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CROAZIA

***CROAZIA ***

DIARIO DI BORDO 19-25 Agosto 2000
Equipaggio:
-Comandante Leo
-Ufficiale in seconda Carlo
-Massimo
-Romana
-Erika
IMBARCAZIONE: SAS 39
SLOOP di 12 METRI
Nome:
"DANICA"
Equipaggio

GIORNO 1: LA PARTENZA
All'alba del 18 Agosto, dopo aver pensato e ripensato a cosa si è messo in valigia e a cosa si potrebbe aver dimenticato, finalmente si arriva al rendez-vous, e come da tabella di marcia si parte alle ore 8.00. Partenza da Torino. La Station Wagon Ford Escort dei Sigg. Brindisi è più capiente di quanto si immagini: le valigie infatti sono dimensione "VIAGGIO 3 SETTIMANE POLO-TROPICI-POLO", e noi siamo in cinque; in più gli accessori non mancano: es. canna da pesca, aquilone, fiocina, pinne e maschere, stereo con decine di cd, GPS, radio rice-trasmittente, libri di vela, il dizionario marino, la terapia medica, romanzi vari: miiiihhiii ma dobbiamo stare una sola settimana!!!. Ma la parte più consistente è sicuramente la cibaria: uno scatolone modello scorte sufficienti per sopravvivere ad una guerra atomica, con tanto di pastasciutta a quintali, biscotti rigorosamente del Mulino Bianco, le irrinunciabili Pringles alla cipolla (mmhhh ve le raccomando!!!), fagioli, pomodori, nutella, brioches, whisky rhum e naturalmente birra…fiumi di birra! Si fa benzina, si gonfiano le gomme e ci si immette nella TO-MI alle 8,25. Ore 8,35 prima tappa all'Autogrill per un caffè……eravamo già così stanchi!!! Ricaricati ed entusiasti ripartiamo per il lungo viaggio. Ore 8,55 tappa pipì d'obbligo.
Altra tappa per la pappa grossa.
Il viaggio prosegue tranquillamente e raggiungiamo il primo confine. L'equipaggio decide di presentare i documenti con un ordine rassicurante per i doganieri: prima le donne!
Ok siamo in Slovenia e nell'attesa che un semaforo incantato perennemente sul rosso si rinverdisca, scopriamo la civiltà che avanza con la costruzione di una sopraelevata per l'autostrada, già segnalata sul nostro stradario nel lontano 1993. Ci si ferma per comprare il Betadine ed è Leo che instaura il primo approccio con l'indigena. Paga in Lire e riceve il resto in moneta locale.
Altra frontiera e qui ci sembrano più "cattivi ", infatti chi ci precede in coda deve smontare la macchina per i controlli…noooo se dobbiamo smontare il valigiame inserito a mo' di Tetris in auto, col cavolo che ripartiamo in giornata… e poi con tutto quell'alcool potrebbero pensare male!!! E invece fila tutto liscio. La strada non è così male come credevamo. Un po' di curve, ma asfalto buono. Superiamo alcuni centri abitati e poi un languorino torna a farsi sentire: e vai di Pringles alla cipolla, mmmhhh!!!
Ci sgranchiamo un po' le gambe in uno spiazzo con vista mare e partiamo per cercare una zimmer… eh basta chiedere: ovunque ci giriamo la scritta prevalente è appunto zimmer. Ma il paese che ci ispira di più, o meglio il primo che incontriamo è Povile, a 200 Km. Da Zara, e guarda caso le zimmer che scegliamo portano il nome della nostra 12 metri: Danica!!!
Ci sistemiamo in due camere e prendiamo l'attrezzatura per un bel bagnetto. Sono le 17.30. Alla spiaggia (di sassi) ci buttiamo subito in acqua, ma la scoperta è che anziché un bagno ci si presenta una doccia scozzese… le correnti calde e fredde tonificheranno anche le gambe e il culetto, ma si rischia l'infarto; infatti il bagno più corto della vacanza termina nell'arco di 2 minuti netti, il tempo di entrare e uscire, tenuto conto che i sassi non facilitavano la deambulazione!!!!
Torniamo per una doccina rigenerante e si parte all'avanscoperta di un localuccio per la cena, perciò non ci mettiamo eleganti, tanto dobbiamo solo decidere il ristorante… ne avvistiamo uno a 300 mt. dall'insegna… in salita… il sole è ancora caldo… siamo stanchi… beh arriviamo al locale, ci sediamo, ci guardiamo in faccia… e decidiamo all'unisono di fermarci a mangiare!!! Miiiii che buono!!!! Dopo mezzo litro di birra a testa ordiniamo calamari fritti e alla griglia con contorno. Spettacolari!!!! L'alito però ne risentirà per giorni… Ma quanto aglio mettono qui!!!!????
Il prezzo è modico e il rapporto qualità - prezzo è più che ottimo: ci ripromettiamo che un giorno, nel futuro, ci ritorneremo. (Ultime parole famose!!!)
Alle 21.30 torniamo in albergo e ci si fionda a fare nanna…sich ma che nanna… siamo sopra un ristorante che cucina solo cibo superfritto e, a parte l'odore, i clienti sono rumorosi, parecchio rumorosi, direi oltremodo chiassosi! Alla chiusura del locale però ci aspetta una verità angosciante: il rumore delle auto e camion (parecchie auto e camion TUTTA LA NOTTE) viene amplificato nelle camere e il calore accumulato nella giornata dalla stanzetta raggiunge valori da "forno"!!

