FRITTO MISTICO
Diversi
anni fa, l'ultima settimana di agosto, prima di chiudere le ferie, io
e la Meri decidemmo di trascorrerla con il nostro Piviere "Merien"
al Giglio.
Arrivammo
a Giglio porto nel pomeriggio inoltrato con un mare che stava mano a
mano montando di brutto. Il porto era affollatissimo.
In
parallelo a noi, su un Comet della Sipla, tre ragazzi ci avevano
affiancato in amicizia per il tratto da Castiglione della Pescaia.
Contrariamente
a noi loro erano pressochè mezzi, in quanto la loro barca,
notoriamente molto marina, è anche molto "bagnata" per il
suo basso bordo libero.
Entrati
in porto anche loro si misero subito alla ricerca di un ormeggio ed
avendo un pescaggio di circa un metro e mezzo non ci poterono seguire
là dove, per noi con la deriva mobile, c'è sempre un posticino
anche in poca acqua tra i piccoli barchini dei pescatori locali, per
altro gentilissimi e sempre pronti ad aiutarti.
In
serata con l'aumenare del vento e del mare fu un continuo arrivare
di imbarcazioni grandi e piccole, tanto che il porto divenne
completamente saturo.
Ricordo
fu una settimana memorabile, in tutta la costa vi furono ingenti
danni, affondarono diverse imbarcazioni e anche a Livorno si seppe di
due navi che erano in pericolo non tenendo gli ormeggi.
Il
vento forte creava nell'anfiteatro del porto un concerto di stridii,
scampanellamenti, fischi e scricchiolii con le sartie che sembravano
corde di violino suonate dal vento da far invidia anche a Uto Ughi.
Perfino
il traghetto e la bettollina dell'acqua per una settimana non
poterono attraccare.
L'isola
era "isolata"!!!
Anche
i locali e i più vecchi pescatori dichiaravano di non aver mai visto
niente di simile.
In
seguito decisi di lasciare il posto dove ero per troppa risacca e
mi misi con la prua alla banchina e davanti ai ragazzi del Comet
che si attaccarono con la poppa alla mia .
Vicino
a noi a destra avevamo una bella imbarcazione a vela che superava di
un buon metro la sommatoria delle nostre due e alla sinistra c'era
un "mostrone" di motoscafo da cui ogni tanto si affacciava
una "nobildonna" sempre "spocchiosa" e
ingioiellatissima.
Il
nostro terrore era di rimanere stritolati.
Tutti
nel porto si erano legati con una miriade di traversini, cime ,
catene ,etc etc ...
Sembravano
tanti salami in un cesto di vimini.
Parabordi
ovunque che cigolavano e si gonfiavano quasi a scoppiare!
Comunque
tutto sommato, superato il primo disagio, scorgevo nella gente più
disparata il nascere di capannelli di nuove amicizie e ciò mi dava
gioia.
Una
mattina in una mia perlustrazione della scogliera intorno al porto
trovo a tre o quattro metri sopra il livello del mare una grande
vasca riempita dalle forti onde dei giorni precedenti e mi accorgo
che vi è un discreto numero di pesci.
Dopo
vari tentativi realizzo che data la natura della vasca con retini e
attrezzi vari è impossibile prenderli, sennonchè mi viene un'idea
brillante: vado dalla Meri e insieme andiamo alla ferramenta -
mesticheria, e compro una quindicina di metri di tubo di quello verde
per l'acqua di buon diametro e un pezzo di rete per zanzariere che
lego ad un capo del tubo con della lenza insieme ad un sasso e lo
andiamo a calare in fondo alla vasca tra gli scogli.
Dopo
aver innescato il sifone lasciamo l'altro capo del tubo, da cui
defluisce l'acqua dalla stessa, al mare.
C'e
voluto l'intero giorno ma a sera verso le sette, tutti i pesci erano
raggruppati in un piccolo anfratto e li abbiamo potuti prendere con
le mani.
Arrivati
in barca abbiamo allestito con il nostro fornellino mobile e la
fedele padella, una frittura eccezionale il cui profumo ha destato
l'interesse di tutti i "nobili" vicini.
Anche
la signora che ci sovrastava dall'alto del suo "motoscafone"
presto è venuta a patti e ci ha degnato della nostra ospitalità, Il
pesce era tanto e la Meri l'ha fritto per tutti.
Il
nostro Piviere quella sera èstato il salotto del porto .
Chi
portava lo spumante, chi il caviale, qualcuno ha fatto gli
spaghetti, altri le penne, chi aveva il dolce, ma sporattutto tutti
hanno gustato quella "FRITTURA MISTICA" .
...Vedessi
la signora tutta abbindata come si abbuffava a mani nude su quei
poveri pesciolini fritti, e continuava a dirmi che sembrava la manna
dal cielo, ed io il moltiplicatore di pesci.
Mario.
02/12/2008 Mario Volpini
v.maryone@libero.it
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