- Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica - Il nuovo forum

Anche i cuginoni si lamentano di Paddy (26/05/2008 22:44:10)

Non solo noi piccoli abbiamo problemi finanziari per ormeggiare ora sembra che anche i nostri cugini abbiano difficoltà

http://forum.amicidellavela.it/topic.asp?TOPIC_ID=16993
di luigi (27/05/2008 08:56:03) luigi_papetti@yahoo.it

Se guardiamo all'inerno della nostra piccola comunità possiamo farci un'idea dello stato di grave mallattia della nautica, ed anche purtroppo della piccola nautica, nel nostro paese.

Tra di noi c'è chi ha dovuto rinunciare (o non ha mai potuto permettersi) un cabinatino da diporto, chi si è rivolto alla deriva, chi al cabinatino da tenere al lago, chi al veliero carrellabile...

Tutte queste sono testimonianze di amore per il mare, per la nautica, per la vela, pero' in qualche modo sono anche testimoninaze di rinunce, di ripieghi, di compromessi.

Fanno eccezione pochi fortunati che possono ancora dirottare parte non marginale delle proprie finanze alla barca, oppure che ereditano situazioni particolari (ormeggi a prezzi di favore magari in marina comunali etc..) e che riescono a sosteneree un ormeggio a prezzi sostenibili.

Altro esempio, quando nacque la rivista Bolina era il mensile della piccola nautica disegnata, sognata...oggi è un mensile che parla della nautica milionaria, esattamentecome le altre riviste, solo con un formato editoriale diverso.

Per il mio modo di vedere la piccola nautica (ma anche quella fino ai 9 - 10 metri) non ha piu' spazio, rimane solo nelle nostre idee, nei nostri cuori.

L.
La passione per il mare di Francesco (27/05/2008 11:14:12) francescolenzi@tele2.it

C'è da aggiungere che la passione vera per il mare è una cosa molto, molto particolare e bisogna averla nel sangue. Io stesso che son qui a parlarne non penso di esserci portato a tal punto da fare i grandi sacrifici che essa impone, prima di trarne le grandi soddisfazioni. La scelta del cabinatino carrellabile, oltre che dalle mie finanze, è stata dettata dall'esigenza che è perfetto per la piccola crociera familiare, ma giornaliera. Insomma alla sera torni nel tuo bel lettone dopo esserti fatto doccia e tutto il resto.....e per fare tutto ciò basta avere un sei metri e un pò di pratica per manovrarlo senza pericoli. Anche se, come avete visto nei video di Dario, con un sei metri ci puoi fare tutta la Croazia!
Per quanto riguarda i grandi marina, mi sembra che tutto questo per gli italiani, popolo di viziati dall'arricchimento facile, sia diventato più uno status simbol che altro e quindi soggetto a volubilità. Basta osservare il fatto che ormai vicino ai porti ci fanno anche le case: casa + yacht, questo significa che di marinai veri, quelli che stanno via uno o due mesi, ce ne sono ben pochi. Però gli investitori sanno bene anche questo, quindi cosa significa? Significa che l'Italia diventerà il pontile del Mediterraneo per tutti gli arricchiti del mondo. Se non ci saranno più i lombardi o i veneti arriveranno i russi e i cinesi. Ben presto i nostri marina saranno in mano, oltre che agli arricchiti, anche agli stranieri. Purtroppo queste sono le regole del mercato e c'è ben poco da fare, in questi cinquant'anni noi italiani le cartucce che avevamo le abbiamo sprate tutte e certamente queste sono le ultime: l'industria del turismo e della cultura, c'è rimasto qualcos'altro?
Probabilmente quindi bisognerà farsene una ragione e sfruttare al meglio le opportunità che si offrono, adattandosi.
Se è diventato quasi impossibile tenere una barca tutto l'anno in acqua, come facciamo? C'è il piccolo cabinato carrellabile che avrà un luminoso futuro. Te lo porti quei 15 - 20 giorni al mare, lo tieni nel pontile sotto il residence o sotto l'albergo, anche a 30 Euro al giorno, e poi te lo riporti a casa o in un posto dove spendi poco, meglio se un piccolo lago non frequentabile dai grandi yacht .... e in Italia ce ne sono. Questo, in parte lo fanno i gommonauti ormai da anni, ma noi velisti sentiamo il bisogno, e abbiamo la possibilità, di "uscire" molto più spesso, volendo anche in pieno inverno.
Come già detto ampiamente, quindi, si tratta solamente di divulgarne la cultura, di farne apprezzare le grandi potenzialità, ma anche di mettere in guardia gli inesperti dai pericoli. Tutto qua!
Io ritengo, per esempio, che il Piviere a deriva mobile possa essere tranquillamente carrellato. E' solo un fatto culturale.
Voglio anche aggiungere che noi italiani abbiamo il difetto di disprezzare inutilmente cose belle, più che altro per ignoranza. Leggo spesso di laghi come l'Iseo, il Trasimeno, Bolsena, ecc. liquidati come tinozze. Io invece vi dico che sono meravigliosi e meno male che non ci sono gli ignoranti a rompere anche lì, perché mi danno la possibilità di tenere la barca al Trasimeno con soli 180 Euro l'anno e di veleggiare quando voglio come se il lago fosse tutto mio.
Conclusione, come si dice a Roma? Diamoci da fare, vogliamoci bene! Non c'è altro da fare, anche se spesso mi arrabbio.
di Alfredo (27/05/2008 15:01:07)

