- Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica - Il nuovo forum

Cabinatino carrellabile: Scelta o Ripiego? di Francesco Lenzi (27/01/2009 16:36:13) francescolenzi@tele2.it

Molto interessante l'articoletto di Giuseppe su Naima. Brevemente dico scelta e ve ne do solamente un motivo. Ho pagato il mio barchino, tra barca, carrello e trasporto 12250 Euro. Oggi si acquistano SUN2000, FIRST210, Brezza22 con soli 2-3000 Euro in più. Ovviamente la qualità è superiore e sono decisamente più belli, ma io con la mia auto non li potrei trasportare in più non voglio più dipendere da nessuno e per nessun motivo.
Condivido di Alfredo (27/01/2009 18:26:45) vinceland@virgilio.it

Apprezzo e condivido l'articolo di Giuseppe Su Naima, a cui aggiungo solo un'osservazione per avvalorarare l'assunto che non si tratti di un ripiego. Un Difference (cat- boat) lungo poco più di sette metri, costa oltre 50.000 euroni; una barca di legno fatta in lamellare, a pari dimensioni va abbondamente oltre. Sto parlando di barche prodotte in numero inferiore alla dieci unità annue, ma che hanno estimatori e compratori. Poi ci sono gli autocostruttori, che, alla fine dei conti, senza valutare il loro lavoro, vanno traquillamente fra i 20.000 e i 30.000 euro di spesa complessiva.
Sono i prezzi di una barca usata, lunga 2 metri di più. Il vero ripiego è (come faccio io) rimandarne l'acquisto a tempi migliori, accontentandosi di andare su barche altrui. E anche qui, non è solo un problema di soldi. Occorre l'esempio, vedere gruppi di persone, magari simile a te per cultura e censo, che lo fanno con soddisfazione, e quindi, come dice Giuseppe, condividere le informazioni necessarie, e allora si può avere un vero sviluppo della nautica carrellabile.

Ciao

Alfredo
entrambe le cose di lop (27/01/2009 18:57:30)

non credo si possa attribuire il valore di ripiego o di scelta ad una categoria di barca-natante.
per qualcuno sara' un ripiego, per altri una scelta.

io ho mille motivazioni per possedere con orgoglio il mio piviere, ma certo se non dovessi preoccuparmi di spese farei scelte diverse su tante cose: non me ne fregherebbe niente di cercare il posto barca meno costoso: metterei la barca dove trovassi il posto piu' bello; non mi preoccuperei del trasporto: farei portare la barca con il camion ogni volta.

e naturalmente, con tutta probabilita', acquisterei una barca da 13-16 mt, senza per questo vendere il piccolo piviere.
...non è così scontato di Francesco Lenzi (28/01/2009 09:47:33) francescolenzi@tele2.it

Non è così scontato che "potendo" molti di noi prenderebbero subito una barca ben più grande. Ripeto discorsi già fatti, ma la vita di mare è impegnativa e non è per tutti, anzi penso che sia per pochi privilegiati. In più c'è da considerare il tempo che potresti dedicargli, che non è mai abbastanza per quello che paghi. Basta vedere quante mega barche rimangono ferme nei porti diventando solo degli appartamenti galleggianti da mettere in mostra. Sinceramente mi piacerebbe avere una barca più bella, più curata, magari in mogano, ecc., ma pur sempre piccola e carrellabile. Il loro costo al nuovo si aggira intorno ai 35000 euro, con i quali oggi si potrebbe acquistare un bel 9 metri usato, o forse anche di più. Molti usano le loro grandi barche per uscire dalla mattina alla sera, cosa che si potrebbe fare con molta più soddisfazione con una barca più piccola, ma il più delle volte penso che prevalga l'ostinata ambizione umana di avere qualcosa da mettere in mostra. Ho già fatto questo errore in passato con le auto e forse anche con la casa che, per quanto bella e comoda, è anche eccessivamente grande. Non farò questo errore con la barca, anche se forse, rinunciando a qualcos'altro, potrei permettermela.
di Giuseppe (28/01/2009 15:16:30) bigo12@alice.it

Come prima cosa grazie per gli apprezzamenti. L'articolo voleva essere una sorta di provocazione, seppur accompagnata da una analisi possibilmente lucida, per dimostrare invece che le cose possono migliorare anche sensibilmente.
Vorrei solo ribadire che abbiamo a disposizione un mezzo (il web2) che puo' accelerare in modo esponenziale processi che in passato richiedevano decenni per evolversi. A questo proposito e' d'obbligo un ringraziamento a quelli di voi che hanno avviato queste iniziative già da alcuni anni vedendo, per cosi' dire, "oltre l'ostacolo".

