La strategia di regata | ||
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Ogni volta che si scende in regata si deve avere una strategia, non importa quanto semplice (lo skipper della mia prima regata su cabinati ci proclamò la sua semplice strategia la mattina della partenza: "la mia barca è nuova e costosa, pertanto intendo tenermi al largo da tutte le altre barche per non rischiare abbordaggi") o complessa. Rendimento della barca, preparazione dell'equipaggio, vento, onda, maree, altri equipaggi, ... le variabili sono pressochè infinite. Ogni barca ed ogni equipaggio hanno delle forze e delle debolezze, la strategia deve esser costruita per esaltare le prime e minimizzare le seconde. Peter Gilmour, il timoniere australiano di Nippon Challenge all'America's Cup 2000, è universalmente riconosciuto come il migliore skipper nei match-race, le sue caratteristiche sono la freddezza e l'aggressività e la sua barca si getta sempre nella mischia della partenza. Se invece sapete far correre la barca ma non siete sicuri nelle partenze vale la pena partire un po' indietro purchè questo vi permetta di trovare da subito vento pulito. Una regata è una questione di assunzione di rischi controllati, rischiare può portare ad ottimi risultati ma anche a grandi disastri ed il successo in regata dipende anche dalle scelte fatte in termini di prese di rischi. In una lunga serie di regate è preferibile partire tranquilli e cominciare a costruirsi una piattaforma di buoni risultati che motivi eventualmente delle prese di rischi nelle ultime gare. Dall'esterno potrebbe sembrare he gli equipaggi vincenti siano ben preparati fisicamente, perfetti nel leggere il vento, maestri nella strategia e nella tattica di regata... In un evento complesso e ricco di variabili quale una regata la realtà è spesso più meschina: di solito vince chi fa meno errori, in una serie spesso non è il maggior numero di primi posti che determina il vincitore, spesso questo va rintracciato tra gli equipaggi che non hanno mai perso un piazzamento. L'equilibrio mentale dunque è fondamentale non solo per vincere le regate ma anche semplicemente per andare in barca, non a caso la maggior parte delle scuole di vela dedica alla formazione mentale almeno tanta cura quando ne mette nella formazione tecnica. Una regata non è mai finita fino a quando le barche non tagliano la linea d'arrivo. Può sembrare banale ma in pochi sport come nella vela il risultato può essere ribaltato anche a poche lunghezze dalla fine. La storia della vela è piena di casi in cui una barca si è vista sfuggire la vittoria che sembrava sicura per un imprevisto dell'ultimo minuto e la stessa cosa vale nei campionati corsi su una serie: anche se le prime regate non sono andate come dovevano c'è sempre tempo perchè il vento e la fortuna cambino direzione. Per ben figurare in una regata non bastano le capacità tecniche e l'affiatamento tra l'equipaggio ma servono anche fiducia in se stessi, concentrazione, perseveranza, pazienza ed una buona dose di agressività controllata. In particolare la perseveranza e la fiducia in se stessi sono fondamentali: non c'è nessun motivo per cui devono essere sempre gli stessi a vincere. Qualcuno dovrà pur vincere la prossima regata e potreste benissimo essere voi! |
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