NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Racconti

Barca ferma che va 2

Nel racconto metafisico "barca ferma che va" (pubblicato a dicembre) Mario ha ben descritto le miglia percorse da fermo dal suo Merien.

Pur rimanendo ormeggiato alla riva di un fiume, la corrente sfiorante l’opera viva, gli ha fatto percorrere in dieci anni circa 35.000 miglia. A pensarci bene, lo stesso avviene per la nostra vita. Che si corra o si rimanga paralizzati in un letto, il tempo passa inesorabile per tutti.

 

Pur nell’apparente semplicità, questa metafora rappresenta tutte le complessità del nostro vivere.

Quando cerco di darmi delle risposte, puntualmente mi perdo.

Allora penso alle profondità dello spazio, mi immagino come meteora che incontrando l’atmosfera di un pianeta sconosciuto s’illumina. Luce fugace, dovuta esclusivamente all’attrito terrestre.

Poi la corse prosegue, al di fuori, nello spazio privo d’atmosfera, in attesa di trovare altri mondi sconosciuti.

 

Ho ripensato spesso al binomio tempo/fiume.

Ho ripreso un racconto di uno scrittore a me caro che affronta questo tema, ne riporto a conclusione, la parte finale:

"Negare la successione temporale, negare l’io, negare l’universo astronomico, sono disperazioni apparenti e consolazioni segrete. Il nostro destino non è spaventoso perché irreale; è spaventoso perché irreversibile e di ferro. Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.

Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre; è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco. Il mondo, disgraziatamente, è reale; io disgraziatamente sono Borges."

Nuova confutazione del tempo

J. L. Borges – Altre Inquisizioni – ed. Feltrinelli



13/01/2009 Gabriele Mantovani
gabriele.mantovani@fastwebnet.it

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