- Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica - Il nuovo forum

Barche carrellabili di Fabio (27/03/2008 11:02:40)

Anticipo Luigi, aprendo l'argomento barche carrellabili.
Sono sempre stato interessato alle barche carrellabili perchè penso che costituiscano davvero la soluzione ideale per conciliare tante esigenze (vedi il mio articolo del '99 "La barca del papà", che è ancora su questo sito). Poi ho finito per comprare una barca che non è carrellabile facilmente perchè mi piaceva (e mi piace). Quindi, alla fine ho fatto una scelta diversa: per amore di una certa barca ho accettato tutti i limiti che ne derivano. Quindi capisco perfettamente Yari, affezionato al Piviere e a ciò che rappresenta. Lui però ha il vantaggio di vivere al mare e quindi non si deve confrontare con i problemi di noi terragnoli con famiglia. Una cosa interessante per risolvere il dilemma, potrebbe essere quella di studiare qualche soluzione innovativa che faciliti la carrellabilità di barche serie come, ad esempio il Piviere. E qui mi viene in mente (ma mi piacerebbe sentire il parere di un tecnico: ce n'è qualquno qui?) ua soluzione che ritengo molto interessante adottata da una barca classica inglese dotata di uno scafo molto simile a quello del Piviere. Si tratta del Memory 19. Molte di queste barche, infatti, hanno una zavorra costituita non da piombo ma da sacchi di sabbia: arrivi al mare, riempi i sacchi di sabbia (costo "0", pochi euro se la si compra) e li piazzi in sentina; quando devi trasportare la barca, scarichi la sabbia, il peso della barca si riduce di qualche centinaio di chili e la puoi carrellare più agevolmente. Si possono poi immaginare soluzioni miste: tot kili di zavorra fissa e tot kili di zavorra removibile.
C'è qualcuno che nonosce il peso specifico della sabbia e che possa calcolare quale volume occupi un carico di 3/400 kg?
Ovviamente poi occorrerebbe studiare anche soluzioni atte a garantire la stabilità dei sacchi zavorra per evitare che si spostino in navigazione.
Ciao a tutti.
di Francesco (Salsedine) (27/03/2008 11:26:34) forleonte@gmail

Ciao Fabio,
soluzione interessante, faticosa forse, ma la fatica in barca è contemplata, salutare, esercizio per tutta la famiglia!

Ho trovato sul web:
Sabbia asciutta 1,4 - 1,6


Prendendo per buoni questi valori applico il valore medio, 1,5 il che significa che 1dm cubo va a pesare 1,5kg. Quindi tornando al tuo quesito, una zavorra per esempio di 400kg andrà ad occupare il volume di 266dm cubi
di paddy (27/03/2008 11:38:40)

Presupposto che qualifico come carrellabile ogni imbarcazione al di sotto degli 800 kg e tra queste ne esistono molte abitabili. Se però si cerca qualcosa di più grande esistono imbarcazioni con zavorra ad acqua.
La sabbia ha un peso specifico troppo basso per giustificarne l'uso.
Tempo fa per provare soluzioni di assetto sullo Stag imbarcammo 300 kg di sabbia riempiendo metà barca!!! Per nulla facile da maneggiare, richiede sacchi molto robusti e sporca irrimediabilmente moquette e sentine.
di Fabio (27/03/2008 12:15:17)

Francamente pensavo che la sabbia avesse un peso specifico un po' superiore. Resto tuttavia dell'idea che sia sensato studiare qualche sistema pratico per riuscire a disporre di una zavorra almeno in parte rimuovibile. Un piviere 6.14 pesa infatti 1080 kg: basterebbe riuscire a togliere e mettere un peso di 200/250 kg per rientrare nell'area della agevole carrellabilità (che si situa, come dice Paddy, attorno agli 800 kg). Lasciare in deposito al mare 10/15 panetti di piombo da 20 kg l'uno, non costa certo come lasciare in rimessaggio l'intera barca!
Come è fatta la zavorra del Piviere 6,14? E tutta in chiglia o anche in sentina?
Ciao a tutti.
di Luigi (27/03/2008 12:27:48)

Ottima domanda!

Sergio, Cesco, come sono fatte le zavorre dei vostri Pivieri a deriva mobile? Suppongo che la deriva sia una lastrona di ferro e basta...oppure c'è altra zavorra?

