- Il Forum del Piviere e del Circuito piccola nautica - Il nuovo forum

A proposito di laghi ....... e di "piccola nautica" di Francesco (20/03/2008 17:25:13) francescolenzi@tele2.it

E non mi venite a dire della salsedine e che l’acqua di mare è blu, perché in mare ci ho vissuto fin da piccolo, prima tra Procida, Ischia e Capri, poi all’Elba fino a Venezia. Ho viaggiato in lungo e largo con gommoni e motoscafi di mio padre ed io personalmente ho tenuto la barca a vela al mare per due anni. So quale soddisfazione si riceve quando si raggiunge la meta dopo giorni di navigazione…..però. I però sono tanti. Il primo è quello di confondere la vacanza con la passione per la vela. Senza tirarla troppo per le lunghe l’unica vacanza in barca a vela decente si fa con un 12 metri preso a charter, chiuso. Tutto quello che c’è sotto, per la famiglia media, può essere solo un gran sacrificio, dall’acquisto e mantenimento fino a come si vive in barca. Poi c’è il posto dove tieni la barca. Mi perdonino i romani, o i pisani o…. ma uscire a Ostia o a Marina di Pisa, oltre l’odore della salsedine e il colore del mare non è che ci sia tanto da “vedere”. Quindi arrivo al nocciolo. Perché fare tanti sacrifici per tenere una barca, specialmente piccola al mare? a meno che non ci si abiti vicinissimo e che si abbia la possibilità di tenere la barca con pochi soldi. Sinceramente quando ho portato la mia ex barca da Marina di Pisa a Castiglion del Lago ho fatto salti di gioia. Oltre che dei prezzi e dei servizi non ne potevo più dei motoscafi e delle loro onde, dei viaggi fatti a vuoto e delle notti insonni, della paura di rimanere soli senza che nessuno ti potesse soccorrere (a meno di non pianificare un mutuo), e quant’altro che non sto ad elencare. Il lago è qualcosa di fantastico: poche e barche piccole, costi bassissimi e persone gentili, soccorso del circolo incluso e istantaneo, natura e storia dei luoghi meravigliosi. Insomma, a parte i laghi più grandi, dove ancora è permesso ai 15 piedi scorrazzare, e si spera per poco, i laghi sono diventati i luoghi privilegiati della piccola nautica e del rispetto per l’ambiente. Mi piace pensare di poter veleggiare a Bracciano che è l’acqua “da bere” di Roma: è un connubio meraviglioso con la natura e le sue potenzialità. Ho visto che molti di noi hanno i loro ormeggi nei laghi. Penso che si debba partire dai laghi, così come dalle “riserve marine”: possono diventare il nostro più grande punto di forza, ma anche l’occasione di avere la fortuna di apprezzare ciò che c’è di più bello nel nostro paese, oltre, ovviamente, il piacere di praticare lo sport più bello del mondo.
Lago o mare???? di Yari (20/03/2008 19:16:04) Yari83_DY@libero.it

Mare o lago, francesco dice Lago, io dico il Mare ed analizzo i perchè:

1) E' vero, sia davanti a Roma che in una parte della Toscana c'è poco da vedere, anche qui ad Ancona non c'è molto da vedere (a parte il conero), però già il fatto di uscire e non vedere terra ferma di fronte a me mi dà quella carica, quella voglia di scoperta che il lago non mi dà.
2)I marina costano troppo? forse, al trasimeno ho saputo che si paga sui 650 l'anno, io al mare ne pago 1.100 (e ce n'è di differenza), anche qui sono simpatici e disponibili (anche senza avere il maxy yacth).
3) Quest'estate voglio provare ad arrivare alle Tremiti, spiegami in un lago come posso esaudire i miei sogni, perchè di questo che parliamo, se volessi potrei anche provare ad arrivare a Venezia, chi me lo impedisce???? sul Lago, una volta arrivato all'altra sponda che faccio?
4) Siamo d'accordo che per alcune zone d'Italia, la sopravvivenza delle piccole barche può essere il Lago, però non generalizziamo......

