Ne abbiamo parlato tanto e qualcuno di voi potrebbe osservare: cosaltro cè da dire? Rispondo da padre di famiglia, con i conti alla mano. Da queste considerazioni però escluderei tutti quegli avventurosi, come Salsedine per esempio, che con una piccola barca hanno avuto il coraggio di sfidare il Mediterraneo. Queste sono persone speciali alle quali tutti noi portiamo rispetto e ammirazione, ma come padre di una famiglia normale non posso che rimanere con i piedi per terra, tirare qualche conclusione e alimentare qualche speranza, anche sulla base di unesperienza dettata da un grande amore per la vela e la nautica.
Alcuni di voi avranno già provato, o per conto proprio, o con il programmino di calcolo su Excel riportato sulle News a fare delle simulazioni sui costi di acquisto, mantenimento, manutenzione, utilizzo di una barca di media grandezza. Mi riferisco ad una barca di media grandezza (9 10 m) perché sono le condizioni minime di vivibilità poiché altrimenti sarebbe veramente difficile, per la maggioranza dei comuni mortali, pensare di fare una "vacanza" dopo un anno di duro lavoro. La conclusione è, senza tanti discorsi, che ci vogliono almeno 10.000 lanno. Non entro nei particolari, ma i 100 a notte che chiedono per ormeggiare in certi porti sono più che significativi, ed è impensabile ritenere di "non dormire" solo in rada. La prima conclusione è che per poter vivere una nautica di questo tipo bisogna avere un tenore di vita medio alto ed una grande passione per il mare. Questa è la nautica che ci ha imposto questo capitalismo e che non voglio criticare ciecamente perché anchio ci vivo più che bene e sarei solo un ipocrita a farlo. Quindi quali sono le alternative. Anche di questo ne abbiamo parlato tanto. Sono le piccole barche, più o meno carrellabili, che possono essere messe a terra linverno e tirate fuori quel mese o due lestate con un costo che non superi i 3000 lanno. Cifre più abbordabili anche per una famiglia con un tenore di vita più "basso". Ovviamente solo per uscite giornaliere o poco più. Alla stessa cifra si può fare una bellissima vacanza con un Charter di una o due settimane con uno yacht sempre nuovo o semi nuovo, assicurazione, posti barca assicurati, etc, etc. Diciamo che con 6000 si potrebbero, in teoria, fare tutte e due le cose senza avere troppi pensieri. Questa penso che sia la nautica di oggi. Non vedo alternative per tutti coloro che come me hanno un tenore di vita "mediamente" medio. Tutte cose assodate, oramai, già dette e scritte, insomma abbiamo dovuto mandare giù il rospo. Questo però è già il presente - passato e bisogna sempre guardare avanti, al futuro. Voglio essere ottimista e pensare ad una nautica fatta di "bellissime barche" che vengono tenute sui carrelli e gestite dai loro armatori dove e come meglio gli aggrada. La tecnologia del carbonio potrebbe permettere di costruire barche molto leggere e inaffondabili, alberi facilmente armabili, interni spaziosi dove non manca niente. E stato già detto anche questo, così come che cinquantanni fa nessuno si sarebbe mai immaginato di andare in giro per il mondo con una vera e propria casetta attaccata ad una motrice, parlo del camper e del suo incredibile successo. Questinvenzione ha cambiato il modo di fare le vacanze per migliaia di persone in tutto il mondo. E qui è il punto. Si tratta di inventare un nuovo modo di gestire la barca: una barca leggera, comoda, sicura, con un "mezzo" che permetta trasporto, alaggio e varo in comodità e sicurezza. Ci vuole un maggior impegno da parte di chi investe nella nautica a progettare e realizzare barche anche per questa fascia di utilizzo. Ad onor del vero devo ammettere che colossi come Jeanneau - Beneteau ci hanno provato con i loro SUN2000 e FIRST211, oppure la ETAP con il 21i, ma penso che lerrore sia stato di produrre barche "carrellabili", e quindi "ibride" con tecnologie tradizionali, in pratica le stesse che si utilizzano per le grosse barche. Questo errore è stato fatale perché oggi mantenere un SUN2000 può costare quanto mantenere un 8 metri. In più non cè stata sinergia ed uniformità di intenti con i produttori di carrelli che ancora vanno per conto loro, molto artigianalmente, senza grandi invenzioni, né innovazioni nei materiali e nella tecnologia. Insomma diamoci da fare, questo è linvito, guardiamo al futuro con fiducia dando speranza anche alle migliaia di piccoli diportisti. Devo aggiungere che la Polonia, per la sua conformazione geo-politica ed economica ha fatto molti passi avanti in questo senso, ma ancora manca tanto da fare. Io nutro questa speranza.