SECONDO GIORNO :
Dall'alto sabato 19 Agosto
Dopo la splendida nottatina ci svegliamo di buon'ora, facciamo una colazione abbondante (una tradizione che manterremo per tutta la vacanza), discutiamo col proprietario per il prezzo delle camere (lievitato nella notte) e ripartiamo con il comandante al timone.
Dopo aver fatto sosta a Zara per cercare di telefonare a casa (qualcuno di noi è un po' mammone…) e cambiare un po' di valuta, raggiungiamo Sukosan e, anche se è un po' presto rispetto al rendez-vous con il charter, ci dirigiamo verso il porto, ansiosi di conoscere Danica ( abbiamo scoperto che si dice Daniza). La prima cosa che un profano vuole visitare in un porto? …I bagni!!! …che risultano puliti e, strano a dirsi molto molto belli e funzionali.
Evviva ci siamo, la barca è lì…il cuore palpita oltremodo, la sudorazione aumenta, ci sentiamo perfino storditi… sarà Danica oppure il caldo, la fame e la stanchezza? La seconda che hai detto…
Sbrigate le procedure burocratiche per il noleggio di Dany, decidiamo di fare un po' di spesa in paese. Usciamo dal porto e andiamo in "centro". Eh eh, ma dov'è il centro? Non esiste… sono solo case sparse, e così decidiamo di cercare il ristorantino consigliatoci da Luigi (Luigi Marini di Eritros Viaggi di Torino, grazie per tutti i consigli logistici!!). Però è chiuso così facciamo tappa nel primo mangiatoio che troviamo. Per qualcuno risotto agli scampi o frutti di mare, per altri insalata di pomodoro; poi si fa la spesa lungo la strada (oltre a supermercati mignon, in Croazia, e in particolare a Sukosan, la spesa la si fa proprio lungo la strada, dove le signore del posto vendono i prodotti del loro giardino) e quindi si ritorna al porto. L'attesa per entrare in possesso di Dany è più lunga di quanto ci aspettiamo. Dopo il check-in ci imbarchiamo. Sono le ore 18.00 (neanche un carrello porta bagagli a disposizione per il tragitto dall'auto alla barca), sistemiamo le valigie e le cibarie (tante) e si parte per il primo giro…che emozione!!!
Si mollano gli ormeggi e si parte a motore; si fa carburante e via!!!
Ma quanto è figo veleggiare. Raggiungiamo i 5 nodi e ½, c'è il tramonto, c'è il vento, c'è la compagnia…ma cosa vogliamo di più?
Noi che non sappiamo ancora niente di vela (Romy, Ribò e Erika) apprendiamo i primi rudimenti di navigazione ed è più semplice di quanto ci aspettassimo, anche se scopriremo che certi termini descrittivi verranno memorizzati e immagazzinati solo da Capitan Ribò!
Il rientro è già a tramonto concluso. Accendiamo le luci di via e cerchiamo a "naso" il nostro posto barca, anche perché non si vede praticamente nulla!
Ci prepariamo per andare a mangiare (Sembra quasi che facciamo solo quello) e raggiungiamo un bellissimo ristorante sul mare, molto caratteristico (consigliato sempre da Luigi), anche se con orari impossibili: chiusura ore 24.00. E' tardi ma ci accettano ugualmente. E meno male, perché ci saremmo persi una cenetta memorabile. E cioè spaghetti ai frutti di mare (incredibile cotti a dovere) e risotto al nero di seppia. Un gusto fuori dal mondo… il palato ringrazia!
La pancia è piena piena e così si fa una passeggiata e dopo aver trovato tracce di civiltà in festa, i maschietti si aggregano e cominciano a giocare a calcio-balilla con un bimbetto del posto. Torniamo al natante, sorseggiamo rhum e belays nel quadrato, e dopo aver accuratamente lavato i denti (con due dentisti a bordo è il minimo) ci infiliamo nelle cabine. Giungiamo così al meritato riposo.

