Domenica 30 luglio mi reco a Riva di Traiano, il porto di stazionamento del mio Piviere 660, Subé, senza famiglia al seguito.
Siamo tornati da due settimane passate in un altro luogo di vacanza, senza barca ovviamente. Dopo un tale "digiuno", questa domenica è l'occasione per fare un giretto, sulla barca, prima di una nuova settimana di lavoro.
Ma sono solo, purtroppo, la moglie ha dovuto rimanere a casa a disfare le valigie e a fare i necessari lavaggi.
Sono però confortato da alcuni miei pensieri tipici…"…ho scelto il Piviere anche per questo, perché è una delle poche barche che ti consente di uscire da solo…in fondo…" mi dico, quasi per convincermi di poter fare quello che in realtà non ho ancora mai fatto.
Un po' di perplessità mi viene dal fatto che ho già toccato con mano l'inesattezza dell'altro assunto "Il Piviere è più o meno come una grossa deriva, quindi del tutto gestibile". Ho provato con mano che, almeno quando ormeggio e disormeggio la barca si comporta come un vero cabinato (con una zavorra da 1400 Kg!), altro che deriva ! E non bisogna distrarsi mai…e poi fino ad oggi abbiamo manovrato sempre in due…fino ad oggi…
Ma tant'è !…C'è sempre una prima volta !
Preparo tutta l'attrezzatura, accendo il motore e ripasso mentalmente le manovre da fare.
Libero la barca dagli ormeggi e metto la retromarcia. La barca si muove dolcemente fino al punto in cui inverto la marcia per impegnare il canale d'uscita. Tutto va bene, anzi sono fortunato e percorrendo il canale tra i due moli trovo il vento in prua. Così penso subito ad alzare la randa e mi dico che non avrò problemi in uscita.
Passando davanti alla torre di controllo chiamo sul canale 9 per avvertire della mia uscita…è la prassi. Ricevo un laconico "OK, grazie Piviere !"
Uscendo fuori trovo la solita onda lunga che c'è da queste parti (possibile che sia sempre così qui il mare ?). Isso il genova e lo cazzo, aspetto di allontanarmi dai blocchi di cemento della diga foranea e spengo il motore.
Finalmente sono uscito !..sono da solo con la mia barca…ce l'ho fatta ! In fondo non è stato difficile, forse è vero che il Piviere ti consente di fare queste cose in tutta sicurezza !
Adesso vediamo come si comporta la barca. Provo a mollare la barra per vedere cosa fa…niente ! La barra rimane fisa al centro e la barca prosegue la sua rotta. Penso: "Bene così, vuol dire che ha un'ottima stabilità di rotta !"
Bene, adesso è ora di virare mi ripeto mentalmente "Pronto alla vira ?…Pronto!…Viro! " niente da fare la barca non vira ! "Forse avevo poca velocità…forse la pala del timone è troppo piccola…forse devo mollare prima il genova…ma certo ! "
In fondo è giusto se la barca a un'ottima stabilità di rotta perché dovrebbe essere veloce e nervosa in virata ?
Adesso riprovo "…Pronto alla vira ?…Pronto!…Viro! "
Adesso si che ho virato!
OK !, anche se sono passati solo pochi minuti, mi ritengo soddisfatto…adesso rientro.
Visto che la barca tiene bene la rotta, mollo la barra e vado a prua a calare il genova e lo fisso alle draglie. Accendo il motore e mi avvicino all'ingresso del porto. A circa duecento metri porto la prua al vento e mollo la drizza della randa, raccolgo la randa alla bell'e meglio e riprendo la rotta per entrare nell'ingresso.
Tutte le volte che entro nelle acque del porto penso sempre a quanta sicurezza danno queste acque così calme in contrasto con quelle che sono fuori…mi ricordano il verso di qualcuno ma non mi viene in mente chi…un Lirico Greco?…Dante ?
L'ormeggio è facile, arrivo con un abbrivio talmente piccolo che si po' dire che la barca sia ferma. Salto sul molo e con una mano la tengo. Vado a prua e lego una cima e ripeto l'operazione a poppa. Spengo il motore.
Adesso devo solo rimettere a posto tutto e fare i lavaggi…è il bello del gioco!
Bene ho provato ad uscire da solo e ce l'ho fatta, tutto è andato per il meglio adesso posso dire di conoscere ancora di più la mia barca, il mio amore per essa aumenta ed ogni giorno acquisico quella intimità di coppia che si instaura tra armatore ed amatissima barca!
B.V.
agosto 2000
L.P.