Daje gigi, facciamo questa FOLLIAAAAAAA :-)
di Fabio (20/03/2008 20:32:55)

Ed io così, tanto per farmi un'idea, per pasquetta ho organizzato una giteralla con amici a dare un'occhiata al lago Maggiore (dove ogni tanto penso di portarci la mia Brezza).
Ciao a tutti.
di Paddy (20/03/2008 21:04:27)

Il lago ha le sponde molto vicine, è anche vero che c'è lago e lago. Concordo con lui che il Trasimeno (che non ho mai visto) è forse un po' piccolo mentre da noi la lunghezza consente crociere di più giorni toccando porti, rade, spiagge come se si fosse al mare e di vivere un'avventura simile a quella marina, ma comunque non è il mare.
La verità è sicuramente in un fatto fondamentale: non conta granchè dov'è a barca, l'importante è che sia vicina e la si possa usare ogni volta che il "prurito" diventa insopportabile.

E se qualcuno viene sul Maggiore senza avvisarmi, peste lo colga :-)
di Francesco (20/03/2008 21:15:10) francescolenzi@tele2.it

Hai ragione anche te ma la cosa più importante è quella di fare dei punti deboli i nostri punti di forza: "appropriamoci" e valorizziamo ciò che per noi è più congeniale, i laghi e le riserve marine nel più rigoroso rispetto dell'ambiente. Il connubio "piccola nautica" e ambiente può essere uuna delle poche possibilità che abbiamo in mano.
P.S.: Certo c'è chi con un 6 metri ha attraversato l'oceano o è arrivato in Sicilia da Genova, ma...
La volpe e l'uva di Giovanni (20/03/2008 21:35:09)

Caro Francesco, ho letto con interesse il tuo pensiero sul fatto che al lago è meglio che al mare; io, come Yari, credo che la scelta non si possa porre in porre in nessuna maniera. Se hai "girellato" un po' per l'arcipelago toscano, posti che io, conosco di più saprai certamente cosa vuol dire ormeggiare al limite della riserva marina della Capraia dove i pesci ti vengono a mangiare dalle mani e ce ne sono talmente tanti che pare di stare in un acquario.
Oppure "girellare tra le tante calette che l'Isola d'Elba ti può offrire; per non parlare di tutta la costa slava o della Sicilia o della Sardegna.
Il problema è che purtroppo, come si legge mensilmente su bolina, nel nostro paese non c'è cultura nautica e quindi chi vuole andare in barca perchè ama le sensazioni di cui parlavo nei miei "pensieri" è considerato come pollo da spennare e quindi, spesso, nascono porti con tariffe scandalose, senza servizi e con persone che cercano di trarre il massimo dei profitti dalle loro attività. Tutto ciò che riguarda la nautica è diventato business e quindi se non hai quattrini, per te impraticabile se non a patto di molti sacrifici.
E allora, io compreso, mi devo accontentare di uscire con la mia deriva sul lago di Bilancino, in provincia di Firenze. Io ringrazio per l'opprtunità che mi viene offerta( vicinanza a casa-circa 20 min., persone apparteneti al mio stesso circolo simpatiche, possibilità di condividere con loro momenti di sport e convivialità, ecc. ecc); nessuno però mi potrà convincere che veleggiare su un lago, quanto grande e carattweristico possa essere, sia più bello che vedere sparire la terra a poppa e avere davanti una immensa, sterminata, bellissima distesa d'acqua.
Il mio intervento non vuole essere assolutamente polemico, e, se così percepito me ne scuso, credo però che dobbiamo tenere molto chiaro in mente e distinto quello che "amiamo fare" e quello che, per mezzi, tempo, necessità o comodità, mettiamo successivamente in pratica.
A me la spuma bionda piace molto ma se mi viene offerto del buon Brunello di Montalcino non mi pongo minimanmente il problema di cosa scegliere. (per ora comunque la spuma vince 10 a 1 nel numero di volte di consumo!!!!).
Saluti, Giovanni

