto! la barca e' sempre la barca, altro che catamarano)
Quando ho fatto il master in Interior Yacht Design ho persino fatto un giro su un Perininavi da 105piedi (un mostro!).
Ho regatato con tanto divertimento (e alcol) su un Mac Gregor nelle regate amatoriali del club nautico di Passignano sul Trasimeno e ho fatto equipaggio su un Fun ad un campionato europeo in Croazia: eppero'....Tutta roba degli altri!

La mia vera barca e' un Vaurien, di nome Matita, comprata usata a Sabaudia e consumata sulla spiaggia della Giannella in Toscana; con lei ero proprio io a scegliere cosa fare, se uscire o rientrare, insistere o mollare: le cazzate sono tue: le paghi tu e chi ti viene dietro.
Ho vissuto tanti momenti importanti in barca, ma la responsabilita' delle decisioni me la ha data solo Matita.

l'ultima volta che ci sono uscito ho disalberato: mi e' partita una sartia: sono stato pronto di riflessi a mollare tutto e virare e l'albero si e' solo storto; in piu' ho avuto un bel C e con l'andatura nelle altre mura sono tornato alla mia base. da allora dico sempre che la devo rimettere a posto ma sta ancora la'... e adesso lui: il Piviere: la barca vera,

in fondo sono due le cose importanti che mi fanno stare tranquillo:
- la consapevolezza della responsabilita' che ho detto sopra (grazie, Matita)
- la regola per cui il comandante piu' bravo non e' quello che sa uscire dai guai, ma quello che li sa prevedere ed evitare (grazie, zio Vittorio)

esperienze drammatiche da raccontare non ne ho: un paio di toccate con il bulbo senza conseguenze per la barca, un ancora incagliata e spedata sott'acqua e un recupero miracoloso delle chiavi della macchina di una tipa in un porto (ho fatto una figura da vero eroe: in realta' c'era un acqua cosi limpida che ho visto il mazzo di chiavi benissimo e lo ho preso senza nessuna difficolta'; tanto meglio).
Anzi, ce l'ho l'esperienza veramente drammatica e fortunatamente non mia: Yugoslavia: rada: tempo incerto e pioggia imminente: un tedesco va a prua e issa l'ancora del suo sloop da circa 9 metri, quindi niente verricello elettrico: a mano.
Fulmine: albero, testa del tedesco, scarico a terra sulla catena dell'ancora: il resto e' facilmente deducibile. Ora che ci penso la lezione e' questa: il parafulmine: e' importante: voi avete a bordo qualche sistema?
Parafulmine? di Pino (22/02/2008 21:17:08)

Un parafulmine su un Piviere mi sembra troppo, però una volta in porto a Porto Santo Stefano, tempo cani, ho messo una catenella che avevo in barca, tipo festone tra le sartie e l'acqua, l'avevo letto da qualche parte.
Sono stato chiaro?
Pino
parafulmine di lop (22/02/2008 21:43:14)

sei stato chiaro perche' conosco la manovra del festonare: comunque esiste un parafulmine da testa d'albero che e' tipo una forchettina con una punta in alto che si dirama in 3 punte verso il basso, ciascuna delle quali si dirama a sua volta in 3 puntine ancora piu' corte: dicono che cosi il fulmine entra dall'alto e riesce frammentato dissipando l'elettricita' nell'atmosfera: sara' vero? per sicurezza si potra' sempre collegare l'albero alla piastrina passante sullo scafo: forse hai ragione a dire che e' troppo, pero' a me non preoccupa tanto il porto (confido negli alberi piu' alti delle altre barche: proprio la sfiga di venire a beccare la mia?) a me preoccupa quando sei isolato in mare con il tuo alberello solo li nel mezzo, le nuvole nere basse, pomeriggio, terra davanti ancora a qualche miglio e la vaga certezza che da li' a poco farai la doccia...ecco: e' allora che ho il terrore del fulmine: in quel caso tu che fai, festoni mentre vai??
Ma.............. di Yari (23/02/2008 20:43:19) Yari83_DY@libero.it

Certo che uno non può prevenire o aver paura di tutto, altrimenti non si dovrebbe neanche uscire di casa, la cosa essenziale è indossare le scarpe da barca (isolanti), certo che se ti capita d'estate scalzo e con un pò d'acqua nel pozzetto potresti essere folgorato, però che spettacolo.... tanto prima o poi tutti dobbiamo andare dal "Boss", allora è meglio farlo quando si stà facendo una cosa che piace, andar in barca con l'Arcuri completamente nuda sul pozzetto e magari anche ben disposta..... in una situazione del genere potrei anche morire che non mi dispiacerebbe.... :-)
di Pino (23/02/2008 20:52:29) giuseppe.pollera@fastwebnet.it

Io in situazioni simili mi ci sono trovato spesso, diciamo una ventina di anni fa, non era l'Arcuri ma ti assicuro che andava bene comunque, e non mi è mai venuta voglia di morire, anzi!!!
Si fà per dire di Yari (23/02/2008 20:58:51) Yari83_DY@libero.it

Si fà per dire, certo che se uno si trovasse come detto non gli andrebbe di morire, ma bensì spererebbe che la giornata prosegui per molto tempo.....
di Francesco (Salsedine) (25/02/2008 22:03:41) forleonte@gmail.com

Al di là delle considerazioni degli ultimi due inserimenti..

è il manuale dei Glenans che consiglia una ghirlanda di catena che parta dal piede d'albero e colleghi le varie sartie (magari unendovisi solidalmente con un galletto). Da queste ultime, le sartie, devono poi discendere degli spezzoni di catena lungo la murata e a mare.

Un po' complicato!

Raccomandato eseguire la decorazione per tempo, maneggiare catene e sartie è ancor peggio che starsene al timone con le dita incrociate!


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