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Trasferimento Fiumara-Formia di Pino (03/05/2009 19:48:14)

Ho passato il 1° Maggio sul Bliz, la barca di Italo, un New Ranger 29 simile alla mia, a lavorare come un matto per terminare tutta una serie di lavori prima del trasferimento a Formia.
Abbiamo spostato la barca dal cantiere del disastro ed ormeggiata affiancata alla mia per avere corrente ed acqua. Lavorato come pazzi fino a sera, usciti per una pizza, controllato il bollettino e a dormire presto.
Il primo problema l'abbiamo avuto per fare il pieno, Italo ha portato tre taniche da 25 litri, nel fare il travaso con quel tubo con aggeggio e pallina, scopriamo che il bocchettone della barca ha una brutta curva per cui fare il pieno è un disatro, si possono versare un quarto di litro, tappare il tubo, attendere che scenda, versare, tappare il tubbo ecc., un inferno, inoltre le taniche erano state posizionate, accuratamente legate con cinghie a cricchetto sul gavone di poppa, per la notte l'ingresso è rimasto aperto perchè in quel gavone era stata riposta la ghigliottina del tambuccio, poco male Italo ha dormito nella cabina di prua che è chiudibile con una porta.
Sveglia alle tre, io ho dormito nella mia barca, appena uscito in pozzetto vedo le luci accese nel Bliz ed Italo che mi chiama per un caffè appena fatto.
Lasciato l'ormeggio alle tre quarantacinque poercorriamo il tratto di Tevere che ci separa dalla foce nel buio più assoluto con le sole luci dei vari cantieri stranamente accese anche di notte.
Assenza totale di vento, avevamo pensato di impiegare 14 ore tutte a motore, sono venuti fuori tutta una serie di problemi tecnici dovuti alle poche prove in mare e all'uso fatto del motore solo per uscire da Fiumara.
Avevamo poca onda di prua ma invece degli almeno cinque nodi ipotizzati siamno scesi anche 3,2, un disastro, avremmo dovuto fermarci a Terracina, invece, complice la non illuminazione del quadro strumenti, non ci eravamo accorti che il motore calava di giri perchè la leva dell'acceleratore tornava impercettibilmente indietro.
OK, abbiamo passato un'ora seduti in maniera da tenere la leva in posizione con il polpèaccio, piede o ginocchio, fino a che abbiamo usato una banalissima cimetta per tenerla in posizione.
Avevamo già avuto un'altro problemino, non funzionava la luce sull'albero quando si va a motore, montata poche ore prima della partenza, in cabina funzionava, lassù no.
Altro problema ancora più grave, l'autopilota si rifiuta di funzionare, non si accende proprio.
Abbiamo visto un'alba bellissima, ed abbiamo proseguito per circa 140°, superato capo d'Anzio il mare ce lo siamo trovati al giardinetto, ma non fastidioso, abbiamo dato una spruzzata di CRC alla presa del pilota, e questo ci ha concesso maggiore libertà.
Nel frattempo avevamo messo in mare una lenza da traina acquistata pronta da Decathlon, mancava solo il piombo, e, per la prima volta, abbiamo preso un tonnetto che pesato a casa era un chilo tondo tondo, telefonato a casa, c'è chi pensa che scherzavamo, allora videotelefonata e tutti zitti.
Superato il Circeo, rotta quasi per 90°, il mare è cambiato, creste bianche quasi in poppa, aumenta per qualche ora, poi inizia pure la pioggia, ora la ghigliottina nel gavone di poppa è un'altro problema.
Io sto per un pò seduto sulla scaletta, riparando l'ingresso con la mia schiena, dopo un pò saluto Italo e vado a dormire per un'ora.
Al risveglio, il mare si è calmato e vedo alla mia sinistra Sperlonga, dal mare è bellissima così' come peraltro lo è da terra.
In vista del promontorio di Gaeta veniamo superati da un Oceanis molto grande con sulla vela LAT 999 ed una bandiera rossa con una fascia orizzontale bianca, la barca è nuova, deve essere un paese piccolo velisticamente parlando, solo oggi ho scoperto che era una barca della Lettonia.
Alle 19 siamo all'ormeggio nel porto di Formia. Come previsto.
Scarichiamo la barca, e poco dopo arriva moglie, figlio e mamma di Italo per portarlo a casa, lui abita a Cassino, ed una mia amica per accompagnare me a Roma.
Siamo arrivati distrutti, non tanto per la navigazione quanto per i lavori del giorno prima e la mancanza di sonno.
Torno a casa stanco ma soddisfatto, 17 ore di mare non sono poche per me, ma neanche per Italo che ha 20 anni di meno!
Arrivato a Roma ho anche avuto il tempo di andare a mangiare una pizza...
Pino
di Gabriele (04/05/2009 09:35:47) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

sigh!
letto tutto d'un fiato, di lunedì mattina, seduti alla propria scrivania d'ufficio, si prova un poco d'invidia.

Quota alla grande Gabriele di Yari (04/05/2009 10:09:09) Yari83_DY@libero.it

Quoto allagrande quanto riportato da Gabriele.
L'unica appunto che mi sovviene è: ma un marinaio navigato come te Pino, non si ricorda che prima di effettuare un trasferimento và fatta una bella prova in mare cercando di testare il più possibile la barca??????
di Pino (04/05/2009 21:30:27)

La barca è quella di Italo, non la mia!
Approfitto per una correzione, 15 ore e non 17, la media è stata di 5,46 nodi, abbiamo percorso 82 miglia su una previsione di 75.
di Luigi (05/05/2009 09:00:08)

Andare pr mare è sempre durissimo, non è mai una passeggiata. Bravi a tutti e due.

Luigi


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