TERZO GIORNO
domenica 20 Agosto
Ma è incredibile: Ribò, ma siamo in vacanza…… come cavolo fai a svegliarti all'alba?
Cominciamo a "violentare" le scorte alimentari in quella che si può definire tranquillamente una "colazione bundusa", e infilato il costumino partiamo con l'intento di veleggiare per circa una ventina di miglia. Obiettivo l'isola di Murter. Precisi come orologi svizzeri raggiungiamo il nostro l'obiettivo preposto, quindi gettiamo l'ancora… e qui è meglio tralasciare il metodo tutto personale di Carlo e Leo di darsi indicazioni a vicenda sul modo di ormeggiare ... tipo che ognuno la sa più lunga dell'altro… no vai in retro…. no la catena si blocca….. ma come fa a bloccarsi…., ma che cavolo di manovra stai facendo….guarda che il nord è di lì….occhio all'altro ferro da stiro (non in senso biblico!!) ecc.
Nonostante tutto riusciamo a fermarci, a fare un bagnetto e qualcuno riesce anche a "far finta di pescare!".
Il bello della vacanza è che non sai mai cosa ti può succedere di lì a poco. La nostra vacanza stava diventando per l'appunto "bella". Infatti l'imprevisto del giorno 3 è stato che il motore ha fatto cilecca. Sì, perché dapprima decide di non partire, poi si rimette in moto, poi la leva del cambio non ingrana la retro-marcia e il folle. Purtroppo neanche con suppliche e carezze o con maniere poco ortodosse riusciamo a ottenerne il movimento. Decidiamo così di contattare la nostra marina che ci consiglia di tornare alla base. Così a motore avanti tutta e fronte al vento ci dirigiamo verso Sukosan. Alle 19.30 "parcheggiamo" e purtroppo scopriamo che i meccanici lavoreranno solo il mattino seguente.
Cuore in pace facciamo una doccina nei bagni del porto, poi l'aperitivo d'obbligo, quindi ci gustiamo la prima cena a bordo: pasta alle vongole e zafferano. Tempo zero e Ribò è già piombato! Lo imitiamo tutti molto volentieri.

