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PAGLIOLATO INTERNO di MARIO G. (26/03/2010 06:34:21) giulianelli@irsa.cnr.it

Ciao a tutti e grazie a tutti coloro che scrivono di tutto su questo forum. L'amena lettura delle vostre (che facciamo nostre) news ci consente di trascorrere lieti momenti di sano svago immaginandoci assieme a coloro che le scrivono e rendendoci partecipi delle più svariate situazioni che ci possono capitare.
Oggi accade a me: il pagliolato (interno) del mio Piviere 660 (Randagio) presenta segni di fracicume, dovuto ad una riscontrata presenza di acqua al di sotto di esso di cui non mie ero accorto. In particolare il pezzo centrale del pagliolato, quello che è inserito nel tubo (continuazione dell'albero?)sul quale è innestato il tavolino girevole, si è addirittura rotto camminandoci, sicché debbo sostituirlo. E con l'occasione vorrei sostituire tutto il pagliolato interno. Il costo non dovrebbe essere particolarmente elevato e di pagliolati ne ho visti di assai belli (su barche di maggiori dimensioni) che vorrei riproporli sul mio splendido (per me)Piviere
Ma un dubbio mi attanaglia: quel piccolo pezzo intorno al suddetto "tubo" come lo si può sostituire? Ovvero si può (senza grandi difficoltà) smontare detto tubo e farci entrare il nuovo elemento forato o è meglio tagliare l'elemento di legno in due pezzi e, dopo averlo sistemato intorno al tubO, ridargli la dovuta rigidezza, magari con delle staffette da avvitare al di sotto dei due pezzi stessi?
Grazie del vostro aiuto che sono certo arriverà prima che compri il legno nuovo.
Buon vento.
Mario G.
di Luigi (26/03/2010 08:23:35)

Ciao Mario e grazie a te per partecipare la tua passione e condividerla con noi.

Io armato un Piviere 660 come il tuo e quando l'ho trovato aveva ancora il pagliolato originale che pero' si era ammuffito e quindi lo dovetti sostituire.

Per altro il pagliolato in origine era foderato di una carta plasticata e puntinata bianca ed all'epoca doveva fare un effetto molto bello ed elegante (anche se i cuscini invece avevano un motivo scozzese molto "montanaro" poco "marino").

Non ho avuto dubbi, non ho toccato il puntale in quanto è un elemento strutturale della barca: serve a scaricare le forze di compressione dell'albero sulla chiglia. La sua rimozione andrebbe fatta con barca a secco e albero smontato e quindi il gioco non valeva la candela. E poi è molto piu' ispezionabile cosi' come sotto descritto.

Semplicemente ho preso bene le misure del nuovo pagliolato ed ho ricavato due piccole semicirconferenze tra il pezzo di prua e quello di poppa.


Luigi

p.s. se ti serve un po' di zavorra per navigare io peso 90 Kg ciao!
PAGLIOLATO INTERNO di MARIO G. (27/03/2010 15:26:41) giulianelli@irsa.cnr.it

Grazie Luigi della informazione e della tua disponibilità a veleggiare un poco assieme; se e quando riusciremo a oranizzarci ne sarò ben lieto. Il mio Randagio, come credo saprai, è di stanza a Fiumara-ormeggio "Martin Pescatore" (dopo il Moro di Venezia, di fronte l'isolotto di Tor Boacciana).
Tu se ben ricordo dai messaggi letti, sei a Roma o giù di lì e quindi non dovremmo avere troppe difficoltà ad incontrarci ad un prossimo non-raduno (quello scorso mi è totalmente sfuggito per disinformazione).
Tra l'altro pensavo che sarebbe buona cosa un censimento dei pivieristi, oltre che dei piviere, in modo che risulterebbe più facile effettuare contattarci velocemente e organizzare almeno i non-raduni, ovvero i raduni di zona, visto le difficoltà che logicamente si incontrano per quelli generali.
Tornando al mio pagliolato, ti ringrazio del consiglio che certamente seguirò; ieri sono andato alla ricerca della materia prima presso una ditta specializzata nella vendita di legnami nautici. Focalizzando l'attenzione sulle mie necessità (spessore di mm 12 o 15 (forse meglio), ho intanto scoperto che si può optare per due diversi tipi di materiale: il vero compensato rifinito in mogano o tek con i filetti bianchi (i gommati sono più idonei per il pagliolato esterno) ovvero il compensato rifinito sulle facce (superiore e inferiore) con laminato anch'esso rifinito (sulla sola faccia superiore) a filetti bianchi. Il costo (peraltro di un intero foglio (circa ml 3,10 x 1,60) è grossomodo identico (circa € 250,00) per le due soluzioni ma non so quale preferire, considerando che, il secondo è certamente più pratico (non deve essere trattato e se ci cade qualcosa non si macchia) ma mi pare più scivoloso di quello rifinito con vero legno (anche se, oltre ai problemi suddetti(deve essere trattato e se cade qualcosa ci resta la macchia, la finitura in legno con i filetti è davvero esigua e credo non sopporta facilmente un'eventuale scartavetratura per eventuali ritocchi).
Il ricorso al più classico e semplice compensato marino (bello ma senza i filetti che fanno tanto barca più importante e bella) è decisamente più economico: tagliato direttamente dal venditore a misura sulle sagome vecchie, il costo sarebbe intorno ai 60-70 euro.
Vorrei però scegliere non solo sulla base di un semplice confronto economico ma pensando anche (e soprattutto)al migliore risultato (sia estetico che pratico) che la soluzione adottata mi darà.
Accetto naturlmente i vostri consigli.
A presto e buon vento.
Mario G.
il meno caro !! di lop (28/03/2010 14:09:12) info@lop.it

