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emozioni... di Luigi (28/02/2008 18:58:27)

Il messaggio di Gabry mi da lo spunto per parlare di libri....libri di mare ovviamente, io ne ho una collezione.

Quali sono i piu' belli che avete letto? Qual è il passo che vi è rimasto nel cuore? Io ne ho uno in particolare, lo conservo sempre con con me nella mia testa...è l'incipit de "La Lunga Rotta" di B. Moitessier, sentite:

"La scia si allunga, di giorno bianca e densa di vita, di notte luminosa come una chioma di sogni e di stelle. L’acqua scorre sulla carena, e romba, canta, sussurra, secondo il vento, secondo il cielo, secondo che il tramonto sia stato rosso o grigio.

C’è rosso di sera da parecchi giorni, e il vento canterella nell’attrezzatura, fa sbattere ogni tanto una drizza contro l’albero,passa sulle vele come una carezza, e prosegue verso ovest e verso Madera, mentre il Joshua scende a 7 nodi verso sud, nell’Aliseo.

Vento, mare, barca e vele formano un tutto unico, compatto e diffuso, senza principio né fine, che è parte e tutto dell’universo, di questo mio universo.

Guardo il tramonto, respiro l’aria dell’alto mare, e il mio essere si schiude, la mia gioia vola così in alto che nulla può raggiungerla.

In quanto alle cose che talvolta mi turbavano, non hanno alcun peso di fronte all’immensità di una scia vicinissima al cielo, e colma del vento marino, che è immune da moventi comuni e meschini."


A, dimenticavo, il mio primogenito l'ho chiamato Bernardo!
di Pino (28/02/2008 19:02:23)

Il mio libro è molto più moderno, anni '80, Diario di bordo di Piero Ottone, un bel libro che parla della vita e di barche, come al solito, l'ho prestato e non ce l'ho più.
Pino
Magellano di Gabriele (29/02/2008 10:04:07) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

Mi sento di consigliare il libro di Stefen Zweig intitolato Magellano (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli)
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Navigare necesse, vivere non est necesse l'antico motto dei naviganti di ogni tempo è come una canzone, una sinfonia di fondo di questa storia incredibile e vasta.
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Potremmo creare una pagina ad hoc da mettere fissa sul sito?
di Fabio (29/02/2008 12:03:34)

Cari ragazzi, ho passato un po' in rassegna i tanti libri di mare che ho letto, ma sono giunto alla conclusione che nessuno è più coinvolgente, avventuroso, ricco di colpi di scena, incredibilmente moderno e tante altre cose, in una parole bello, di quello che inizia così:
"L’uomo ricco di astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
di molti uomini le città vide e conobbe la mente;
molti dolori patì nel cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Ma non li salvò, benché tanto volesse,
per loro propria follia si perdettero, pazzi!,
che mangiarono i bovi del Sole Iperione,
e il Sole distrusse il giorno del loro ritorno.
Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.
Allora tutti gli altri, quanti evitarno l’abisso di morte,
erano a cas, scampati dalla guerra e dal mare;
lui solo, che sospirava il ritorno e la sposa,
la veneranda ninfa Calipso, la splendida dea, tratteneva
negli antri profondi, volendo che le fosse marito.
E quando anche l’anno arrivò, nel girare del tempo,
in cui gli filarono i numi che in patria tornasse,
in Itaca neppure là doveva sfuggire alle prove,
neppure fra i suoi. Tutti gli dei ne avevano pietà,
ma non Poseidone, questi servava rancore violento
contro il divino Odisseo, prima che in patria arrivasse."
Ciao a tutti.
dedicato di Gabriele (29/02/2008 15:28:27) gabriele.mantovani@fastwebnet.it

dedicato a Luigi e a tutti i Bernard del mondo:



foto tratta da: La lunga rotta - B. Moitessier ed. Mursia
L' olandese volante (Il vascello fantasma) di Yari (29/02/2008 18:37:48) Yari83_DY@libero.it