GIORNO 4
bolina lunedi 21 Agosto
Alle 8.00 precisi precisi arrivano i meccanici. Ci dicono che il motore è nuovo ma che non è così strano che il cambio si sia rotto. Confortati da ciò ci dichiariamo pronti a ripartire, quando i meccanici si ripresentano con una bottiglia di grappa locale (usata in generale dai marinai croati per lavarsi i denti in navigazione) per scusarsi dell'inconveniente. Accettiamo di buon grado e mettiamo in moto. Ehi, ehi ma non va!!! Rimane in folle!!! Ci spiegano con calma che il pulsante del folle deve essere messo nel modo opposto a quello conosciuto da Leo e Carlo. Finalmente i problemi sono TUTTI risolti (SICH!)
Ci dirigiamo verso KAPRIJE.
Oggi andiamo di bolina e di traverso. Raggiungiamo i 5 nodi. Scegliamo una caletta a caso e in completa solitudine gettiamo l'ancora (con le solite discussioni!) e ci facciamo tutti il bagno. Con maschere e pinne scopriamo che i turisti non sono certo tutti ben educati, in quanto il fondale marino è stracolmo di rifiuti di ogni genere, dai piatti rotti ai pneumatici. Anche la riva non è da meno, sembra una discarica comunale!! I pesci però non mancano, e "purtroppo" 4 più sfigati di altri finiscono sbrindellati dall'arpione di Ribò, che usa lance da tonno per pescare i pesciolini della riva. Svanito il sogno di una bella frittura di pesce, si decide di utilizzare le 4 vittime come esche per altre vittime (sperando in un branzino o una cernia!) e le archiviamo nel retino.
Facciamo la doccia con il sea-savon, grandiosa scoperta per il lavaggio con acqua salata, e dopo l'immancabile aperitivo alcolico e non con relativi stuzzichini, aspettiamo la specialità del giorno targata Carlo e ci mettiamo a tavola. Il piatto è una splendida pasta al pomodoro fresco. Sluurrp si mangia!!! La serata prosegue con una stellata galattica…non c'è la luna, non una luce all'orizzonte, anche la luce di fonda è in posizione off. Le stelle si riflettono persino sulla superficie del mare…. Ma no!!!! MAGIA E MUSICA (ah no quella è un'altra storia!), solo MAGIA.. il mare si illumina autonomamente..sono come lucciole, che spettacolo, che poesia, che meraviglia,….che rumore! Dopo un po' rompono perfino.
Seduti o sdraiati decidiamo di allietarci con un po' di superalcolici (whisky grappa ecc) e con una chiacchierata, poi tutti a nanna. Chi sotto, chi sopra coperta, chi coperto dalle coperte!!! La musica di sottofondo è solo una sinfonia di onde che si infrangono sulla chiglia e sulla riva, del vento che sibila lungo le fessure e gli spigoli di Danica…e del profondo e ritmico russare di qualche componente dell'equipaggio (E per non equivocare diciamo pure nomi e cognomi: Cpt. Ribò)

