Drakkar II, il mio ritorno
al Piviere 660…
Quello
che segue è il racconto del mio ritorno al Piviere 660…tanta fatica per
rimetterlo in sesto ma anche tante soddisfazioni. Il Piviere 660 è davvero una
bella barchetta, semplice e sicura. Ha le caratteristiche di un cabinato da
diporto ma la semplicità di una deriva. Anche quando penso e sogno barche più
grandi della mia, poi torno a considerare i vantaggi del Piviere e mi sento
appagato della mia scelta.
Indice
1°
Puntata – ritorno al Piviere, vi presento Drakkar II
2°
Puntata – iniziamo i lavori: l’impianto elettrico (1/2)
3°
Puntata – l’impianto elettrico (2/2)
4°
Puntata – continuano i lavori: la cabina (1/2)
5°
Puntata – ancora sulla cabina (2/2)
6°
Puntata – rimettiamoci sull’invaso a svernare
7°
Puntata – riprendiamo da dove avevamo lasciato…
Appendice
1 navigare necesse est
Appendice
2 elenco dei lavori ancora da fare (aggiornamento marzo 2020)
3
aprile 2017
Dopo tanti anni “spivierati” dalla prima esperienza con il nostro Piviere
660 Subè, anni passati a valutare/ponderare/sognare
di riarmare un Piviere tutto nostro, finalmente ci siamo decisi e a febbraio
2017 abbiamo acquistato Drakkar II, un bel Piviere 660.
Questa barca è in peggiori
condizioni rispetto a quella che avevamo anni fa, ma il prezzo era onesto e ci
siamo convinti a prenderla.
Queste foto che seguono sono state scattate
un paio di anni prima del nostro acquisto e sono quelle che i precedenti
armatori (due ragazzi soci al 50%) ci hanno inviato durante la trattativa.
Il nome era riportato sul
certificato del VHF che era a bordo, l’anno dichiarato è il 1974 ma non c’è la
famosa targhetta (forse perché al suo posto avevano installato un
ecoscandaglio)
In questa foto si vede già una delle caratteristiche che ci è
piaciuta di più, ed è il fatto che un
precedente armatore (non i ragazzi da cui noi abbiamo comprato alla barca) aveva sostituito le finestre in plexiglass
scuro, tipiche del piviere 660, con
degli oblò apribili. Finalmente quindi la cabina del 660 diventava confortevole e arieggiata come quella del
6,14!
Ecco una foto del varo,
bella l’idea di mettere l’adesivo del Piviere sulla prua, nel posto dove di
solito si dipinge l’occhio apotropaico. Sicuramente scaccerà calamari giganti e
orche assassine dalle nostre future navigazioni.
L'albero Canclini è stato dipinto di bianco, una cosa che non
mi fa impazzire ma che rende la barca molto moderna. Inoltre in cima è installata
l'antenna del VHF e il Windex, sicuramente un bell'impatto
Ecco Drakkar II al suo ormeggio a Fiumara Grande al Martin
Pescatore. Si nota l'oblò apribile in corrispondenza del quale gli armatori, per mantenere il look del
Piviere 660, hanno posizionato un adesivo nero della misura della precedente
finestra in plexiglass.
La barca non ha più la copertura del gavone dell'ancora,
sostituita con una forma in compensato marino: sicuramente una delle cose da
sistemare.
Seguono alcune foto degli interni scattate sempre un paio di
anni fa, quando la barca si presentava senza l’originale rivestimento in feltro
ma con una cabina dipinta di bianco
La mensola di sinistra è stata rifilata
per permettere all’oblò di aprirsi, inoltre è stata incollata
un’impiallacciatura in finto legno sopra la formica bianca originale: un
effetto che avrebbe voluto essere bello, ma che non lo era, e che successivamente
ho voluto rimuovere.
Una vista degli interni da
cui si nota l’impianto elettrico ha realizzato sullo sportello del gavone
centrale e una marea di fili che si
dipartono da questo sportello e raggiungono la parte anteriore della barca passando dal soffitto! Ebbene quando
abbiamo visto noi la barca tutti questi fili ovviamente erano scollati ed erano
tutti penzoloni.
Una foto della barca
all'ancora in quel di Ponza. Si nota a poppa un generatore eolico non marino montato su palo. Questo generatore non c'è stato lasciato, per cui al
momento la barca ha il palo senza nulla.
Questa invece è una foto della randa di Drakkar II, non credo
che sia quella originale ma è in buone condizioni e anche su di essa hanno incollato il logo del Piviere e
la cosa sicuramente mi piace.
