CARRELLABILI |
NON-CARRELLABILI |
Si può navigare in zone differenti con maggiore facilità |
Si naviga più spesso in posti "familiari" |
Si può effettuare il rimessaggio in posti differenti ad ogni stagione |
E' più scontata la decisione di "Dove terrò la barca quest'anno?" |
Costi di alaggio varo e rimessaggio ridotti |
Si preferisce che altri (i cantieri) facciano i lavori al posto nostro |
Minori costi di manutenzione |
Occorre professionalità e mano d'opera specializzata nelle vicinanze |
Costi annuali molto flessibili |
Costi annuali fissi |
Barche tipicamente più piccole per facilitare la carrellabilità |
Barche tipicamente più grandi a vantaggio del confort e più convenienti rispetto al parametro costo/dimensione |
Alcuni marinai "carrellatori" varano o alano la barca (oppure la lasciano sul rimorchio quando non l'utilizzano) nei marina o nei club, e prendono il mare occasionalmente durante i week end lunghi o durante le ferie.
Anche qui, di nuovo, è difficile generalizzare, ma credo che chi approccia in questo modo alla fine veleggia stagionalmente.
E una storia piuttosto strana quella di come noi siamo divenuti marinai da barca carrellabile, ma, se vi interessa, vi invito a leggere questo passo, e a divertirvi al nostro racconto di come abbiamo guadagnato l'onorevole titolo di Trailer Sailor ovvero "Marinai da barca a vela carrellabile"
La mia memoria "velica" mi riporta indietro al 1973, quando avevo 13 anni. Insieme con un amico eravamo in vacanza in un cottage nella "Bay of Quinte", e lì avemmo a disposizione un Sunfisfh, una piccola e leggerissima deriva molto "bagnata". Passammo un paio d'ore su di essa (o dovrei dire meglio fuori di essa) quel pomeriggio. Era fatta! Il "tarlo" mi aveva colpito, solo un paio d'ore ma il tarlo mi aveva colpito profondamente, sebbene gli effetti furono latenti per parecchio tempo e si manifestarono più tardi.
Ondine passo' i week-end estivi della sua infanzia a bordo della barca a motore della sua famiglia, trascorrendo il tempo libero nella "Georgian Bay", dove spesso pernottavano a bordo. Prima di "Serendipity" Ondine non aveva mai messo piede su una barca a vela.
Ondine ed io ci siamo conosciuti nel 1979 e nell'estate dell'anno successivo andammo a far visita ai suoi nonni nel loro cottage sulla "Georgian Bay". Dopo una piacevole visita, andammo a fare quattro passi in un vicino marina. Passeggiando sui pontili (cominciavamo a capire quale meraviglioso passatempo poteva diventare questo) passammo accanto ad una barca a vela con un cartello sopra: "in vendita". Non sapevamo nulla di barche a vela, o cose di questo genere, ma sapevamo di sicuro che non potevamo affrontare una spesa di 10.000$ richiesta per la barca.
Sfortunatamente non avevamo idea che era possibile avvicinarsi alla vela pur non essendo dei nababbi, così rimanemmo a fissare le sue piacevoli linee d'acqua e dichiarammo: "Un giorno possederemo una barca a vela ! "
Non so contare il numero di volte in cui abbiamo ripetuto quella frase nei successivi 16 anni. Ogni volta che passavamo un pomeriggio vicino ad uno specchio d'acqua ci ripetevamo a vicenda: "Un giorno possederemo una barca a vela ! ".
Nel 1993, dopo 13 anni di matrimonio, senza mai aver avuto una vera e propria luna di miele, proprio quando stavamo tirando su i nostri due figli, raschiammo tutti i nostri risparmi, dedicati ai nostri rispettivi regali di natale, ed insieme ai risparmi accumulati sulla nostra Master Card, ci regalammo una vacanza nella Repubblica Dominicana. Pernottammo per una settimana al Decameron Resort godendoci il sole e la spiaggia.
Un pomeriggio presi una piccola deriva, mentre Ondine mi guardava dalla riva e chiacchierava con degli amici che avevamo conosciuto lì. Fu proprio un bene; proprio mentre il vento rinforzava, per la poca esperienza che avevo, scuffiai tre volte. Fortunatamente quella esperienza giovanile con il Sunfish mi ritorno in mente in un istante e riuscii a sbrigarmela da solo rivoltando la barca tutte e tre le volte: anche se alla fine ero sfinito.
Malgrado l'imbarazzo per la mia assoluta mancanza di esperienza fu semplicemente…grandioso!!
Più tardi nel 1995 fummo invitati ad un party di fine stagione in un cottage di amici.
Passai la parte migliore del pomeriggio all'estremità del loro molo, fissando l'acqua. Ondine venne dopo un po' a vedere perché mi stavo comportando in modo cosi antisociale e per verificare che mi sentissi a posto.
Il fatto era che non lo ero!.
Sebbene fossero passati 22 anni dal morso del tarlo velico, i sintomi stavano cominciando ad avere effetto: "Drovemmo essere lì fuori…", dissi indicando l'acqua, "…non voglio passare un'altra estate senza la barca a vela di cui abbiamo sempre parlato". "Inoltre con i ragazzi che andranno al college in pochi anni se non lo facciamo adesso non lo faremo più!".
All'inizio fu difficile trovare informazioni sulle barche a vela, vivendo in una piccola hobby farm , vicino ad un piccolo villaggio a circa 12 miglia ad est di Peterborough in Ontario (Canada).