GIORNO 5
bolina martedì 22 Agosto
Alle 8.00 ci svegliamo più o meno tutti e qualcuno (il russatore folle) tasta la veridicità del termometro in acqua tuffandosi impavido come pochi. Facciamo la pappa, e mentre il comandante e Romy decidono la rotta del giorno, il 2° ufficiale Carlo e Cpt. Ribò procurano il pranzo pescando…no comment!
La rotta di oggi è 150° poi 294° poi 309°…però a giudicare dal movimento epilettico del windex anche oggi non partiremo a vele spiegate!
È comunque una figata da paura!!! Il mare è color smeraldo e la temperatura è ideale.
Sono le 10.45 e Romana prende il sole a prua prona (che bell'assonanza!) perché dice che non è abbastanza abbronzata (mah.. allora deve essersi macchiata di nero di seppia, perché è l'unica che sembra già essere stata un intero mese al sole dei tropici…wow che colorito!!)
Dopo un bel pomeriggio di bolina arriviamo a Ravni Zaka, in rada per il tramonto. L'attracco questa volta è meno difficoltoso. Tiriamo anche una cima a riva e siamo ben assicurati. Ribò col canottino va a prenotare al ristorantino consigliato da Luigi e lascia Danica come nome di prenotazione. La fame è tanta (tanto per cambiare) perciò non ci mettiamo molto a docciarci e a cambiarci. E per l'occasione indossiamo tutti la maglia dell'equipaggio [un gioco di scacchi rosso-blu in una maglia da rugby con colletto bianco…a qualcuno il colletto ha assunto nel tempo una sfumatura diversa (vedi Romana e il problema del lavaggio a mano)].
Scendiamo a riva con il canottino e Ribò fa da Caronte. A riva facciamo una foto e, visto che siamo in anticipo ci facciamo una passeggiata fino alla cima dell'isola. È una camminatina di circa 5 minuti e il panorama è eccezionale, tenuto conto che c'è un bellissimo tramonto. Altra foto al nostro attivo e l'appetito ci fa correre giù fino al ristorante.
Il nostro ingresso è trionfale. Sembriamo un equipaggio da regata internazionale. Tutti si voltano cercando di capire cosa è scritto sulle nostre maglie. La scritta è "Tel pere tel fils" U.S.A. quindi non c'entra niente con la barca a vela. Ma noi non lo diciamo a nessuno!! Scegliamo spaghetti agli scampi e vino bianco. Il prezzo non è economico come al solito, ma la speranza di un buon pasto ci consola. Ma non possiamo dire che il pasto sia stato soddisfacente. Razioni scarse, spaghetti annacquati e gli scampi hanno tutta l'aria di essere surgelati industriali. Il vinello misero misero che ci viene servito completa il quadretto. A malincuore torniamo alla barca. Recuperiamo le ciabatte lasciate a riva per salire sul canottino, leghiamo le scarpe al collo e saliamo su Danica. Ma chi riesce a dormire con lo stomaco così vuoto? La proposta è spaghetti aglio olio e peperoncino. La risposta è un plebiscito!
Appena saliti a bordo però Leo mette alla prova la sua agilità e la sua resistenza al dolore scivolando nella cabina di Ribò e Romy attraverso il boccaporto lasciato aperto. Data la sua mole però passa solo una gamba. La smorfia sul viso non lascia dubbi sulla sensazione che ha provato. Ma lui è un duro e il pensiero della pastasciutta gli fa dimenticare subito il brutto incidente!!

GIORNO 6
In tender mercoledì 23 Agosto
Dopo una nottata passata in meditazione sul problema "I boccaporti devono o non devono essere lasciati aperti?"e dopo aver concluso che ci si fa veramente male a caderci dentro, salpiamo di buon'ora. Veleggiamo trulli trulli imparando i trucchi del mestiere….finalmente stiamo "entrando nella parte".
Raggiungiamo l'isola di Mana dopo averne vista una a forma di tartaruga; quando però ammainiamo le vele e smotoriamo, il motore si mette in sciopero! Prova prova prova si decide per il rientro alla base veleggiando. Chiediamo aiuto alla marina di Piskera senza grandi risultati. Ma chi non sa che un calcio ben piazzato può far cambiare le sorti di una partita? Nel nostro caso il calcio ben piazzato di Leonardo ha permesso la rimessa in moto (con la dolcezza si ottiene tutto!!!) Ritorniamo a veleggiare verso nord di bolina, poi si accende il motore. Si slaloma tra le isolette finché riusciamo anche a beccare una secca a Tovarnjak. Il profondimetro segna 10 mt., poi 7 poi 4 poi 2 poi 1,5…TOOOOM !! La deriva tocca il fondo. Il rumore è assordante. Panico. Panico. Il sangue gela per un attimo. Fortunatamente niente danni. Carlo e Ribò ce ne danno conferma dopo un accurato e tempestivo controllo con maschere e pinne.
Si riparte e il panico si ripresenta, almeno per un componente dell'equipaggio, che si prodiga nel traino-nuoto in acqua con cima legata a vita (leggi Erika n.d.c). Dopo aver provato l'esperienza della pre-morte per mancato annegamento la si riporta a bordo e si riparte. Superiamo il Parco Naturale delle Isole Kornati entriamo nel Parco Naturale di DUGI OTOK. Ci fermiamo in rada e prontamente vengono a chiedere l' "obolo" e ci vendono 5 biglietti per il parco naturale che ci circonda (10 DM cad.). Neanche questa volta riusciamo a fare una presa di gavitello. Infatti i gavitelli qui sono tutti occupati. Peccato!! L'attracco è il solito: ancora e cima a riva, con direzione preferenziale il nord. La manovra di ancoraggio si fa di giorno in giorno più sciolta e la tensione cala.
La cucina della casa offre per la serata "fagioli all'uccelletto", ricetta segreta del comandante e pasta alla carbonara, che abbiamo incredibilmente avanzato, ma rigorosamente non gettato via (Ci penserà a razzolarla il giorno dopo Cpt. Ribò durante la colazione)

