NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Esperienze personali

Pensieri di Libeccio

Il mio amico Fulvio, tipico pensionato che vive a Tirrenia, piccola cittadina marina e mia residenza, ha un bellissimo orto e con la sua Ape Piaggio si arrangia vendendo i suoi prodotti agli amici, di cui mi onoro far parte e inoltre si presta anche per piccoli lavoretti e traslochi vari. Nell'occasione del suo ottantesimo compleanno l'abbiamo festeggiato al suo orto con un bel pranzo, ricco di carni e pesci, fatto sulla brace di pine, che ha riempito tutta l'aria circostante con il classico profumo di resina bruciata. Una torta gigante piena di candeline ha concluso i festeggiamenti che sono stati "allagati" da ogni sorta di bevande, ma... l'acqua ne ha avuto pochissima colpa!! Alcuni giorni dopo ho ritrovato Fulvio al bar di Costante ed era pieno di abrasioni e cerotti in volto e sulle braccia. Mi ha spigato che tornando a Pisa dalla sua festa con l'Ape, ha "raddrizzato" una curva ed è finito giù nella scarpata del Lamone, rovesciandosi più di una volta, fortunatamente senza gravi danni in quanto in questo periodo tale fosso che costeggia la strada è in secca e gli argini ed il letto sono pieni di arbusti che hanno attutito l'increscioso evento. Ciononostante mi ha detto che dentro la cabina dell'Ape in questo ruzzolare, si è trovato in un turbinio di attrezzi: martelli, pinze, cacciaviti, bulloni, telefonini e più disparati aggeggi nel tempo ivi accumulati , tanto che gli sembrava di essere dentro una di quelle tramogge per la selezione della ghiaia, alché, dopo vari commenti sull'accaduto fortunatamente senza esiti disastrosi, la mia mente si è messa a navigare nel passato e mi sono affiorati i ricordi di una lontana navigazione che mi piace narrarvi. Rientravamo dall'Elba in un bel pomeriggio con una lieve brezza da sud-ovest con il Piviere che, malgrado tutto invelato, procedeva a passo lento, tanto che la Meri si divertiva a giocherellare con un pezzo di cima cercando di legarmi un piede per farmi il solletico, quando scapolato il promontorio di Cavo siamo stati investiti da violente refolate di vento che quasi ci facevano scuffiare. Immediatamente, bando ai giochi, ci siamo adoperati a ridurre tutte le vele per continuare la navigazione. Il canale di Piombino è proprio strano!!! Malgrado lo abbia attraversato più volte non vi ho mai trovato le medesime condizioni di mare. In quella occasione ci siamo ritrovati con un'onda lunga abbastanza alta che ci faceva procedere lentamente come fossimo sulle montagne russe al rallentatore. Poi il vento è calato e, lasciando un quadrato di randa per ridurre il rollio, abbiamo deciso di procedere con il motore. Risalendo e discendendo queste notevoli masse di acqua stondate e regolari ci dava l'impressione non di avanzare su di loro, bensì che queste ci passassero di sotto, in un'altalenare che col ripetersi nel tempo ci piacque molto. Poi è venuto il peggio! Il vento , decisamente a Libeccio , è rinforzato e anche il mare ha incominciato a imbiancarsi sulle cime delle onde per cui, spento il motore, issato un triangolino di tela a prua, bilanciate le vele per correre via al lasco, legato il timone con un gioco di una decina di gradi,  facciamo rotta verso Baratti. A quel punto ti viene in mente di tutto, pensavo ai grandi piroscafi che mentre affondavano salvavano i passeggeri sulle scialuppe, e guardandomi attorno mi sono reso conto che il nostro Piviere è veramente una scialuppa ideale, con la sua forma a uovo. Allora ti accorgi come sia necessario che gli sportelli nel pozzetto siano tutti dotati di una solida chiusura, specie quello per l'ancora, che le taniche siano chiuse e ben assicurate allo scafo, specie quelle con la benzina e tutto sia ben saldamente fermato. Entriamo sotto coperta ed è lì che ora mi rammento del mio amico Fulvio. Ti rendi conto che forse le chiusure dei passauomo sono un pò deboli, la porta non è proprio stagna, ma soprattutto hai un'infinità di roba a giro che non essendo assicurata e ben riposta ti potrebbe far fare la fine del tuo amico e persino la cassettina del pronto soccorso, per ironia della sorte, ti potrebbe procurare un bel bozzo !!! Poi ti corichi dentro il tuo sacco a pelo e ti leghi bene con la cintura di sicurezza di tipo automobilistico che hai ben fissato alle cuccette e allo scafo e così ti assopisci dolcemente sognando la tua sicurezza nel turbinio della tempesta... Poi d'improvviso un raggio di sole che filtra da un'oblò ti dà un dolce risveglio su una bianca spiaggia contornata da palme secolari in un paesaggio incantevole. Apro gli occhi e vedo il raggio di sole che attraverso la persiana di camera mi illumina il guanciale, cerco di slacciarmi la cintura di sicurezza e mi accorgo che è il braccio della Meri che ultimamente ha l'abitudine di dormire così. Il buongiorno mi fa riflettere che forse la sera lo stoccafisso con le patate è un pò indigesto, ne ricavo una lezione e in pensier mio mi ripropongo quanto prima di andare alla barca a mettere ogni cosa a suo posto e fissare perbenino tutto, come ha fatto Fulvio per il... "non si sa mai riaccada ciò" .... CIAO A TUTTI.



23/11/2008 Mario Volpini
v.maryone@libero.it

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