Luigi
Barche sul carrello di Sergio (27/03/2008 13:16:57) buser09@libero.it

Nei Pivieri a deriva mobile la deriva è una lastra di ferraccio che è incernierata nella scassa di deriva,tutta lunga è circa 2 metri e fuoriesce dalla barca per circa un metro e sessanta e pesa circa 160 kg.Il resto del peso di zavorra è nel fondo della barca,ma è tutto resinato e non è possibile togliere nulla perchè è parte strutturale della barca stessa.Nella banca dati se andate a Buser vedrete nell'ultima foto,(dove sono steso sul letto),la parte alta della deriva.La prossima volta che vado alla barca mi ripropongo di fare una serie di foto dettagliate di tutta la barca,dagli interni alla deriva mobile,alla possibilità di abbattere l'albero etc.Io credo che il piviere a deriva mobile(il cui peso nudo(cioè solo scafo con wc e lavellino è di 1080 chili) e che col minimo indispensabile(albero armato,vele,motore,serbatoio,ancore,materiale per mangiare e un pò di materiale vario vada a pesare circa 15 16 quintali),si possa tranquillamente trainare con un carrello a doppie ruote(il cui peso è circa 350 chili)ed un fuoristrada che possa trainare circa 20 quintali.Si potrebbe comunque mettere tutto il materiale nella macchina(motore etc,)ma il peso della barca +carrello+albero, sarebbe sempre intorno a 15-16 quintali.Non so quante macchine che non siano fuoristrada possono trainare questo peso in sicurezza.A questa domanda potrebbe rispondere Fabio o Luigi credo.Riconosco anche che il piviere con la deriva alzata ha una forma perfetta per stare tranquillamente sul carrello.Sergio
di Luigi (27/03/2008 13:33:14)

Nelle tavole che ci ha fornito Mario c'è un confronto tra il Piviere 6,14 a bulbo ed il 6,14 a deriva. Per quello a deriva è riportato 900 Kg la barca e 105 Kg la deriva, quello a bulbo 1.200 Kg il "peso" e 340 Kg la "zavorra".

In ogni caso ritengo che quanto dice Sergio sia assolutamente realistico. Cioè una Piviere a deriva, usato, equipaggiato di attrezzatura e motore, e per di piu' in acqua (secondo me una barca bagnata pesa di piu'), non puo' pesare meno di 1.500-1.600 Kg.

Secondo quanto dice Paddy, che ha una discreta esperienza in materia di carrellabilità, la barca non deve pesare piu' di 800 Kg, pena la fruibilità del concetto di barca carrellabile.

Da qui se ne desume che il Piviere a deriva non è facilemnte carrellabile: bisognerebbe avere carrelli bi-asse e fuoristradone per trainarli...

Insomma riemergono i dubbi che avevo riportato nei miei scritti e che sono ancora disponibili sul sito.

Luigi

p.s. con tutto cio' mi piacerebbe un casino avere una barca come il Buser!!!
Ma zio buono... di Yari (27/03/2008 13:58:55) Yari83_DY@libero.it

Ma porcaccia miseria, avete visto le mie foto del trasporto?
Su un carrello normale a doppia ruota ed un semiasse ho trasportato Gatta Lucia per + di 600km, ho incontrato la polizia per 2volte e non mi hanno neanche fermato, la macchina era una hyundai 2000 diesel (lentissima e con pochissima ripresa), in autostrada più volte mi è capitato di vedere delle golf, a3, volvo, stilo, 156 che trainavano delle barche a motore che pesavano molto di più dei nostri 1.600Kg.
Nel mio caso avevo fissato l'invaso al carrello con delle viti da 16 e la barca stava sopra l'invaso=
barca 1.200 + 100kg di "cianfrusaglie"
Invaso 150/200kg
Carrello 350kg
TOTALE Kg 1.800/1.850 con un auto da 7 posti lenta come la morte.....
E' tutto fattibile, bisognia aver solo la pazienza e la voglia di "faticare";

Un'altro esempio è il Mac gragor, non credo che pesi meno della nostra, eppure è sponsorizato come una barca carrellabile.... :-)

Con affetto il vostro "fiume in piena"....
di Francesco (27/03/2008 14:29:17) francescolenzi@tele2.it

Un SUN2000 (1250 kg) è stato portato in lungo e largo per l'Italia fino alle Eolie da Milano con un BMW SW e un carrello biasse 1500. E' vero, è complicato carrellare barche sopra gli 800 kg, ma si può fare. PER UN PIVIERE NE VALE ASSOLUTAMENTE LA PENA.
Ingenuoni: SIETE IN ITALIA di lop (27/03/2008 16:36:03) info@lop.it

Credo bisogna distinguere la realta' pratica dalle regole: chi per esempio fa la libera professione lo sa gia' perche' e' come il fisco con il commercialista: tutte cose che non c'ntrano niente con la pratica della vita che fai: vabeh, veniamo al carrello:

della pratica, delle auto diesel carrelli e resto avete detto tutto gia' voi.

della burocrazia, prima di tutto conta la patente rispetto al peso totale (auto + barca + carrello) che guidi, e se sei sopra a 3500 Kg ti serve la patente B-E

Il resto e' conseguenza e interpolazione di dati:
barca da 1200 Kg? serve un carrello omologato per 1200 Kg che grosso modo ne pesa altri 600.

peso trainato totale di 1800 Kg? Serve un veicolo omologato per peso massimo rimorchiabile uguale a 1800 Kg.