GIORNO 7
giovedì 24 Agosto
Ore 7 sveglia di buon'ora. I nostri lupetti di mare, che dormono con un occhio solo, al più piccolo rumore scattano come dei felini. E di rumori in mezzo al mare, non sembra, ce ne sono parecchi!!! Quindi immaginiamo quanto hanno dormito!
La colazione non manca di soddisfarci. Scendiamo a terra con il canottino, e remi alla mano raggiungiamo il molo. Facciamo una passeggiatina fino a raggiungere il lago salato. Una piccola stradina sterrata, che circonda il lago, ci conduce ad un'altra stradina più in pendenza. Quest'ultima porta fino in cima all'isola. Di lì lo scorcio panoramico è splendido e le foto non si fanno aspettare. Si vede il mare da un lato, e il lago salato dall'altro, ad altezze diverse. C'è anche una bella scogliera a strapiombo sul mare. Noi siamo sul bordo e il tutto è molto suggestivo.
Torniamo a bordo poco dopo e salpiamo alla volta di Sali per fare rifornimento di acqua. Questa ridente cittadina si presta ad un gradito aperitivo a base di birra. Il sole è cocente, e mentre qualcuno tenta di trovare un luogo adatto a far volare l'aquilone, altri si dilettano nell'acquisto di cibarie caratteristiche del luogo: fagioli in scatola, frutta e vino bianco! Aspettiamo che aprano le acque….nel senso del rifornimento idrico per Danica e decidiamo per un pranzo leggero. L'acqua tardano proprio a rifornircela. E noi ripartiamo senz'acqua tanto a IZ VELI dovrebbe esserci. Grande veleggiata di bolina stretta. Ci alterniamo tutti al timone ed arriviamo a toccare i 6 nodi. Poi verso le 16.30 grande magia. La ciliegina sulla torta: compaiono a pochi metri da noi due splendidi esemplari di delfino che hanno voglia di giocare e si avvicinano in modo impressionante. Sono lunghi circa 2 metri e ½ e sono di una bellezza inimmaginabile. Ci restano accanto per poco tempo, poi spariscono nei fondali. Speravamo tanto in un avvistamento del genere. È stato emozionante.
Siamo al largo dell'isola di IZ, nell'Iski Kanal (N 43° e 9.5, E 15° 11). Veleggiamo di gran lasco e ci muoviamo un po' poco. Raggiungiamo verso le 18.00 il piccolo porto di IZ VELI e dulcis in fundo soccorriamo una barca con motore in avaria. L'equipaggio sotto il comando di Leo e del 2° ufficiale (Carlo) aiuta ad attraccare la barca dei connazionali. Siamo mitici.
Dopo una giornata così ci meritiamo una cena indimenticabile a base di risotto e spaghetti ai frutti di mare e scampi e aragoste bollite e alla griglia. Il tutto abbondantemente annaffiato da birra Karlovacka (al ristorante La Lanterna ; voto 10). Le cameriere sono vestite con abiti della tradizione croata e sono molto simpatiche. Parlano anche un po' di italiano. Il locale è molto pulito. Ed infine a parte il rumore noioso di un aeroplanino pilotato da un aviatore folle che continua per circa due ore a fare giri della morte sopra le nostre teste, siamo circondati da altri equipaggi italiani molto simpatici ed anche gran bevitori. Brindiamo affinché "Dio ci preservi la vista e stramaledica gli inglesi" e paghiamo un conto per niente salato. Quindi marciamo su Danica. Laviamo i denti e ci mettiamo a dormire, al solito, chi sopra chi sotto coperta.