io , che sono cretino, non avrei dubbi: quello rifinito con i filetti chiari e che fa tanto Yacht.
Pero' oggettivamente e' una spesa corposa, per cui direi che se hai intenzioni seriamente di fare del tuo piviere un piccolo pezzo di gioielleria allora si, va bene pure il teak sulla coperta con lo scafo lucido di una verniciatura impeccabile; altrimenti mantieniti sul compensato perche' tanto sarebbe ridicolo avere per esempio l'armadietto o le paratie del vecchio legno originale, magari un po' ammaccato e graffiato, e poi il pagliolato di uno swan da 62 piedi.
PAGLIOLATO INTERNO di MARIO G. (28/03/2010 21:42:48) giulianelli@irsa.cnr.it

Bhè, non si tratta proprio di cretinaggine; è che l'amore ha sempre un qualcosa di folle, anche quando si tratta di barche.
Certo, sogno il mio piviere totalmente rimesso a nuovo, con vele nuove, rullafiocco (ma su questo non sono convinto per la modesta dimensione della vela) e magari rifacendo per intero il gelcoat (sulla barca a motore - un ottimo Gobbi 23 Fisherman - l'ho già fatto, approfittando della inaspettata presenza di bolle che sapevano di osmosi, poi rivelatasi inesistente; ma il risultato finale è stato eccellente). Il costo? bhè certo non è stato modesto ma vuoi mettere la soddisfazione di avere una vecchia barca a nuovo?
Nel caso del Piviere - barca destinata alle lunghe crociere (da Fiumara all'Elba l'ho fatta anche io con mia moglie, totalmente inesperti, l'estate del 2008, appena acquistato "Randagio") - senza snaturarne lo spirito essenziale, credo si possa (e si debba) piano piano, nel corso degli anni, apportare qualche abbellimento che lo renda sempre più affascinante; il nuovo pagliolato è uno dei primi tasselli dell'operazione e ora debbo assolutamente farlo. Poi ci sarebbero gli interni (quel rivestimento in moquette arancione, in tono con quei materassini a quadri scozzese certo non fa molto marino; rivestire tutto in legno..che ne pensate? e poi cambiare la masonite-faesite del bagnetto ormai un po' fracichetta? E poi il passo d'uomo a prua? Eeee...avoglia a lavori da fare!
Ma ora mi soffermo sul pagliolato interno e, ringraziando lop per il suo parere, attendo i prossimi vostri preziosi consigli al riguardo, prima di effettuare la motivata scelta definitiva. Cari saluti a tutti e buon vento.
Mario G.

il pagliolato di mariano (29/03/2010 02:10:19) marianoangileri@virgilio.it

Sicuramente se pensi che il teak sia la scelta migliore , ti consiglio di istallarlo! Quando ci si mette un'idea in testa per abbellire la propria barca o per apportare una miglioria che dia un'impronta personale bisogna portarla a termine, anche se potresti dare la parvenza di uno "swan 62" quel teak sara' la miglioria che rendera' speciale ed originale il tua 660, (almeno ai tuoi occhi).
Fattelo dire da uno che ha istallato i profili parabordo di acciaio inox!

