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rassegna di errori di Fabio (08/01/2008 20:04:55)

Cari ragazzi, per darci un argomento di utile discussione, propongo di raccontarci i peggiori errori che abbiamo fatto nella nostra vita di velisti e le lezioni che ne abbiamo tratto.
Mi è venuta in mente adesso e non ho tempo di mettermi a scrivere, ma domani inizio con la dettagliata descrizione di quella che chiamo al mia "grande cazzata" (cui ho già accennato tempo fa) di cui ancora oggi mi vergogno, ma che mi ha insegnato davvero tanto. Poi, se vedo che l'argomento interessa, ne tirerò fuori altre.
Ciao.
di Gabriele (09/01/2008 09:18:56)

Estate 2006, neoarmatore di un fiammante Piviere 614. Al ritorno di una uscita in solitaria sul lago attracco senza problemi. Da bravo marinaio, metto in ordine cime e quant'altro. Dal pozzetto mi alzo per andare a prua per sistemare le ultime cose. Un colpo di vento alza in volo un telo, mi lancio d'istinto in avanti per recuperarlo.
Il tambuccio a prua è ancora aperto, volo dentro con le mani. Il viso si ferma in coperta.
Tranvata micidiale!
Non sono svenuto per miracolo.
Risultato: orologio sfondato, tre punti di sutura sul labbro, ammaccatture varie. Alcune persone che hanno assistito a tutta la scena hanno proseguito tranquillamente senza chiedermi come stavo. Me ne sono tornato a casa mesto mesto pensieroso se rinunciare e mettere tutto in vendita...
Errori di Yari (09/01/2008 09:25:36)

Di errori gravi ancora non ne ho fatti, sicuramente il fatto di aver seguito il corso per la patente nautica, con sette uscite, mi ha reso la vita più semplice. L'unino errore grave è stato la non regolazione delle sartie, ho visto che erano un pò lente, però da inesperto le ho lasciate così, il risultato è stato un disalberamento repentino, la fortuna volle che eravamo da poco usciti dal porto e che in barca eravamo in quattro.
Dopo questa esperienza, ogni volta che ho un cacciavite in mano, passo vicino le sartie e controllo, potrà risuccedere ugualmente, però in possibilità minore.
disalberamento di Fabio (09/01/2008 14:15:07)