GIORNO 8
Telasica venerdì 25 Agosto
Reduci di una giornata galattica come quella di ieri ripartiamo fiduciosi alla volta di Sukosan. Scendiamo verso Sud e passiamo anche nel punto tracciato sulle carte come pericoloso, data la scarsa profondità del fondale. Percorriamo il tutto a velocità moderatissima, ma la nostra esperienza in fatto di fondali bassi è eccellente (vedi la secca di mercoledì) e questa difficoltà ci sembra una banalità. Il resto è routine. Il pranzo è a base di insalata di riso.
Decidiamo di non pernottare al porto, bensì poco prima, e cioè in una rada di fronte, vicino ad un ponte. Luogo di passaggio diurno e notturno. Gettiamo l'ancora e qualcuno fa il bagno, qualcuno pesca, altri prendono il sole. Ultima cena a bordo e diamo fondo alle scorte. Scopriremo poi solo il giorno dopo che l'unica cosa avanzata a bordo sarebbero state 12 bottiglie di acqua.
Altra nottata di stelle e pesci lucciola. Tutto tace.

THE LAST DAY
sabato 26 agosto
Sveglia di buon'ora per raggiungere la marina di Sukosan e riconsegnare la barca che , nonostante gli "scherzi" al motore, ha fatto il suo dovere ed è stata una fedele compagna di viaggio.
Abbiamo imparato a cazzare, lascare, ammainare, regolare, e nessuno di noi ha patito il mal di mare (cosa non indifferente).
Alle 8.30 siamo già in porto. Infatti il vento non manca, bisogna prendere una mano di terzaroli e la grande andatura di bolina stretta e il forte vento ci hanno condotti alla meta in men che non si dica. Il divertimento è stato grande. Rientrati al porto facciamo gasolio e attracchiamo. Check-out perfetto. L'unica cosa non perfetta in questa mattinata è lo stomaco o l'intestino di Leo, che si dice disturbato. Sfido che è un po' disturbato. Con la mania di non avanzare nulla, il nostro caro comandante si è fatto fuori il succo croato ai mirtilli in fermentazione da giorni!!!
Dopo aver caricato i bagagli in macchina con l'ausilio questa volta degli appositi carrelli, ci mettiamo in marcia, e prima cosa cerchiamo una buca delle lettere per spedire le cartoline.
La meta di metà giornata è Povile ( dove abbiamo sostato il primo giorno)e più precisamente il ristorantino carino con alone di aglio che ci aveva tanto soddisfatto il primo giorno. Come promesso ci ritorniamo e mangiamo nuovamente calamari fritti e come novità merluzzo alla parigina. Caffè (preso anche da Romy, notoriamente allergica a tutto, anche al caffè) e via in macchina. Il tragitto in macchina è tranquillo, e stranamente non c'è neanche un briciolino di coda. Dopo qualche tappa ai free-shop doganali e agli autogrill autostradali raggiungiamo Torino e a malincuore mettiamo fine alla parola vacanza 2000 con baci e promesse di cene cenette e pizzate. Ci dividiamo e ritorniamo nel mondo reale. Siamo tutti stanchi ma contenti, perché la vacanza anche se è durata poco è stata piena e divertente; e consapevoli che il tempo addolcirà ulteriormente il ricordo ci riproponiamo di sviluppare in tempo zero tutte le foto e di scambiarci i negativi.

Leo

Leonardo, Carlo, Ribò, Romana, Erika


Autrici di questo diario Erika e Romana (non volevano metterlo)

e-mail : studio.bergo@tiscalinet.it


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