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Randa o o vela di prua? di Giovanni (25/10/2008 11:17:13)

Ho appena letto il bell' articolo di Francesco sull'uscita "ventosa" fatta sul Trasimeno.
Vorrei porre la seguente domanda:
In caso di un rinforzo di vento e che ci sia, quindi, bisogno di ridurre un po' di tela a riva, come vi comportate?
Ho letto diversi libri e molteplici interpretazioni su come affrontare la situazione:c'è chi, come Francesco, ammaina la vela di prua (sia essa fiocco o genoa) e chi preferisce ammainare la randa (soprattutto se non sono presenti le predisposizioni per poter prendere una o più mani di terzaroli).
Io personalmente, avendo maggior esperienza sulle derive, preferisco ammainare la randa per i seguenti motivi: non è possibile ridurre parzialmente questa vela e quindi, quando diventa pericoloso, la "levo di mezzo".
Con vento forte è possibile che si inneschi una straorza, con il boma che spazza il pozzetto e , soprattutto con bambini a bordo, preferisco evitare una tale possibile evenienza.
In caso di reale e immediata seria difficoltà può essere mollata la scotta e immediatamente la vela perde di portanza e regolandola gradualmente, successivamente, posso riprendere la navigazione.
Qual è il vostro parere e il vostro comportamento in casi del genere?
Giovanni
Randa o fiocco di Francesco (25/10/2008 12:04:00) francescolenzi@tele2.it

Premetto che non sono un esperto, ma posso dire di aver provato in tutti e due i modi. Prima cosa, ovviamente dipende da che barca si ha, dalle vele e dall'attrezzatura. Nel caso del barchino che ho ora, con il suo fiocchetto senza rollafiocco, è impossibile scegliere il solo fiocco: la barca non si governa, quindi in caso di rinforzo rimane solo la randa ed eventualmente i terzaroli e/ o due terzaroli e fiocchetto (configurazione probabilmente migliore). Con il FIRST24, invece, ho governato benissimo con il solo genoa, che era addirittura più grande della randa e che regolavo a mio piacimento con il rollafiocco. Mi è sembrato molto comodo e la barca rimaneva stabile anche con l'onda. Insomma una navigazione senza faticare troppo, comodissima in solitario o con la moglie o compagno/a di viaggio che non ha voglia di far niente. Ho veleggiato miglia sul Tirreno in questo modo senza problemi e con mia moglie che prendeva il sole. Ovviamente ci sono pro e contro, se n'è già parlato in altre occasioni, specialmente per il discorso che se si cade in acqua con il genoa la barca si allontana la letto del vento e quindi anche dal naufrago...però è pericoloso anche il boma che ti sbatte sui denti, quindi! Concludo precisando comunque che tengo il fiocchetto senza rollafiocco finché mio figlio verrà con me in barca, dopo lo dovrò mettere per forza. A quel punto provvederò a mettere anche un genoa da 6 mq e a valutare come si governa la barca, ma non credo che potrò fare quello che riuscivo a fare con il FIRST24. Probabilmente invece con un Piviere si può fare tranquillamente.
di Tramp (26/10/2008 06:55:23) a.sassetti@tiscali.it

Dipende tutto da qual'è il programma di navigazione residuo, al rinforzo del vento:
- vuoi tornare a terra? che andatura per tornare a casa? quale manovra finale, se necessariamente a vela, per prendere terra?
- vuoi continuare la navigazione?
Solo a pensare a tutte le variabili, mi rendo conto che ci vuole un'enciclopedia... ma possiamo riparlarne, e spero anche in contributi di molti.

Quello che mi pare importante sottolineare sono le condizioni standard di una "piccola nautica":
- equipaggio spesso ridotto (e se non lo è, è spesso troppo pesante e/o ingombrante ... :-)
- se a deriva mobile, poca stabilità di peso

Su un rinforzo dovresti avere sempre capacità manovriere equlibrate, altrimenti meglio dare motore e via (oltre un certo limite; se parliamo di ariette tira giù la randa che in coperta ci giochi a calcio..).
In sostanza, ritengo che non aver possibilità di ridurre come, quanto e quando serve è pericoloso, anche perché non si ha l'autonomia il confort la sicurezza delle barche 'grandi'.
Essere coscienti dei limiti è importante, non possiamo solo vantarci del fatto che le 'panzone' non le vogliamo, qualche volta servono...
Bisogna poter ridurre, e bisogna saperlo fare quando serve, anzi un attimo prima. Non puoi? Allora accendi... se va usi lui (se va).. e qui riparte la domanda: visto che con una piccola il motore spesso fatica e/o non basta (grande presa al vento, forte rollio e beccheggio), che cosa tengo su?
Lo vedete che non c'è soluzione? Se devi navigare, devi poter ridurre. Scusate, ma io non mi do alternative.
BV (speriamo non troppo)
Alberto
di Fabio (29/10/2008 12:57:51)

