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                                    La terra e la parola

 

Loro la chiamano terra.

Dovrei dire noi, perchè parlo dei miei concittadini. Comunque da queste parti si è sempre detto la terra dell’Etna.. non sabbia, non cenere,terra, quella che simile ad una pioggerellina primaverile cade ininterrottamente da settimane.

Ma assomiglia piuttosto al borotalco : impalpabile e oleosa. Solo che è nera ed è dappertutto.

Inizialmente solo sui tetti e sulle strade ,senza scordarsi delle barche e delle auto. Inutile spazzare, è come volere asciugare il suolo con lo scottex sotto un temporale.

Insomma cade notte e giorno su qualsiasi cosa che stia orizzontale sotto il cielo. Ma in seguito comincia a invadere anche il verticale: correnti elettrostatiche si sbizzarriscono ad attirare i minuscoli atomi e a rivestire tutto di una sottile invisibile patina nera.

E anche una questione estetica,mi pare. La mia barca ad esempio.La coperta bianca è adesso tutta nera, ma se i fianchi rimanessero gialli. non ci sarebbe armonia; invece con l’occupazione elettrostatica del verticale, adesso è omogeneamente tutta di un bel nero antracite.

Poi inizia l’avanzata sul dentro : prima dentro gli occhi chiusi, dentro gli orecchi chiusi ,la bocca chiusa,poi dentro le case chiuse ,poi dentro i cassetti chiusi,poi dentro le scatole col coperchio che stanno dentro gli armadi con sportelli ,poi dentro le parti cave degli oggetti che stanno nelle scatole chiuse dentro gli armadi chiusi che stanno nelle stanze chiuse dentro le case chiuse. Infimi atomi invasori che hanno ormai colonizzato questa città. Eppoi dicono che sono gli uomini a colonizzare la terra...

Il vento sposta,ammucchia,solleva,milioni di metri cubi di questa armata che pacificamente occupa,riempie,colma ogni anfratto ogni fessura,ogni vuoto possibile. “La natura ha orrore del vuoto”, mi vengono in mente liceali riflessioni filosofiche. Sarà per questo che appena può lo riempie: di terra però.

Adesso è entrata dentro il computer,dentro l’hard disk,dentro le memorie, si è fusa con i programmi di scrittura, sicuramente implementata con Word. Word è parola,world è mondo,che però chiamiamo terra. E che hanno in comune la parola con la terra,a parte l’onomatopeisno britannico? Perbacco ! Sulla terra vennero tracciati i primi segni che indicavano la parola. La scrittura-parola nasce dal connubbio con la terra.

Adesso mentre scrivo l’impressione è che anche gli ordinati e famigliari segni che compaiono neri sul mio monitor, e che compostamente si dispongono a ricomporre la parola, siano formati da questi minuscoli granelli di sabbia che ha invaso il mio mondo-computer, lontani parenti di quei granellini smossi dal bastone che tracciò le prime lettere sulla terra che certamente doveva essere nera e oleosa come questa. Hanno proprio ragione i miei concittadini :quella che piove dal cielo si deve chiamare terra e non sabbia, o cenere...sulla sabbia o la cenere la scrittura non dura. Solo la terra ha reso possibile la scrittura che è la parola tracciata sulla terra.

Quindi, che c’è di strano nel fatto che la terra della mia terra etnea, indiscutibile prototipo di tutte le lavagne, le pergamene e gli schermi a raggi catodici, si sia insinuata nel mio PC e, con la complicita di Word che sposta i suoi neri granellini accumulati dentro , renda possibile l’apparire sul monitor di questi neri segni della mia fantasiosa parola?

Nulla!

Anzi il crederlo ci predispone favorevolmente all’accoglimento dell’era dell’implementazione totale. ’

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