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Il veliero carrellabile, tra mito e realtà di Francesco (30/04/2008 14:35:54) francescolenzi@tele2.it

Il veliero carrellabile, tra mito e realtà
(versione liberamente tradotta e interpretata da Ocean Spirit Magazine)

interessanti considerazioni, anche se in gran parte conosciute,su: marinaiditerraferma
e su: mezzomarinaio

grazie! di Luigi (30/04/2008 17:04:14) luigi_papetti@yahoo.it

Voglio ringraziare Francesco per averci messo a disposizione, in italiano, un articolo cosi' ben fatto sulla nautica carrellabile.

Voglio dirgli che leggo tutto quello che scrive sul suo blog anche se per mancanza di tempo non intervengo a dire la mia sulle varie questioni che Francesco sottopone al lettore.

L'articolo sulla nautica carrellabile è molto ben fatto, non avevo mai percepito lo "svantaggio stabilità" che la deriva mobile del piccolo veliero carrelabile implicitamente ha.

E proprio su questo mi viene subito da chiedere a Francesco, Sergio e agli altri armatori di velieri "a deriva mobile", se le sensazioni di instabilità sotto vela descritte nell'articolo corrispondono, nella vostra percezione, a verità.

Luigi
Chiglia fissa e deriva mobile di Francesco (30/04/2008 19:00:48) francescolenzi@tele2.it

Io ho avuto sia chiglia fissa che deriva mobile mobile e posso affermare che, secondo me, la differenza c'è e si sente, e tutto quello che c'è scritto nell'articolo è sostanzialmente vero. L'unica cosa che però non viene detta è che comunque tutte le barche hanno un limite. Come c'è differenza tra deriva mobile e chiglia fissa, così c'è differenza tra un tipo di chiglia fissa e un'altro. Non posso certo paragonare la chiglia fissa di un J22 con quella di un FIRST24 o qualcos'altro. Quindi IN COMUNE a tutte queste considerazioni c'è sempre una sola verità, e che, tra le righe, è stata espressa: la capacità dell'equipaggio di riconoscere il limite della propria barca e di saper affrontare le eventuali situazioni di pericolo. E questo, appunto, vale per tutte le barche. Per un deriva mobile la pressione del vento max saranno 15-20 nodi, per un chiglia fissa di 24 piedi saranno 20-25, ma in definitiva dove sta la differenza??? Non si può mica dire al vento di non soffiare oltre una certa velocità, secondo la barca che ho in quel momento? D'altro canto la classificazione CE delle barche è chiara e alla quale sono chiaramente riferiti stato del mare, forza del vento e distanza dalla costa. In fondo è tutto qui, e forse ci si dimentica troppo spesso che basterebbe attenersi a questi limiti. Insomma la cosa importante, e alla fine è stato detto anche questo, dipende tutto cosa ci vuol fare uno con la barca: ti vuoi divertire in tranquillità con la tua famiglia, con il bel tempo, in acque protette o vicino alla costa, dalla mattina alla sera al massimo il week end, magari in posti diversi senza fare grandi traversate? Non sto neanche a scrivere la risposta, perchè è ovvia!
Chiglia fissa e chiglia mobile di Giovanni (01/05/2008 10:41:05)

Ciao a tutti.
Oltre alle considerazioni fatte nell'articolo veramente ben scritto e in quello che francesco ha detto e che condivido pienamente, credo che si debba tenere conto anche di altre cose.
Le dimensioni dell'albero e della velatura della barca sono, penso, strettamente legate alla chiglia (sia in termini di caratteristiche che di profondità); basti pensare, infatti a quanto sono profonde quelle di coppa america che devono "supportare" strutture con alberi e vele fortemente maggiorate in rapporto allo scafo su cui sono montati.
Anche sfogliando il libro lo Yacht di Sciarrelli si vedrà che le barche nate per fare le regate, proprio per contrastare le enormi velature con le quali erano normalmente armate, avevano caratteristiche simili.
Anche il peso stesso della deriva ha la sua importanza e quindi non si può pretendere di avere lo stesso risultato su barche come il Bisso two o il Viko rispetto ad un Piviere stesso che pesa nella versione 6.14 circa il 25-30 % in più.
Barche come il Bisso o il Viko sono veramente carrellabili nel senso stretto del termine ma offrono anche le limitazioni sopra descritte.
Un altro aspetto fondamentale rispetto alla chiglia credo che sia la sua forma (chiglia lunga o a pinna).
La chiglia lunga credo che a ugual peso possa offrire chiaramente un minor pescaggio e quindi possibilità maggiori per quanto riguarda il camping nautico, migliore carrellabilità rispetto ad una chiglia fissa
e quindi senza le sovrastrutture che debbono per forza essere montate sopra un carrello stradale, e un ovvia maggiore tenuta del mare (soprattutto nelle andature portanti).
Ho provato direttamente rientrando dalla Capraia verso Rosignano con un vecchio Gibsea 43 con 20-25 nodi di vento, lascone a tutta vela e mare formato al giardinetto di dritta: mi sono divertito come un pazzo ma per evitare le straorze ho sudato come un cane; se avessi avuto una chiglia lunga tutto ciò non sarebbe successo (è vero tutto questo non c'entra con le barche carrellabili ma il principio resta lo stesso).
Ultima considerazione da fare ( e così non tedio più) è relativa al bordo libero che , nelle barche di oggi, per ovvie richieste di abitabilità è alto come un palazzo; in una barca sbandata, provate a pensare la forza che il vento, lateralmente, esercita su tutta quella parte di scafo esposta (ed è tanta!!) e unitela alla relativo poco peso di una deriva(mobile o fissa) che una barca carrellabile deve avere ed ecco il perchè certi tipi di barche non possono uscire con venti freschi.
di Francesco (01/05/2008 12:32:11) francescolenzi@tele2.it

Concordo in pieno. L'articolo da me "tradotto ed interpretato" non prende in considerazione tutte le variabili di "yacht design" ma solo alcune. E' comprensibile, perché lo scopo a cui si voleva arrivare, senza troppo approfondire tutti gli aspetti, era quello di valutare pregi e difetti dei velieri carrellabili. Certo l'argomento è complesso in quanto le variabili sono tante. Per quanto riguarda la mia esperienza io, con 400 kg di chiglia, e 2 metri d'onda, quindi classe C, me ne son tornato indietro di corsa. Si ritorna sempre e comunque al solito discorso: cosa ci voglio fare io con la barca e non solo cosa può fare la barca in generale.
di Fabio (05/05/2008 16:29:11)

Caro Francesco, Ti ringrazio anch'io per il bell'erticolo che hai tradotto e, in generale, per le cose interessanti che scrivi sul Tuo blog.
Le barche carrellabili hanno sicuramente dei limiti ma temo che siano ormai l'ultimo rifugio per i normali appassionati.
Ciao a tutti.


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