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La grande nautica in crisi di Alfredo (05/06/2009 16:09:01) vinceland@virgilio.it

Abito a Cecina, dove c'è una notevole presenza di cantieri navali da diporto, nati originariamente per piccole e medie barche da vela, o da pesca, convertiti negli ultimi anni verso la produzione di motoryacht sempre più grandi. A vela è rimasto un cantiere che fa derive da regata, e si costruiscono anche canoe, sempre da regata.
Per quello che si legge sul quotidiano locale, questi ultimi vanno benissimo, gli altri sembra che abbiano grosse difficoltà, con un dimezzamento degli ordini. La sintesi delle varie dichiarazioni è:
non si possono più costruire barche da 8 a 20 (venti!)metri di lunghezza, si vendono solo quelle di misura superiore! Ossia oltre i due milioni di euro? E quante? E a chi? Boh? Altro che piccola nautica.

Mi fa rabbia pensare che forse, e sottolineo forse, sopravvivono le"maestranze" destinate a fabbricare dei mostri per gente che li usa per tutto meno che per il mare. E gli altri a spasso.

Ma sopravivveranno Si?

O prima o poi qualcuno capirà che bisogna tornare al piccolo ed al modesto.
Del resto, in tutti i settori e nella nautica in particolare, l'avvento del gigantismo è statol'inizio della fine di un modo di lavorare e sopratutto, di vivere.

Ad maiora!

Ciao

Alfreo

di Luigi (05/06/2009 22:01:22)

avrei concluso il tuo bell'intervento con un "ad minora"...
little mooring di Gabriele (07/06/2009 14:23:00) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

Per tornare al piccolo occorre che gli sia data la possibilità di ormeggiare a prezzi sostenibili.
Oggi non è proprio possibile.
Qualcuno conosce i prezzi applicati in Francia o in Croazia al di sotto dei sette metri?
Prezzi in Francia di Francesco (07/06/2009 18:27:57) francescolenzi@tele2.it

In Francia, specialmente nella costa atlantica, i prezzi sono inferiori ma in costante salita, credo il 30 - 40% in meno. Per un 6 - 7 metri 1200 contro 2000 circa nella media.
di Fabio (08/06/2009 19:17:46)

Anche per mia esperienza personale ho enorme rispetto per le piccole e medie imprese italiane, che spesso sono quasi delle vere e proprie comunità di persone che si dannano ogni giorno per trovare una comessa o un'idea innovativa per far campare dignitosamente tutti quelli che ci lavorano. I cantieri italiani appartengono in massima parte a questa categoria di imprese. Costruiscono barche grandi e di lusso perchè danno un maggior profitto per unità di prodotto, danno opportunità di lavoro ad operai specializzati, artigiani qualificati etc. Mi sono convinto che il problema della piccola nautica non è dato dalla carenza di cantieri ad essa dedicati. E' essenzialmente una questione di cultura nautica legata anche ala conformazione delle nostre coste. La laguna veneta (e, una volta, la Dalmazia) è naturalmente ricca di canali, foci di fiume, isolotti, acque protette ideali per la piccola navigazione da diporto, l'approntamento di una miriade di piccoli ormeggi economici, etc. Così ancor oggi quella laguna è il paradiso della piccola nautica a vela. Il resto delle coste italiane non sono altrettanto adatte a questo tipo di navigazione. Ci sono magari grandi tradizioni marinare legate alla navigazione commerciale o alla pesca, ma il mare resta una cosa per iniziati e non si riesce a cogliere le opportunità di sviluppo turistico che potrebbero derivare dalla piccola nautica forse in misura ancora maggiore da quelle che può offrire la grande nautica. Per il ponte del 2 giugno sono passato per San Vincenzo (LI). Lì stanno costruendo il solito marina fighetto destinato agli yacht. Ne parlavo con un negoziante di articoli per la pesca e la nautica del posto. Lui ripone molte speranza nel nuovo porto, convinto che farà crescere i suoi affari. Non comprende che il suo piccolo esercizio non interesserà più di tanto i proprietari di grandi yacht che ormeggeranno nel nuovo porto, e che tendenzialmente, all'occorrenza si rivolgeranno a qualche lussuoso yacht chandler che immancabilmente si installerà nella colata di cemento del nuovo marina, mentre potrebbe fare buoni affari con una miriade di proprietari di piccole barchette. Cari amici maremmani, cercate di far capire ai vostri amministratori che la piccola nautica porta sviluppo. Ovviamente a condizione che non diventi rivendicazione localistica del posto barca pubblico per i locali. Altrimenti siamo punto e a capo.
Ciao a tutti.
vero è di Alfredo (08/06/2009 20:13:41)

Concordo pienamente, anche se a San vincenzo non parlerei di Maremma. Solo che la cultura nautica, come quella dell'ospitalità, non si costruisce in poco tempo, specie quando suonano le sirene del guadagno facile e senza fatica. "Non dura minga" (Si dice così?)

Ciao

Alfredo


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