Il peso (massa rimorchiabile) di un veicolo non e' mai superiore al peso del veicolo stesso: ecco che allora ti serve un veicolo che pesi sui 1800 Kg almeno.

Risultato:
1 - serve almeno un fuoristrada
2 - sei comunque sopra 3,5 qli quindi ti serve la patente B-E
3 - un carrello biasse costa sui 3500 euro piu' iva
4 - lasciamo perdere costi di gestione del fuoristrada e facciamo finta che scambi e mantieni alla pari macchina e fuoristrada: la spesa del carrello te la sei ripagata in piu' o meno tempo a seconda di dove pui tenere il carrello con la barca sopra (gratis? paghi anche per quello?) e a seconda del fatto che per l'ormeggio e l'alaggio della barca paghi piu' o meno.
Faccio 2 conti sul Trasimeno: tutto l'anno 600 euro: voglio la barca al mare: altri 1000 euro per trasporto con camion per andata e ritorno compresi per portarla al mare.
il costo del rimessaggio al mare va sotto la voce "costo della vacanza" e se mi gira non la faccio e non spendo niente.

Carrello: 3500 + iva = 4200 euro: costo e impegno per la patente da vedere: costo del trasporto - viaggio per portare la barca al mare almeno 200 euro contro 1000 saranno comunque: risultato:
fatta pari la cifra per tenere la barca al lago, se ho il carrello e' come fare per 5 anni un trasferimento l'estate per la vacanza al mare: insomma vado alla pari delle spese dopo 5 anni (certo mi resta il carrello, ma certo qui non ho fatto i conti ne' sul fuoristrada ne' sul mantenimento del carrello o sul dove o cosa costa tenere la barca sul carrello)

Insomma per me il carrello vale la pena solo se siete sicuri poi di usarlo sempre e nel modo giusto (quindi posti diversi dove andare). vale la pena se avete a cuor leggero le finanze per coprire subito l'investimento e vale la pena solo se vi sta bene, vi piace e potete gestire l'idea di non avere piu' una macchina ma un suv: viceversa le palle da gestire saranno sempre alla fine onerose come far trasportare la barca al mare dal professionista.

Dimenticavo: c'e' l'altra alternativa: barca sempre al mare: Yari paga 1100 l'anno? A me a Roma costerebbe 650 l'anno piu' che a lui (per avere la barca alla pari ovvero sotto casa)
In pratica a barca ferma sul Trasimeno con quello che Yari spende in 5 anni io ci faccio 9 anni, mentre a Roma ce ne faccio 3 e un par de mesi.

Io preferisco i costi fissi bassi e la liberta' dei costi variabili quando decido che e' il caso. poi vedremo.
di Francesco (27/03/2008 17:04:57) francescolenzi@tele2.it

Io la vedo tutta in altro modo (per il 6.14):
- peso nominale: 1080 kg;
- carrello biasse tipo BALBI 1500: peso max 420 kg
- quindi peso totale da trainare: 1500 kg;
- auto che traina 1500 kg: tipo Touran dove metto comodamente motore e tutto il resto;
- patente: B;
- controlli: tutto regolare sulla carta (siamo in Italia = fregatenne e sistema iccarte);
- bascula (se ti ci portano, cosa improbabile): posso arrivare fino a 1600 - 1650 kg, a meno che non garantiscano una accuartezza di +/- 10 kg e la catena metrologica (cosa impossibile).
- esperienza in merito: garantito da chi trasporta tutti i giorni le auto.
Accattataville.......... di Yari (27/03/2008 18:02:05) Yari83_DY@libero.it

Concordo con Francesco, possono venire a controllare, però che ne sanno il peso effettivo, ti dovrebbero portare sulla pesa, lo fanno? contiamo anche che tanti operatori delle forze dell'ordine non hanno idea di cosa sia la nautica e che peso e che pericolosità attribuire al carico che trasportiamo....
di Fabio (27/03/2008 18:56:08)

Non si può farla così facile: se le carte sono a posto ma le cose non sono a posto per davvero, appena capita un incidente (e ahimè, può capitare) l'assicurazione non paga. E poi c'è da divertirsi: altro che barca!
Sono invece sempre dell'idea che siccome per molti (ma non ovviamente per tutti) potersi portare in giro la barca (magari solo per rimessarla "aggratis" nel giardino della casa in campagna) può essere molto vantaggioso, la possibilità di alleggerire lo scafo per consentirne la carrelabilità a norma dietro una normale berlina sia una soluzione. Può darsi che sul Piviere non sia possibile o molto difficile da realizzare, ma se l'alternativa fosse o così o niente, ci studierei sopra.
Ciao a tutti.
di Francesco (27/03/2008 20:20:53) francescolenzi@tele2.it

