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Orate alla griglia e ....
Questa la devo proprio raccontare.
Io e Roro eravamo amici per la pelle. Io avevo 16 - 17 anni, lui una quindicina, io capo squadriglia scout delle Pantere e lui il mio vice. "Occhi che vedono nelle tenebre, zampe che non fanno rumore" era il nostro motto. Eravamo una coppia affiatata, io magro e allampanato come un'acciuga, lui grassottello come una pallina.
Ebbene, quell'anno decidemmo di fare il giro dell'Elba con il vecchio gommone che mio padre ci aveva regalato, partimmo un sabato e tornammo il sabato dopo, armati di tutto punto, tenda sacchi a pelo, canne da pesca, fornellini, ecc.. "Manca solo i stecchini", esordì Roro in punto di partenza, con il gommone stracarico. Non ho mai capito come mio padre abbia potuto darci il permesso di fare una cosa del genere, noi così giovani e lui così prudente, ma ho il sospetto che per lui, agitato com'era, sia stata una vera pacchia avere l'opportunità di seguirci con il suo motoscafo per tutto il tempo che siamo stati in mare. Comunque non mi sono accorto di niente, se così è stato. Torniamo alla ricetta. Ovviamente pescammo qualcosa, soprattutto la penultima sera, davanti all'isola Paolina, dove spiaggiammo con il gommone e dove piantammo la tenda. A quei tempi si poteva fare in tutta tranquillità. Prendemmo una bella orata e tutta una serie di pesci più o meno piccoli. Ma il bello deve ancora arrivare. Allora...., piantammo la tenda e ci sistemammo. All'imbrunire, non troppo lontano si vedono arrivare due ragazze che piantano una tenda. Dopo un pò si vede sopraggiungere "la meraviglia". Una bella ragazza completamente svestita ci chiede: "Avete una sigaretta?" In quel momento avrei voluto essere naturista, fumatore, James Bond, e chissà cos'altro ma la laconica risposta non potè altro che essere "Non fumiamo, ci dispiace". Ovviamente la frase rimase strozzata in gola e non so nemmeno che cosa abbia capito. Lei a questo punto fece retromarcia e se ne andò. Noi accendemmo un bel fuoco e cucinammo il nostro pesce, ogni tanto guardando in là con sguardo furtivo. Avrei voluto invitare le due ragazze a mangiare con noi la nostra bella orata, ma appena mi azzardai a ventilare l'idea, Roro mi guardò con aria guardinga e mi disse "Mica ti vorrai confondere con le donne è?" Non vi dico l'immagine di quella ragazza per quanto tempo si è presentata nei miei sogni di adolescente. Insomma, finita la storiella, ingrediente più, ingrediente meno, l'orata la cucinammo così:
Pulire e lavare 4 orate di media grandezza e porle in un recipiente a bordi alti. Preparare una marinata con il succo di un limone, mezzo bicchiere di olio di oliva, abbondante prezzemolo tritato, uno spicchio d'aglio tagliato per metà, una foglia di alloro ed un rametto di timo spezzettati, sale e pepe. Miscelare bene e versare sulle orate. Intanto preparare la brace, facendo scaldare per bene la griglia di cottura. Sgocciolare le orate ed adagiarle sulla griglia, ungendo di tanto in tanto con la marinata entrambi i lati, facendo attenzione a non far rompere il pesce nel rigirarlo. A cottura ultimata adagiare su un piatto da portata sul quale avrete preparato un letto con foglie di insalata verde. Guarnire con fettine di limone e ciuffetti di prezzemolo. Servire calde.
18/12/2008 Francesco Lenzi
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