Lo si può fare in motoscafo, con il gommone, lo yacht più o
meno ingombrante o la vela ed ogni stile di navigazione porta con sè un diverso
approccio ed una diversa lettura dei tratti costieri e delle variabili
sottomarine.
C'è chi approccia l'approdo sicuro giungendovi dal largo con
l'ausilio del portolano ed uscendo di nuovo in acque profonde non appena la
sosta è terminata. C'è chi invece corteggia ogni scoglio ed esplora ogni
calanca insinuandovi la prua. Quando si affronta un tratto costiero sconosciuto
le stesse carte che si hanno a bordo influenzano l'andatura con la quale si
approccierà la navigazione. E così con carte generali si finisce facilmente per
costeggiare decine e decine di miglia nella stessa giornata, tagliare anche i
golfi più ampi da punta a punta, mentre avendo a bordo carte di scala ridotta
si tireranno bordi di poche miglia esplorando la costa in maniera capillare per
non farsi sfuggire quel capo che si protende al mare in maniera così curiosa, o
il golfetto così ben riparato dai venti predominanti.
Non ho mai costeggiato la mia Maremma in modo sistematico.
Pur potendo asserire di averla scorrazzata in lungo e in largo, dal largo e
sottocosta devo precisare, come sarà ovvio che la mia conoscenza di essa è
incompleta, spostata per minuziosità verso certi tratti e molto sommaria in
altri. Certe coste non le conosco affatto, l'Argentario per esempio che cito
fin da principio come illustre assente in questo mio resoconto. Lo stesso vale
per i porti. Reputati alcuni non interessanti -e non avendo mai avuta necessità
di farvi sosta- non li ho mai esplorati mentre certi altri non li frequento da
diverse stagioni per quanto si sono fatti affollati e pretenziosi.
Le mie impressioni, soprattutto relativamente a coste più
esterne rispetto alle rotte centrali del mio Golfo di Follonica/Isola d'Elba,
fanno generalmente fulcro su un buon approdo che in un'area diciamo di venti
miglia ho scelto come più conveniente nonchè piacevole per l'atmosfera che vi
regna e che di conseguenza ho frequentato più volte e conosciuto maggiormente
rispetto ad altri limitrofi dei quali non ho mai avuto bisogno.
E così mi atterro scrupolosamente alla peculiarità delle mie
osservazioni proprio perchè vive, e frutto dell'esperienza diretta benchè
incomplete.
Quindi, quello che mi appresto a registrare è una sorta
di diario di emozioni costiere, impressioni registrate nel moto alterno di
avvicinmento-allontanamento che spesso il bordeggio a vela sottocosta impone.
-DAL GOLFO DI LA
SPEZIA A TALAMONE E ISOLE TOSCANE-
-GOLFO DI LA
SPEZIA-
Ho sempre considerato Il Golfo di La Spezia come il coronamento
delle coste Toscane. Sarà perchè esso viene compreso nel Navigare Lungocosta
numero uno del Mancini, sarà che è comoda mèta finesettimanale da un centro
importante come Viareggio dove Salsedine ha fatto base per svariati mesi. Da
esso poi si intravede, nei giorni più terzi, la Gorgona. Il Golfo
eccelle per ricchezza di paesaggio. Bordeggiare al suo interno in un tardo
pomeriggio è una festa per gli occhi. Paesi incastonati ovunque, Porto Venere a
custode del mare aperto, la
Versilia distesa a Sud e le Apuane illuminate dal sole con le
vette aguzze, i marmi e le nevi fino a primavera inoltrata. Quandol'area è
investita dal Maestrale, e nella bella stagione non è affatto raro, il golfo si
trasforma in un paradiso da velisti. Il vento si incunea attraverso il
passaggio formato tra Punta S.PIetro di Porto Venere e la vicina Palmaria.
Spazza stabile il golfo senza alzare onda e così la piccola vela può godersi
un'andatura che è tutto un godere di vento senza onda che la disturbi. Sia che
si rimanga nel Golfo, magari permettere
a punto un armo o semplicemente per godere dell'andatura olimpica o che si
provenga dal mare esterno, magari discendendo da le Cinque Terre con il Maestrale
ci si può permettere di bordeggiare fino a tarda sera rassicurati dal
validissimo approdo ad Est di palmaria appena a Sud della Torre Scuola, un
bastione a pianta esagonale collocato a 200metri dalla punta Nord-Est
dell'isola. Osservando la distanza minima di ancoraggio dalla costa (l'Isola è
territorio militare, mi scuso per la lacuna ma al momento non so reperire il
dato certo di quanto sia questa distanza) si può gettar l'ancora in tutta
tranquillità sicuri del fondo buon tenitore. In caso di venti da Sud, che sono
ovviamente il cruccio per chi stazione nel Golfo ci si può rapidamente spostare
a Nord dell'isolotto e di fronte a Portovenere dove attualmente nella buona
stagione viene istallato un campo boe che peraltro non preclude la possibilità
di un ormeggio tradizionale all'ancora. Per quanto riguarda quelle perle che
sono i paesi affacciati sul Golfo, Portovenere, Lerici, Tellaro, consiglio di
goderne dal largo senza intraprendere faticose manovre di atterraggio, almeno
nel corso dell'Alta Stagione. Fra questi Tellaro, purtroppo non approdabile,
merita però un attento costeggio per quanto è delizioso e privo di imbarcazioni
che ne inquinino la veduta.
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nel prossimo articolo:
-TRA BOCCA DI MAGRA E LIVORNO-
04/11/2008 Francesco Cappelletti forleonte@gmail.com
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