Nessuno ha detto di non essere in regola. Se i pesi sono quelli è inutile prevedere pesi teorici in più che fanno spendere e basta. Si cerca di mettere meno possibile sulla barca e di rientrare nelle tolleranze. Anche in caso di incidente l'assicurazione pagherebbe. Ribadisco il concetto che non ho detto di non essere in regola né di trasgredire le leggi, quanto di essere solamente pragmatici. Altra cosa: il carrello non serve tanto a tenere la barca in giardino, quanto a movimentarla in caso di necessità, dalle manutenzioni alla vacanza al mare, fino a ormeggiarla in un posto meno costoso durante l'anno.
di Luigi (27/03/2008 21:23:09)

Io sono molto scettico sulla possibilità, in Italia, di carrellare in maniera semplice una barca e credo che persone come Paddy e Francesco, che spostano periodicamente la loro barca, siano delle mosche bianche.

Ho una mia convinzione su questo, che voglio pero' mettere in discussione, in fondo il Circuito è nato anche per rimuovere certe preclusioni mentali e promuovere la piccola nautica, anche quella carrellabile!

Le mie preclusioni partono proprio dalla "fatica" necessaria per rispettare tutte le regole: su queste cose la penso come Fabio, cioè uno deve stare tranquillo ed essere sempre "coperto", e le regole sono... tantissime, troppe.

Solo per citare quelle che mi vengono in mente: cambiare(forse) macchina, cambiare (forse) patente, estendere l'assicurazione dell'auto, far montare il gancio, farlo iscrivere sul libretto, procurarsi un carrello, fare il passaggio di proprietà del carrello, fare la revisione al carrello, pagare bollo ed assicurazione (statica) al carrello, imparare a guidare con un carrello con la barca sopra, trovare un posto dove rimessare barca e carrello o dove rimessare solo il carrello...ne ho dimenticata qualcuna?

Mi sembrano un po' troppe, e vorrei convincermi del contrario ma non con la tesi che simme' italiani paisa'...Forza Paddy e forza Francesco diteci che è piu' semplice di quanto pensiamo!

Luigi
di Francesco (27/03/2008 22:24:49) francescolenzi@tele2.it

a) Ho preferito cambiare barca e prenderla più piccola che cambiare l'auto, o tipo di auto;
b) la patente non l'ho cambiata, anche perché per motivi di vista non posso prendere la BE;
c)la maggiorazione di costo dell'assicurazione del gancio mi è stata compensata con il bonus - malus;
d) montaggio gancio 500 Euro, in un giorno alla Opel;
e) collaudo gancio, due ore alla Motorizzazione (costi e pratiche tutti inclusi nel montaggio gancio che ha fatto la Opel);
f)passaggio proprietà carrello, non serve più se usato, se nuovo ci pensa il venditore. Se usato, va fatta comunicazione alla Motorizzazione e pagare due bollettini (alcune decine di euro). Dopo due mesi arriva l'etichetta da attacare sul libretto;
g) l'assicirazione statica serve solo se si lascia il carrello non agganciato alla macchina per la strada. Se si lascia nel piazzale di un marina, come faccio io a Castiglion del Lago, o nel mio piazzale di casa non è obbligatorio;
h)revisione del carrello: ci penserò tra quattro anni;
i) guidare con il carrello: prudenza e...attenzione alle curve strette, come con una roulotte. Quante se ne sono viste negli anni settanta;
l) se puoi la metti sotto casa e/ o in un marina economico per qualche mese. A Follonica ho visto carrelli tranquillamente parcheggiati in piazzali pubblici....mentre la gente si divertiva in barca.
Per ora basta....vado a letto. Buonanotte a tutti e speriamo di sognare il barchino.

di Francesco (28/03/2008 07:36:25) francescolenzi@tele2.it

P.S.: scusate: assicurazione gancio 50 Euro; assicurazione statica 40 Euro.
di Paddy (28/03/2008 09:20:28)

Carrellare non è così immediato, specialmente con una barca a vela richiede un po' di preparazione prima del trasporto. Una volta sul carrello, tolta la limitatà agilità e velocità, il viaggio non comporta particolari difficoltà. Ho fatto centinaia di Km in ogni condizione (vi ho raccontato del Maloja, 1900 Msl, sotto la neve?) la vera preoccupazione è ricordarsi di avere un traino.