P.S. a Luigi, se ce li avevo io 3 o 4000 E, magari un pensierino ce lo facevo (cosa si deve fare per la famiglia!!!). FORZA E CORAGGIO
Come è possibile? Hanno ragione tutti! di Fabio (21/03/2008 10:29:44)

E' vero che il mare è incomparabile. Io sono nato alla nautica nel golfo del Tigullio nei favolosi anni '60 (mi portava in barca mio nonno quando avevo 3 anni e ricordo come fosse oggi il fascino di salire su quella barchetta di 4 metri che a me pareva enorme) e sono cresciuto nauticamente a Ischia per una quindicina di bellissime estati. Comprendo quindi tutti quelli che parlano dell'incomparabile bellezza dell'andare per mare e perfettamente Francesco quando dice che però un conto è andarci in zone come le isole, o certe coste, altro conto sono le coste piatte di gran parte della nostra penisola. Ed è vera anche un'altra considerazione: per chi come me e molti altri noi è legato alla terra da esigenze familiari (e non può quindi progettarsi la corcera alle Tremiti, come può fare Yari che ha giustamente fatto la pazzia di comprarsi la barca a vent'anni), non c'è poi una gran differenza tra veleggiare su un lago o veleggiare sotto costa in mare nel breve raggio di qualche miglio. Su un lago ci ho navigato una sola volta (quello di Iseo, con una specie di Vourien). Ne ho riportato un paio di sensazioni negative: gli schizzi d'aqua che mi entravano in bocca erano schifosamente non salati (ovvio!); e il vento che non arrivava orizzontalmente, ma sembrava venir giù dalla montagna, schiacciando in modo insolito la barca. C'era però anche un aspetto positivo, che mi ha molto impressionato. L'amico che mi ospitava apparteneva a una normale famiglia borghese: su quel lago, (diciamolo) un po' sfigato, potevano permettersi di affittare una casa che era praticamente sulla costa; d'estate l'ormeggio non costava nulla perchè sotto casa c'era una boa dove potevano tenere ormeggiata la barca senza necessità di un marina o altro. Per questo penso sempre più spesso al lago. Devo però verificare due condizioni: 1) non mi deve costare più di quanto mi costi ora; 2) devo, come fa Luigi, guardare negli occhi di mia moglie e dei miei figli e avere la certezza che se porterò la barca al lago, non ci saranno problemi, almeno 1 o 2 volte al mese, a dedicare un sabato o una domenica alla vela. Se si verificheranno queste condizioni, stai tranquillo Paddy, che verrò ad ormeggiarmi accanto al Tuo Viko (e peggio per Te!).
Ciao a tutti.
di Francesco (21/03/2008 11:04:37) francescolenzi@tele2.it

Io sono cresciuto a Procida e l'isola di Vivara, da dove partivamo per Ischia in 8 in un gommone. Che avventure!
di Alfredo (21/03/2008 18:08:52) vinceland@virgilio.it

Posso provare ad allargare un pò l’argomento? Faccio solo qualche ragionamento, il solito pasticcio fra il logico ed il passionale:
A) è vero che conviene tenere il barchino nel luogo che rappresenti un giusto compromesso fra la distanza da casa e il costo di ormeggio rapportato ai servizi e anche al piacere del luogo. per cui chi abita sul mare come me difficilmente dovrebbe pensare ad avere un posto barca al lago, in quanto quello che è possibile risparmiare in costo posto-barca viene perso in viaggi, ristoranti e alberghi. Poi c’è l’eccezione: alcuni giorni fà ho trovato un mio concittadino che riportava al traino il propro Meteor (6 metri per 600kg.di peso) al “nostro circolo nautico”. Mi ha raccontato di aver lasciato la propria barca al lago Trasimeno, dove ci sono diverse barche dello stesso modello e di aver fatto uscite e regate quasi tutti i fine settimana. Mi ha anche detto che ha speso una sciocchezza ed ha trovato un ambiente piacevole e bendisposto, specialmente se raffrontato alla grettezza e all’antipatia dei nostri luoghi di costa Tirrenica. Ho pensato: che una grande passione, ma d’altronde fà le regate!....Fra andare e tornare sono 500 Km ogni volta. E la moglie, che non lo segue, non gli ha ancora chiesto il divorzio!
B) I posti di mare belli sono belli sono pochi, bisognerebbe tenere la barchetta lì, all’isola d’Elba, in Sardegna, in Corsica, ma così un tizio qualsiasi che abita in continente, come dicono gli isolani, al massimo ci và 2 volte l’anno!
C) Il lago ha il suo fascino e la sua bellezza. Sono stato in vacanza con la famiglia sul lago Maggiore, sul Garda e su quello di Como. Passavo per i marina e quando vedevo le barche a vela che uscivano avevo un gran magone; peccato non av
di Francesco (22/03/2008 09:42:56) francescolenzi@tele2.it