Ecco il racconto della mia grande cazzata velica (poi ne ho fatte anche di non veliche, ma qui non interessa). Spero che la lettura risulti piacevole.
Ciao a tutti
Disalberamento causato da una catena di errori e una serie di lezioni.
Errori prodromici.
Errore 1: inesperienza.
Avevo da poco la barca. La mia esperienza precedente si era svolta, fatta salva qualche uscita da mozzo su barche altrui, esclusivamente su derive o barche a motore. In particolare non avevo mai posseduto una barca dotata di rollafiocco. A sera, con previsioni meteo di pioggia e mare mosso, lascio la barca in porto rinforzando a dovere gli ormeggi. Non prendo nessuna particolare precauzione riguardo alle vele: lascio così il genoa semplicemente rollato (come mi pare che facciano del resto tutti gli altri), curando solo che sia strozzata la cima del rollaficco. Strozzo anche le scotte, lasciandole però un po’ lasche. Durante la notte arriva un temporale con vento molto forte, che si infila nel genoa rollato (trova spazio perché secondo me la mia vela non è tagliata per il rollaviocco e perché le scotte non cazzate permettono alla vela di avere un certo gioco), lo gonfia e, tirandolo probabilmente verso l’alto, libera completamente le scotte. Il genoa riesce così ad aprirsi abbastanza per passare la notte a sbattere sulle sartie. Il giorno dopo la vela e tagliata in più punti. Mancano pochi giorni alla fine delle vacanze e rimando quindi la riparazione all’inverno. Sostituisco stabilmente il genoa con la tormetina (unica altra vela di prua a mia disposizione, mai usata prima).
Errore 2: superficialità e ignoranza.
Provo a mettere la tormentina sul rollafiocco, ma constato che è assolutamente inadatta. Rinunzio pertanto al rollafiocco, ma così resto privo dello strallo. Reputo che non sia un problema grave: nella navigazione a vela l’albero sarà ugualmente tenuto in tensione dal fiocco, mentre in assenza di vela di prua, penso che il robusto albero passante di legno di cui è dotata la mia barca, solidamente inserito nella scassa e sostenuto dalle sartie dovrebbe star su senza problemi.
Errore 3: disattenzione.
A inizio estate ho stretto a dovere i dadi contrapposti dei golfari. Poi non li ho più controllati.
Errori nel corso della navigazione e disalberamento.
E’ fine agosto. Il giorno X devo portare la barca da Baratti a San Vincenzo, per l’alaggio e il conseguente rimessaggio. Si tratta di un percorso di circa 6 miglia con rotta praticamente Nord. Ho appuntamento alle 15.00 con il camion munito di gru. Quel giorno c’è vento teso da Nord-Nord Ovest, onde alte circa 1-1,5 metri con piccole creste. Si prospetta una navigazione divertente, che penso di compiere al massimo in un paio d’ore. Mio figlio piccolo (allora 5 anni) insiste a tutti i costi per venire con me. Parto verso le 12.00. Con un paio di bordi sono presso la punta settentrionale del Golfo di Baratti, poco oltre c’è la secca dello Stellino con i suoi scogli. E’ un posto che a me pare sinistro, sia perché oggettivamente pericoloso, sia perché nella zona ha fama di posto gradito ai pescecani (da quelle parti vent’anni fa uno si mangiò un sub, più recentemente è stato visto e fotografato uno squalo bianco). I casi sono due: o ci passo sopravvento, ma standoci prudentemente alla larga facendo un lungo bordo verso il largo, o ci passo sottovento, infilandomi tra gli scogli e la costa. Avendo il bambino a bordo, mi pare più tranquilla la seconda ipotesi. Questa scelta, superato lo Stellino, mi costringe a procedere quasi esattamente controvento per raggiungere San Vincenzo. Inizio a fare bordi corti e stretti. Gran divertimento, ma dopo due ore e mezza di navigazione mi manca ancora un bel pezzo per arrivare. La navigazione controvento, infatti, mi sta facendo allungare enormemente il percorso e le tormentina mi permette velocità che mi paiono notevolmente inferiori a quelle che normalmente mi garantisce il genoa. A un certo punto, per non arrivare tardi all’appuntamento, decido di ammainare il fiocco, cazzare la randa e procedere a motore sulla rotta più breve. Senonchè, a quel punto a) resto privo di strallo, b) l’albero è molto sollecitato dalle onde di prua che continuo a prendere ed è tirato verso poppa dalla randa rimasta issata. Le vibrazioni fanno svitare uno dei dadi di un golfare (evidentemente già allentato) e mi ritrovo privo di una sartia. Pochi minuti e sento un bel crac. La randa comincia a venirmi addosso e vedo l’albero che si inclina verso poppa. La frittata è fatta. L’albero, per fortuna, non si è rotto, ma le tavole longitudinali di cui è composto si sono scollate e rischia davvero di rompersi tutto. Per fortuna sono abbastanza a largo e non corro il rischio immediato di spiaggare. Fermo tutto. Ammaino in qualche modo la randa, smonto il boma, mi invento uno strallo di fortuna con la drizza del fiocco e fisso in qualche modo la sartia che si è sfilata. Tutto questo, mentre la barca, ormai ferma, veniva scekerata dal mare e portata inesorabilmente un po’ per volta verso la spiaggia. Per fortuna in tutto questo mio figlio si è comportato benissimo: si è messo buono buono rannicchiato nel pozzetto, fidandosi, incredibilmente, di quel che faceva quel frescone di suo padre.
Lezioni imparate: 1) quando si lascia la barca, le vele vanno legate; 2) stralli e sartie non sono lì per bellezza e vanno continuamente controllati; 3) faccio passare attraverso i golfari un filo di gomma (del tipo che si usa per legare le piante di vite): impedisce che si svitino e, all’occorrenza, basta uno strappo per toglierli; 4) anche una navigazione breve e semplice può presentare dei rischi e deve essere ben programmata, specie se si utilizza per la prima volta qualche importante accessorio.
x Fabio di Yari (10/01/2008 10:07:08)

Partiamo dal fatto che non c'è nulla da vergognarsi, la cosa importante è che sei riuscito a sistemare il danno alla meno peggio senza che nessuno dell'equipaggio si facesse male. Secondo me questi episodi possono e devono capitare, altrimenti uno non avverte mai la necessità di non sentirsi al sicuro, la troppa sicurezza (data anche dall'andar sempre tutto bene) può portare a spiacevoli episodi che a volte possono non finire così bene.

Nel caso di Gabriele, non capisco come nessuno si sia degnato di chiedergli se stava bene o se gli serviva una mano.
L'importante è non aver abbandonato....
di Fabio (10/01/2008 13:48:56)

Caro Yari, hai colto il segno. Ho proposto la rassegna di errori proprio per questo e per sottolineare che nulla come l'esperienza, specie se negativa, insegna ad andar per mare.
Ciao a tutti.
di Francesco (11/01/2008 11:57:41)

Francesco ci ha inviato un racconto lungo. E' tutto da leggere senza fiato.