BV
Piccolo è bello (spesso) di Trampa (28/01/2009 16:15:01) a.sassetti@tiscali.it

Sono d'accordo con Francesco. Anzi, secondo me il suo bel Viko è anche troppo grande.
Ho 60 anni, vado a vela da sempre, ma... sulle grandi solo se invitato, o meglio pagato per scuola.
Mai capiti grandi dimensioni, aggeggi strani, esibizionismo.
Barca carrellabile, performante e sicura per traversate fino a 10-15 miglia, da alare a spiaggia se serve, in due-tre persone(max 500 kg + equipaggio, e arganello portatile, magari), un po' di "naso" e di "manico", due-tre cuccette, tanto pozzetto e prendisole. E' tutto. Mai divertito di più con barche a bulbo e attrezzatura più grande (quello che non c'è non si rompe).
Il mio esibizionismo: gewurztraminer gelato, con tartine al salmone, parmigiana, frutta fresca. Il tutto, scaturito agli occhi degli ospiti da una borsa frigo...
Il Piviere è un discorso a parte. per la sua storia e per quel falso cavallino rovescio... Per come sono fatto io, potrebbbe essere un punto di arrivo, forse... ma a deriva!

BV
Alberto
uff... di Tramp (28/01/2009 16:18:00) a.sassetti@tiscali.it

ehi quel "Trampa"... sembra io sia scivolato e mi sia evirato su un winch... Tra(mp)quilli sono ancora tutto intero....
Per Tramp di Pino (28/01/2009 19:37:22)

Guarda quì, c'è il TUO Piviere.
http://picasaweb.google.com/mic.lischi/PIVIERE
B.V. Pino
X Pino di Giovanni (28/01/2009 21:01:32)

Pino, mi sono permesso di guardare le foto...bellissime!! il Piviere è proprio una barca meravigliosa e solo con una barca del genere puoi stare in pace in posti del genere.
Chi sono quelle persone (un ragazzo e un signore con la barba e la cerata gialla? (mia moglie dice che siamo uguali...lo considero un gran bel complimento: il suo sorriso durante il tragitto Elba e Punta Ala racconta tantissime cose!
Grazie per averle condivise.
Giovanni
di Pino (28/01/2009 22:33:16)

La barca è il THE BLUES BOAT di Michele Lischi, della famiglia Nistri Lischi Editori, tu conosci i "Navigare Lungocosta"? Loro erano gli editori, e dopo la morte di Mauro Mancini hanno continuato ad aggiornare la collana andando in giro per tutta l'Italia fino al 2006 con un Piviere a deriva mobile, quelle foto sono state fatte durante una di queste crociere tra Arcipelago Toscano, Sardegna e Corsica.
Piviere se non lo conosci lo eviti, se lo conosci te ne INNAMORI.
Pino
"mannaggia alla miseria zozza" (Cecco Angiolieri, 1220, circa) di Alfredo (29/01/2009 07:25:56)

Ho visto anch'io quelle foto e ho provato un poco d invidia.
Per me sono un manifesto per il piviere e la vela carrellabile.
In fondo che ci vuole? Un minimo di tempo libero, un gancio di traino all'automobile, un carrello di sesta mano, qualche euro e...
UN BARCHINO.

Ciao

Alfredo
Concordo in tutto di Francesco Lenzi (29/01/2009 08:27:12) francescolenzi@tele2.it

Concordo in tutto tutto molto bello.
di Gabriele (29/01/2009 09:07:24) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

non a caso diverso tempo fa si parlava di "filosofia piviere".
Concetto che, a mio parere, va esteso alla piccola nautica carrellabile e non.

