Cabinatino carrellabile: Scelta o Ripiego?
E una scelta od un ripiego lacquisto di un cabinatino a vela carrellabile anziche un cabinato vero e proprio di dimensioni maggiori (non carrellabile)?
Una risposta univoca non esiste, dipendendo da innumerevoli variabili che, spesso, neanche il proprietario ha ben chiare in mente.
E invece abbastanza individuabile (quasi che si trattasse di un virus ..) quale è la valutazione italica media di una barchina di questo tipo. Si e scritto valutazione italica per sottolineare che in paesi nauticamente piu evoluti del nostro le cose sono ben diverse.
La maggior parte delle persone, in Italia, crede che la scelta di un barchino di questo tipo dipenda essenzialmente da ragioni economiche, piu o meno mascherate sotto alibi e profili di vario tipo (lecologista, lamante del contatto diretto con la natura etc etc),
Gli stessi possessori, a volte, lasciano trasparire che i pro di un barchino sono costituiti dai piu bassi costi di rimessaggio, varo ed alaggio, manutenzione etc, quasi a voler dire che, se potessero permetterselo, opterebbero senza indugio verso qualcosa di diverso e di piu grande.
Quasi che i veri vantaggi di un piccolo cabinatino rappresentino solo una scusa.
Questo modo di pensare comporta inevitabilmente che tutto cio che ruota attorno alla nautica si orienti contro questo tipo di appassionati. La logica è senza dubbio condivisibile: se il possessore di un barchino carrellabile a vela (si ribadisce sempre a vela perche le logiche dei gommonauti e motoscafari vari sono e/o possono essere completamente diverse) ha poche risorse a disposizione, non potrà mai avere lattenzione dei fornitori di servizi i quali, ed è giusto cosi, hanno come obiettivo quello di rendere profittevoli le loro attività.
Quanto finora scritto dovrebbe essere sufficiente a chiudere la questione e senza possibilità di appello. Quello che invece si vuole sostenere in questo scritto è che le cose non sono in questi termini e cioe che la vela carrellabile non puo e non deve essere vista come un ripiego ma come un modo diverso di praticare uno sport oppure un hobby come avviene in tanti altri campi ne e detto che il possessore medio di un piccolo veliero carrellabile non sia in grado di destinare, se soddisfatto nella sua passione, quote significative di risorse economiche, su questo fronte.
Non ce nulla da dimostrare a suffragio di questultima tesi: ci sono molti esempi in altri campi che rendono chiaro il concetto.
Forse, in città, muoversi con una piccola auto (o addirittura una moto) significa non potersene permettere una piu grande?
O forse chi pratica il canottaggio è perche' non puo' acquistare un fuoribordo?
Fatte queste premesse, l'analisi che ne deriva, almeno nell'opinione di chi scrive, è che si tratta di attendere (almeno questa e' la speranza) che anche in questo campo avvenga una maturazione già avvenuta in altri paesi.
Ancora per fare una metafora si pensi come si sono evoluti i jeans dagli anni 60 ad oggi: prima considerati capi da lavoro o, al massimo, oggetti di dubbio gusto e poco alla moda, fino ad divenire capi firmati dagli stilisti di grido e, in qualche caso, veri e propri oggetti di culto.
Tenendo presente quest'ultima metafora e navigando su internet nei siti Usa di barche carrellabili, si capirà abbastanza facilmente che potrebbe essere solo una questione di tempo........
Infatti la vela carrellabile rappresenta una vera e propria filosofia di vita e di divertimento, capace di far imboccare la via della semplicità e la riscoperta delle piccole cose.
Con una barca di questo tipo al seguito ci si puo' allontanare dalle abituali residenze per arrivare, ogni volta, in un posto diverso ove fruire la vacanza utlizzando la propria barca o come daysailer nei dintorni oppure per minicrociere di qualche giorno. Esaurito il periodo di vacanza (che puo' essere lungo, breve oppure brevissimo) ci si ritrova di nuovo a caricare barca e masserizie sul carrello e tornare a casa. I posto ci sono e tutti bellissimi: sardegna, Croazia, Costa Azzurra, Nord Adriatico, solo per citarne alcuni.
Cosa manca allora allo sviluppo della vela carrellabile?
Manca, da parte dei potenziali velisti carrellatori (che poi sono persone in genere normali e con famiglia al seguito), la possibilità di poter conoscere in anticipo i posti, i residences, gli approdi, i parcheggi e gli spazi ove lasciare auto e carrello (al riparo da vandali e furti) nonche' i piccoli accorgimenti che altri hanno adottato per rendere il loro guscio piu confortevole e/o piu sicuro.
Soprattutto manca la certezza dellaccoglienza in questo o quel porto (non si tratta infatti di yacht di 20 e passa metri che appena si avvicinano in un porto si ritrovano circondati da uno stuolo di gommoni ed ormeggiatori pronti per le manovre).
E', probabilmente, la mancata conoscenza anticipata di tali elementi che fa desistere anche solo dal pianificarla, la vacanza, trasformando, di fatto, i velisti da carrello da praticanti a potenziali.
Lo si ribadisce, poter avere in anticipo tali elementi, puo' rendere la ricetta Vela Carrellabile piu' fruibile da persone normali senza necessariamente essere o doventare superuomini od individui votati al sacrificio, rendendola conciliabile con le altre esigenze (es quelle familiari).
La soluzione sta quindi nel condividere tutte le informazioni che ciascuno (anche a volte senza rendersene conto) possiede e che, messe insieme ed accessibili a tutti, costituiscono una forza incredibile.
Internet puo aiutare, non solo a reperire nuove informazioni (per quello che i interessa il metodo migliore è ancora quello di ricorrere al telefono e al sopralluogo fisico), quanto a contenere le informazioni già reperite in altro modo, classificandole e rendendole ancora piu utilizzabili. Il Circuito Piccola Nautica e Naima possono rappresentare un esempio.
Il mettere in condivisione le informazioni è la vera forza capace di garantire una effettiva presenza dei velisti carrellatori nei luoghi di vacanza e convincere altre persone della formula vincente della barca carrellabile.
Se gli altri si accorgeranno che la formula è vincente, si porranno la domanda: perche no? e (forse) inizierà quella reazione a catena che porterà anche i gestori dei vari posti nonche le autorità locali a considerare con spirito diverso quella che i francesi definiscono nautica rando (da randonneur non da randagio!!).
27/01/2009 Giuseppe Paganini
bigo12@alice.it
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