E' vero tutto ciò che dice Francesco, stessa barca e stessa macchina sarà un caso?
Consiglio vivamente l'assicurazione rischio statico per quando non si usa il carrello e ricordatevi che i carrelli non possono sostare in aree pubbliche se non attaccati alla motrice.
MI PARE CHE SIAMO 3 GRUPPI di lop (28/03/2008 10:07:20) info@lop.it

dai messaggi sopra mi pare che siamo in 3 categorie a parlare:
- quelli che partono dal piviere e si chiedono come portare il piviere sul carrello
- quelli che partono dal carrello e si chiedono quale barca e' piu' adatta per il carrello

nella prima categoria ci sono quelli come Francesco che misurano 1080Kg e la fanno facile, e quelli come Yari che la fanno facile uguale ma dovrebbero misurare altre masse perche' hanno il Piviere con deriva fissa e bulbo (come me, ahio).
Boh, a ognuno la sua: io se fossi Yari spenderei i soldi del carrello e del resto sul dotare la barca e sistemarla in modo da poter traversare e andare in Croazia, sai che roba, altro che traino e autogrill.

Per quanto riguarda invece la smontabilita' del peso sinceramente la cosa non e' semplice, ma l'idea in se' la trovo interessante in questo senso: o ci sono barche con bulbo fisso oppure barche con zavorra di vario genere ma meno efficacie perche' prevalentemente in chiglia e non sotto la deriva.
La cosa interessante da notare mi pare questa: se tu la barca la devi alare e varare ogni volta che la trasporti, perche' dovrebbe essere cosi piu' pratico avere una zavorra liquida o di sabbia anziche' per esempio un bulbo separato dalla lama di deriva da imbullonarci ogni volta?
Risottolineo: non e' che uno puo' segare il bulbo del piviere e metterci due dadi e bulloni per starsene tranquillo; andrebbe calcolato il profilo del bulbo, l'aderenza sulle faccie della deriva, le distanze e le coppie di serraggio di dadi e bulloni e la "pulizia" della superficie bagnata che se diventasse piena di fessure di accoppiamento, teste di dadi e bulloni creerebbe un attrito idrodinamico pazzesco.

Insomma certe soluzioni e' meglio lasciarle fare alle fabbriche
di Francesco (28/03/2008 10:34:10) francescolenzi@tele2.it

Non fraintendiamo, io non la faccio facile.
1) Avere un carrello non significa alare e varare tutte le volte. Questo, forse, lo puoi fare con un 470, ma non con una barca che pesi dai 200 - 300 kg in sù. C'è anche da considerare l'alberatura e tutto il resto. Come ho già anticipato, la carrellabilità è utile per vedere luoghi che altrimenti potresti visitare con un 15 m e settimane/ mesi di navigazione; per spostare la barca per le manutenzioni; per tenerla in marina più economici o solo per un mese o due durante l'estate. Dipende dalle opportunità che si hanno. Io per esempio la tengo al Trasimeno 10 mesi spendendo poco e divertendomi da aprile in poi, due mesi l'inverno sotto casa per portare tutti i materiali in cantina e per risistemarla, e durante l'estate sulla costa Tirrenica. Ritengo di poter far tutto perché la mia barca pesa 600 kg, ma sò che non è impossibile anche con una che ne pesi 1100. Conosco chi, con il SUN2000, fa la stessa cosa.
2) per quanto riguarda i pesi insisto nel dire che comprare un carrello sovradimensionato e relativo fuoristrada è inutile. Basta stare attenti a non caricare la barca, piuttosto conviene fare due viaggi caricando l'auto di tutti gli accessori. Ovviamente per le barche con il bulbo è ancora più complicato, ma vedo dei meteorini che vanno a spasso in lungo e largo (al Trasimeno ce ne sono parecchi).....quindi.
di Francesco (28/03/2008 11:06:48) francescolenzi@tele2.it

P.S.: per il discorso zavorra, secondo me la deriva non si può toccare. Si potrebbe sostituire la zavorra, generalmente in cemento o in acciaio e mettere il water ballast, ma togli altezza in cabina e andrebbero rifatti tutti i calcoli. Comunque non è consigliabile fare delle modifiche su di una barca come il Piviere. E' come cambiare una fanale ad una Vespa o ad una 500. Non si fà. Ho comprato i Vespini ai miei due figli, tutti restaurati a dovere con particolari originali. Sono bellissimi, anzi non se ne vedono di motorini così belli, e ho preso due al prezzo di un motorino nuovo. Hai visto come è bello Lalù? Non si può modificare una barca così.
di Gabriele (28/03/2008 11:14:26) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

...nella saggezza orientale quando crolla un tempio lo si ricostruisce tale e quale...
Non mi avete ancor convinto... di Luigi (28/03/2008 15:13:41) luigi_papetti@yahoo.it

Sono d'accordo con Lop. Un conto è trasferire la barca qualche rara volta, come ha fatto ad es. Yari dal posto dove l'ha comprata al porto del nuovo stazionamento, o come fanno i regatanti Meteor; un conto è la "nautica carrellabile". A me non interessa la prima ma la seconda.

Quando dico che Paddy e Francesco sono delle mosche bianche intendo dire che non mi sembra che in Italia ci siano tutti questi marinai carrellatori. Negli stessi siti di Paddy e Francesco non mi sembra di trovare racconti di avventure di "nautica carrellabile".

Sul sito di Paddy, che poi è quello dove ci sono piu' racconti di "vissuto" velico, si parla tanto di "navigate" e pochissimo o zero di "carrellate".

E poi oltre a questi due siti, in Italia, quali altri siti ci sono?

Il bel sito di Alfredo è piu' sui principi che sulla realtà...Se invece andiamo in USA, Canada, UK, Germania, troviamo decine e decine di siti di gente che ti racconta di come l'anno "x" si è trasportato la barca per centinaia di chilometri e si è visitato in barca la destinazione del viaggio.

Allora mi chiedo: la nostra è nautica carrellabile o semplicemente trasferimenti dettati da necessità contingenti?

Luigi
X Luigi di Giovanni (28/03/2008 15:40:02)

Credo che una delle soluzioni per situazioni familiari come la nostra, per gestire una barca veramente carrellabile e non andare incontro a "complicazioni" di trasporto ampiamente discussi sopra, possa essere questa:
http://www.centronauticocalasetta.it/winningcat_ita/

Che ne pensate?
di Francesco (28/03/2008 17:22:33) francescolenzi@tele2.it

Luigi, capisco le tue domande e perplessità.
Anch'io ne ho molte, infatti ho solo una certezza: di avere una grande passione. Per il resto credo di non essere né un gran velista né un gran carrellatore. Anche perché questo barchino veramente carrellabile c'è l'ho da poco e l'unico itinerario, devo dire entusiasmante, è stato da Arezzo al Trasimeno. Famglia permettendo, perché dipende solo da loro, spero quest'estate di portarla alla Feniglia e di fare un pò di Argentario, anche se sò accontentarmi del lago. Però non vorrei che tu ti fermassi solo all'aspetto della carrellabilità intesa come "avventura", che è sì fondamentale, ma di considerarne un altro molto importante: L'INDIPENDENZA. Oggi non stò nella pelle perché domenica mattina andremo tutti al lago a mettere giù il barchino: FAREMO TUTTO DA NOI. Tirare sù l'albero, armare tutto e varare. Non avremo bisogno di nessuno, non dovrò fare telefonate, chiedere per favore e aprire il solito portafoglio condito di ipocriti sorrisi con l'atrettanto ipocrita conclusione che anche questa volta, tutto sommato, non è andata male. Sinceramente non ne potevo più. C'è da aggiungere che quest'inverno l'ho pulita, sistemata e lucidata come uno specchio sotto casa. In più devo aggiungere un'altra cosa. I miei figli cominciano a mugugnare. Domenica andrà bene perché lunedì hanno l'assemblea di istituto, sennò, quasi sicuramente saltava. Bè, anche in questi frangenti, una volta insegnato bene a mia moglie, non voglio più pregare neanche loro. E' già tanto che mia moglie mi segue e mi posso accontentare. Che altro ti posso dire. Fosse per me a giugno sarei partito per la Croazia o per la Bretagna o per l'Elba o la Sardegna. Forse rimarranno solo dei sogni o forse no.....ma ci stò provando!
per luigi di paddy (28/03/2008 18:12:24)

Non leggi dei trasferimenti perché il Viko ha ricevuto il suo carrello solo 2 mesi fa, le altre barchine con cui mi trastullo non le ho mai raccontate sul sito. Quando cominceremo a spostare questa stai sicuro che ne farò menzione.

Sono convinto che la nautica carrellata sia una grossa fetta del mercato, nel solo campeggio che frequento ne vedo a decine, probabilmente non frequentano i forum ;-)
... di Luigi (28/03/2008 18:29:52)

Ho voluto pungolarvi apposta: sono contento di averlo fatto perchè avete tirato fuori, in solo due messaggi, un sacco di cose molto belle e significative dal mio punto di vista.

Come sapete sono scettico sul "veliero e carrello" ma piu' leggo i vostri messaggi e piu' cresce in me la voglia di sapere, conoscere, imparare...

Per Francesco. La Feniglia è uno dei posti piu' belli, è una scelta azzeccatissima, già ti invidio!!! Domenica sarà una giornata bellissima, spero ci racconterai tutto!!...ci allevierà la settimana lavorativa prossima!

Per Paddy, lo sapevo che sotto sotto ne sai un sacco...personalemente vorrei che il Circuito Piccola Nautica sia anche uno spazio per approfondire i temi della nautica carrellabile.

