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                                                  L'attitudine alla latitudine
                                    (identikit dell'uomo che non prende posizione)

Ci sono tanti tipi di individui e dalla loro variegata presenza sono state
ricavate una infinità di tipologie.
Ma tra le tante descrizioni possibili manca una descrizione dettagliata di
quella varietà a cui, con perspicace intuito, si è voluto almeno attribuire un nome : l'homo fugens.
Oggi risulta evidente il perché di tale apparente dimenticanza : il fatto è
che l'aspetto essenziale di tale individuo è che non ha aspetto, o meglio
che, anche se lo si aspetta al varco per coglierne l'aspetto, il suo potere
di evanescenza, il suo evanescere perpetuamente, gli conferisce soltanto un
aspetto dispettoso, cioè appunto, dato che non ha aspetto , ne risulta un
dispetto a te che lo aspetti per conoscerne l'aspetto. A parte questa
antipatica situazione iniziale, descriverlo è veramente compito arduo e
impegnativo, infatti, come si è già detto, la principale caratteristica
dell'homo fugens è quella di fuggire, d'essere sfuggente, sfuggevole, sfugiasco, di essere sempre latitante, latente, di latitendare a latere, insomma di non occupare mai lati che possano fare indovinare una sua possibile lati-tudine.
Questa sua fondamentale attitudine a latiscere gli è valsa l'appellativo di
"homo fatuans", oppure più recentemente, "homo fugens". Inoltre per il
semplice fatto di schivare la prossimità del suo prossimo il nostro è sempre
molto solo e ciò rende impossibile una sua osservazione accurata da parte di
inesistenti presenti.
Tuttavia questa attitudine alla solitudine costituisce un altro punto
qualificante della sua identità. Anzi a qualcuno non pare azzardato
ipotizzare che la latitudine sconfini un pò con la solitudine e si completi
con un'infinita tristezza malinconica e un tocco di depressione nervosa.

Ciò può costituire un primo bozzolo nel ricostruire un identikit del
personaggio, infatti se si conosce poco della sua inconsistente parvenza, è
del suo mondo interiore che si può comunque sapere qualcosa.
A tal uopo illustri scienziati, ad un congresso a bella posta impostato,
hanno a lungo dibattuto e approfondito la questione della sua internità,
quasi che almeno posizionare il suo spirito in una tipologia ben delineata
potesse contribuire a slatentizzare il latente che è celato in lui e fornire
ai posteri almeno una mappatura morale del soggetto.
Una delle più importanti questioni a cui si è tentato di dare risposta e se
il soggetto può rappresentare un bene o un male per la società, avendo una
frangia dei convenuti avanzato l'ipotesi che potesse trattarsi di personaggio dedito a subdole attività di sedizione.
L'illustre consulto, partendo da un attento esame etimologico della ipotesi,
ritenne un quasi un insulto profferire anche soltanto la parola "sede", che
è si inerente la sedizione, ma quanto mai inopportuna se riferita a uno
senza fissa dimora. A causa di tale inconciliabilità concettuale si è
escluso che il nostro possa considerarsi socialmente pericoloso.

Scartata quindi tale assurda qualifica vennero proposti altri campi di indagine,
atteso che comunque venivano ad evidenziarsi altri aspetti del disordine
ideologico che tali individui arrecano alla società, tra cui la confusione
linguistica e la conseguente anarchia semantica che la loro presenza-assenza
comporta.
Infatti quando ne incontri uno ti sembra di non incontrare nessuno. Ma
siccome la matematica non è un'opinione, per fare tornare i conti si deve
per forza dire : ho incontrato nessuno, che ha detto niente e gli ho
risposto nulla.
Tale acrobazia linguistica ha naturalmente generato legittimi malumori
presso i puristi della lingua, che quindi hanno proposto di spostare l'indagine sulle qualità che sottolineano piuttosto la trasparenza fisica dei soggetti,

soprattutto al fine di evitare simili fastidiose incongruenze linguistiche nelle occasioni di pubblici raduni.
Si può dunque parlare nel loro caso di una specie di invisibilità sociale ?
Certamente, se si assume che invisibile è colui che non mostra il viso ; ma
si può anche dire che chi non mostra il viso si rende invisibile, giacchè l'
arrendersi della sua arrendevole presenza rende giustizia al suo viso non
visto.
Passata coi voti favorevoli dei puristi della lingua l'attributo di
invisibilità ha dovuto poi essere reso compatibile con altre possibili
qualifiche.

Ad esempio,Evasivo : difficilmente si potranno mai conoscere la abitudini
sessuali di simili creature. Certamente con Eva avranno contatti
estremamente incorporei, ma sicuramente sono accomunati dal comune destino
di cambiare spesso residenza a causa di una segreta attitudine a voler
assomigliare ad Altro,
Aspirazione questa che nasce forse dalla comune invisibilità e dalla
altrettanto comune predisposizione a rispondere evasivamente alle domande.


Oppure ,Sospettabile :Certamente il camminare di lato, come ogni latitante,
rasentando i muri, ma non troppo per non lasciare tracce, depone a favore di
tale attributo, soprattutto se si aggiunge alle caratteristiche dello sguardo che non è solo sfuggente, ma anche bieco, ossia tangenziale, di sbiego, mi spiego : furtivo, come proveniente da furto, impalpabile, come se non palpeggiasse neppure le palpebre.

O Dimorato :Dove abita non lo si sa. Si sa invece che non porta un abito,
piuttosto indossa un alibi che è per lui come una casa dove abita, e dove si
nasconde abilmente, abituandoci al concetto di abiura abitativa.

Ma non era soltanto di accusatori alla ricerca della prove di pericolosità
sociale, che era fatto lo schieramento degli studiosi. Anzi al contrario c'era chi esaltava i pregi e i vantaggi a valorizzare il ruolo positivo che simili individui ricoprono a beneficio della società.
Costoro, appellandosi alla inalienabile facoltà che ha la mente di procurarsi fattezze idonee a rendere appariscente l'ineffabile contenuto dello spirito, difendevano la prestazione sociale di simili esemplari, intravedendo in essi addirittura dei preziosi esemplari nella infinita varietà di beni universali ;
Cosi infatti argomentavano a favore dell'Homo fugens :
senza la loro inconsistente presenza le folle sarebbero più folle, le masse
avrebbero più massa, i treni sarebbero più pieni, gli stadi scoppierebbero,
gli spalti gremiti sarebbero stragremiti ,le calche più accalcate, le case
sarebbero ancora più strette, gli ascensori più pesanti, ecc..
Senza la loro attitudine alla latenza e alla latitanza nei dibattiti, le
linee telefoniche sarebbero più intasate, per non parlare dei parlamenti,
dei parlatoi, dei ballatoi, degli androni dei palazzi, dove si parla ,si
sparla, si parlotta, si complotta, si confabula si raccontano fabule, anche
col docet, insomma dove ogni giorno ognuno dice la sua rubandola agli altri,
che dicono la loro a tutte l'ore.
Loro (essi) non direbbero la loro neppure per tutto l'oro del mondo. Questo
li rende se non altro benemeriti del comparto ecologico che si occupa di
abusi sonori e lotta alla eco dissonante delle troppe voci sovrapposte.
Questa ardimentosa ipotesi per di più caldeggiata da una appassionata
arringa difensiva e documentata da una ponderosa mole di documenti sul numero impressionante di tragedie sociali evitate grazie alla silenziosa e inespressiva partecipazione sociale di questi sottovalutati eroi della quotidianità, ha convinto gli scienziati a esprimere un giudizio più cauto nei confronti
della varietà dell'Homo Fugens. Arrivando financo a redigere una comunicato
stampa che sostanzialmente lascia le cose immutate e cioè che ad oggi la
scienza non può esprimere un parere definitivo attorno alla questione se l'homo fugens sia o meno una variante utile al fine della conservazione della
specie o al contrario una pericolosa neotenia da combattere fino alla sua
totale estinzione.

Consci di questa malaugurata carenza di certezze scientifiche è ora di
passare la parola al popolo affinché, sulla scorta di un voto
plebiscitario, si possa finalmente stabilire se è meglio tacere sulle
opinabili certezze con cui amiamo circondare la nostra miserevole
vita, esaltando il fulgido esempio che ci viene da questa variante genetica
della specie, oppure se sia meglio sbroccolare personali disquisizioni sulla
mutevole essenza delle cose e col concorso di tante teste cesellare un
variegato seppur provvisorio mondo di pareri inoppugnabili e di conseguenza
condannare senza appello la presenza minacciosa tra di noi di vergognosi
esemplari della sfuggevole genìa dei "senza opinione".

Si potrebbe redigere in simile modo scarno il quesito :
Secondo te L'Homo fugens va :
direttamente accoppato per vilipendio al verbo e omissione di contributo alle umane sciagure,oppure santificato per eroica resistenza alla tentazione di concorrere alla costruzione della torre di Babele

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