Vi anticipo le prime righe...
Gabriele

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E' osservabile quanto nel raccontare le nostre disavventure nautiche si parta sempre da ampie premesse, fatti vari e quelle che fatalisticamente chiamiamo coincidenze ma che senza il fatidico senno-di-poi sono solo una successione di accadimenti spesso svoltisi in contesti del tutto estranei a quello che sarà il panorama del 'fatto grosso', quello che si ricorderà e si racconterà per anni.

Io, quella che ricordo essere la cazzata più grande da quando vado in barca, avrei potuto evitarla fino all'ultimo secondo, quello in cui mi ci sono ficcato dentro di prua e poi ne ho subìto le conseguenze per ore a denti stretti, imprecando e tutto ciò che sta prima ne è solo la cornice. Ecco i fatti.

...continua


di Fabio (11/01/2008 13:42:27)

Quello di Francesco è un racconto davvero bello e appassionante. Al di là della scelta, rivelatasi errata, di tentare comunque il passaggio dello stretto, è stata un'impresa da gran marinaio.
Ciao a tutti.
niente paura di Gabriele (12/01/2008 10:57:58)

ieri sono uscito dopo essermi riletto i messaggi di questo post.
Mentre aspettavo l'uscita di mia figlia da scuola, la radio trasmetteva la bella canzone di Ligabue.

Mi è sembrata la giusta colonna sonora per i bei racconti di Fabio e Francesco.

Per ricondividere con voi l'esperienza provata vi allego il testo della canzone:

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A parte che gli anni passano per non ripassare piu'
e il cielo promette di tutto ma resta nascosto la' dietro il suo blu
ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua
qualcuna ci ha messo un minuto
qualcuna e' partita ma non se ne va

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto cosi'...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare.
A parte che i sogni passano se uno li fa passare
alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto cosi'...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Tira sempre un vento che non cambia niente
mentre cambia tutto sembra aria di tempesta.
Senti un po' che vento forse cambia niente
certo cambia tutto sembra aria bella fresca.

A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare
e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare.
Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro
per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento.

Niente paura, niente paura
Niente paura, ci pensa la vita mi han detto cosi'...
Niente paura, niente paura
niente paura, si vede la luna perfino da qui.

Niente paura, niente paura.

Ligabue > Primo Tempo (2007) > Niente Paura
niente paura di Yari (14/01/2008 10:20:46)

Niente paura, mica tanto.... leggendo i racconti, sembra che la paura ci sia, magari solo per pochi attimi, ma c'è.
Giustamente uno deve avere un pò di timore e paura, la spavalderia consegna solo peggioramenti o spiacevoli inconvenienti....
Certo sarebbe bello creare un documento con le descrizioni (e le soluzioni) degli errori commessi, così chi come alcuni di noi si apprestassero, per la prima volta, alla nautica, saprebbero come comportarsi in casi simili....
B.V.
Yari
di Fabio (14/01/2008 14:29:43)

Caro Yari, giusto. In realtà cosa non si deve fare più o meno lo si sa. Il problema è che quando si fa tutto quel che si deve fare e non si fa quel che non si deve fare e va tutto bene, non se ne comprende l'importanza. E' il rendersi conto delle conseguenze dell'errore che fa invece apprezzare la diligenza e la prudenza. Per esempio. Quest'anno ad un certo punto avevo la pompa di sentina che faceva le bizze. Per precuazione ho deciso di non uscire con mare formato. Mi è restato il rimpianto dell'uscita persa, ma proprio la brutta esperienza che ho raccontato mi ha fatto dire: e se per caso imbarca qualche bella ondata senza riuscire a sgottare l'acqua cosa potrebbe succedere?
Per quanto riguarda la canzone di Ligabue ringrazio Gabriele per il pensiero squisito. Non ho presente quella canzone. Ligabue lo ascolto poco per ragioni ideologiche: sono milanista io!
Ciao a tutti.
Caro Fabio di Yari (14/01/2008 19:38:53)

Allora sarai contento di PATO ..... io da buon romanista sono contentissimo e spero che al ritorno del derby gli rompiate il c.......o!!!!!!
Pato di Fabio (15/01/2008 12:32:14)

Anch'io tra Roma e Lazio preferisco la "Magggica".
Domenica sera sono restato su fino all'una per vedere e rivedere il papero in tutte le salse.


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