I più attenti si saranno accorti che sulla crocetta di destra
e issata la bandiera della marineria italiana, è un errore perché dovrebbe
essere quella senza il logo delle Repubbliche Marinare (cioè dovrebbe essere
esposta la bandiera dell'Italia) in fondo siamo velisti è a queste cose ci
teniamo…
Finite le foto ufficiali “da annuncio”, quelle inviate via
email prima di vedere la barca, vediamo ora quelle che abbiamo scattato quando
la barca l'abbiamo vista effettivamente la prima volta. Il nostro Piviere era abbastanza abbandonato a sé stesso…
Qui sotto il gorno della visita…
Ecco una cosa che c'è piaciuta: un bel motore fuoribordo Suzuki 4 tempi 9.9 cavalli abbastanza
recente.
Il bottazzo di sinistra si è sfilato probabilmente strusciando
con le barche vicine, ecco un altro lavoro da fare quando la barca sarà tirata
a secco.
Ed ecco come si presentava la cabina interna della barca. I
precedenti armatori avevano rivestito
tutta la cabina interna (compresi i gavoni) con una gomma nera adesiva da un lato. Queste sotto sono le due
murate interne. Nella prima foto si nota il rotolone avanzato di materiale
plastico nero adesivo usato.
Questo rivestimento
adesivo era in molte parti
distaccato (soprattutto dal soffitto) e tutti i cavi che avevano fatto
passare a soffitto, e che andavano ad alimentare diverse utenze a prua, erano staccati e penzoloni, come si vede da
questa foto qui sotto.
Un po’ di confusione regnava a bordo
Alla fine lo abbiamo preso!!
L’impianto elettrico
La barca aveva un impianto elettrico molto complicato. Le
utenze sono la radio, le luci di via, la luce dell'ancora, un autoclave per la doccetta
in pozzetto, in cucina e in bagno; le fonti di energia erano l’impianto eolico
(che hanno voluto smontare e tenersi), un raddrizzatore dal motore fuoribordo
(di cui però mi hanno parlato malissimo perché a loro giudizio non funzionava
affatto), e il pannello fotovoltaico. Vi erano poi almeno due ecoscandaglii con
relativi cavi passanti attraverso le
varie paratie In sostanza una marea di infinita di cavi da una parte all’altra,
i piu’ distaccati e penzoloni, e un impianto elettrico secondo me eccessivo per
un Piviere. Più avanti descriverò dettagliatamente quelle che sono le mie idee
per la realizzazione di un nuovo impianto elettrico per la barca che dovrà
essere semplice e molto funzionale
Il pannello fotovoltaico era fissato sul tambuccio, essendo
ad esso solidale, costituendo una scomodità per aprire il chiudere lo stesso,
anche dovuto al fatto che il cavo elettrico che dal pannello doveva alimentare
il regolatore di carica penzolava in
piena cabina (si vede in foto)
Questa marea di cavi arrivava un pannello elettrico
realizzato sullo sportello del gavone centrale! ….Una cosa che non mi piaceva
per niente e che ho rimosso fin dal primo lavoretto a bordo rifacendo il
pannello!!!
Sotto una foto del gavone con la batteria in primo piano.
Qui si vedono ancora i cavi penzoloni e già si intravede il
lavoro che abbiamo fatto per staccare dalle pareti quella gomma nera adesiva.
Oh mamma…
In questa foto sotto si notano i due cavi che dovranno
“correre” a soffitto (insieme a quello del pannello fotovoltaico) e sono: 1)
luce di fonda in testa d’albero e 2) cavo antenna in testa d’albero.
Qui sotto si nota il punto dove è installata la radio VHF
(tolta in occasione dei lavori).
L’IMPIANTO
ELETTRICO di DRAKKAR II16
aprile 2017
Parliamo adesso
dell’impianto elettrico. In questa foto (vecchia) si vedono come erano stati
incollati i cavi al soffitto (notare i cavi gialli in alto a destra nella foto
incolati con silicone che puntualmente si è staccato)
Cosi’ si presentavano
(scollati) gli stessi cavi quando abbiamo preso la barca
Non ho potuto far altro che
togliere tutti i cavi che per le diverse utenze correvano da una parte
all’altra della barca, avendo l’idea di semplificare l’impianto (in stile
filosofia Piviere).
Nuovo impianto.
1°
considerazione. Come tutti sanno nel Piviere 660 la batteria si trova
all'interno del gavone di destra, di conseguenza tutti i cablaggi di solito partono
e terminano lì. Quello però è anche uno spazio molto utile per stivare del
materiale, e in una barca molto piccola è un peccato non poter utilizzare
appieno ed in modo efficace questo spazio.
2°
considerazione. Ho notato come molte utenze su Drakkar II (rinunciando a qualcosa tipo ad es. alla luce
della bussola) hanno una collocazione prevalente verso prua (luce cabina e luce
bagno, radio VHF, luce di via a prua) ed anche i cavi che arrivano dall'albero
(luce di fonda e antenna e pannello fotovoltaico sulla tuga), per poter essere
efficacemente nascosti sul soffitto (sotto un nuovo rivestimento che deve anche
tenere e non scollarsi), devono andare verso prua, percorrendo in questo modo
mezzo soffitto della cabina invece che l’intero soffitto.
Traendo spunto dalle due
considerazioni di cui sopra ho pensato ad un nuovo punto di incontro tra cavi
dei vari servizi e batteria e questo punto è lo spazio all'interno del bagnetto
sulla paratia di destra (un tempo pensato per un armadietto per i vestiti
di armatori della taglia di Ken e Barbie).
In questo spazio dovranno
pervenire tutti i cavi e qui sarà posizionata la batteria. Ecco uno schema…
Per evitare di dover bucare
la paratia in legno tra bagno e quadrato per collocare su di essa il pannello
elettrico, ho pensato di installare il pannello interruttori dentro questo
spazio “armadio” del bagnetto. Per far questo ho utilizzato una scatola di vini
in legno, opportunamente dipinta di bianco ed incollata sulla paratia lato
bagnetto con del mille chiodi. Su questa scatola ho
istallato un pannello interruttori comprato su Amazon per circa €26 e un
regolatore di tensione per la carica del pannello fotovoltaico. Questa
posizione del pannello interruttori non è comoda, ma ha il vantaggio di
liberare completamente il gavone esterno. La collocazione dentro l’armadietto
del bagno non è il massimo Proverò la soluzione, se non va bene cambierò
qualcosa.
Qui il pannello interruttori collegato con la batteria sotto
Mentre fuori il pannello
fotovoltaico carica..
Quando abbiamo preso la
barca il pannello fotovoltaico era installato sul tambuccio…
…..questa
soluzione rendeva difficile l'apertura della barca e poi non era risolto il
passaggio del cavo che dal pannello andava ad alimentare la batteria tramite il
regolatore (nella foto sopra si nota).
Dopo aver un pensato ho
trovato la soluzione (foto sotto): ho installato il pannello con delle
squadracce inox a poppavia dell'albero fissandolo sui legni che nei quali
scorre il tambuccio.
Qui sotto il tambuccio chiuso….
…e aperto!
In questo modo ho potuto
raccogliere e fissare tutti i cavi che dal soffitto dell'interno della cabina vanno
verso prua ovvero il VHF la luce di fonda il pannello fotovoltaico e
l’alimentazione per la luce della cabina (foto sotto).
La cabina
Per quanto riguarda i lavori
ecco come si presenta adesso la cabina dopo aver rimosso tutto il rivestimento
in gomma nera.
Il distacco della gomma nera
ha portato via qua e là dei pezzi di vernice bianca della cabina e purtroppo
dei residui di
colla sono rimasti attaccati alla vetroresina.
Ora l'idea è quella di
ridipingere di bianco le sedute per eliminare le antiestetiche tracce di nero
che sono rimaste da questa pulizia. A questo punto ridipingere anche la sentina
e poi passare a rifoderare le paratie con del feltro. Abbiamo trovato in una ferramenta abbastanza attrezzata di Roma dei rotoli di
feltro di vario colore alti circa un metro al costo di €3,50 al metro. Per la
colla vorrei evitare il puzzolentissimo bostik. Mario suggerisce di utilizzare
delle colle ad acqua sul suo Piviere sono state utilizzate negli anni 80 e il
feltro riattaccato allora non ha dato nessun problema ed è ancora lì.
Ho letto che Paolo suggeriva
sul forum di ridipingere anche le paratie di bianco, questa potrebbe essere
un'opzione ma la barca si presenta con delle fazzolettature
della vetroresina molto evidenti e quindi il lavoro non restituirebbe un
ambiente perfetto.
Ecco un dettaglio della
vetroresina.
Bene per ora fine prima
puntata alla prossima con ulteriori dettagli!
Luigi
Verniciate
sedute sentina e legni….25 aprile 2017
Il mio vicino di barca mi ha
detto che mi sono imbarcato in troppi lavori, ed in effetti comincio a pensarlo
anch'io perché non vedo l’ora di finire e navigare…. anche Mario dtt mi ha detto questo… comunque…
Tutti i legni sono stati
tolti dalla barca, scartavetrati e ridipinti con flatting a base d'acqua
comprato da Leroy Merlain. Questo qui sotto per i
paioli e i tappi dei gavoni…
Quest’altro per le paratie…
Rimuovendo le porte del
bagnetto è uscito fuori il numero di serie di Drakkar
II, è il Piviere n° 65!!! Il mio anno di nascita!! E pensare che il Sube’ (il Piviere 660 che avevo 15 anni fa) era il n° 68…
Per eliminare i bruttissimi residui
di colla e di nero neoprene che i precedenti armatori avevano incollato su
tutta la cabina, ho verniciato le sedute (e la sentina) di bianco. Ho
utilizzato un buonissimo smalto ad acqua della Boeri, anche questo comprato da
Leroy Merlin steso a rullo.
Ed ecco come si presenta la
cabina dopo aver rimontato i legni…
Mi pare che l’aspetto sia
decisamente migliorato… ma manca una cosa ed è il rivestimento in feltro delle
pareti, che in queste foto ancora vedete sporche dei residui di colla e
neoprene del vecchio rivestimento.
Sono tornato nella ferramenta e mi sono fatto dare i tre campioni di
questo feltro, che mi sembra quello giusto (è un tessuto da 520 grammi al metro
quadro). Ho preso una striscia di rosso, una di grigio melange
e una celeste acceso.
Visto che Drakkar II ha dei bellissimi cuscini originali dell’epoca,
fatti a kilt scozzese di colore carta da zucchero, beige e rosso corallo e
ruggine, l'unico colore che si sposa con le originali cuscinerie
è il rosso acceso.
È una scelta un po'
azzardata perché è un colore un po' fortino, ma ho voluto mantenere i tessuti delle cuscinerie originali perché sono bellissimi. In questa foro sotto le prove colore per il feltro.
Bene per il momento è tutto,
adesso il prossimo lavoro sarà incollare il feltro (ed è una cosa che mi
preoccupa moltissimo)….alla prossima!!!
Luigi
Aggiornamento
Domenica 7 maggio 2017
Oggi siamo stati un paio
d’ore alla barca e abbiamo provato ad incollare il feltro sulla murata di
sinistra (parte anteriore).
Ecco la colla usata
Nelle foto sotto il
risultato, a noi non sembra male!!!
18
giugno 2017 Murata di destra
Incollaggio del feltro sulla
murata di destra…Un vero schifo!!!…ecco gli errori che ho commesso i) ero da
solo ad incollare il feltro e ii) ho tagliato il feltro dopo aver incollato per
prima parte in altro ed è venuto tutto storto!!!
Decisamente
migliorabile…
La murata di destra è più
difficile pervia di tutti quei ferri resinati nella vetroresina…mi toccherà
rifare tutto che sciagura!!
Dicembre
2017 – si va in secca…
Dopo diversi anni in cui
questa barca è stata in acqua (credo almeno due se non tre) è arrivato il
momento di pensare ad un periodo di riposo a terra, principalmente per fare
carena, ma anche per completare i lavori che fino ad oggi non siamo riusciti a
completare. Con la barca in acqua non era comodissimo lavorare all’interno
della cabina.
Le foto non rendono
giustizia, in realtà la carena si presenta in condizioni molto migliori da
quello che sembrerebbe…
Ed ecco finalmente Drakkar 2 adagiata sul invaso,
pronta per svernare ed essere oggetto delle amorevoli cure del suo innamorato
armatore
Oggi siamo a marzo 2020 e riprendiamo
il racconto da dove lo avevo lasciato nel dicembre 2017, per motivi di tempo
non ho avuto modo di pubblicare più fotografie e aggiornamenti su Drakkar.
Ebbene sono successe tante
cose da allora, intanto, fatta carena nella primavera 2018, sono riandato in
mare.
Ma a luglio 2018 la Procura
della Repubblica ha sequestrato tutte le banchine dei rimessaggi di barche su
Fiumara Grande dal lato di Ostia. Questo mi ha costretto, dopo un periodo di
appoggio sull’Isola di Tor Bocciana, a cambiare
rimessaggio, e dal 1°ottobre 2018 sono passato dalla parte di Fiumicino presso
il Blue Dolphin non mi trovo molto molto bene
(sono gentilissimi e c'è un ottimo ristorantino dove posso portare la
famigliola).
Sui motivi che mi hanno
fatto scegliere di cambiare di rimessaggio stendo un velo pietoso…
Le foto che seguono, sotto,
sono un po' quelle prese in questo periodo.
Sotto
ci sono i ragazzi che salgono sulla barca in secca (qui siamo sempre al Martin
Pescatore).
