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Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica
.... se la nautica di oggi ha un senso di Francesco Lenzi (10/06/2009 09:23:08) francescolenzi@tele2.it Quasi per caso mi sono affacciato al forum ADV e mi sono messo a leggere qualcosa sui posti barca vicino a Roma: http://forum.amicidellavela.it/topic.asp?TOPIC_ID=20482
Breve riassunto: 1) prezzi esorbitanti ovunque, costano meno dove la barca è in terza fila su cinque, dove ballano i ratti e i servizi sono scadenti e comunque i porti "buoni" sono lontani; 2) nonsotante ciò bisogna percorrere 60 miglia per arrivare in un posto decente; 3) nonostante ciò sono tutti alla ricerca di un posto e gli ormeggiatori fanno il bello e cattivo tempo tanto che in qualche caso non prendono neanche barche sotto i 12 metri. Conclusioni: Ha senso acquistare e tenere una barca in queste condizioni? Secondo me è una follia anche per uno che ha soldi e tempo da buttare. |
di Luigi (10/06/2009 13:08:12) il tuo ragionamento non fa una piega.
Luigi |
di Fabio (10/06/2009 15:10:35) Purtroppo è così. E infatti la gente la barca la noleggia. La nautica non ha più alcun contenuto diverso dal semplice consumo. Sapete che vi dico? Meglio il superyacht, che ingloba una grande quantità di lavoro, perizia ingegneristica ed artigianale che la massa di plasticoni sui 12 metri nati per essere noleggiati usa e getta e che intasano i porti.
saluti a tutti. |
nautica oggi di Alfredo (10/06/2009 21:54:53) Per i produttori nostrani, è sicuramente meglio la nave da diporto (io non parlerei di yacht, proprio seguendo le definizioni di Sciarelli). Permette di far esprimere dei bravi artigiani e qualche architetto. Le barche da noleggio sono prodotti prevalententemente dai grandi cantieri industriali, e nonostante il costo, sono di grande serie.Non è solo un problema di soldi, ma anche di gusti e di cultura. Da molto tempo, apprezzo molto di più gli autocostruttori, che sono quelli più vicini allo spirito dello yachting del dopoguerra. Barche semplici, poco costose, pezzi quasi unici, specchio del loro costruttore, quasi sempre di piccole dimensioni, ma quando sono più grandi, sono fatte per vivere a bordo. E, in questo ultimo caso, uno sente che è il momento di cambiare aria e di vedere come si stà in altri luoghi.
Il mare ha ormai lo stesso problema che colpisce la mantagna, troppa gente negli stessi posti. la nautica oggi, ha più frequentatori che appassionati, e si vede. Resta, per fortuna, il fuori stagione. |
di Gabriele (11/06/2009 08:20:59) gabriele.mantovani@fastwebnet.it Concordo con le categorie di "frequentatori" ed "appassionati" della vela proposte da Alfredo.
Un frequentatore troverà sicuramente più vantaggioso noleggiare un cabinato nelle settimane di ferie, scegliendo di volta in volta dove e cosa. Nessun costo di ormeggio, di manutenzione, di magagne varie: minimo investimento massime soddisfazioni. Un appassionato invece ha la necessità di "coltivare" la propria passione e credo ciò sia più gratificante farlo con un oggetto proprio che ricambia delle cure prestate. Come ogni coltivazione ha bisogno dei propri tempi e delle stagioni per raccoglierne i frutti. Attraverso un noleggio non ci sarebbero i tempi a sufficenza per farlo. Purtroppo non ci sono interlocutori che sappiano intercettare queste esigenze ed offrire servizi anche per chi si ostina a coltivare "piccole e carrellabili" passioni. |
Appassionati di Francesco (12/06/2009 09:49:35) francescolenzi@tele2.it Ormai è diventata "storia" della nautica in Italia la vicenda di quel signore che dopo 10 anni di duro lavoro e passione trascorsi a realizzare il sogno della sua vita, un bellissimo veliero di 10 metri, dopo pochi anni lo ha dovuto rimettere in "svendita" perché non aveva i soldi per mantenersi il posto barca. Ora possiede un Winning Cat che tiene nel giardino di casa. Lo sapete, io stesso anni fa avevo trovato il mio bel 10 metri, già strette le mani, già piaciuto alla moglie e a i figli, già controllato il conto in banca, ma quando siamo passati a parlare di posto barca ci siamo guardati negli occhi e alla fine io e mia moglie, tra scuse e ci ripenso, ce ne siamo andati. Una cosa è acquistare un qualcosa che ti piace dopo aver risparmiato e "messo da parte", altro è firmare un "mutuo" a tasso variabile, sempre in salita, che partiva allora da 500 Euro al mese. Siamo matti???
Da quel momento in poi abbiamo comprato sì barche, ma sempre più piccole e meno impegnative. La passione e l'amore per qualsiasi cosa devono essere liberi, se diventano schiavitù è meglio lasciar perdere. Ieri in televisione hanno detto che intendono portare centinaia di migliaia di turisti in Italia, cosa buona e auspicabile per tanti, forse poco allettante per chi possiede una piccola barca e ormai, inutile ripeterselo, quei pochi posti rimasti a buon mercato spariranno in breve tempo. Come si può parlare di appassionati in queste condizioni? Basta fare due somme e ci si rende conto che dei migliaia di appassionati di mare, di pesca, di vela e di nautica in generale solo una piccola parte potranno permettersi queste cose senza fare grosse rinunce e quindi "soffrire". Fatta questa premessa però ci sono alcune possibilità che possono essere studiate, approfondite, e in futuro sfruttate. Di molte ne abbiamo già parlato: alternative ai porti tradizionali, barche e carrelli innovativi, ecc. Ma cosa può essere fatto per barche come il Piviere? Io ritengo che delle speranze ci possano essere e per semplicità metto in elenco alcune osservazioni: 1) Il Piviere dovrebbe oramai rientrare nelle barche d'epoca. Diciamoci la verità è una barca che non a tutti piace ma credo solamente perché poco valorizzata e poco conosciuta. Molti Pivieri sono tenuti male, trasandati e forse anche poco amati. Qualsiasi bella barca tenuta male appare bruttissima. C'è da aggiungere che per tenere veramente bene un Piviere penso che costi molto. Il bellissimo Piviere blu che è a Castiglion del Lago, e cito solo quello perché è quello che mi colpisce sempre quando arrivo al Circolo Velico, è l'esempio di come una barca, se tenuta bene e curata, può apparire in tutto il suo fascino e bellezza originale. Questi Pivieri devono diventare dei "simboli" che fanno parte della storia della architettura e cantieristica navale italiana. Non ci dovrebbe essere più nessuno che asserisca "il Piviere è brutto", semplicemente perché non è vero; 2) tutto ciò che è storico e d'epoca deve essere riconosciuto come tale e tutelato. Mi sembra che poco o niente è stato fatto in questo senso. Ci dovrebbe essere un iscrizione ad un registro ufficiale e un'associazione con tanto di iscritti, oneri ma allo stesso tempo VANTAGGI, O MEGLIO TUTELE; 3) una barca storica e/ o d'epoca per i suoi costi elevati di manutenzione e mantenimento dovrebbe avere un posto barca assicurato e ad un costo proporzionale al suo valore. Inoltre dovrebbero esserci delle detrazioni fiscali, ecc. Perché alle Leghe Navali devono assicurare anche due o tre posti barca ai propri iscritti dove tengono canotti pur di tenersi un posto e questo non deve essere assicurato ad una barca storica come il Piviere? Io non ho un Piviere, l'abbiamo avuto tanti anni fa in famiglia (mio zio), e mi permetto di darvi questo consiglio: va creato un "cult" di questa barca presentando dei "simboli", cioè le barche più belle, va creata un associazione, va riconosciuta come barca storica e VANNO PRETESI DEI VANTAGGI. E' un percorso lungo è difficile ma può essere fatto. Insomma come disse il Papa: volemose bene ma democe da fà! Non piagnucoliamo sulle nostre sventure ma troviamo delle alternative, sulle carrellabili stiamo lavorando, salviamo anche il Piviere. |
di Fabio (12/06/2009 15:25:37) Che mantenere una barca sui 10 metri costi, mi pare normale. In fondo può essere concepita come un'alternativa (molto più economica e divertente) di una seconda casa al mare (che ha i suoi bei costi).
Non credo alle detrazioni fiscali per le barche d'epoca. La mia barchetta mi costa un po', ma, da quendo è stata abolita l'assurda tassa di stazionamento (e, prima ancora, il bollo per il motore), gli oneri fiscali per la mia barca sono O, cioè zero. Non si può detrarre nulla da zero, se poi si pensa a detrazioni dall'IRPF, scordiamocelo, ci sono ben più meritevoli motivi di detrazione oggi assolutamente negletti. Idem per i posti riservati nei porti ad eccezione degli spazi a disposizione della LNI. Quella è un'osservazione che ritengo giustissima. La LNI è un ente pubblico nato all'inizio del '900 per diffondere la cultura nautica in Italia. Oggi è una di quegli enti di cui scopri l'esistenza solo quando ti chiedono di associarti per fare un corso di vela. Per il resto, nessuno sa nulla di cosa fa. Però dispone di decine e decine di basi su tutte le coste italiane e di diverse centinaia di posti barca riservati ai soci. La LNI, proprio per la sua natura di ente pubblico, potrebbe ricevere la missione di dare spazio alla piccola nautica marinara (cioè non ai gommoni e ai boston waler per intenderci), prevedendo, ad esempio la riserva di posti per la LNI in ogni nuovo porto turitico costruito. Ovviamente poi occorrerebbe una gestione trasparente di questi posti (ma questo è un'altro discorso). Ciao a tutti. |
.... insomma di Francesco (12/06/2009 21:33:38) francescolenzi@tele2.it Metti le detrazioni fiscali su materiali, vernici, antivegetative, posto barca, ecc. c'è già sicuramente un bel risparmio. Aggiungi un bel posto assicurato alla sezione barche storiche della LNI o qualcosa del genere, vedrai che ci stiamo dentro benino.
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