Ore 14 di un mercoledì afoso di giugno. L'asfalto è bollente, il traffico è insopportabile. Dopo aver sgobbato dietro la scrivania per ben otto ore esco dall’ufficio per godermi un po’ di riposo.
Mi avvio al parcheggio per prendere la mia Panda marrone bollente. E gia' li mi imbufalisco come non mai, un’emerita mente ha lasciato una bella mercedes nuova di pacca davanti alla mitica panda. Sotto il sole aspetto che il proprietario mi tolga di mezzo la stramaledetta mercedes per poter scappare.
Questa volta è andata bene ho aspettato solo mezzora. Ma la tortura non è ancora finita mi aspetta ancora un’ora di traffico prima di arrivare a casa.
Mentre bestemmio tra un semaforo ed un altro, incomincia ad aumentare in me la insofferenza verso tutti e tutto.
Basta non resisto più in mezzo a questa società opprimente. Mi fermo, rifletto e decido.
Prendo la strada per Fiumicino, e corro corro verso il porto unico punto di riferimento per la mia esistenza. Arrivo al piazzale parcheggio la macchina e finalmente mi avvio alla barca.
E’ li in mezzo alla darsena, un piccolo meter; semplice, con poche pretese. Salto a bordo, mi spoglio e finalmente mi sento rinascere. Verifico il serbatoio del carburante del fuoribordo e parto ancora poco e finalmente sono fuori dal portocanale.
Drizzo randa e genoa, il vento è fresco, spengo finalmente il motore; ora sono solo non ho più fretta di arrivare; davanti a me ci sono solo miglia e miglia di mare, sole e vento.
Sono nudo, non c’e’ nessuno intorno, l’andatura è di tutto rispetto. La meta ancora non l’ho decisa comunque vado verso sud-ovest poi decidero'.
Il mio sogno e' di arrivare a ponza e rimanere la per tutto il tempo che voglio.
A casa non c’è nessuno ad aspettarmi, non ho una ragazza fissa ed il lavoro mi sta opprimendo. Sono uno sfigato furastico che vuole vivere di pace e trancquillità.
Le ore passano la fame aumenta, metto due elastici contrapposti per fissare la barra del timone; dalla piccola scorta della cambusa prendo una scatoletta di simmental ed un pacchetto di crechers. Ho due bottiglie di acqua minerale, un po vecchie ma dissetano lo stesso.
La sera scende alla svelta, come passa il tempo, nel silenzio assoluto della notte sono accompagnato da una coperta di stelle magnifica ed una luna crescente che irradia le vele candide e gonfie. Di tanto in tanto intorno alla barca passano nuvoli di meduse fosforescenti che ti tengono compagnia in un modo diverso.
Sembra strano ma è in questi momenti che capisci cosa vuoi veramente dalla vita. Non soldi, donne e carriera ma solo pace, tranquillità e salute.
La stanchezza incomincia a farsi sentire, mi copro e mi allungo in pozzetto per gustarmi il panorama, dolcemente vi avvio tra le braccia di morfeo.
A un certo punto sento uno strano rumore, come un campanello che suona.
Apro un occhio e mi accorgo di essere a casa.
Purtroppo era un sogno, un fantastico sogno.
Ma prima o poi lo farò.