Un libro molto bello è L' olandese volante (Il vascello fantasma), scritto da Wagner Richard, editore "Le Lettere" nel 1997 collana "Il nuovo melograno":
Volante.
La leggenda si basa su una nave realmente esistita, capitanata da un vero lupo di mare, Hendrik Vanderdecker che nell'anno del Signore 1680 fece vela da Amsterdam diretto a Batavia, nelle Indie Olandesi.
Per contratto, avrebbe dovuto riportare in patria un carico di merci per conto della compagnia che possedeva la nave, ma Vanderdecker, non senza malizia, aveva stimato di poter acquistare anche altre mercanzie per suo conto, in modo da rivenderle ed arricchirsi senza dover nulla dividere con la compagnia che gli dava lavoro.
La nave, secondo la leggenda, fu investita durante la traversata da un formidabile uragano tropicale, ed il capitano tentò ogni possibile manovra per farla procedere.
Contro ogni precauzione, il capitano affrontò la tempesta come se si trattasse di una sua sfida personale, anzi, davanti ai suoi ufficiali, giurò che avrebbe sfidato la sorte e doppiato il Capo di Buona Speranza.
Ciò provocò il terrore tra i marinai, che ammonirono Vanderdecker per un comportamento che andava contro ogni regola, e che metteva in pericolo la vita di tutti e lo supplicarono, nel nome di Dio, di abbandonare i suoi folli propositi ed attendere il placarsi della tempesta.
Nulla, però, poté fermarlo, e la nave, in preda alla furia del mare, fu presto sopraffatta, si spezzò in due tronconi e tutti i suoi occupanti perirono tra i marosi.
Per punizione, Vanderdecker fu condannato ad espiare la grave responsabilità della morte di tutto il suo equipaggio governando la sua nave fino al giorno del Giudizio.
La leggenda, come si vede, è suggestiva e romantica, ma molti testimoni la prendono davvero sul serio, e giurano che non si tratta, tutto sommato, di una pura e semplice storia da focolare.
Nell'anno 1835 il comandante e l'equipaggio di una nave inglese avvistarono, durante un fortunale, un vascello che "…si avvicinava attraverso l'infuriare della tempesta, con tutte le vele spiegate". Il comandante ordinò immediatamente di segnalare la loro presenza, poiché il veliero, a velocità incredibile, si avvicinava alla fiancata, rischiando un rovinoso quanto mortale impatto. Poi, improvvisamente, quando ormai era giunto ad una distanza pericolosamente breve, scomparve nel nulla, lasciando sbigottiti tutti i presenti.
Nel 1881, la nave inglese Baccante, un legno di classe mercantile, perse un uomo in mare. Il rapporto ufficiale che fu stilato in merito all'episodio ha dello sconcertante:
"Meyers, marinaio, affogato tra i flutti nonostante fosse stato fatto ogni sforzo per porlo in salvo. Caduto in mare dopo aver avvistato un singolare vascello che, sebbene avesse le vele ridotte a brandelli, seguiva la nostra identica rotta fino a portarsi pericolosamente in poppavia."
Un altro più "recente" avvistamento dell'Olandese Volante avvenne, a quanto si dice, nel marzo del 1939 sulla spiaggia di Glencairn, in Sudafrica. Il giorno dopo, un giornale locale, riportò la notizia che dozzine di bagnanti avevano osservato la nave e si soffermò sui particolari della visione facendo notare come il vascello avvistato aveva tutte le vele a brandelli e procedeva rapidamente nonostante la completa assenza di venti.
Alcuni studiosi, hanno spiegato l'avvistamento collettivo di Glencairn come un miraggio. Ma tuttavia, questa spiegazione non ha suscitato molta convinzione, anche se rientra nel novero delle probabilità, perché sarebbe stato difficile per i bagnanti di Glencairn immaginarsi un veliero del diciassettesimo secolo in maniera così particolareggiata, dal momento che la maggior parte di loro non ne aveva mai visto uno!
http://www.toonsart.com/aspx/dbImage.aspx?blobId=618'>


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