Costeggiare Livorno offre svariati motivi di attenzione. Con
vento sostenuto si può sfiorare la grossa diga staccata da terra purchè si
tenga ben d'occhio il movimento dei mercantili e dei traghetti che entrano ed
escono numerosi. Se l'andatura è invece fiacca conviene tenersi un po' al largo
in maniera da poter osservare le rotte delle navi ed avere margine per
manovrare in sicurezza.
La costa a Sud del porto protende a mare frastagliate
scogliere di roccia bianca fino a Torre Calafuria. In essa sorgono vicino alla
Città porticcioli per il diporto, piccoli e ben riparati adattissimi a piccole
imbarcazioni ma dove difficilmente si potrà trovare riparo per quanto sono
completamente sfruttati dalla nautica locale. Appena doppiata la Punta che sottende alla
sopracitata torre si scorgono ben visibili i piloni dell'ampio viadotto della
vecchia Aurelia, sospeso tra le pareti di una calanchetta riparata. Gettate
l'ancora all'imboccatura. Questo sarà un valido riparo per la notte. Appena
oltre troverete la Calanca
del romito con la omonima Torre. Oltrepassata questa e i porticcioli di
Quercianella e Foce del Chioma (quest'ultimo privato con tariffe assurde)
dovrete aguzzare bene la vista per scovare dietro una gettata di roccie nere
mimetizzate con la costa retrostante l'imboccatura di uno dei porticcioli più
particolari di queste coste. Si tratta di Rossana, ex porto privato, tuttora
assistito da un grosso hangar inutilizzato dal quale escono rotaie in acciaio che
entrano in acqua attraverso uno scivolo in cemento.
Il porto è assolutamente non sfruttato, solo nelle belle domeniche d'estate lo troverete affollato dai gommoni, mentre a sera avrete
garantito un posto in banchina in assoluta solitudine. Un Piviere a bulbo
rappresenta il limite di pescaggio per entrarvi. In imboccatura tenetevi la
diga di sovraflutto dieci metri sulla dritta stando ben attenti a restare ben
lontani dallo scoglio che dista 50m verso Nord dalla testa di essa. Procedendo
paralleli alla gittata di massa a bassa velocità affondate l'ancorotto quando vi troverete
sulla esatta direttrice delle rotaie dello scivolo a terra, ovvero quando
vedrete i binari che da esso si immergono venire dritti verso di voi.
Proseguite con la prua verso il molo banchinato. Qui potrete sfruttareciò che resta di una bitta di ormeggio e un
grosso masso della diga per portare due cavi a terra e ben regolare la distanza
dalla banchina. L'ormeggio così organizzato terrà le murate ben scostate
dall'unico scoglio che affiora sotto la banchina, nel tratto più vicino
all'imboccatura. Il tutto è ben più agevole di quanto sembri. Ai primi accenni
di Maestrale è conveniente abbandonare il porticciolo la cui imboccatura
potrebbe presto divenire impraticabile.
Tre quarti di miglio a Sud di rossana esiste un altro aprodo
di raro fascino per piccole barche. Fortullino, una piccola roccaforte per
poche barche, con l'imboccatura orientata verso terra e protetta dai
bassifondi. Questi rendono l'ingresso possibile a sole barche con deriva
mobile. Non vi è posto per sosta e comunque questa è riservata ai soci del
Circolo Nautico locale. Proseguendo a Sud incontrerete castiglioncello col
piccolo porticciolo e la rada che offre moderato riparo dai venti
settentrionali, Rosignano con il nuovo Marina. Ulteriormente a Sud la bianca
spiaggia di bicarbonato Solvay a Rosignano e il lungo pontile Solvay che si
estende per quasi due chilometri verso il largo rappresentano gli ultimi
elementi cospicui della costa che di lì si stende bassa e lineare per più di
venti miglia. In questo tratto troverete come unico rifugio a terra il
porticciolo di San Vincenzo, fino a pochi anni fa gradevole porto a gestione comunale, senza pretese,
oggi si atteggia a patinato marina senza averne pregi e servizi, e mantenendo
perdipiù la storica, famigerata terribile imboccatura impraticabile con venti
di libeccio.L'ultima volta che ho
dovuto farvi sosta la gestione ha applicatotariffe già idonee al porto futuro mentre la barca fu sistemata vicino a
banchi di fango smosso in una zona dove lavoravano le draghe. Consiglio di
navigare per intero questo tratto di costa trattenendo la voglia di fermarsi
fino al meraviglioso Porto Baratti. Questo antico rifugio incredibilmente
riparato da tutti i venti era usato fin da tempi remoti come scalo per la
sovrastante città di populonia, attualmente un borghetto minimo, importante centro metallurgico in epoca
romana. Ormeggiare fuori stagione in questo
piccolo paradiso è qualcosa che consiglio a chiunque stia facendo crociera
nelle nostre coste. Si può gettare l'ancora oltre il vistoso campo boe nella
parte Sud del Golfo e al riparo dal Maestrale oppure affidarsi ad uno dei
gestori del campo boe stesso entro il quale la barca, agguantata a due cavi a
prora e due a poppa potrà sostenere anche venti forti da Nord grazie al banco
di scogli che provvidenzialmenete rompe le onde prima che queste investano le
barche. Provare per credere. Se sceglierete di fermarvi (e una visita a terra
alle necropoli etrusche potrebbe ragionevolmente richiederlo) chiamate Marco,
il titolare delle boe alle quali Salsedine tsi ferma almeno una volta a sagione
-3391814855- oppure semplicemente avvicinate la prua al campo boe e attendete l'assistenza
dei barchini gialli che verranno a darvi il benvenuto.