Guardando vecchi film nei quali presumibilmente si riproduce la vita in mare di una volta ho notato che nelle barche tradizionali di moderate dimensioni ed in particolare in barche tradizionali da pesca, l'equipaggio al momento di sbarcare disarmava barra e pala del timone (oltre a picco e vela) per riarmarli il giorno seguente prima di riprendere il mare.

Fabio, ti considero il garante della tradizione marinara, immagino mi saprai rispondere. E' una mia curiosità.
Qual'era la funzione di questa abitudine? Sempre che l'abitudine fosse presente nella realtà, qualcuno sa confermarlo?

Non sono cose da film, anche adesso dai gozzi viene tolta la pala del timone, minimo si toglie la barra.
B.V. Pino

Qual'è lo scopo?

Ho ipotizzato il minimizzare il logorìo ma lasciando la pala questo non ha senso.
Poi c'è il fattore sicurezza, una barca senza timone è inusabile, ingovernabile, non si porta via

Grazie per il titolo di garante della cultura marinara: mi inorgoglisce ma, come sapete, sono solo un avvocato terricolo malato di mare e di barche.
Togliere barra e timone, comunque, non è roba da film: i gozzi (la barca tradizionale più comune da noi) si vedono di solito ormeggiati senza barra e pala del timone. Francamente non avevo mai pensato a una regola, ma in effetti anch'io sulla mia barca all'ormeggio tolgo sempre la barra perchè è lunga e molto pesante e muovendosi liberamente sottopone la pala a inutili sforzi, può danneggiarsi e/o danneggiare la barca o quelle vicine (prima la bloccavo legandola, ma è molto più comodo toglierla). Non tolgo la pala perchè pesa uno sproposito. In linea di principio mi pare in ogni caso corretto su qualsiasi barca in caso di soste lunghe smontare (nei limiti del possibile) tutte le parti che, muovendosi, sarebbero soggette ad inutile usura. Ad esempio: poichè parti come i perni del timone sono soggetti all'ormeggio ad usura praticamente identica a quella che subiscono in navigazione, considerando che una piccola barca passa all'ormeggio la stragrande maggioranza del tempo, questa precauzione moltiplica di numerose volte la durata dei perni medesimi.
Cioa a tutti.

Non so quanto può servire, ma ho i ricordi dei gozzi da pesca che venivano varati dalla spiaggia. Ricordo che il gozzo era di dimensioni variabili fra 5 e 6 metri di lunghezza. la barca veniva tenuta sulla spiaggia su tre sostegni di legno unti di grasso di cui, oggi non ricordo il nome. La partenza avveniva a spinta tramite le braccia dei dei tre o quattro pescatori di equipaggio. Appena la barca entrava in acqua, tutti i marinai saltavano a bordo meno uno, di solito il più agile. Veniva accesso l'entrobordo e montata la pala del timone al Suo posto con la barra. A quel punto, l'ultimo marinaio, che aveva tenuto la barca perpendicolare alle onde tenendo ferma la poppa con le mani, saltava a bordo mentre e motore veniva accelerato e la barca timonata verso il largo. Al ritorno, l'operazione inversa: prima che la barca toccasse il fondo, veniva tolta la barra, i marinai saltavano in acqua, il motore veniva spendo e il gozzo trascinato a riva sempre a forza di braccia. lo stesso procedimento di una piccola imbarcazione a vela che viene portata a spiaggiarsi togliendo il timone e estraendo o alzando la deriva. Perchè? per non danneggiare la pala del timone con un urto accidentale contro il fondo. Stesso discorso vale per qualunque parte mobile di una imbarcazione.(timone, boma, stralli,)o si fissa o si toglie.

saluti

Alfredo

Ps Sui gozzi ci sono andato anche io ma non mi hanno mai permesso di essere l'ultimo a saltare a bordo. bisogna essere bravi.

Grazie Fabio per delucidazioni e conferme, grazie Alfredo per l'aneddoto.

Anch'io, Fabio, ho preso questa abitudine per puro buon senso o esagerata attenzione.