Ci sono pochi siti che raccontano di esperienze di vita vissuta su questo tema e io faccio l'equazione pochi siti=pochi carrellatori (ovviamente mi riferisco a barchini a vela, sui gommoni non ne so molto perchè non li ho cercati sul web, forse è uno sbaglio, da loro si imparerebbe).

Vi auguro un bellissimo w.e. con le vostre barche!

Luigi
di Fabio (28/03/2008 19:14:50)

Cari Tutti, intanto mi unisco anchio all'augurio di Luigi per chi questo fine settimana si godrà la barca: si sente nell'aria che sta arrivando la stagione giusta!
Dico la mia sulle altre cose che sono emerse da ultimo.
1) Negli USA carrellano facile perchè per loro una macchina come la jeep Cherokie è una piccola(!), hanno strade larghissime e molti vivono in villette con giardino. State tranquilli che uno che abita a NY e va in giro con una macchina normale ha gli stessi problemi nostri.
2) Qui da noi, occorre farsene una ragione, barca carrellabile vuol dire necessariamente barca leggera. A me piacciono invece le barche con un bel dislcamento, per come tengono il mare e per come si sentono sul timone.
3) Per questo cerco di immaginare soluzioni che concilino "il diavolo con l'acqua santa". Probabilmente non sono adattabili a barche esistenti, ma sono convinto che un ipotetico Piviere costruito ex novo potrebbe essere realizzato in modo tale da consentire di sbarcare almeno una parte della zavorra posizionata in sentina. Ma purtroppo non costruisco barche (è la cosa che mi metterei a fare se vincessi alla lotteria: peccato che non gioco).
4) L'altra alternativa è rassegnarsi al SUV. Ma non quelli laccati e con capacità di traino infime che vanno per la maggiore: un bel Land Rover Defender, che costa (sia nuovo che usato) più o meno come una buona SW (sono andato a vederlo su internet attizzato da questo dibattito). Certo, devo aspettare che maturi il momento buono per cambiare la macchina (che per ora va benissimo e non penso di sostituire) e, dato che in famiglia abbiamo una sola macchina, andare in giro normalmente con il carrarmato sarebbe un problema ...
5) Vedo con piacere che anche Francesco è dei nostri: sei fortunato perchè Tua moglie sopporta ancora la tua passione.
Ciao a tutti.
Abitudini e scelte, ideali e condizionamenti di Alfredo (29/03/2008 08:11:13)


Dopo aver letto gli interventi di questo post, sono andato a rivedere due articoli presenti sul sito del piviere, la traduzione delle avventure di Mr. Brandon e la barca carrellabile nel ranch, e “ Bambini in barca”, di Fabio. Noi e gli americani delle strade larghe che si chiamano street (pronuncia stritt) e delle corriere alte 2 metri che si chiamano bus, (pronuncia bass). E poi noi e i Francesi, noi e i tedeschi, gli spagnoli ecc.
Non ritengo sia giusto affermare che certe cose si fanno o non si fanno nel paese dove si vive perché sono oggettivamente possibili o impossibili. Intendo dire che se c’è la voglia, la passione e un poco di possibilità economiche in positivo, e non ci sono problemi o impegni familiari o logistici in negativo, ossia condizioni sostanzialmente individuali, allora si fanno, anche in Italia.
Esempi. In teoria il Mr. Brandon che vive con la famiglia in una cascina del Nordest (o nordovest), in un podere Toscano, o in una masseria o in un maso, insomma in una casa con un giardino di discrete dimensioni c’è anche da noi, senza che sia necessariamente un coltivatore di professione. Può benissimo vivere in campagna per scelta condivisa dalla famiglia. Probabilmente, avrà più bisogno di mezzi di trasporto di chi abita in un centro urbano. Magari è attrezzato con una Land Rover per trainare un grosso carrello carico di legna per il camino.
Quando andrà in vacanza al mare, pur avendone i mezzi, sarà un marinaio da carrello, oppure, visto che a moglie e figli le barche non interessano, passerà tutte le estati sulla spiaggia a far formine, come dice Fabio?
Quello che abita al centro di una grande città, che ha già capito che è inutilmente costoso avere autovetture in proprietà, perché ci sono i mezzi pubblici, i taxi, e l’auto si può noleggiare a costi accettabili, non dovrebbe essere mai un carrellatore. In teoria.

Ma poi ci sono sempre le eccezioni, in un senso o nell’altro. Ho conosciuto cittadini che trainano, e conosco gente di compagna abituata a trasportare di tutto sui pick up, ma alle barche carrellabili non ci pensa proprio, invece sogna di avere un barcone in una marina di lusso.