Saluti , mariano.
segue Pagliolato interno di MARIO G. (30/03/2010 13:52:31) giulianelli@irsa.cnr.it

Ala fine, grazie anche ai vostri preziosi suggerimenti, ho deciso: lo faccio in legno vero: compensato marino Bellotti (il massimo), spessore 15mm, rivestito in mogano filettato in acero bianco; sembrerà proprio uno Swan 62!! (...magari guardando solo il pavimento e... da vicino)
Dovrò però comprare un intero foglio (ma allora credo che ne usciranno due completi, così ce l'avrò anche di ricambio se dovesse macchiarsi).
Ma ora mi attanaglia un altro dubbio e vi chiedo aiuto: premetto che il precedente pagliolato (c.m. rivestito in plastica adesiva fintofilettata) era composto di tre pezzi di cui uno a poppa, uno a prua ed uno piccolo intorno all'albero direttamente e facilmente sollevabile per ispezionare la parte di sentina sottostante.
Questa soluzione consente di verificare ed eventualmente togliere l'acqua ivi presente ma, come è successo a me, non consente di fare altrettanto nelle altre parti della sentina.
Allora mi chiedo: forse è meglio fare due soli pezzi, sollevabili con non troppa difficoltà (magari incernierati da un lato) sì da poter compiere efficacemente, lungo tutta la sentina, le operazioni di controllo e aggottamento.
Ma in tale ipotesi come fare il taglio dei due pezzi: per madiere, o longitudinalmente (sempre peraltro in corrispondenza dell'albero operando le due mezze circonferenze di cui parlava Luigi).
Opterei per il taglio longitudinale che porterebbe credo ad un duplice positivo risultato: sollevando solo un pezzo (indipendentemente se quello di destra o di sinistra) si avrebbe accesso a tutta la sentina; ed inoltre il taglio si confonderebbe meglio con il filettato.
Che ne pensate (in particolare Luigi che ha già effettuato tale genere di lavoro)?
B.V.
Mario G.



allora? come lo taglio 'sto pagliolato? di MARIO G. (31/03/2010 18:19:38)

......mi sto ancora arrovellando sulla mia ipotsi di taglio longitudinale e penso ad un altro aspetto positivo di tale soluzione che sarebbe il seguente: dovendo sollevare la porzione di pagliolato (destra o sinistra che fosse) l'ingombro del pezzo in mezzo ai piedi (magari in navigazione) sarebbe assai minore e quindi più agevole potendosi ribaltare per così dire lungo la fiancata della panca.
Ne convenite?
MG
di antonio m (06/10/2015 16:16:17) martinelli.usaget@gmail.com

interessante credo la soluzione longitudinale
sto rimettendo in sesto un 660 di mio suocero che non usa quasi mai e sto cercando nel contempo di fare qualche miglioria
i paioli attuali fanno un po' pietà e sono senz'altro il risultato di un rifacimento molto bonario e quindi stavo anch'io pensando di rifarli
Vi chiedo come è andato il refitting paiolato
grazie Antonio
di cristian (07/10/2015 22:59:30) tobitre@tiscali.it

Ciao Antonio, il post è del 2010..., anche se questo è un forum fantastico per competenza e partecipazione bisogna sperare che qualche vecchio pivierista ti risponda, intanto posso dirti che io, su Supertramp appena presa, ho la fortuna di aver trovato un paiolato diviso in più parti per ispezionare bene la gran parte sottostante, con filetti bianchi, tra l'altro che fa tanto barca vintage...! 😉
RANDAGIO di mario (08/10/2015 10:31:26) v.maryone@libero.it

....A' MARIO!!!...TE POSSINO!!!... SAI QUANT'E' CHE TI CERCO... HO PRESO IL TUO N° DI TELEFONO...VIENI AL RADUNO DEL 24 OTTOBRE IN TOSCANA... NON MANCARE ... VIENE ANCHE IL TUO OMONIMO MARIO DDT ...TI RIVEDIAMO VOLENTIERI...
...CIAO A PRESTO COMANDANTE...
...ISCRIVITI AL POST ...TIRA VIA !!!
Eccote er vecchio che ti risponde: Pagliolo non Paiolo ! di Mario G. (08/10/2015 22:56:40)

Come mi ha insegnato uno dei vecchi del forum (non sto a fa nomi) si dice pagliolo perché il paiolo serve a fare la polenta.
Il mio pagliolato in mogano con filetti in acero della Bellotti è ottimo e lo descrissi nel post di 5 anni fa.
Alla fine non ebbi il coraggio di farlo longitudinale ma seguii le stesse linee trasversali di quello vecchio, in tre pezzi.
Ecomunque rende il piviere simile a uno swan 65.
A proposito vorrei cambiare l'albero e pensavo a quello che ho visto lo scorso w.e. a Portofino: la barchetta del Tronchetti P., il KAIRUS III, ne monta uno da 53 m.: che ne pensate?


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