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Ricevo, e molto volentieri edito, la storia dell'autocostruzione del Tosher (barca tipica della costa occidentale inglese) Igraine ad opera di Giuseppe Casilino. Con lui ho scoperto di avere in comune la storia della ricerca della barca ideale. Credo che anche tutti gli altri appassionati di vela aurica scopriranno di condividere con lui quelle sensazioni, così ben descritte in queste righe, che solo le nostre barche sanno dare. Buona lettura. Fabio Fazzo LA STORIA DI IGRAINE di Giuseppe Casalino Abito a Venezia. All'inizio del 2002, deciso a riprendere la vela, che avevo dovuto lasciare per qualche anno, ho iniziato a guardarmi intorno in cerca di una barca che soddisfacesse le mie attuali esigenze: questa avrebbe dovuto essere adatta alla mia non più giovane età, avrebbe dovuto essere di pescaggio limitato per navigare in laguna, avrebbe dovuto avere doti marine per le uscite in mare in ogni stagione. Era importante poi che avesse caratteristiche estetiche quanto più possibile vicine ai miei archetipi, nati sulla costa bretone, in Cornovaglia, nel canale di Bristol. Ho cercato, ho studiato a lungo, ho letto libri e manuali sull'armo aurico (spesso la traduzione del linguaggio nautico è faticosa); ho scorso cantieri e progetti, ho percorso insomma un cammino analogo a quello che lei racconta e i cui frutti ha raccolto nel suo sito. Finalmente ho trovato a St Mawes in Cornovaglia l'ispirazione. I costi elevati però, la distanza, le difficoltà di organizzare un trasporto rendevano improponibile l'acquisto. Non restava che farsela la barca. E così ho fatto. Ho acquistato i piani di costruzione del Tosher di Mevagissey rilevati da Paul Fisher ed ho iniziato la costruzione. Due anni di lavoro la sera ed i week end con l'aiuto frequente di mia moglie. Due anni di serenità, in cui la creatura prendeva forma e personalità giorno per giorno. Un risparmio economico piuttosto modesto tutto sommato, ma la gioia di "fare" per me non ha prezzo! Finalmente il varo nella primavera del 2004. Dunque spesso esperienze simili, quasi contemporanee, si svolgono a reciproca insaputa .Non posso che confermare le sue considerazioni sull'armo aurico. Sicuro, affidabile, efficiente, elegante.... impagabile! La velocità della barca è sorprendente.
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Amo l'armo aurico perchè lo considero più sicuro, più affidabile, spesso più veloce dell'armo marconi (non cerco la velocità ma sentire la barca che corre senza sforzo è una gioia!), ma soprattutto perchè esteticamente fa vibrare corde profonde nel mio cuore. Come vede la mia è una posizione totalmente personale che non ho l'ardire di suffragare con argome azioni tecniche colte. Posso dire però che questa convinzione, che l'armo aurico cioè si adatti meglio al mio modo di concepire una barca, non è stata smentita in questi 4 anni di pieno utilizzo del Tosher. Merito dell'armo? Merito della mano felice dei maestri d'ascia della Manica Occidentale che hanno progettato e realizzato nell'800 queste linee? Merito dell'architetto che ha rilevato le linee di carena di una vecchia barca in disarmo e le ha adattate alle scarse capacità tecniche di un costruttore dilettante? Non lo so. Per quanto riguarda la mia avventura di costruttore non ho cose molto profonde da dire. Mi è più facile rispondere a domande specifiche se vi è curiosità.
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Non avevo competenze serie di carpenteria e continuo a non averle: la ricerca costante della precisione, l'attenzione, la riflessione, la capacità di "rubare con gli occhi" e la tranquillità che si raggiunge ad una certa età però permettono realizzazioni insperate. La tecnica costruttiva è quella dello strip planking. Sullo scafo ottenuto con questa tecnica (con liste di Douglas fir di 12 mm di spessore) sono stati incollati esternamente due strati incrociati di compensato marino (3 mm l'uno). Il tutto è stato rivestito, dentro e fuori, di tessuto di vetro (10 oz - 300 g) e resina epossidica. Ho una discreta documentazione delle le varie fasi costruttive. C'è una deriva mobile inox di circa 70 kg; la zavorra è costituita da 600 Kg di piombo in lingotti di 15 kg. Il progetto non prevedeva un motore. Non avendo competenze (nè passione) tali da installare un entrobordo, ho ripiegato su un fuoribordo vistoso e poco elegante (indispensabile in laguna).
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INFORMAZIONI SUL TOSHER a cura della redazione con la collaborazione di Giuseppe Casalino
Le linee del Tosher sono quelle delle Falmouth Working Boats. Il solo pozzetto è più ampio, in proporzione, per contenere l'attrezzatura per la pesca dell'astice. Il termine "tosher" (ladro, cercatore tra le immondizie) è legato al fatto che queste barche venivano usate anche per il furto notturno del rame dalla carena di navi all'ancora in rada o in disarmo.
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dati tecnici lunghezza fuori tutto (compreso bompresso): 8.85 m / 29' 0"; linghezza al galleggiamento: 6.15 m / 20' 2"; larghezza la baglio massimo: 2.24 m / 7' 4"; dislocamento: 2.800 kg / 6173 lbs; superfice velica: 27.50 mq.
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