Durante
questo periodo ho messo mano alla riparazione del bottazzo sul lato sinistro,
ho fatto una fatica incredibile, se qualcuno mi avesse aiutato ci avrei messo
un quarto del tempo, ma il risultato è ottimo e sono molto fiero di me…
Qui
sotto come si presentava il bottazzo…
E qui
finalmente dal 1° ottobre 2018 ho cambiato rimessaggio…qui una foto di Drakkar II al suo nuovo ormeggio al Blue Dolphin, sempre sul lato dell'isolotto di Tor Bocciana…
Onestamente
devo dire che mi trovo molto bene a Blue Dolphin i
proprietari sono molto gentili e disponibili per qualsiasi problematica c'è un
bel ristorantino e
i costi per l'ormeggio sono decisamente in linea con tutti gli altri della zona
Finalmente
dopo aver cercato un aiuto per completare i lavori (in particolare di
sistemazione della cabina) e dopo essermi imbattuto in personaggi a dir poco
discutibili (è la fauna di Fiumara purtroppo, magari un’altra volta vi racconto
qualche aneddoto…) mi è stato presentato Michele, che, ovviamente dietro
un compenso, mi sta aiutando a sistemare la cabina.
In
particolare qui si dà inizio alla lavorazione dei nuovi
celetti, realizzati in Forex e sostenuti con delle bacchette di legno…E’ un
lavorone pazzesco, col senno di poi cercherei un
Piviere con la cabina ancora originale, con il feltro che metteva la CBS, anche
se sporco e da pulire….
Comunque penso
che l’effetto finale sarà bello.
Il forex è di colore bianco, il verde è una pellicola
protettiva che verrà rimossa solo la fine del lavoro
Per quanto riguarda il feltro che avevo messo, questo sta
iniziando a scolorirsi a diventare arancione. Michele mi ha detto che non ama
questa soluzione perché il feltro dopo un po “fa la polvere”. Al momento non
penso di toglierlo e anzi Michele mi ha aiutato a sostituire quello della murata
di destra. Ora va un po meglio. Michele mi ha anche suggerito un'altra tecnica,
che, forse, col senno di poi avrei potuto seguire, che è quella di fasciare le Murate
con delle bacchette di legno stile barca nordica. Probabilmente non è una
cattiva idea ma tant’è…
Una vosa così…
Ancora qualche foto di Drakkar II al suo ormeggio
Piccolo
commento sulle reti sulle draglie: io ce le ho trovate (non le ho installate
io), e si stanno anche un po' rovinando e togliendo…però ritengo che siano
veramente molto molto utili per contenere gli oggetti dentro la barca
quando si naviga (ad esempio le vele di prua, in particolare per me che non ho
il rolla fiocco)
Uno dei lavori più importanti da fare (lo eseguirò nell'
autunno 2020) è la pitturazione della coperta…
La cosa BELLA di Drakkar II è che è in acqua ed è
perfettamente navigante ed utilizzabile da subito. Abbiamo potuto da subito prendere
il largo e fare giri sia motore
(silenzioso e parco nei consumi) che a vela. Date il giusto peso a questa
questione quando progettate di prendere una barca…
17 febbraio 2017
18 febbraio 2107
25 febbraio 2017
1 aprile 2017
8 aprile 2017
23 giugno 2017
15 settembre 2017
26 settembre 2017
1 Novembre 2017
17 agosto 2018
Ho
continuato ad usare la barca intensamente, cercando di dedicare la maggior
parte del tempo a godermela (invece che a fare i lavori) facendo uscite da solo
e con amici (qui sotto sono con Paolo con cui sono uscito più volte)…
3 settembre 2019
18 ottobre 2019
3 novembre 2019
visita
amici Canadesi (invece di vedere Roma hanno voluto vedere il Piviere!)
Ecco l'elenco dei lavoretti
ancora da fare (aggiornamento alla data che vedete sul titolo). Alcuni di
questi saranno fatti a partire dall’autunno 2020 quando la barca sarà messa in
secco:
·
pitturazione di tutta la coperta
·
scartavetrare e dipingere la barra del timone
·
sistemazione dell'impianto elettrico (bisogna
collegare l'autoclave per la doccetta, le luci in cabina, una presa USB per il
cellulare, attaccare la luce di poppa di via, testare luce d'albero)
·
montare qualche metro di catena ancora da 8
mm
·
rifare
il coperchio del gavoncino dell'ancora
·
manutenzione al pantografo del motore
·
rimettere il trasto randa?
·
sostituire la bussola
·
mettere a posto il tangone
·
sistemazione cabina con barre di legno tipo Folkboat?