A FIUMARA DA CHIARALUCE (25/09/2010)
Lo scenario che ha accompagnato
lo svolgimento del sesto raduno dei Pivieristi è stata quella fogna della
Fiumara Grande e di Fiumicino……Eh no! Ora basta con le polemiche, il Lenzi
s’è sbagliato, non intendeva offendere nessuno, dai !
Allora, dicevo,…lo scenario che ha accompagnato lo svolgimento del sesto
raduno è stato quello di Fiumara Grande ed in particolare il nostro
appuntamento era presso il cantiere di Chiaraluce.
L’incontro è consistito principalmente in una grandissima magnata - si
direbbe a Roma, ma la locuzione è in uso anche da altre parti - presso il
ristorante del cantiere, cui ha fatto seguito una piacevole smotorata sul biondo
Tevere, a bordo di Randagio, comandato dal suo capitano ed armatore Mario G.
Nei giorni che precedevano l’appuntamento s’erano visti sul Forum avvisi di
tempesta/burrasca e invece, in onore dei Pivieristi sempre baciati dal sole in
quanto belli, gli dei del cielo e le divinità marine hanno regalato una
bellissima giornata di sole, una di quelle famose settembrate romane (…mbè?
mica so’ famose solo le ottobrate!).
Hanno partecipato all'abbuffata in ordine non di quantità, né d’importanza,
né di nulla, insomma in ordine sparso: Mario V. e la Meri con nipotina Luisa,
Mario DDT e la Beba, Pino, Gabriele, Mario G., Vincenzo e signora (chiedo scusa,
non ho memorizzato il nome) oltre al sottoscritto.
Grandi assenti Sergio, Giovanni e Francesco C., i cui nomi riecheggiavano tra un
moscardino ed una alicetta, ma anche tutti gli altri amici la cui presenza ci
avrebbe fatto enormemente piacere: Luca M., Francesco L., e soprattutto i nuovi
"arrivi” (non cito tutti per non far torto a nessuno).
Per quanto riguarda la base culinaria che ha fatto da sfondo alla giornata c'è
da registrare: buonissimi gli antipasti (moscardini al sugo, impepata di cozze e
alicette fritte), ottimi i fritti misti di pesce e quelli di calamari e gamberi.
Molto negativi invece i primi, almeno le mie linguine alle telline (o come dice
Marione ”dda noi si chiaman arselle…”) che per altro mi hanno portato dopo
il secondo, erano pessime, di gusto insipido ed immerse in un brodino d’acqua
e olio.
Apro una parentesi, da bambino i miei mi portavano a Fregene o a Fiumicino a
mangiare gli spaghetti con le telline: allora erano tutta un'altra cosa, le
signore telline di una volta erano più grandi e più saporite! Sono anni che
tento, senza successo, di mangiare un piatto di spaghetti con le telline che sia
decoroso…vabbe’!
Il pranzo è stato abbondantemente accompagnato da vino rosso e bianco della
casa che, a giudicare dai positivi effetti che ha avuto sui commensali nel corso
della giornata via via che questa andava avanti, non doveva essere malaccio.
Sicuramente al top il liquorino finale offerto dai Chiaraluce, mi sembra fosse
nocetto, ma io non sono un esperto di queste cose….
In effetti una bella tavola imbandita, essendo il buon cibo uno dei piaceri
della vita, predispone lo stato d’animo in maniera positiva e favorisce le
umane cose. Nel nostro caso la tavola è stata la circostanze perfetta per
favorire il passaggio dall’asettico Forum al contatto diretto, di persona.
Il sito internet è una grande risorsa e la nostra gratitudine va sempre a
Gabriele che lo cura come un figliolo, ma la possibilità di conoscerci
personalmente, di ascoltare e parlare con nuovi amici, è in fondo il vero
intento di questo sodalizio.
In questi raduni si colgono un sacco di sfumature in più, che dal sito non si
apprezzano.
Tra le sensazioni che ne ho ricavato questa volta annovererei: la riconferma di
una grande stima ed amicizia con Gabriele, Mario DDT e Pino; il piacere di
conoscere (finalmente di persona) Mario V. e la Meri; la sorpresa di fare la
conoscenza con Mario G., una persona con un’ironia ed un senso dello humour
spiccatissimo (le sue “battute” ci hanno accompagnato per tutta la
giornata); infine la piacevole compagnia di tutti gli altri.
Abbiamo conversato per ore di tante cose, saltando da un argomento all’altro,
da un piatto all’altro, e alla base c’è la nostra grande passione per il
mare e per la vela, una passione che si manifesta in tanti modi diversi: da chi,
come me, viene da un’esperienza principalmente di bimbi-spiaggia-deriva, a chi
ha un vissuto d’importanti navigazioni d’altura e regata.
Tanto per chiarire i contorni della vicenda “abbuffata” dico solo che
abbiamo deciso che eravamo abbastanza sazi e che era venuto il momento di fare
due passi intorno alle 16:00!!!
Il comandate Mario G. ci ha quindi offerto l’occasione di salire a bordo di
Randagio. La cosa mi ha fatto particolarmente piacere perché ho scoperto che
gli interni di Randagio somigliano molto quelli del mio Subè e dopo sette anni
dalla sua vendita ho riprovato una emozione particolare.
Abbiamo apprezzato i lavori e le migliorie che Mario G. ha apportato alla sua
barca, specialmente quella sciccheria del paiolato in mogano a righe d’acero
di cui si è tanto discusso sul Forum…
Mentre stavamo apprezzando il piacevole tepore dell’accogliente cabina del
Randagio, il Volpini dava fuoco alle polveri accedendo il fuoribordo; Gabriele
scioglieva gli ormeggi ed in un attimo eravamo al centro del fiume.
Poiché nei serbatoi del Randagio non era chiaro quanto carburante ci fosse, il
comandate Mario G. ci ha comunicato che avremmo navigato quasi “alla deriva”
fino alla foce del fiume (in pratica ci siamo fatti portare dalla corrente) per
poi invertire la rotta e riportare il Randagio al suo ormeggio, un cantiere poco
piu’ a valle di Chiaraluce.
La navigazione sul fiume è sempre molto suggestiva, specialmente al tramonto;
abbiamo scattato molte foto alle nutrie dell’isolotto di Tor Bocciana pensando
al Lenzi…
Lasciato il Randagio al suo ormeggio il ritorno al cantiere di Chiaraluce è
avvenuto con la macchina di Mario G. Anche questa è stata un’esperienza di
quelle che ti lasciano il segno; a bordo infatti eravamo tre “Marii”, un
Pino, un Gabriele, un Luigi moltiplicati per le nostre stazze e zippati come
sardine in scatola.
Rientrati da Chiaraluce ci siamo salutati, ed in pochi minuti mi sono ritrovato
sulla via del ritorno.Non so perché ma guidando verso casa avevo stampato sul
viso sempre quel benedetto sorriso….
L.P. ottobre 2010
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