E' stato detto più o meno tutto, ma l'argomento mi piace e vorrei riferire quello che l'esperienza mi ha insegnato sull'argomento.
Distinguerei due casi.
1) Rinforzo del vento più o meno colpevolmente imprevisto. In questo caso non si può fare altro che ridurre (se si dispone di rollafiocco e vela adeguata) o ammainare il fiocco, per il semplice fatto che è la vela più agevole da manovrare. Si tratta tuttavia di un mero intervento di emergenza perchè senza fiocco la virata diviene molto complicata.
2) Vento forte previsto. In questo caso procedo nell'ordine (in funzione della forza del vento) a: a) sostituire il genoa con il fiocco piccolo; b) prendere mani sulla randa; c) ammainare la randa lasciando solo il fiocco.
A questo punto, lasciatemi spezzare una lancia a favore della marinità dell'armo classico a cutter. Tale armo prevede, come noto, che le vele di prua siano frazionate su due fiocchi (generalmente di dimensioni diverse). Ciò consente una rapidissima, e graduata a seconda delle esigenze, della tela esposta al vento, ammainando uno dei due fiocchi (il più grande o il più piccolo), allontanando il punto in cui occorre prendere i terzaroli sulla randa (operazione spesso non agevole in condizioni difficili).
Un'ultima parola sul rollafiocco. E' un attrezzo comodissimo e utilissimo, ma attenzione: non è detto che per il semplice fatto di disporre del rollafiocco sia possibile variare a piacere la superficie della vela esposta al vento. Per farlo occorre infatti disporre di un rollafiocco e di una vela fatti in modo tale da consentire alla vela di lavorare bene senza fare sforzi "strani" con il fiocco parzialmente rollato.
Ciao a tutti.
Fabio
Per FrancescoLenzi di Tramp (30/10/2008 07:06:21) a.sassetti@tiscali.it

Ti rileggevo... e valutavo le situazioni che descrivi...
Secondo me, non hai scuse: e fattelo 'sto genoa! Guarda che lo so che costa, che ci sono altre cose... eccetera. Ma vedo anche che la barca te la godi, e con la famiglia, e allora vale la pena anche renderla più divertente e più sicura..!
Rimandando a tempi migliori la discussione su quando, quanto e dove sia opportuno ridurre tela, osservo (pacatamente, simpaticamente) che... se aspetti ancora arriva giorno che tuo figlio la barca te la chiede per uscire coll'amichetta.... e tu che fai gli dici di no? E lo mandi in giro con un fiocco che da solo non governa e con una randa che ci vuole Straulino per bolinare e tornare a casa?
Velocità = Confort = Sicurezza !!!
(ma l'ho gia scritto altrove... ;-)
Ciao!
Per Tramp di Francesco (30/10/2008 08:27:11) francescolenzi@tele2.it

Concordo. Lo farò prima possibile.
...aggiungo di Francesco (30/10/2008 11:05:35) francescolenzi@tele2.it

Aggiungo che Tramp da sempre dei suggerimenti utilissimi e che io apprezzo moltissimo, e non solo perché è, o è stato un istruttore di vela, ma anche perché condivide appieno i nostri ideali. Non ti preoccupare a consigliarci al meglio Tramp e non ti stancare mai di ripeterci i tuoi consigli, la sicurezza è la prima cosa e il piacere di andare in barca può venire solo se dietro c'è la consapevolezza, la coscienza e la conoscenza. Quelle poche volte che non sono stato accorto me ne sono dovuto pentire amaramente e la gita in barca è diventato un tormento.
randa o vela di prua? di mario de tav (30/10/2008 15:36:37)

Personalemte mi regolo così:
partendo dal presupposto che la randa porta all'orza e il fiocco (nel mio caso genoa rollabile) porta alla puggia riduco sempre per prima la randa e poi il genoa cercando in questa sequenza, di mantenere sempre una buona capacità e di agilità di manovra senza stringere troppo il vento altrimente si scarroccia molto e si guadagna poco.
Il Piviere si adagia un poco , sale e scende come un paperotto sulle onde e avanza.
Nei groppi improvvisi può essere necessario ammainare la randa e procedere con il solo fiocco solo se il ridosso da raggiungere è sottovento perchè se devi risalire il vento per raggiungere il tuo ridosso, hai senz'altro bisognio della randa e del fiocco ridotti adeguatamente.
C'è un'ultima soluzione cara a molti, ma in questo caso il senso di sicurezza è effimero e si balla da matti....una fragorosa smotorata
ciao a tutti
Si dice "quotare"... di Tramp (30/10/2008 18:57:35) a.sassetti@tiscali.it

... E io quoto, tutto, ma tutto quello che dice Mario.
Un bell'acquisto, gente!
E questa, con questa sintesi e chiarezza, rigorosa, è forse la giusta chiusura dell'argomanto.

BV
Alberto
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"Il più bello dei mari è quello che non navigammo..." (N. Hikmet)


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