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autocostruiamoci il nostro futuro di Gabriele (08/11/2009 15:45:25) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

Ieri è comparso un bellissimo articolo di Alfredo sulla nostra rivista Naima, dedicato alle piccole imbarcazioni carrellabili ed autocostruite.

L'articolo ha già procurato diversi commenti ed uno in particolare mi ha molto colpito e che riporto:
... Mi ha confermato quello che penso da parecchio tempo, ossia che l’autocostruzione di un oggetto personale, sia la via principale per una rinascita della piccola nautica a vela...

Caro Alfredo credo che tu abbia proprio ragione, la grande rivoluzione tecnologica abbinata al consumismo in larga scala ha lentamente soffocato in ogni contesto l'autocostruzione.

Gli oggetti non si riparano ma si devono sostituire, c'è un mercato che va soddisfatto non si può fare da soli.
Ma ora la crisi presenta il conto e ci aiuta a riflettere.
Ci conviene veramente sottostare a queste regole? I sistemi vincenti sono quelli circolari: l'agricoltura ci ha accompagnato per millenni -> semina, raccolto, aratura, semina, raccolto, aratura...

Ben venga l'autocostruzione ma non solo nella piccola nautica!
vita nova di Alfredo (10/11/2009 07:40:30) vinceland@virgilio.it

Direi di no, che non ci conviene, sopratutto se vogliamo lasciare un mondo vivibile a nostri figli e nipoti.
Penso che molti di noi, avrebbero il desiderio di modificare l'organizzazione della propria vita, ritrovando maggior tempo da dedicare alla famiglia e anche per realizzare qualcosa con le proprie mani, acquisendo abilità diverse da quelle praticate col lavoro di tutti i giorni. Un modo interessante è quello di far diventare la propria abitazione una fonte di energia, intallando pannelli fotovoltaici o altro. Oppure di dedicarsi a una piccola produzione agricola, magari nel giardino di casa; l'orto di guerra, come veniva chiamato tre generazioni fa.
Invece Il sistema occidentale tende a togliere il tempo libero per incanalarlo al consumo a pacchetto, come le crociere, i viaggi all'estero preconfezionati, i villaggi vacanzi, i corsi di Karaoke o le partite di calcio. Occorre produrre e consumare a rismi vertiginosi. Così ci ritroviamo in piccole case strapiene di oggetti relativamente utili e mai riparabili, se smettono di funzionare. Siamo arrivati persino al televisore o computer a noleggio che viene sostituito e rottamato a tempi determinati. Il problema vero è che l'organizzazione del lavoro è diventata sempre più assurda, ti impegna tutto il giorno e ormai costringe quasi tutti a perdere ore prezione per gli spostamenti. A quel punto un individuo non ha certo il tempo e la forza di dedicarsi a costruire qualcosa. Come collettività, dovremmo imporci una riorganizzazione del lavoro con meno ore, in modo che tutti abbiano la possibilità di avere un reddito decente e abbastanza tempo per sè. Certo, occorre anche resistere alle sirene della pubblicità e degli stili di vita dispendiosi, accontandosi di molto meno. E' molto difficile, ma non impossibile.

A Presto

Alfredo


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