Sto risistemando la scassa della deriva, ho notato che sul bordo superiore vi sono delle vie dove l'acqua e l'umidità possono filtrare, la tavola superiore da cambiare, etc... Mentre ci lavorarvo ho fatto una bella pensata: se alla base della scassa, per interderci ai lati, mettesi una zavorra, magari con scarti di piombo annegati in resina di un centinaio di Kg., non aumenterebbe la stabilità e la capacità autoradrizzante della barca? E' un idea strampalata? In quanto all'aumento di peso, il Piviere a deriva mobile, mi risulta pesi parecchio meno del fratello a bulbo....Attendo bacchettate.....

(dal basso della mia ignoranza...)
ad occhio direi che tale zavorra si troverebbe troppo vicina al fulcro di rotazione, quindi con una leva minima e poco momento autoraddrizzante, per contro aumentano le masse non galleggianti a bordo.
in sintesi poco guadagno in stabilità e perdita in galleggiamento.

Però aspetto la parola dei 'dotti'
bye
G

Si, ho fatto anch'io queste considerazioni. E' vero che la coppia raddrizzante è sicuramente meno efficiente di un peso spostato più in basso rispetto al baricentro ed alla linea di galleggiamento comunque, secondo me, qualcosa dovrebbe fare. E' vero che sarebbe del peso in più, ma tenendo conto che il Piviere a deriva mobile viene dato sotto i 1000 kg. mentre quello a bulbo pesa ben di più pur avendo lo stesso scafo...pensavo che forse un centinaio di kg, in più non fossero così determinanti...probabilmente sto dicendo delle immani cazzate...se qualcuno potesse darmi dei lumi a riguardo...

Molte barche hanno una zavorra interna e non tutte hanno una chiglia profonda.
Normalmente il Piviere a deriva è un pò "fuori dall'acqua". Personalmente proverei ad aggiungere del piombo all'interno , ai lati della scassa della deriva sotto il paiolo, disposto lungo tutta la sua lunghezza.
Non resinare niente...se non ti soddisfa puoi sempre togliere tutto. Se al contrario trovi che sia una modifica valida puoi , spendendo qualcosa, fare dei sacchetti di tela robusta e riempirli con i piombi da pesca adattabili allo spazio disponibile ed in più sapresti anche il peso che aggiungi e il loro stesso peso contribuirà a non farli muovere.
Secondo il mio modesto parere (molto modesto dirà qualcuno:)) la validità della soluzione la potrai riscontrare in una maggiore dolcezza dei movimenti di rollio(come un vecchio gozzo da pesca). Non credo che possa aumentare la "capacità autoradrizzante" che ottieni solo con il bulbo.

Provo a dire la mia.
Se proprio sei sempre solo, magari del peso "morto" aiuta, ma meglio un "vivo" mobile e capace di stare al posto giusto, al momento giusto..
Zavorra in sentina: dice bene Mario d.t., se vuoi provare, fallo con moduli progressivi, fai delle prove, ma una volta trovata la soluzione, magari pensa a inserire i pesi in una sorta di "cassetta" ben fissata a pagliolo, che ripartisca il peso sullo scafo e che eviti spostamenti anche disastrosi in qualche caso..
Tieni conto (ma forse è ovvio), che il momento raddrizzante aggiuntivo di cui godresti è schematicamente uguale al peso dei piombi per la distanza tra centro chiglia e centro sezione immersa; quest'ultimo si allontana dalla mezzeria all'aumentare dello sbandamento, facendo aumentare il momento stesso.
Zavorra in chiglia serve spesso in due condizioni:
- su barche da regata, la cui costruzione pur solida sia troppo leggera risopetto alle regole di stazza (e credo non sia il tuo caso);
- se e quando serve, per modificare l'assetto longitudinale dello scafo: minimizza il beccheggio, quando va bene; compensa in parte eventuali comportamenti non neutri al timone; ma il sistema è da usarsi solo quando si è già intervenuti sul piano velico senza completo successo...
[mi sembra... ;) ]

Buon Vento
Alberto

Prima di fare delle modifiche prendi quei sacchi arancioni pieni di sabbia che servono a tenere fermi i cartelli stradali. Quattro dovrebbero bastare, fanno 100 kg. In giro se ne vedono parecchi e che non ti venga in mente di prenderli in prestito al Comune ... tutte le volte che li vedo mi prenderebbe quasi la voglia.
Secondo me comunque serve a poco, quando arriva la raffica forte e pericolosa c'è solo un modo per cavarsela da soli: attrezzature e manovre efficienti e, ovviamente, tanta pratica.