Comprando le riviste di annunci di barche in vendita abbiamo capito che c'era ogni genere di offerta, di dimensioni, di forme e range di prezzo. Per le successive settimane visitammo tutti i marina nel raggio di 160 Km ascoltando chiunque volesse raccontarci qualcosa. Fortunatamente alla maggior parte degli armatori piace parlare delle loro barche.
I nostri ragazzi trovavano che noi fossimo come "ossessionati", e avevano ragione, dovevamo imparare abbastanza per comprendere in dettaglio cosa avremmo dovuto cercare.
La nostra barca doveva essere carrellabile, perché potevamo non essere in grado di pagare un ormeggio, un alaggio, un varo, una manutenzione, per un intero anno. La nostra barca doveva essere grande abbastanza per lunghi weekend e vacanze in crociera su grandi tratti d'acqua, inoltre il nostro rimorchio poteva solo gestire un trasporto fino a 2500 libbre (macchina + rimorchio + barca).
Cominciammo a puntare su barche da 18 a 22 piedi. Ritornammo in ogni marina e yacht club che avesse barche carrellabili in vendita. Estendemmo la nostra ricerca fino ad un raggio di 320 Km e di nuovo c'era molto poco da scegliere.
Un giorno mentre esternavo ad un collega di lavoro la mia frustrazione, egli mostrandosi sorpreso mi dichiaro che sua sorella aveva una piccola barca a vela che aveva cercato di vendere anni prima, e che aveva rinunciato mettendola da parte nel loro granaio. Non era sicuro di cosa fosse o quanto fosse grande ma si aspettava che fosse ancora in vendita.
Chiamai il numero e presi appuntamento per vederla. Era stata "parcheggiata" nel granaio per 5 anni e aveva 5 anni di polvere e paglia sopra. Ma erano stati gli unici proprietari e l'avevano tenuta in buone condizioni; prima del rimessaggio si erano curati di lavare le vele e ripiegarle in modo molto professionale. Il motore fuoribordo a gambo lungo Volvo da 3,9 hp non poteva avere più di 50 ore di moto. Pensai "Potrebbe essere lei".
Quando mia moglie Ondine poso' gli occhi su di lei disse "E' sicuramente una strana barca a vela! "Si, e probabilmente diventerà la nostra barca non è vero?" Questo suono' più come una speranza che come una domanda.
Ne parlammo un po' su, Ondine si sforzo' di guardare oltre le apparenze, mentre io la guardavo (la barca) da poppa a prua. Sebbene non avesse tutta l'attrezzatura che, durante le nostre pellegrinazioni, qualche vecchio lupo di mare ci aveva suggerito che avesse, era in condizioni eccellenti.
Comunque, al momento della richiesta il mio cuore sprofondo' e riuscii solo a dire "Bene sicuramente ci penseremo, e una bella barca" e andammo via.
La sera successiva, dopo cena, cominciammo a pensare a quale nome avremmo voluto dare alla barca qualora l'avessimo trovata. Ignorando momentaneamente la mala sorte profetizzata per chi è così pazzo da tentare d'ingannare gli dei del mare cambiando il nome alla barca, ci sforzammo di fare una lista di 10 nomi, ma nessuno di questi sembrava adeguato. Alla fine consultammo il dizionario alla voce Serendipità:
"Serendipità: 1- dote fortunata di trovare le cose importanti in maniera casuale….
…e per burloni e buontemponi…
la facoltà di incappare in importanti scoperte anche quando non si è in cerca di esse.
Il telefono squillo' e mentre Ondine lasciò la stanza per andare a rispondere io ripetei il nome per alcuni minuti " Serendipità, Serendipità, mi sembra carino !"
Ondine tornò e disse che era per me " …sono gli armatori di Serendipità".
Parlammo un po' e dissi che c'era piaciuta molto la barca ma che pensavamo che il prezzo era troppo caro per quello che potevamo spendere. In quel momento sentii le parole che veramente speravo di sentire "Be' il prezzo si può negoziare!" Perdemmo appuntamento per incontrarci la sera successiva.
Nel frattempo avevo raccolto ogni valutazione che avevo fatto per ognuna delle barche che avevamo visto e allegai una lista di annunci di barche che avevo raccolto di dimensioni simili a prezzi concorrenziali.
Quando ci incontrammo il giorno dopo parlammo un po' e presentai la lista di valutazioni che avevo fatto per Serendipità accanto a quelle delle altre barche e aspettai. Un attimo dopo, scusandomi per il fatto che quelle barche usate costavano così poco, feci la mi offerta.
Era molto meno di quello che si aspettavano, molto meno !
Ma subito dopo proposero una controfferta che era esattamente il nostro limite massimo. Raggiunsi l'accordo! Serendipità era nostra e come il suo nome, abbastanza inaspettatamente.
Durante tutta la strada di ritorno verso casa, con la nostra vecchia "19-enne nuova" barca nel carrello, meditai a tutto il tempo che avevamo sprecato cercando la nostra barca mentre era solo a 7 km da casa. Ondine mi guardo' con uno sguardo contrariato e disse "Ma il tempo speso e i km fatti non sono stati invano!" "Ci è servito per l'esperienza!"
Spingemmo Serendipity fino a casa nostra, bloccammo il carrello, parcheggiammo il camioncino e tornammo ad ammirare la nostra Serendipity.
Quando entrammo dentro e sedemmo al tavolo della cucina Ondine disse queste immortali parole:
"Adesso dobbiamo solo immaginarci come dev'essere in navigazione!"