Ariel era un Ketch di 58 piedi costruito dai cantieri Columbia. Aveva già attraversato l'atlantico ed era in ottime condizioni di uso con vele nuove acquistate per questa trasferta.
Il naufragio è avvenuto in data 23/11/97 nei pressi di Tabarka in Tunisia. La stampa ne ha parlato diffusamente.

Le persone che firmano queste lettere erano coinvolte in varia misura nel viaggio di Ariel verso le Canarie ed avevano appuntamento con l'equipaggio a Gibilterra per continuare assieme per Tenerife; sono state in Tunisia per seguire le ricerche dei superstiti.
A questo proposito inviano anche la nota che perverrà alle autorità tunisine ed agli ogani di stampa quale chiarificazione sull'attività delle stesse dal momento che da molte parti, per cattiva informazione, si cerca di accreditare un comportamento rinunciatario delle autorità di quel paese.




Come le tessere di un puzzle finiscono col comporre un ameno quadretto  già da altri progettato, così un amaro destino , ha messo una dietro l‘altra le tessere dei tristi eventi che ci hanno privati per sempre del  sorriso, della gioia di vivere e di quell’ansia di voler andare oltre , vero motore della vita , dei nostri cari Antonio Michele e Filippo.

Ad oggi niente può farci credere o pensare di poter ritrovare i dispersi , sarebbe un pio illudersi ,  abbiamo visto con i nostri occhi come la forza di quella tempesta abbia potuto prendersi gioco di enormi masse di dura pietra spostandole come granelli di sabbia  dal mare alla terra e poi di nuovo dalla terra al mare , incessantemente, senza soluzione di continuità , fino a quando tutto è cessato e la risacca ha ripreso il suo innocuo incedere. Come i denti di un gigantesco orco  nere pietre hanno trattenuto tra di esse ora brandelli di spy ora scotte colorate ora resti di oggetti che ci erano familiari.
E che andiamo riconoscendo in questa nuova dimensione che non e’ più la loro.

Niente dei nostri amici mentre il mare riprende nuovamente forza.

E’ stata una settimana di altissima pena ma ci sentiamo in dovere di ringraziare pubblicamente il popolo tunisino ; dai due ragazzi che ci hanno fatto da guida  al comandante della postazione di Cap.Negro al comandante della Marina di Tabarka.
La loro disponibilità è stata encomiabile, ed è andata al di là del semplice aspetto formale.
I subacquei della marina hanno cercato i corpi dei dispersi i primi due giorni dopo l’incidente quando le condizioni del mare lo permettano ma sempre in una situazione di visibilità nulla;
La vedetta della Marina usciva giornalmente in perlustrazione ed un elicottero militare sorvolava la zona del naufragio fino a Tunisi nella speranza di avvistamenti;
I comandanti delle varie postazioni della Guardi Nazionale ci hanno sempre dato esaurienti risposte alle domande che ponevamo e ci hanno messo a disposizione Guardie militari per accompagnarci lungo i sentieri  e le piste che attraverso il bosco portavano sul luogo del naufragio ,divenuto nel frattempo inaccessibile dal mare per via del maltempo;
Il comandante del porto di Tabarka  ci ha messo a parte delle comunicazioni ufficiali sulle rilevazioni radio dell’SOS rilanciate da un mercantile turco alla base di Cagliari e considerato
Che i sub non potevano uscire in mare dava loro ordine di aiutarci nelle ricerche a terra quando già
Altre unita’ a piedi perlustravano la zona.;
lo stesso ci procurava un’ autorizzazione per partecipare alle ricerche a bordo della nave militare.

Abbiamo veramente avuto modo di constatare come il fatto era  particolarmente sotto i riflettori dell’opinione pubblica locale e come la loro disponibilità andasse oltre il puro atto dovuto; dobbiamo ricordare infatti che uno dei dispersi , Filippo Suzzi, era di casa a Tabarka , conosciuto da tutte le autorità per aver lavorato in quei luoghi con la sua imbarcazione.

Un nostro caloroso grazie quindi a tutte le autorità ed alla popolazione del luogo nella figura di umili pastori a piedi nudi, che ha attivamente collaborato con noi e le autorità alle ricerche guidandoci tra i sentieri che portavano sul tragico luogo .

Niente potrà lenire il nostro dolore assieme a quello dei familiari, ma abbiamo voluto con questa nostra smentire voci insistenti circa l’inefficienza ed il pressapochismo delle autorità tunisine ed assicurare i familiari e l’opinione pubblica tutta che pur nelle limitatezza delle loro risorse tecniche le autorità tunisine si sono prodigate in maniera encomiabile  sia con mezzi che con uomini e soprattutto non creandoci alcuna genere di problema e mettendoci nelle condizioni di partecipare attivamente alle attività di ricerca.

Domenico Palumbo Piccionello
Calogero Pullara
Francesco Tedesco
 
 


LETTERA DI RINGRAZIAMENTYO ALLE AUTORITA TUNISINE .
 

 Nella qualità di persone vicine alle vittime del naufragio del veliero Ariel, avvenuto nei pressi di Tabarka il 23/11/97 e di unici cittadini italiani ad essere stati  presenti alle operazioni di ricerca dei dispersi, ci sentiamo in obbligo di dover esternare la nostra riconoscenza alle autorità ed alle gente del luogo per la disponibilità  dimostrata nel corso delle vicende che hanno seguito il sinistro.

Tale disponibilità è andata oltre quanto era lecito aspettarsi , superando l’aspetto formale e concretizzandosi , nel caso delle autorità  , nel  prodigarsi a renderci chiari gli aspetti tecnici del
naufragio permettendoci di  visionare ogni reperto ritrovato e nel caso di semplici cittadini , esternandoci  il loro cordoglio e partecipando alle ricerche nostre personali.

Ringraziamo particolarmente il comandante del Marina di Tabarka , il comandante della postazione della Guardia Nazionale di Cap Negro, quello di (Niefsa) e di tutto il personale loro dipendente , che nell’ambito delle loro diverse competenze hanno espresso la massima collaborazione.

Va ricordata l’opera prestata dall’equipaggio dell’elicottero che si alzava in volo in condizioni proibitive pur di portare in salvo gli scampati  e condurli in ospedale per le prime cure.
I pescatori inoltre modificavano le loro rotte abituali per ripercorrere quelle prossime al naufragio nella speranza di avvistare i dispersi.
Non dimentichiamo ancora i subacquei , militari e della protezione civile , che , impediti nelle ricerche a mare dalla visibilità nulla e dal maltempo perdurante , hanno partecipato assieme a noi alle ricerche sulla costa. E poi va la nostra riconoscenza alla gente dei luoghi prossimi al naufragio che si univa a noi nelle ricerche guidandoci tra gli impervi sentieri che conducevano alla costa.
L’ultimo ringraziamento infine ai nostri amici tunisini  (Joseph) e (Jachim)  gente di mare, che hanno condiviso con noi questi tragici giorni  fungendo da tramite nei rapporti con la gente del luogo e guidandoci nei nostri spostamenti che sarebbero stati altrimenti molto difficoltosi.

Tanto sentivamo di esprimervi,  perché almeno nella grande tragedia che ha colpito noi tutti , questo nostro grazie resti  allo stesso tempo testimonianza ed assicurazione che le autorità tunisine hanno profuso il massimo impegno e mostrata ampia disponibilità  in tutti gli aspetti legati a questa tristissima vicenda.
 

Domenico Palumbo Piccionello
Calogero Pullara
Francesco Tedesco


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