Alfredo hai espresso nel miglior modo possibile anche il mio pensiero. Grazie
Pivierista d'acqua dolce... di Luigi (25/03/2008 18:51:06)

Ringrazio Francesco per aver aperto questo post, veramente interessante dal mio punto di vista e ringrazio Alfredo per la suggestione che ci ha dato sulla nautica carrellabile…argomento che, personalmente, ho intenzione di approfondire.

In questi giorni di festa ho avuto modo di riflettere su quanto sto leggendo sul sito. La coscenza diretta con alcuni di voi, o indiretta attraverso i vostri racconti, unitamente con lo “schock” dell'affare mancato del Piviere di Talamone, mi sta facendo riflettere molto su che tipo di “Pivierista” sono io.

Innanzi tutto dico subito che per me “Pivierista” non vuol dire solo ed esclusivamente essere un amante del Piviere in quanto tale, ovvero la mitica barca della CBS (che, per altro, nel mio caso è anche vero).

Come ha chiarito Fabio in un suo intervento di qualche giorno fa, e che condivido pienamente, per me essere “Pivierista” vuol dire stare dalla parte della Piccola Nautica, cioè di una nautica che non abbia bisogno di capitali per essere vissuta, perché il denaro è una cosa importante che va...salvaguardata, mentre la nautica, la vela, in quanto rappresenta una passione, uno svago, non deve certo gravare troppo sulle nostre tasche.

Per questo per me il binomio Piviere e Piccola Nautica è un binomio inscindibile.

Con questo rispondo a molti che vorrebbero il sito dedicato esclusivamente al Piviere, vi dico: abbiate pazienza, guardate quanto la partecipazione di persone di spessore, senza-Piviere, come Fabio, Alfredo, Francesco ed altri, con la loro passione ed esperienza, con i loro interventi, ci arricchiscono!

Tornando al discorso iniziale il post di Francesco mi ha spinto a riflettere ad alta voce su chi sono io, velisticamente parlando, cioè cosa voglio, a cosa posso “tendere”.

In questa bellissima comunità telematica (anche reale, visto che con molti ci siamo conosciuti di persona) ci sono diverse tipologie di “Pivieristi”. Volendo sintetizzare mi pare di poter dire che ci sono tre grosse categorie:

1)giovani e giovanissimi

Sono quelli che hanno avuto il coraggio di comprarsi la barca a vent’anni – bravi!! avete fatto una cosa bellissima! - ovviamente a questa età si sta molto attenti al portafoglio e la “Filosofia Piviere” diventa un modo di trasformare una critictà in un’opportunità.

A questa età si è totalmente padroni del proprio tempo libero ed anche il rapporto con la propria compagna, in presenza della barca, è idilliaco: la compagna ti segue, senza tentennamenti, nelle avventure nautiche.

Pochi soldi, ma anche pochissimi bisogni.

Questi Pivieristi sono i piu’ fortunati, sono quelli che possono godere appieno di questa passione: potete levare le ancore e fare miglia e miglia in assoluta pace con voi stessi, insieme alle vostre compagne, ai vostri amici...

Poi c’è una seconda categoria...

2)mariti/padri “collaudati”

Sono quelli con matrimoni/convivenze ultraventennali con figli ultramaggiorenni: figli cresciuti vuol dire essere di nuovo padroni del proprio tempo libero, ci si puo’ dedicare con una certa “leggerezza” alla propria passione, senza ricadute sul rapporto con la propria metà o su quello con i propri figli.

