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Alternativa alla darsena e ormeggi. di Alfredo (10/02/2009 21:49:58) vinceland@virgilo.it

Domenica scorsa ho inserito un articolo Su Naima (e anche su veliero e carrello)per parlare di porti verdi come alternativa alla darsena tradizionale. Ho provato qualche anno fà il porto a secco con il fork-lift che sollevava una barchetta a chiglia lunga (un piranhadella Beneteau, vecchissimo)e lo metteva un acqua in 4/5 minuti. Una diffusione di porti verdi renderebbe la piccola nautica fruibile a più persone. Tuttavia, sono d'accordo con Mario, che mi ha subito risposto con il suo articolo, quando afferma che creare porti verdi non è facile perchè si calpestano alcuni interessi di gente spesso poco "sportiva" e le loro rendite di posizione, faticosamente guadagnate tagliando gli ormeggi altrui ecc.. per cui da anni la tendenza della nautica è per gigantismo, il lusso e, permettemi, per lo spreco. Penso però che la crisi economica avrà qualche effetto positivo, specie nelle abitudini di spesa e vacanze, con meno motori e più vela, non per soldi ma per buon gusto.
A proposito, Caro Mario, cos'è la polvere di micio?

Ciao

Alfredo
x Alfredo di Mario (11/02/2009 12:17:29) v.maryone@libero.it

Carissimo Alfredo la cosiddetta "polvere di micio" non è altro che il talco che si acquista in mesticheria molto utile (e questo è un trucco che mi ha insegnato un grande artigiano nautico ) da usare per fare uno stucco finissimo mescolandolo con il gel coat, per le piccole riparazioni alla vetroresina . Per quanto riguarda questa discussione sugli approdi, ti dico che io da anni ho setacciato palmo a palmo tutta la nostra costa fiumi e fossi compresi e ti posso garantire che da Genova a Grosseto non ho trovato un metro disponibile di costa che non sia già preso o prenotato, tant'è che una volta nella zona di Livorno, credo di aver messo un grosso scompiglio, riconosco, facendo abuso della mia arrabbiatura al fatto che mi volevano cacciare da una banchina abusiva sul mare controllata dai soliti baroni, solo perché non ero tra i proprietari delle barche lì ormeggiate da anni. Passeggiavo semplicemente su questo moletto e fui accanitamente redarguito da due tizi che affermavano la proprietà della zona solo perché erano lì da diversi anni, cercando di cacciarmi in malo modo. Figuriamoci io che sono un tranquillone, col mio modo di fare, celando l'arrabbiatura sotto il mio solito sorriso ironico, gli feci presente che dal momento che loro avevano usufruito gratis di quel posto di tutti per tanti anni, dall'indomani avrebbero dovuto lasciare quegli ormeggi poiché adesso toccava a me ed ai miei amici usufruirne, pena l'affondamento da parte mia di tutte le loro imbarcazioni. Naturalmente io scherzavo, ma successe il finimondo e su loro richiesta intervennero anche le forze dell'ordine. Ma vuoi sapere come finì, ebbene li cacciarono via tutti dicendo che era già previsto dal Parco di zona, che aveva per quel sito, grandi progetti. Ritornato parecchi anni dopo in quel posto, il degrado aveva regnato indisturbato, distruggendo tutto e riempiendo la zona di schifezze!!! Rimpiansi il mio comportamento, e chiedo ancora scusa se qualcuno di quei personaggi legge queste mie righe . CIAO A TUTTI .
di Francesco Lenzi (11/02/2009 14:34:17) francescolenzi@tele2.it

L'"alternativa" deve essere moderna, innovativa, ecologicamente sostenibile, economica ma anche remunerativa. Non è più pensabile che migliaia di barchine che vengono utilizzate dalla mattina alla sera occupino un posto in acqua utile per le grandi barche dove ci si può abitare. Non ci sarà mai posto per tutti e non ce n'è bisogno.
In pratica: sistemi di varo e alaggio veloce, stivaggio barche e carrelli a terra (....ma non mi piacciono i grandi capannoni), boe d'ormeggio con piccole dighe frangiflutti. Da utilizzare solo di "passaggio" e quindi i costi saranno sempre contenuti. Un modo nuovo e diverso di vivere la piccola nautica rispettando le coste e l'ambiente, un modo nuovo di concepire il turismo nautico e anche perché no il "business" nautico, molto più diffuso perché più alla portata di tutti e sicuramente molto più remunerativo non solo per gli operatori del settore ma anche per tutto il comparto turistico delle zone interessate (alberghi, ristoranti, ecc.). E' una grande opportunità che questo paese malconcio dovrebbe sfruttare, e in fretta.
porti a secco di Fabio (03/03/2009 12:15:37) vela.aurica@fastwebnet.it

Carissimi, mi rifaccio vivo ogni tanto (ma vi segue sempre). Francamente non sono d'accordo sui porti a secco. In primo luogo perchè mi paiono poco praticabili perchè "consumano" preziosi tratti costieri, in secondo luogo perchè per quel mese all'anno che uso la barca mi piace averla in acqua. Spero invece che, finita la sbornia del gigantismo (la faccia nautica della bolla speculativa esplosa a settembre), si capisca che la sopravvivenza di tutto il settore dipende dalla riscoperta della piccola nautica e dalla necessità di darle lo spazio, anche fisico, che merita. Una soluzione poco costosa ed "ecologica" (perchè non consuma territorio e non richiede la costruzione di dighe foranee), potrebbe ad esempio venire dal dragaggio e dall'adattamento a porto per piccole imbarcazioni dei tanti canali irrigui e di bonifica che sfociano sulle nostre coste, spesso invece prive di approdi naturali.
La ricaduta economica per i comuni derivante dalla costruzione di porti di questo genere sarebbe a mio avviso interessante: chi tiene in un posto una piccola barca tende infatti a gravitare permanentemente in quel luogo, anche se magari non è turisticamente molto attraente sotto altri profili, mentre i proprietari di grandi barche, tendenziamente, se ne vanno a zonzo, generando quindi minori ricadute economiche sul territorio ove fanno base.
Ciao a tutti.
Un porto a secco di Francesco Lenzi (03/03/2009 12:36:19) francescolenzi@tele2.it