Intendiamoci quelli che carrellano in Italia sono veramente pochi, prevalentemente quelli che fanno le regate, ma questo succede magari perché non ci hanno neppure pensato. Niente pubblicità istituzionale, (FIV), zero riviste di settore, zero interesse da parte di organi di stampa generalisti. Un solo manuale pubblicato, un paio di siti web, qualche pagina personale e stop. Ma il tutto vale per la piccola nautica in generale, non solo per quella carrellata. Leggere le avventure in barca e carrello sui siti nordamericani fa impressione, ma i numeri, in proporzione non sono mica tanto più alti. Solo negli stati uniti ci sono due oceani, un bel numero di laghi e 600 milioni di persone. C’ è una cultura della mobilità molto più diffusa. Se un tizio trova un lavoro migliore a 2000km di distanza, riesce a spostare la famiglia in una settimana, armi e bagagli. Da Noi è impossibile, visto che le case sono per l’80% in proprietà e trovare abitazioni in affitto è difficile ed estremamente costoso. Eppure, quando è necessario, si fa.

Ancora sulle abitudini: guidare per motivi di lavoro, magari rimborsato dalla tua azienda ti abitua ad avere un buon rapporto con l’automobile, e anche una certa abilità, superiore a chi fa 1000 km all’anno. Inoltre i costi sono ammortizzabili, e quindi non pesano rispetto a chi usa la macchina solo per diporto. È più facile pensare al traino nel primo caso che nel secondo. Con le dovute eccezioni.

I condizionamenti:La famiglia di origine: il mio approccio al mare da bambino è stato per diversi anni costituito da gozzi da pesca, reti, palamiti e tutto il necessario per la cattura de pesce. In barca a vela ci sono andato una volta per caso a 14 anni e non ci sono ritornato che da adulto. Avrei dovuto essere un buon pescatore dilettante. Invece i pesci mi fanno pena e mi sono sempre piaciuti poco anche in padella. Solo a trenta anni, pur essendo vissuto sempre sul mare, ho frequentato un circolo velico grazie ad un amico mi sono innamorato della vela.
La mia famiglia: mia moglie non si fida, penso a ragione delle mia abilità nautica, e della vela ha una paura tremenda, almeno per ora (le barche si inclinano). Ma aveva paura anche di sciare o dopo solo 13 anni, sta cominciando a vincere la paura ancestrale delle cadute e si sta appassionando. Forse in altri dieci anni riesco a farla appassionare ai barchini. Mia figlia ha quindici anni e dubito di potermela portare dietro se non per caso. Molti dei frequentatori di questo forum sono in grado di capirmi. Ho un figlio di sette anni che non ancora nuotare. Sta tutta l’estate sotto l’ombrellone e quando lo invito a bagnarsi dice che l’acqua è troppo fredda. Solo quest’anno ho cominciato a portarlo in piscina con bravi istruttori che gli insegnino perlomeno a stare a galla. Io non porto in barca chi non sa nuotare, ho troppa paura. Fabio carissimo non ho potuto seguire i Tuoi consigli. E sì che i miei figli possono passare tre mesi l’anno sul mare.
Tuttavia non dispero di poter seguire la mia, la nostra passione.

Abitudini, condizionamenti, situazioni oggettive, situazioni soggettive, tempo, soldi; è vero che fra il dire ed il fare c’è di mezzo il …. (mare, lago o pozzanghera, dipende dalle persone),
però, trovo che le persone che alimentano la discussione in questo forum siano molto disponibili a riflettere sulle proprie convinzioni nautiche, e questa è la cosa che mi sembra più positiva. Nei discorsi di banchina o da bar sport si butta la propria opinione incontrovertibile e basta. Qui, invece, si ragiona e si impara.

Domenica mattina sarò su un vecchio Harmony della cbs, per fare una delle regate di circolo. È un impegno limitato, che mi consente di andare in barca e di tenermi in esercizio, oltre che imparare da chi è esperto e bravo.
Sempre in attesa di poter innamorarmi di una barca, non appena si verificheranno le giuste condizioni, comprese quelle per carrellarla.

Buon fine settimana a tutti

Alfredo





di Francesco (29/03/2008 17:59:00) francescolenzi@tele2.it

A tutte le considerazioni che hai fatto e che condivido in gran parte ne va aggiunta una: al di là di qualsiasi fattore che possa influenzare le nostre scelte da quelle economiche ...... fino a quelle familiari, la nautica carrellabile è un ottimo compromesso per tutto. E questo è già molto perché è molto difficle trovarne.
P.S.: mio figlio a sette anni, appena la barca sbandava, mi si aggrappava come l'edera. Ora mi insegna lui, e anche lui alla fine ha imparato a nuotare in piscina, Non ti preoccupare. Mia moglie idem ma alla fine ha capito che non poteva chiedere e basta.
Per francesco di Alfredo (30/03/2008 15:45:45)

Concordo sul valido compromesso e grazie per il P.s.

Grazie davvero.

Ciao

Alfredo


Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica