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Da Trogir a Dubrovnik via mare

Ciao Juno siamo di nuovo in tua compagnia, sicuri di andare incontro a nuove e piacevoli avventure. Finalmente sono arrivate le ferie e con esse l'appuntamento con il mio grande amore, (secondo solo a mio marito Valter): la vela e l'azzurro mare, hanno l'incredibile potere di resettare la mente, di ipnotizzarti con il vento imprigionato dalle vele per poi scorrere sul viso.

Partenza ufficiale sabato 11 agosto, tutti pronti in banchina per salpare con abbondante cambusa. Ma come dice il detto "abbiamo fatto i conti senza l'oste" nel nostro caso l'oste è il vento.

30 nodi di Bora e onde formate. Un rapido consulto alle cartine meteo e il nostro ormai inseparabile comandante Ivo Olivieri, decide di rimandare di qualche ora la partenza.

Solo domenica 12, ore 1.00 il vento è in leggera attenuazione.

Si parte! Ci salutano i fuochi d'artificio della festa della Madonna di Porto Salvo di Giulianova (Abruzzo), e' uno spettacolo unico, lasciamo il porto insieme alla barca di Marcello, Hydra, sotto una pioggia di luci colorate. Buon vento Juno, buon vento Hydra.

Waypoint: Vis ma subito dopo c'e' un cambio di programma, decidiamo di puntare piu' a nord per allontanarci dalla perturbazione che sta spostandosi verso sud.

Una mano di terzaruolo alla randa e iniziamo la nostra nuova avventura.

Dopo una notte di cavalcata sulle onde, approdiamo a Sali per la dogana d'entrata, grazioso villaggio di pescatori dove puoi gustare indimenticabili sardine in salamoia.

Sono posti che gia' conosco ma ogni volta riescono a regalarmi sempre nuove sensazioni. A bordo aleggia un clima di allegria e continua ilarita'.

Comandante in seconda: Alessandro, cambusiere: Clara, eccelso sommelier: Mimmo, apprezzate fotografe: Camilla e Laura.

Il programma di viaggio e' deciso all'unanimita': la sera in marina e il mattino seguente via, verso il mare aperto andando alla ricerca del nostro grande amico: il vento.

Lungo la nostra rotta per Trogir incrociamo imponenti barche da regata, con le quali probabilmente Juno, un ULDB della lunghezza di metri 16,20 con un albero che si staglia verso il cielo per metri 21,50, gareggera' nei prossimi appuntamenti di regate.

Immediatamente si risveglia lo spirito, sempre presente, della competizione; tutti ai posti di manovra, Alessandro e' il tattico, si mettono a segno le vele, cala il silenzio interrotto solo dai comandi imperiosi di Ivo e cerchiamo di raggiungere la nostra preda per poi abbandonarci ad allegri saluti.

La prima settimana vola via velocemente ma assaporiamo gia' il nostro nuovo itinerario.

Puntiamo la prua verso Palmizana, e davanti ai nostri occhi si apre uno scenario fiabesco, una distesa infinita di verdi isolotti colmi, come otri, di pini secolari, corbezzoli, aloe e il colore intenso dei fiori di rosmarino.

 
 

Abbagliati da questa esplosione di colori, inseguiamo il nostro appuntamento giornaliero con le splendide e incontaminate baie dal colore verde smeraldo con ricchi e colorati fondali, rosse stelle marine, spugne gialle a forma di canne d'organo e, per i piu' fortunati, un rapido saluto di una cernia che si ritira immediatamente nella sua tana.

Solo a sera inoltrata, arriviamo a Korcula, stanchi ma appagati della lunga veleggiata, ci concediamo una visita alla cittadina che ha ospitato Marco Polo e il mattino seguente nuovamente ci vede protagonisti di una nuova sfida contro il vento.

E mentre le giornate volano veleggiando e ascoltando le lezioni di Ivo sulla meteorologia o sul flusso laminare del vento sulle vele o qualunque altra curiosita' che a noi neofiti della vela viene in mente, decidiamo di spingerci fino a Dubrovnik, dal significato fiabesco di "foresta di querce".

All'interno delle alte mura bianche a difesa della citta' antica, si presenta uno spettacolo architettonico che ci lascia letteralmente a bocca aperta.

La accomuna alle sue sorelle Trogir, Korcula, Hvarr, dove maggiore e' stato l'influsso della Serenissima, la presenza dell'armoniosa architettura rinascimentale ma anche gotica, barocca, tanto da essere stata nominata dall'UNESCO patrimonio mondiale. Citta' marinara rivale di Venezia, ha ospitato artisti italiani che oggi testimoniano la loro presenza con gioielli architettonici: la chiesa gesuita di S.Ignazio, la fontana di Onofrio nel Palazzo del Gran Consiglio.

Gia' sazi di tanta bellezza, navighiamo verso Mljet, proclamata nel 1960 parco nazionale. Lauta cena a base di aragosta e ricciola e programma per il giorno dopo: affittare le mountain bikes per un giro dell'isola per poi salire su un barchino che attraversa il lago salato dove e' situata una delle tante meraviglie della natura: un verde isolotto che ospita un monastero, fino al XVI secolo abitato dai monaci benedettini, e' Veliko Jerezo, un'isola nell'isola.

E di nuovo prua al vento verso Lastovo. Andiamo di bolina, purtroppo il vento non e' a nostro favore e bordeggiando, cerchiamo di avvicinarci alla nostra meta.

Ma come un appuntamento indesiderato e con un po' di trepidazione, assistiamo all'avvicinarsi del maestrale. Ecco aumentare il vento: 15 nodi, 17 nodi, 20 nodi punta massima 25 nodi. Scotte in mano pronti ad eseguire i comandi di Ivo, falchetta sotto vento continuamente solcata dall'acqua, la prua che scivola all'interno dell'onda per poi risalirla. Sulla nostra rotta, a dritta, ecco profilarsi un piccolo isolotto, cartine alla mano controlliamo la profondita' dei fondali, c'e' un attimo di apnea generale e un'uscita dell'ultimo residuo di aria dai nostri polmoni quando siamo certi che il, seppur calcolato rischio, e' ormai alle nostre spalle.

Al tramonto riusciamo finalmente ad addossarci alla parte piu' riparata della costa e come se la natura volesse premiarci per i nostri sforzi, ci regala un tramonto sul mare rosso fuoco e l'ombra del traghetto che si staglia sul sole, e' un clic di foto unisono.

Stremati ma contenti ormeggiamo a Ubli.

Ore 20,00 del 24 agosto, Komiza, dopo un piatto di bucatini all'amatriciana, prendiamo il largo, direzione Italia. Issiamo olimpico e randa, fuori, in mare aperto, ci attende il maestrale.

E' un vento che ci ha accompagnato spesso in questa nostra avventura, ma non ci ha mai colti impreparati. Questa e' la grande sfida che accoglie la vela ogni qualvolta il vento la stuzzica.

Alla prossima veleggiata e buon vento a tutti gli amanti dell'enorme "pozzo blu".

 

Clara Iafelice

 

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