Un porto a secco sul Golfo di Morbihan, cosa c'è di più semplice:

http://ydecaseneuve.free.fr/deltania_20/images/deltania_nav_ile_bararac_h.jpg
x Fabio di Alfredo (03/03/2009 14:20:18) vinceland@virgilio.it

Veramento lo scopo dei porti a secco è esattamente l'opposto del " consumare preziosi tratti di costa.
Ci sono posti che, incontrando il mare, non sono validi come spiaggia balneabile (piccola, scosciesa, erosa ecc), con presenza alle spalle di terreno libero, ormai non più utilizzabile come pineta o altro e tantomeno edificabili. Viceversa, se guardi le liste di attesa di posto barca presenti in ogni porto o approdo turistico, dovresti concludere che per soddsfare le richieste tutte le coste dovrebbero essere trasformate in porti e i bagnini e relativi bagnanti cacciati in Padania. La costruzione di un porto è costosa e consuma territorio, il porto a secco è una alternativa sicuramente più ecologica, meno costosa, e adatta a piccole barche. Se poi, al porto a secco, si aggiungono dei campi boe da utilizzare col tempo dichiarato al bello, in fondo i disagi rispetto alla barca sempre in acqua sono minimi.
Penso che il sapere che su tutto il territorio nazionale esiste un sistema di porti spiaggia, con la stessa mentalità dei campeggi turistici, invoglierebbe tanti ad acquistare una piccola barca, invece di restare sotto l'ombrellone a sognare.
Dimenticavo: i tempi di realizzazione di un porto barca sono minimi:
Gli scivoli si trovano addirittura già pronti, smontabili durante l'inverno, non servono dighe foranee o altre cose enormi e costose, bisogna solo valutare il ritorno economico per l'eventuale gestore che si accolla l'onere di impresa.

Ciao

Alfredo
errata corrige per Fabio di Alfredo (03/03/2009 15:42:14)

Damned! Scrivo in fretta e riempo le pagine di errori, anche ortografici; ripeto:

-Veramento lo scopo dei porti a secco è esattamente l'opposto del " consumare preziosi tratti di costa.
Ci sono posti che, incontrando il mare, non sono validi come spiaggia balneabile (piccola, scoscesa, erosa ecc), con presenza alle spalle di terreno libero, ormai non più utilizzabile come pineta o altro e tantomeno edificabili. Viceversa, se guardi le liste di attesa di posto barca presenti in ogni porto o approdo turistico, dovresti concludere che per soddsfare le richieste tutte le coste dovrebbero essere trasformate in porti e i bagnini e relativi bagnanti cacciati in Padania.
La costruzione di un porto è costosa e consuma territorio, il porto a secco è una alternativa sicuramente più ecologica, meno costosa, e adatta a piccole barche. Se poi, al porto a secco, si aggiungono dei campi boe da utilizzare col tempo dichiarato al bello, in fondo i disagi rispetto alla barca sempre in acqua sono minimi.
Penso che il sapere che su tutto il territorio nazionale esiste un sistema di porti spiaggia, con la stessa mentalità dei campeggi turistici, invoglierebbe tanti ad acquistare una piccola barca, invece di restare sotto l'ombrellone a sognare.
Dimenticavo: i tempi di realizzazione di un porto a secco (o porto verde) sono minimi:
Gli scivoli si trovano addirittura già pronti, smontabili durante l'inverno, non servono dighe foranee o altre cose enormi e costose, bisogna solo valutare il ritorno economico per l'eventuale gestore che si accolla l'onere di impresa.

Ciao

Alfredo


X Alfredo di Fabio (03/03/2009 18:52:50)

Caro Alferedo, non sono convinto. Pui forse alare avanti e indietro una barchetta o un gommone, ma non è pensabile sottoporre a un trattamento del genere anche solo un Piviere a chiglia mobile, che non è fatto per questo e pesa un accidenti. Se poi pensi a barchette cme la mia (piccole ma a chiglia lunga) o a un Piviere con la deriva fissa .... C'è poi un'ulteriore considerzione: immagina un piccolo porto a secco per 20 barche dotato di 1 scivolo (non pui pensare di costrurne di più per sole 20 barche!). Calcolando anche solo 10 minuti per ogni operazione di alaggio e varo, si impiegherebbero oltre 3 ore per mettere a mare tutte le barche e altrettanto per tirarle in secco. Pensa alle code alla mattina e alla sera! Comunque vedrai che già quest'estate ci saranno molti posti liberi nei marina e tra un paio d'anni sarà quasi tutto libero!
x Fabio di Alfredo (03/03/2009 20:37:08)

Sui posti liberi, spero proprio tu abbia ragione, nel caso mio, per motivazioni esclusivamente etiche.
Trovo che lo stile di vita che ci viene imposto o richiesto dai mass-media sia andato fuori le righe da tanto tempo.
Sul porto a secco ti posso dire che l'ho provato e secondo me funziona. Usavo una barca lunga 5,20 m., un vecchio Beneteau Pirahna, a chiglia lunga, piuttosto pesante.

Se poi mi dici che avere una barca bella come la tua ancorata dentro il golfo di Baratti meriti i soldi che costa, Ti dò ragione senza condizioni. Bandiera bianca.

Ciao

Alfredo


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