Navigare Sotto costa. Il Piviere 6,14

Sul mio comodino giace, da tempo immemorabile, (si, non me lo ricordo più) una edizione di “NAUTICA DISEGNATA” di Mauro Mancini. Contiene tante idee utile all’andar per mare, certo, alcune sono superate dalla tecnologia degli smartphone e dalla cartografia elettronica, ma conoscerli non fa affatto male.

La nautica di Mauro Mancini era quella del Piviere, un piccolo cabinato a vela dotato di deriva mobile, con pescaggio tale da permettersi di schivare porti e marina e di avventurarsi in acqua bassa, in specchi d’acqua calmi, nelle foci di fiumi e quindi godere con molta più libertà del piacere del navigare.
Per questo concepì il Piviere, barchino a vela lungo 6,14 metri, con deriva mobile, per poter infilarsi in qualunque specchio d’acqua poco profondo, inaccessibile ai bulbi e chiglie fisse delle barche più diffuse. L’esperienza dei numerosi viaggi portarono alla stesura dei “Viaggiare lungo costa” un serie di portolani ideale per il piccolo cabotaggio, dedicati più agli approdi che ai porti.

Insieme al Piviere si diffusero altri barchini, i primi anni coll’avvento delle barche in compensato marino, adatte anche alla costruzione amatoriale, poi barche in vetroresina, di serie.
Passato il periodo d’oro, cambiò il mondo, cambiarono gli equilibri sociali ed economici e le piccole barche sparirono, insieme agli appassionati scoraggiati dal moltiplicarsi dei costi. Le barche diventarono meno numerose, sempre più grandi e costose, destinate solo a persone ricche o quasi. Oggi stanziano in marina costosi, considerati club esclusivi dove si fanno affari, più che navigare. In alternativa si è sviluppato il noleggio (charter) che va fatto in tanti, tutti insieme, con un aspetto più simile ad una rumorosa+ vacanza alberghiera, invece di un intimistico viaggio/esplorazione che permette di entrare, in punta di piedi, in luoghi suggestivi.

Da molto tempo, si è diffusa l’idea, che prendere una barca propria barchino per una passeggiata in mare o per tentare una pesca da dilettanti o addirittura per vedere posti diversi dal solito non è accettabile per persone a reddito medio basso, oggi più di ieri. Questo perché siamo caduti in una società con forti squilibri, che ha schiacciato economicamente operai, impiegati ed insegnanti e quindi privandoli dei piaceri della vita appena appena più costosi di prendere un caffè al bar. Ma si tratta di una visione falsa, frutto solo di una pubblicità ossessiva, mistificatoria e soprattutto mercificatoria.
O ricchi sfondati o poveracci. Come se il 98% della gente non esistesse.

Ma se ci piace, davvero dobbiamo rinunciare all’andar per mare, laghi e fiumi, solo perché non siamo gonfi di denaro? Usando il buon senso e anche un po' di spirito ambientale e ecologista possiamo fare anche di meglio. I pivieri non pretendono marina costosi, costruiti distruggendo ambienti naturali con colate di cemento. Non ne hanno bisogno. Oltretutto ci si diverte di più con le barche piccole, a basso pescaggio, perché queste possono avventurarsi in baie, anfratti o foci di fiumi dove le barche di lusso non sono in grado neppure di avvicinarsi, per le loro dimensioni e il pescaggio elevato. Non bisogna neppure essere in tanti, perché una piccola barca, magari con deriva mobile a scomparsa, si porta facilmente da soli, ci si arriva quasi in battigia e si sbarca bagnandosi solo i piedi. Non è neppure esclusa la socializzazione, sia perché si può viaggiare in flottiglia, se fa piacere, oppure partecipare a crociere/avventura organizzate, come il VELARAID, nella Laguna Veneta e altri Raid o Miniraid in mezza Europa.

Il nome giusto di questo tipo di nautica è “Civile”, come la definiva franco Bechini, e non “minore”, da poveracci, come la chiamano i mass-media. Ecco, sarebbe bello ripartire con la filosofia originaria del Piviere, utilizzando anche uno o più nuovi progetti da autocostruire in compensato marino, insieme ai vecchi pivieri a deriva mobile (6,14) restaurati. Fare qualche piccola crociera sotto costa, da soli o in compagnia, trovare nuovamente il piacere di uscire in mare, esplorare coste al di fuori dei porti turistici, piccoli approdi, spiagge poco accessibile e magari entrare nelle foci dei fiumi scoprendo luoghi naturali molto belli e poco invasi da un turismo di massa poco rispettoso dell’ambiente e spesso distruttivo. Qualcuno, forse, ci sta provando. Gabriele Musante, navigatore, scrittore e illustratore, noto ai lettori della rivista “Bolina” ha manifestato l’idea di un viaggio costa a costa a brevi tappe, nel mar Adriatico alla ricerca di tutti quei luoghi in cui una piccola barca possa ormeggiare gratuitamente o a costo minimo, da fare con un barchino molto leggero, facilmente spiaggiabile, quindi a deriva mobile da costruire su nuovo progetto o restaurare uno scafo datato ma adatto allo scopo. Dai viaggi alla realizzazione di un nuovo portolano per il piccolo cabotaggio, la via è breve.

Sotto sotto, anch’io mi sto cercando un barchino, con progetto simile, per l’Arcipelago Toscano. Spero di riuscirci entro quest’anno.

Alfredo