Alcuni fortunati hanno figli che appoggiano la passione del papà, i fortunatissimi hanno addirittura la moglie...“nautica” (rarissimo esemplare in via di estinzione!)

Anche questa condizione è invidiabile, sebbene il tempo libero dei “mariti e padri collaudati” è certamente inferiore a quello a disposizione dei “giovani e giovanissimi”...almeno pero’ la cassa di bordo è piu' grande.

Poi ci siamo noi...

3)giovani (si fa per dire) mariti/padri

Siamo in mezzo al guado. Abbiamo pochissimo tempo libero e famiglie, figli/mogli, che ce lo assorbono quasi completamente. Dobbiamo stare attenti al portafoglio: la famiglia assorbe quasi completamente le nostre finanze e non possiamo dirottare sulla barca altro che un rivoletto...

Il rapporto con la compagna è una funzione matematica del rapporto che abbiamo con lei e con i nostri figli, del tempo che dedichiamo alla famiglia: ci siamo, siamo presenti? La compagna è serena. Non ci siamo? Non siamo presenti? Siamo in barca? La compagna si adombra...

A questa terza categoria mi sento di appartenere e, per questo, devo fare i conti con le condizioni al contorno tipiche degli appartenenti alla terza categoria...

Tutto questo ragionamento serve a spiegare la “ratio” di alcune scelte che si fanno...Vengo al mio caso.

Con l’arrivo dei gemelli in terza gravidanza, ed il conseguente raddoppio della prole, abbiamo deciso, per una serie di considerazioni, che sarebbe stato meglio vendere il Piviere: in primis avremmo subito un periodo di “stop” nautico (nella migliore delle ipotesi ci attendevano almeno due, tre anni, di spiaggia, palette, secchielli etc…). In secondo luogo ci sembrava che, per quanto Renai avesse fatto miracoli, 6 posti erano tanti anche per un Piviere 660. In ultimo ci sembrava che sostenere costi per migliaia di euro all’anno senza poter utilizzare la barchetta sarebbe stato sciocco.

Fino al 2003, anno del grosso cambiamento, io non avevo mai navigato in acque dolci, quasi non contemplavo nemmeno che si potesse farlo, e guardavo con una certa sufficienza chi lo faceva.

Ma poi tra l’alternativa di non avere nulla e quella di avere una piccola deriva al lago, ho scelto la seconda.

Ora infatti navighiamo sul lago di Bracciano con una piccola deriva da passeggio, sulla quale faccio un po’ scuola ai figli (tutti e quattro, a secondo dell’età). Il circoletto a cui sono iscritto regala a me ed alla mia famiglia ore di pace, serenità e relax, il tutto per poche centinaia di euro all’anno.

Abbiamo un discreto prato verde con lettini e sdraio, un ristorantino economico, le docce, gli spogliatoi, la nostra barchetta a disposizione e tante persone come noi, con bambini e ragazzi, con cui fare amicizia.

Sul lago non c’è onda, il vento purtroppo cambia continuamente di direzione ed intensità: non si riesce proporio a perdere il contatto con la costa e certo non ci si sente dei Moitessier.

Ma io lo ringrazio perché mi consente di continuare a navigare ed a trasmettere qualcosa ai “fab four”, che poi sono i miei figli.

Luigi
(momentaneamente Pivierista d’acqua dolce)

mare o lago? di luca (25/03/2008 19:47:15) luca_marinucci@fastwebnet.it

Ciao a tutti,ultimamente non ho avuto il tempo di partecipare attivamente al forum causa lavoro(ho un negozio di alimentari).
Come sapete tutti Emy è al Trasimeno per le vicende descritte in precedenza, ma la passione x il mare è tanta(pesca,immersioni,brezza).
Io quando torno a Riva di Traiano,a trovare gli amici lasciati lì,sento l'odore del mare e questo mi mette un pò di tristezza ma la possibbilità di poter mantenere il mio Hobby in armonia con la famiglia mi fà apprezzare il lago, ogni tanto mi sento come il pesciolino in vaschetta, giro giro sono sempre lì,ma x il tempo che ho a disposizione va bene.
luca
di Luigi (25/03/2008 21:41:02)

