Carrellabilitŕ, trasportabilitŕ, alaggio.
Una notte d’estate, a Milano, mentre lottavo contro l’afa e le zanzare, mi sono visto passare sotto le finestre di casa un intero sommergibile con torretta al seguito: era il Toti, che tutt’altro che “rapido ed invisibile” se ne andava (peraltro contromano) da Cremona al Museo della Scienza e della Tecnica.
Ovviamente non è questa la tipologia di “carrellabilità ” cui fanno riferimento i lettori di questo sito, ma l’esempio serve ad esprimere un concetto di fondo, che spesso sfugge a che sogna avventure con la barca al seguito: tutto (o quasi) può essere “carrellato”, tutto può essere varato e alato; bisogna vedere come.
Mettiamola così:
a) per fare (per usare la geniale espressione inventata da Francesco Lenzi) i “Marinai di terraferma”, cioè andare a zonzo con la barca dietro la macchina fermandosi a navigare qui e là , non si può pensare a barche di peso superiore ai 3/400 kg, perché solo così si possono utilizzare tutti i non molti scivoli disponibili. Barche del genere non hanno neppure il problema di alberare e disalberare perché sono dotate di alberi leggeri, che si possono togliere e mettere con relativa facilità ;
b) per fare trasporti, alaggi e vari occasionali, si può arrivare a barche fino a un massimo di 900 kg. (reali, calcolando il peso della barca dotata di tutte le sue attrezzature). Oltre bisogna avere un gippone vero o qualcosa del genere (spesso non basta neppure un SUV di quelli infighettati). Per queste barche serve uno scivolo fatto come si deve o una gru. Varo e alaggio con gru non sono un dramma né un salasso. Certo non lo si può fare tutti i giorni. Anche il posizionamento dell’albero con l’aiuto della gru non pone particolari problemi (io lo faccio tutti gli anni). Un buon gruista ci mette davvero cinque minuti. Certo poi l’albero va armato con sartiame eccetera, ma anche questo lavoro, se l’armo è semplice, lo si fa in un tempo ragionevole da soli. Ovviamente questo traffico è tollerabile se lo si fa una o due volte all’anno. Ma si è detto che a questi livelli siamo già fuori dal mondo dei “Marinai di terraferma”;
c) oltre i 3.500 kg. di peso del complesso barca + carrello + auto occorre la patente speciale. In questi casi conviene fare come il Toti e servirsi di un camion.
12/03/2009 Fabio Fazzo
vela.aurica@fastwebnet.it
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