Le strade per raggiungerla possono essere varie:
- budget limitato a disposizione
- liberta assoluta dal vincolo di ormeggio
- capacità di riconoscere il valore delle cose semplici

Io faccio parte del primo punto, ma spero vivamente un giorno, di appartenere all'ultimo.
X Alfredo di Mario (29/01/2009 10:35:10) v.maryone@libero.it

Caro Alfredo ho conosciuto il Lischi solo lo scorso anno, incuriosito come ero per un Piviere che intravedevo spesso dal cancello , nella corte di casa sua sul lungomare , tuttosommato vicino a dove io abito .E' una persona squisita e molto solare . A lui non serve nessun gancio nè carrello in quanto tiene il Piviere a Marina di Pisa nel giardino di casa, come puoi vedere sul link della sua scheda in bancadati , e d'estate con un camion lo porta nel cantierino prima del mio ,ma lì ci stà ben poco perchè lo utilizza come vedi . Questo martedì ero al mercato a Cecina con il mio amico di S Pietro in Palazzi e guardavo in giro se ti vedevo ! Se vuoi fammi avere il tuo telefono così la prossima volta possiamo conoscerci . CIAO A TUTTI.
e se la barca diventa un monumento di franco (29/01/2009 10:58:32) francofavilla@libero.it

Monumento ai viaggi non fatti perche il tragitto per arrivarci via mare supera il tempo a disposizione; via terra non si può perchè per spostarla occorre un trasporto speciale o guasi. Così i 9,10mt navigano nella piscina davantio a casa, continuiano ad andare da Spezia all'Elba, invecchiano assieme ai loro armatori che con il passare degli anni diventano rancorosi verso un mondo che non ha avuto il tempo di capirli e li ha abbandonati a se stessi.
I più non hanno capito che la barca: quella discendente dalle più grandi che un tempo hanno girato il mondo, è sinonimo di libertà e di scoperta, necessità di confrontarsi con la natura, appagamento per il piacere e lo sconcerto suscitaiti da spazi liquidi immensi. Avere la struggente necessità di muoversi alimentata dall'etero andirivieni
della risacca. Una rada sicura, un porto non saranno mai, in chi naviga,l'ormrggio scontato dove restare per sempre. Certo vorrei una barca più grande ma datemi con essa anche la possibilità di navigare fino ai confini che anno ispirato il suo progettista e magari oltre per poi tornare a trovarlo dicendogli che ha fatto una bella barca, più di quanto lui pensesse.
Ho fatto più miglia io e sono approdato in tanti porti deversi con la mia barca trascinata sul carrello di tanti altri che possegono barche più grandi.
Ora il charter ha spianato le montagne,il turismo mercenario porta la gente sull'Imalaia e al polo nord, negli atolli del pacifico e anche nello spazio.
Una crisi di identità e una insana ricerca di apparteneza a gruppi in continua mutazione ossesinano le nuove comunita di benestanti alla scoperta dell'equilibrio perfetto.
Vicino alla svolta che indurisce le ossa e affatica le membra mi chiedo se ho ancora il tempo per partire verso l'unico ed ultimo viaggio. A volte misuro le energie e i mezzi: li tramuto in scafi possibili, in rotte pi lunghe, in cose che farei. A volte penso che se trovo il coraggio di lasciare veramente il mio porto basterebbe anche una barca di 6mt e mezzo come quelle della minitrasit. Non una di quelle nuove super perfette, basterebbe un tipo anche vecchiotto con le vele a posto, senza chiglia basculante.
Così scopro che non è impossibile e che quelle cose che mi tengono fermo sono le consuetudini della vita attaccate al corpo come molluschi e conchiglie e alghe, sempre in misura maggiore fino ad arrestare lo scafo.
Ho letto non so dove:.... MARINAIO NON SOLCHERAI MAI LA STESSA ACQUA, NON VEDRAI MAI LA STESSA ONDA....


di Alfredo (30/01/2009 08:07:10) vinceland@virgilio.it

Grazie Franco,
L'immagine e i pensieri che ci hai dato sono molto belli e condivisibili.
Insieme alle consuetudini, io ci aggiungerei l'ovvio, che è il senso di responsabilità per le persone care, affettiva e materiale.
Cosa che, a mio parere, mancava al più famoso dei navigatori di ventura, Bernard Moitessier.
Comunque, con pazienza, aspettando il momento giusto, il sogno può essere realizzato.

Ciao

Alfredo

Alfredo


Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica