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Carrellabilità, trasportabilità, alaggio di Francesco Lenzi (13/03/2009 09:03:24) francescolenzi@tele2.it

Anche Fabio ha espresso dei concetti condivisibili, anche se per certi aspetti si accavallano con il pensiero di Giuseppe. Questa dialettica è molto utile e serve a sviscerare i problemi che, secondo me, sono principalmente due:
1) i costi: più si va su con il peso più i costi di gestione diventano alti fino ad arrivare a quelli che si sostengono in un marina economico. Ci sono però sempre altri vantaggi quali la possibilità di vedere posti diversi senza grandi traferimenti in mare e la tranquillità che se un anno non puoi usare la barca la puoi sempre lasciare in un parcheggio a costi contenuti, o magari usarla solo due settimane.
2) la tecnologia: alberi in carbonio facilmente manipolabili, carrelli e attrezzature che facilitino il varo e l'alaggio e lo rendano più sicuro, carrelli più leggeri e che si possano immergere nell'acqua di mare, ascensori a gettone nei porti che in modo che si possa facilmente alare e varare le barche dal carrello, zavorre che rendano più stabili la barche, attrezzature di coperta e manovre più efficienti e sicure anche in solitario e con barche "leggere".

Quindi rapporto costi/ prestazioni, dovrebbe essere l'obiettivo proritario dei cosidetti "esperti" di settore: imprenditori, ingegneri, ucina, riviste di settore, bolina, velisti sempre pronti a dare consigli (e sembra che ce ne sono proprio tanti, incluso me) e compagnia bella: finora sembra che gli unici vantaggi siano andati solo a coloro che hanno avuto fiumi di soldi da "buttare" nella nautica per confermare ambizioni e apparenze. Tutti gli altri sono fermi "al palo".

Nota: continuo a vedere i miei interventi inseriti spesso dopo due o tre giorni, mi sembra una "dialettica" impossibile da continuare.
di Fabio (13/03/2009 16:21:36)

Sì, mi pare che siamo sostanzialmente tutti d'accordo e che i vari interventi abbiano il pregio di chiarirwe sempre meglio le questioni e approfondirle.
Io francamente non seguo molto le novità nautiche (dato che sono un tradizionalista), ma in effetti ho anch'io l'impressione che anche chi fa barche con l'idea di produrre scafi realmente carrellabili tenda ed essere ripetitivo e poco innovativo. Ad esempio, non credo molto agli alberi in carbonio perchè sono certamente leggeri e resistenti ma sono anche enormemente più cari di quelli normali. Però penso che si debba guardare molto agli alberi abbattibili pensando a soluzioni che rendano agevole il loro abbattimento e armamaento, senza comprometterne la robustezza. Questa è una via che è stata percorsa con soluzioni molto semplici ed interessanti sulle barche tradizionali nordiche moderne.
Ciao a tutti.


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