NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Esperienze personali

Portolano Maremmano

C'è modo e modo di conoscere una costa.

Lo si può fare in motoscafo, con il gommone, lo yacht più o meno ingombrante o la vela ed ogni stile di navigazione porta con sè un diverso approccio ed una diversa lettura dei tratti costieri e delle variabili sottomarine.

C'è chi approccia l'approdo sicuro giungendovi dal largo con l'ausilio del portolano ed uscendo di nuovo in acque profonde non appena la sosta è terminata. C'è chi invece corteggia ogni scoglio ed esplora ogni calanca insinuandovi la prua. Quando si affronta un tratto costiero sconosciuto le stesse carte che si hanno a bordo influenzano l'andatura con la quale si approccierà la navigazione. E così con carte generali si finisce facilmente per costeggiare decine e decine di miglia nella stessa giornata, tagliare anche i golfi più ampi da punta a punta, mentre avendo a bordo carte di scala ridotta si tireranno bordi di poche miglia esplorando la costa in maniera capillare per non farsi sfuggire quel capo che si protende al mare in maniera così curiosa, o il golfetto così ben riparato dai venti predominanti.

 

Non ho mai costeggiato la mia Maremma in modo sistematico. Pur potendo asserire di averla scorrazzata in lungo e in largo, dal largo e sottocosta devo precisare, come sarà ovvio che la mia conoscenza di essa è incompleta, spostata per minuziosità verso certi tratti e molto sommaria in altri. Certe coste non le conosco affatto, l'Argentario per esempio che cito fin da principio come illustre assente in questo mio resoconto. Lo stesso vale per i porti. Reputati alcuni non interessanti -e non avendo mai avuta necessità di farvi sosta- non li ho mai esplorati mentre certi altri non li frequento da diverse stagioni per quanto si sono fatti affollati e pretenziosi.

 

 

Le mie impressioni, soprattutto relativamente a coste più esterne rispetto alle rotte centrali del mio Golfo di Follonica/Isola d'Elba, fanno generalmente fulcro su un buon approdo che in un'area diciamo di venti miglia ho scelto come più conveniente nonchè piacevole per l'atmosfera che vi regna e che di conseguenza ho frequentato più volte e conosciuto maggiormente rispetto ad altri limitrofi dei quali non ho mai avuto bisogno.

E così mi atterro scrupolosamente alla peculiarità delle mie osservazioni proprio perchè vive, e frutto dell'esperienza diretta benchè incomplete.

 

Quindi, quello che mi appresto a registrare è una sorta di diario di emozioni costiere, impressioni registrate nel moto alterno di avvicinmento-allontanamento che spesso il bordeggio a vela sottocosta impone.

 

 

-DAL GOLFO DI LA SPEZIA A TALAMONE E ISOLE TOSCANE-

 

-GOLFO DI LA SPEZIA-

Ho sempre considerato Il Golfo di La Spezia come il coronamento delle coste Toscane. Sarà perchè esso viene compreso nel Navigare Lungocosta numero uno del Mancini, sarà che è comoda mèta finesettimanale da un centro importante come Viareggio dove Salsedine ha fatto base per svariati mesi. Da esso poi si intravede, nei giorni più terzi, la Gorgona. Il Golfo eccelle per ricchezza di paesaggio. Bordeggiare al suo interno in un tardo pomeriggio è una festa per gli occhi. Paesi incastonati ovunque, Porto Venere a custode del mare aperto, la Versilia distesa a Sud e le Apuane illuminate dal sole con le vette aguzze, i marmi e le nevi fino a primavera inoltrata. Quandol'area è investita dal Maestrale, e nella bella stagione non è affatto raro, il golfo si trasforma in un paradiso da velisti. Il vento si incunea attraverso il passaggio formato tra Punta S.PIetro di Porto Venere e la vicina Palmaria. Spazza stabile il golfo senza alzare onda e così la piccola vela può godersi un'andatura che è tutto un godere di vento senza onda che la disturbi. Sia che si rimanga nel Golfo, magari per  mettere a punto un armo o semplicemente per godere dell'andatura olimpica o che si provenga dal mare esterno, magari discendendo da le Cinque Terre con il Maestrale ci si può permettere di bordeggiare fino a tarda sera rassicurati dal validissimo approdo ad Est di palmaria appena a Sud della Torre Scuola, un bastione a pianta esagonale collocato a 200metri dalla punta Nord-Est dell'isola. Osservando la distanza minima di ancoraggio dalla costa (l'Isola è territorio militare, mi scuso per la lacuna ma al momento non so reperire il dato certo di quanto sia questa distanza) si può gettar l'ancora in tutta tranquillità sicuri del fondo buon tenitore. In caso di venti da Sud, che sono ovviamente il cruccio per chi stazione nel Golfo ci si può rapidamente spostare a Nord dell'isolotto e di fronte a Portovenere dove attualmente nella buona stagione viene istallato un campo boe che peraltro non preclude la possibilità di un ormeggio tradizionale all'ancora. Per quanto riguarda quelle perle che sono i paesi affacciati sul Golfo, Portovenere, Lerici, Tellaro, consiglio di goderne dal largo senza intraprendere faticose manovre di atterraggio, almeno nel corso dell'Alta Stagione. Fra questi Tellaro, purtroppo non approdabile, merita però un attento costeggio per quanto è delizioso e privo di imbarcazioni che ne inquinino la veduta.


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nel prossimo articolo:

-TRA BOCCA DI MAGRA E LIVORNO-



04/11/2008 Francesco Cappelletti
forleonte@gmail.com

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