Qualche immagine del lago e di un Pivierista ripreso nell'esercizio della "Filosofia Piviere per giovani famiglie"...visualizza foto
complimenti per la ciurma, Luigi di Francesco (Salsedine) (26/03/2008 00:55:56) forleonte@gmail.com

e il Buon Capitano pensa per ultimo a se-stesso, solo dopo essersi preso cura del suo equipaggio
Buon Vento
di Francesco (26/03/2008 08:46:31) francescolenzi@tele2.it

Il bello della vela è che in qualsiaisi posto la fai o con qualsiasi mezzo è sempre meravigliosa. Questa soddisfazione, fortunatamente, non ce la potrà togliere mai nessuno, né chi fa i soldi con i mega-porti né chi possiede i mega-yacht.
Bellissimo di Yari (26/03/2008 08:50:50) Yari83_DY@libero.it

Queste sono immagini della bella "piccola nautica", cosa c'è di più bello che un uscita con i propri cari e la propria barchetta....

Certo che lì un 660 o un 614 (a deriva mobile) non avrebbe stonato
:-)
Un'occhiata al lago di Fabio (26/03/2008 12:29:17)

Lunedì di Pasquetta, ho fatto coincidere la tradizione della gita fuoriporta con, la da tempo progettata, esplorazione del Lago Maggiore.
Non avevo alcuna voglia di imbottigliarmi in code estenuanti. Insieme agli amici che ci hanno accompagnato abbiamo scelto il mezzo tipico delle gite dei milanesi fino a cinquant'anni fa (e oggi condanna dei pendolari): il trenino delle Ferrovie Nord da Milano a Laveno. Prima bella (ma fino a un certo punto, per uno affezionato alle anticaglie come me) sorpresa: i vecchi scomodissimi treni anni '40 in servizio fino a poco tempo fa, sono stati in gran parte sostituiti da treni nuovi di pacca. Si viaggia abbastanza comodi e anche larghi. Infatti c’è poca gente: qualche gruppo di ragazzi e famiglie di extracomunitari in gita; si vede che gli altri sono tutti "sciuri" e si muovono solo in macchina. Seconda bella sorpresa: in meno di un'ora e mezza il treno ci porta a dieci metri dal lago e dall'imbarco dei battelli. Terza bella sorpresa: a 100 metri dalla stazione c'è il marina di Porto Labieno. Non è neppure lontanamente paragonabile a un porticciolo marittimo: ci saranno un centinaio di barche, quasi tutte piccoli cabinati a vela, addossate le une alle altre in un piccolo specchio d’acqua. Sembrano tutte vecchiotte: un po’ perché lo sono per davvero, un po’ perché stanno lì in acqua tutto l’anno esposte alle intemperie lombarde. Provo ad immaginarmi la mia L.S.of F. lì in mezzo; lei che è abituata a passare l’inverno in Toscana sul piazzale del rimessaggio, avvolta da teloni e mi viene un po’ di tristezza. Seppure solo su un battello lacustre, ho una voglia matta di sentirmi un ponte di barca sotto i piedi. Si conciliano desideri e interessi di papà, mogli e figli al seguito: si va in battello fino all’Isola Bella, ma ci si ferma lungo il percorso a visitare paesi e a passeggiare. L’ampiezza del golfo Borromeo e le isole danno quasi la sensazione di essere al mare. Si ha l’idea di potersi divertire navigando in lungo e in largo, esplorando posti affascinanti. Poi verso le 4, vien giù da Nord, attraverso le montagne innevate, un vento gelido e secco, il lago si increspa e diviene livido e vagamente minaccioso. E per me, che sono terrone dentro e che amo sentirmi in faccia il vento di mare salato e pastoso, finisce la poesia. Certo, in fondo l’inverno è appena finito e nella bella stagione è sicuramente diverso. Ma resto con il dubbio: mare o lago?
Ciao a tutti.
di Paddy (26/03/2008 14:02:38)

Lunedì dovevo essere a Laveno per contrattare un posticino per il mese di Luglio. Meno male che ho saltato. Il venticello alle 4 ha colto molti di sorpresa arrivando nei 2 canaloni (Cannobbio e Ranco) a 35 nodi.
Hai ragione in questo periodo il lago è plumbeo e talvolta minaccioso. E' il periodo dei velisti incalliti quelli che "vento e onda" salata o dolce poco importa.
C'è però l'inverno incantevole con le montagne imbiancate, l'aria frizzante e i venti leggeri e prevedibili e c'è l'estate con le spiaggette l'acqua calma e le trattorie con il porticciolo.

Non sono per il lago ad ogni costo, ma per la gioia di vivere la natura e la passione della vela in ogni momento e lo puoi fare solo se le hai entrambe vicino a casa.
...in sintesi di Luigi (27/03/2008 09:07:46)

Provo a tirare le somme dei vari contributi alla discussione.

Non si tratta di mettere a confronto il mare col lago: il mare è mare e non si discute!

Il lago è solo un'opportunità residuale nel caso non si riesca a trovare un ormeggio al mare a costi, "monetari" e "umani", "ragionevoli" .

Che vuol dire "ragionevole"? E' soggettivo: dipende dalla propria borsa, dalla vicinanza alla propria residenza, dal tempo che si puo' dedicare alla barca, da un equilibrio che ognuno deve trovare tra vita privata (soprattutto impegni familiari, ma anche lavoro, altro...) e barca.

Poi c'è una terza opzione, tutta da scoprire e da capire dal mio punto di vista: il trailer sailor, o marinaio da terraferma, o marinaio "carrellatore".

Come ho scritto fin dal '99, tendenzialemnte, io ero contrario per vari motivi. Poi la conoscenza telematica con Francesco mi ha spinto e mi spinge a rimettere in discussione tutte queste mie certezze e ad approfondire questa terza possibilità...ma questo sarà oggetto di un altro post!

Luigi
x Gigi di Yari (27/03/2008 09:27:35) Yari83_DY@libero.it

Dal mare mi passi al lago, adesso dal lago mi passi ai carrelli, fra un pò mettiamo la deriva ai giardini sotto casa e siamo a cavallo...

Dai, un piccolo sforzo e concilii la carrellabilità di un deriva mobile con spazio ampisssimo, nel 614 ci stavi con tutta la famigliola.....

Devi vedere con che cura sono stati tenuti i legni.....
di Gabriele (27/03/2008 09:55:49) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

Yari, questa si chiama istigazione all'abbandono di pater familias, perseguibile penalmente dall'associazione moglieefigli che nontimollano unsecondo.

Luigi hai fatto la scelta giusta, hai il mio totale appoggio.

Per indorare la pillola riporto una frase letta su Bolina di aprile che mi ha reso la mattinata meno amara:
Quando si vede una barca a vela navigare si capisce che il mondo è un bel posto dove vivere Carlo Sciarrelli
x gabry di Yari (27/03/2008 10:18:04) Yari83_DY@libero.it

Va bene che mal comune mezzo gaudio.., però non vale, comunque lo sciarelli di barche ne ha in abbondanza... :-)
per Yari di Luigi (27/03/2008 11:29:50)

Ti riferisci al 6,14 di Ancona? Ma è stato venduto? Quella barca mi fa sognare anche piu' del 660 di Talamone......

Luigi
ooppss! di Luigi (27/03/2008 11:32:59)

Ho letto ora che il Piviere di Ancona è ancora li' che "mi" aspetta...
Luigi
di Francesco (27/03/2008 14:25:51) francescolenzi@tele2.it

E' inesorabile. Come ha detto Paddy bisogna cominciare ad imparare qualcosa dai gommonauti, che vedo se ne vanno in giro con i loro carrelli, si divertono....e senza tanti complessi.
P.S.: anche i francesi e i tedeschi lo fanno


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