E’ difficile dare torto a Francesco.
Aggiungo solo che qualche differenza ci sarebbe se esistesse veramente un libero mercato o non un sistema drogato nella mani di pochi che fanno quello che vogliono. Questo è vero per tutta la società di tipo occidentale ma noi italiani ci distinguiamo perché ci atteggiamo a Signori.
Signori per cosa? Per cultura?. Con questa cura della Scuola e dell’Università?
Per il buon gusto? Cioè per comprare e possedere cose costose?
In realtà l’atteggiamento del genio italico è quello di vendere a 100 quello che vale uno. (vedi moda); Massimizzare il margine di contribuzione. Detto in altro modo, è : vendere fumo. Però prima o poi il compratore smette di comprare. E allora ? cerchiamo in tutto il mondo altri ricchi cretini? Tutto Venezia o Montecarlo?
Siamo un popolo specialista nel fare cartello e monopolio. Che tiene case e cose invendute piuttosto che adeguare il prezzo alla effettiva richiesta. Specialisti in strozzinaggio e nel fare i servitori di ricchi padroni da almeno duemila anni. E purtroppo la storia, maestra di vita, è sempre ignorata, così le cose si ripetono puntualmente.
No. Non voglio cambiare nazionalità. Per cambiare le cose ci vogliono i numeri, le persone.

Ecco perché anche io penso che la nautica carrellabile possa avere un futuro, al contrario di quello che ci vogliono far credere riviste, giornali e televisioni, che guarda caso, sono nelle mani di coloro che fanno del “ libero Mercato” quello che vogliono.

Penso che il Circuito della piccola nautica possa essere capace, nel suo piccolo, di fare un certo tipo di cultura. Meno signori e più persone. Ci vorrà molto tempo ma sono ottimista.


Saluti

Alfredo
....e invece il tempo stringe di Francesco (27/05/2008 16:10:27) francescolenzi@#tele2.it

Penso invece che le cose cambieranno in fretta. Io non so voi, ma tengo sotto controllo il mio sito con Google e vedo molto molto interesse. Certo non le centinaia di migliaia di visite che si vedono in giro (cosa peraltro strana perché vedi 200.000 visite in una anno e poi le visite della giornata sono 20, ma insomma 2+2 fanno 4, o sbaglio?). Tornando a noi c'è di tutto, ma in generale noto che l'interesse non viene solo dal classico padre di famiglia attento all'economia familiare come me o dall'appassionato, ma anche da grossi gruppi industriali, rai, comuni, province, ministeri, banca centrale e commissione europea addirittura banca mondiale e presidenza del consiglio. Insomma normalmente persone colte e benestanti, spesso importanti. La cultura sta cambiando, forse molti stanno cominciando a capire come dovrebbero andare le cose. Se saremo propositivi in maniera diretta ed incisiva, insistendo e proponendo soluzioni, forse le cose cambieranno in fretta in modo da avere più scivoli e parcheggi per i nostri carrelli e/ o anche pontili per piccole barche...chissà.
Foto e argomenti di Francesco (27/05/2008 17:32:02) francescolenzi@tele2.it

Ritornando anche al discorso delle foto e degli "argomenti", al di là del Piviere, bisogna condividere di più foto ed esperienze di piccole barche in giro sui carrelli, sugli scivoli e in bei posti da visitare (che altrimenti si potrebbero vedere solo avendo a disposizione maga yacht). Solo facendo vedere quanto ci si può divertire si invoglia la gente a cambiare mentalità.
Mi ricordo negli anni '60 quando andavamo a sciare a Cervinia. Eravamo in pochi e gli impianti di risalita ancora meno. C'erano gli industrialotti del nord che ci squadravano e ci davano dei "terun", e ci dicevano "tornatevene all'Abetone!" senza tanti complimenti, perché noi aretini eravamo notoriamente "casinisti". Oggi lo sci è uno sport popolare e di massa, praticato un pò da tutti, ricchi o poveri che siano. La vela è uno sport ecologico, sano e bellissimo e, con i mezzi adeguati, dovrebbe essere accessibile a tutti.
di Luigi (27/05/2008 23:10:33) luigi_papetti@yahoo.it

..pero' non è vero che lo sci di oggi è accessibile a tutti, costa tantissimo!!!!! (a Roma diciamo "un botto")

L.

di Francesco (28/05/2008 08:00:04) francescolenzi@tele2.it

E' sempre un costo relativo, dai. Al Grans Sasso, parti la mattina e torni la sera, è bellissimo, e ti diverti senza svenarti. Si fa bene anche da Arezzo.
...sempre la stessa storia! di Francesco (28/05/2008 08:34:19) francescolenzi@tele2.it

Da Arezzo sono 100 - 150 Euro circa di viaggio (ma da Roma molto meno) e 27 Euro di ski pass giornaliero. Se fai una macchina con 4 sciatori con 50 - 70 Euro ti fai la giornata, ma da Roma ne spendi 40 - 60, (meglio che non sia sabato e domenica). Io ci andai una volta perché un cliente mi tirò la sola. Per consolarmi dalla delusione sciai in giacca, gravatta e cappotto. Non potei fare a meno di essere notato!
Lo sai qual'è il problema? Che a noi italiani ci piace essere fregati dalle settimane bianche, pacchetti turistici .... fino ad arrivare alle barche inutili, ai porti, agli affitti annuali a alle manutenzioni fatte dagli squali. E' sempre la stessa storia.
Piccola nautica di Sergio (30/05/2008 00:34:18) buser09@libero.it

Cari amici ho letto con molto interesse quello che avete scritto sul forum e devo riconoscere che ci trovo molta disillusione su quella che è la piccola nautica.Io nella mia lunga esperienza di barche e di mare credo di aver avuto un pò di tutto,dai gommoni alle derive(ho avuto un 420 ed un tridente ed ho tuttora una Pair francese di 4,20 metri su un carrello Cresci),ai gabinatini carrellabili(uno in legno di cui ho ancora le foto ed uno Scherzo della Nautivela che era lungo 5,50 metri e pesava 550 chili),addirittura anche un catamarano(un hobie 17),ma credo che la panacea non sia la nautica carrellabile.Ho letto quello che su questo argomento dicono sia Luigi Papetti(per necessità),sia il Lenzi(per convinzione),ma io non la penso come loro e vi spiego i motivi.Il primo problema sorge con il traino perchè un conto è trainare una barca da 600-700 chili massimo,quindi barchine da un giorno e via che con l'eventuale carrello arriva in totale a circa 900-950 chili(si traina con una macchina di media cilindrata)ed un conto è trainare un Piviere a deriva mobile(come sostiene il Lenzi)perchè quì diventano dolori considerando il peso della barca,l'albero,motore ed un pò di attrezzatura(diciamo 15 quintali?)e l'eventuale carrello(diciamo 3,50-4,00 quintali?) fanno un totale di circa 18-19 quintali e sicuramente serve un fuoristrada.E se come nel mio caso non ho la possibilità di avere un posto dove tenerlo,lo sapete che in zona Firenze nei rimessaggi dove tengono camper ,roulotte e barche si parte da un minimo di 150-180 euro al mese?.Quindi nel mio caso spenderei solo di rimessaggio 1800-2100 euro.Considerate che per il Buser ne spendo in acqua tutto l'anno 1380(anche se non è una piccola cifra,mentre Yari credo ne spenda intorno a 1000),quindi per me il fatto di tenere Buser in acqua è anche una questione di minori spese.Io credo che tutto si risolve con la passione ed anche con un pò di sacrificio.L'importante è vedere che in tutti noi traspare questa passione per le piccole barche,fermo restando ognuno nelle proprie idee.Auguro buon vento a tutti Sergio
Re: Piccola nautica di Francesco (30/05/2008 09:40:31) francescolenzi@tele2.it

Concordo in parte:
PICCOLA NAUTICA: La prima cosa è che effettivamente un barchino da 5 metri e mezzo può essere usato solamente per piccole crociere giornaliere, massimo fine settimana. Un appassionato con gli amici ci può fare anche un mese, ma i casi particolari non vanno considerati. Quindi è vero, ma non è che con un sei metri e mezzo o un sette metri ci puoi fare molto di più. In questi casi, come hai detto te, entra la passione. Da esempio sono i francesi (con il mio ex FIRST24 sono arrivati in Grecia) ma ritengo che non siano molti quelli che fanno queste cose con piccole barche e normalmente chi riesce a farlo, appena può, compra una barca più grande. Questi sono i casi in cui si ha la fortuna di avere tutta la famiglia dalla stessa parte e una grande passione per il mare. Ma qui si esce dalla piccola nautica. Forse bisognerebbe darne una definizione che non è solo relativa ai metri e ai pesi, ma anche dalle possibilità delle barche e delle persone. Penso che comunque piccola nautica significhi piccola crociera sotto costa (normalmente classe C, entro le 6 miglia). Io con un gommone e un motorino da 4 cavalli sono stato via anche dieci giorni, ma non ne posso fare un caso perché un mezzo del genere, generalmente, si usa per uscite giornaliere. Direi quindi che bisogna tentare di generalizzare e non guardare ai casi singoli e alle esperienze personali. Comunque sia un Piviere è una barca quasi sempre usata per crociera giornaliera e, generalizzando, non è molto diverso da un 5 metri e mezzo che pesa 600Kg. Ma di questo ne voglio parlare alla fine.
BARCHE CARRELLABILI: Per quanto riguarda la carrellabilità insisto nel dire che c'è poca cultura (a parte il fatto che a te convenga tenere la barca in acqua per quello che spendi, per dove vivi, ecc., lo farei anch'io). E comunque piccola nautica non significa solo nautica carrellabile. Io parlo molto di questo argomento, assieme ad altri che condividono con me questa scelta e/ o passione, ma la carrellabilità è solo un aspetto e, condivido, alquanto complesso. Per me, come tanti altri marinai di terraferma, è solo un compromesso forse e dico "forse" più conveniente. Certamente in Italia, con tutte le coste che abbiamo, la nautica carrellabile dovrebbe avere meno senso che in Germania ..... ma la situazione dei porti sta diventando alquanto "complicata".
Anche per quanto riguarda i pesi la conferma è parziale. E' vero, per portare il Piviere probabilmente serve un fuoristrada, ma non certamente la patente BE. Il problema dell'albero può essere risolto con tecniche abbastanza note. Penso che sia solo questione di abitudine. Anche in questo caso comunque entra la passione o solamente la nacessità. Se vuoi visitare tanti posti diversi con un sei metri non può essere altro che carrellabile. Alle Eolie, con un Piviere senza carrello credo che sia molto difficile arrivarci, con un SUN2000 su carrello un mio conoscente di Milano l'ha fatto.
DISLOCAMENTO LEGGERO: E' qui che sta il punto, e che ho già trattato in un mio articoletto. E' vero, la barca veramente carrellabile deve essere leggera, massimo 600-700 kg. Una barca così la porti con una utilitaria senza fatica, ha un albero leggero e facilmente armabile e tutto il resto. Però, se è molto comoda a terra, in acqua son dolori. La vela è uno sport che in determinate condizioni fa paura anche con un 15 metri, figuriamoci con un guscio di 600 kg. Però questo vale anche con un Piviere da 1200 kg, anche se i margini di sicurezza sono superiori. Bisogna solamente analizzare i pro e i contro e...tirare le somme. Io per arrivarci ho dovuto comprare tre barche e fare prove per 5 anni. Nel mio caso non avevo alternative ad un barchino tipo il Viko, forse nelle tue condizioni avrei anch'io scelto una barca più pesante, tipo il Piviere o il FIRSTINO il il SUN2000.
Comunque sia, e concludo, la differenza tra una barca da 600kg e una da 1200kg c'è, si sente, ma non si creda che sia così determinante. Infatti sia l'una che l'altra sono barche che vanno sapute "manovrare" in sicurezza e chi è capace di fare questo, e a questo punto mi potrete contraddire per mille altre ragioni, la barca più leggera da molti meno problemi gestionali ed economici, a prescindere dalla carrellabilità.
piccolo è relativo di paolo (12/07/2008 23:53:30) pcapezzone@tiscali.it

Navigando su internet ho riscoperto il vostro sito,questo forum in particolare. Avevo avuto un contatto con i pivieristi qualche anno fa quando navigavo su un mitico golif. Oggi ho sempre una piccola barca (17 piedi) il Leisure 17, inglese, del 1979, con la quale ho fatto un pò alla volta tutta la costa Toscana. E' la barca più piccola tra quelle che ho avuto, ma quella con cui ho navigato di più, perchè nel frattempo sono riuscito a coinvolgere nella organizzazione delle uscite mia moglie. La passata stagione abbiamo fatto costa-costa il tratto Cecina-Carrara,è stata una esperienza fantastica, che ha fatto tanto bene,soprattutto, al nostro rapporto:ci ha reso più complici più ...equipaggio.A Carrara è stata una esperienza unica, in um marina pulito,economico con tutti i servizi di cui ha bisogno chi naviga con piccole barche,Carrara è una città unica per bellezze storico-naturalistiche e per una umanità che è difficile trovare da altre parti. Io credo che navigare con barche piccole non sia un ripiego, ma una sana filosofia.Barche piccole non vuol dire barche insicure, ci sono barche di misure modeste ma molto marine, lo era il golif (ha fatto la ostar) ma anche la mia attuale barchetta, 17 piedi (in Inghilterra è diffusissima) ha dimostrato di saper fare l'Atlantico.Io non ci vado negli oceani, ma con le dovute precauzioni questa estate andrò all'Elba.Credo che per i navigatori con piccole barche sia indispensabile riuscire a fare "rete", scambiare e rendere note le esperienze è vitale per risolvere problemi e ampliare le esperienze, faccio una proposta perchè non "occupiamo" un canale del VHF, come fanno i camionisti con il CB sul canale 5, per ritrovarci in mare e metterci in comunicazione? Si potrebbe prendere il canale 24 (dico a caso)e tenerlo acceso per consentire la comunicazione solo ai natanti di piccole dimensioni, che così potranno sapere se in un marina c'è posto,quanto si paga, se c'è un meccanico o una ferramenta,un ristorante o una pizzeria?
Un canale solo per romantici sognatori che amano le barche solo se sono vere,ben fatte,con storia,con carattere, in grado di portarti dappertutto, anche in quei micro porti, con pescaggio di un metro,dove butti l'ancora e poi ti fai un bagno ristoratore ...penso a Quercianella (Livorno) posti solo per piccole...buon vento a tutti
Leisure 17 e Quercianella di Francesco (13/07/2008 21:48:52) francescolenzi@tele2.it

Molto bellino il Leisure 17, ormai comincia anch'esso ad essere una barca storica come il Piviere. Qui se ne vede uno in restauro: visualizza
Per quanto riguarda Quercianella mi ricorda tanti anni fa, passai un estate a fare servizio agli anziani e ai portatori di handicap all'opera della Madonnina del Grappa di Firenze, che lì aveva una casa. Un posto molto carino. Ci vorrebbe di farsi una base per la piccola nautica in un posto come questo.
di Luigi (14/07/2008 09:06:10) luigi_papetti@yahoo.it

Buongiorno Paolo, mi ricordo perfettamente quando anni fa ci inviasti la scheda del Golif (dovrebbe ancora esserci nel censimento). Sono felice che tu possa navigare con il Leisure.

La Piccola Nautica, a mio modo di vedere, nasce sempre da un ripiego.

Se avessi la possibilità di armare un 10 metri, ad un costo di ormeggio che non dissangua le finanze familiari, se trovassi marina, porti, ogni 10, 20 miglia, se quel sottobosco di squali, a volte immprovvisati, che circola intorno alla nautica e che sono i cantieri, i meccanici, gli ship-chandler etc...si accontettasse di guadagnare il giusto, allora non avrebbe senso navigare con un guscio di 5-6 metri.

Al contrario invece il piccolo cabinato, a volte, consente un risparmio su tutte queste voci di costo.

Io da un po' di tempo sostengo su queste pagine che la piccola nautica oggi è schiacciata dalla nautica medio grande e che non rimane molto spazio per essa.

In questa comunità di amici gli unici che navigano per mare sono pochi (io dico fortunati) che o si possono permettere un ormeggio ad un costo per loro sostenibile, oppure hanno condizioni particolarmente favorevoli per qualche diritto acquisito nel passato...

Ad es. quando ho chiamato l'armatore che vendeva il Piviere di Talamone, per dirgli che rinunciavo anche ad andarlo a vedere in quanto non avevo trovato nessun posto ad un prezzo ragionevole dove tenerlo, il tizio mi ha candidamente risposto che capiva perfettamente...sapete lui quanto paga per l'ormeggio a Talamone? (parliamo di una delle piu' belle zone di mare del centro Italia):

700 euro all'anno!!!!

In queste condizioni possiamo parlare del nostro Paese in termini positivi per quanto riguarda la Piccola Nautica?

Per me no.

B.v.

Luigi
Talamone di Francesco (14/07/2008 10:35:17) francescolenzi@tele2.it

.. a me a Talamone 6 anni fà chiesero 5000 Euro per un 9 metri. Avevo già quasi stretto la mano per l'acquisto e dopo la bordata rinuinciai al bel motorsailer del cantiere Bani. Con il senno di poi, però, non ho rimpianti. A volte mi vien da pensare, però, un bel FIRST260, ma ragionandoci su, anche avendo i soldi da buttare non credo che tornerei su di una scelta del genere. La piccola nautica è bella perché è comoda, poco faticosa, poco impegnativa in tutto, e il divertimento lo stesso. Non c'è bisogno di cercare soldi, amici che vengano con te e tutto il resto. E' una mentalità diversa che bisogna cominciare a coltivare perché ha senso avere una barca grande solo se ci vai in giro per il mondo con una persona che possa condividere la tua scelta e aiutarti e sostenerti in tutto e per tutto. Non mi sembra una cosa tanto facile e adatta a tutti.
Ha senso, ha senso... di Tramp (14/07/2008 15:22:23) a.sassetti@tiscali.it

Luigi ha detto:
"...allora non avrebbe senso navigare con un guscio di 5-6 metri."

Ha senso.. ha senso..

Per un bel po' di cose dette in questa pagina, e poi fondamentalmente perché con la tua barca vai dovunque, parti da dove vuoi e arrivi dovunque (se non arrivi dove sei partito, basta ricongiungere l'auto-carrello verso la barca), se non hai chiglia dormi da solo, alla fonda o ormeggiato a due metri da terra, nei posti più belli del mondo (dove gli altri vanno solo di giorno per il bagnetto).

Le alternative praticate dai 'chigliati':
- vacanze stanziali quasi condominiali;
- crocierina a due passi da casa anche d'estate;
- per cambiare aria, costosi e defatiganti trasferimenti in date, con equipaggi e su distanze improbabili;
- il massimo: noleggio di barche altrui in posti decenti (mentre la propria bella si sciacqua la pancia nel porto di armamento, con costi doppi).

Che amarezza..!
Rinuncia? di Alfredo (14/07/2008 19:39:07) vinceland@virgilio.it

Certo che per quelli della nostre generazioni, figli, nipoti e bisnipoti del miracolo economico, abituati a ragionare in termini di sviluppo illimitato, parlare di barche piccole può avere il senso di unasconfitta. Ci hanno abituati a ragionare in termini di “di più”; più studio, più lavoro, più carriera, più soldi = casa più grande, seconda casa al mare, terza in montagna, seconda moglie più giovane, barca piccola, barca grande, e poi?
Ecco che parlare di gusci di noce non ha senso. Invece ha senso e può essere una scelta ponderata, non una rinuncia, o peggio, un fallimento. Tramp ne ha descritto molto bene i vantaggi, insieme a tanti altri.
Questa mattina mi sono messo a frugare nei vecchi files di Veliero & carrello e ho trovato un editoriale che avevo pubblicato nel 2000. Ve ne ripropongo una parte come contributo, mi sembra adatto all’occasione.

A presto Alfredo
“…………Ho appena finito di leggere "Viaggio senza scalo" di G.Janichon, e sto pensando a tutti quei signori (Moitessier, Dumas, ecc) che hanno fatto della navigazione a vela in solitario una filosofia di vita o una religione. Ho letto quasi tutto quello che hanno scritto. Ho cominciato ad appassionarmi alla pratica della vela circa 15 anni fa, con un Vaurien, in legno. E' una barca da regata, facile, ma che ha bisogno di due persone di equipaggio. Poco dopo averla acquistata, mi sono accorto che era abbastanza difficile trovare persone anche solo per un'uscita. Troppi impegni. Per questo motivo ho cominciato a portare il vaurien in solitario, scoprendo che il bordeggio lungocosta è facile e gratificante. Qualche anno più tardi, su un mezzo più grande, ho provato il piacere di andare a vela in compagnia o portando la barca da solo, oppure a cedere in parte o del tutto la conduzione, in funzione della disponibilità e del piacere di chi era con me. Per me il piacere della vela è rilassarsi, godersi il sole ed il silenzio, controllare che la barca navighi correttamente, non certamente rincorrersi fra le boe. In questo senso i piccoli cabinati da crociera, da portare in luoghi lontani con un carrello, sono molto più vicini allo spirito dei "Cercatori del mare"(*), del "viaggio attorno al mondo", rispetto ai regatanti della domenica, o ai ricchi yachtmen, con tanto tempo libero da dedicare al proprio divertimento, a cui si rivolgono le riviste di nautica. Tra l'altro, ho la sensazione che, quest'ultimi, facciano più affari e pubbliche relazione che vela e mare.
Anch'io sogno di una "lunga rotta", che spero di poter realizzare fra un pò di tempo.
Mentre aspetto quel momento,
dedico questo spazio a quelli, come me, che credono di poter andare a vela, nonostante che:
a. Abbiano bisogno di lavorare per vivere;
b. Non siano eccezionalmente giovani e forti;
c. Abbiano moglie e figli e (questo è più grave) siano contenti di averli;
d. Non si sentano fuori moda se non sono divorziati, o vecchi se non hanno almeno un'amante;
e. Hanno voglia di viaggiare, scoprire posti nuovi, condividerli con i propri familiari e/o amici;
f. Amano la calma, una certa tranquillità, il tempo per pensare;
g. Non apprezzano più di tanto la competizione e l'aggressività; le ore passate al lavoro bastano e avanzano.
In sintesi, a gente tranquilla che magari ha il "sogno" nel cassetto.”
(*) C.A.Borden "La ricerca del mare" ed. Mursia
Grazie, Alfredo di Tramp (14/07/2008 21:40:34) a.sassetti@tiscali.it

Grazie Alfredo.
Ogni tanto poter ringraziare qualcuno fa bene anche a sé stessi.
di Gabriele (15/07/2008 09:14:00) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

Bellissimo messaggio Alfredo,

anch'io purtroppo (o per fortuna) appartengo ai punti a,b,c,d,e,f e g.


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