NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Noleggiare un piviere?

Fra le tante cose che hanno risvolti negativi, nello sviluppo finale della nostra società organizzata occidentale, c’è anche la distruzione della nautica fatta di piccole barche. Dico "finale" perché vedo una necessaria fine di quella che è ormai una economia di guerra, dove non si sa da che parte è il fronte e i nemici sono dentro e non fuori. Il peso di questa guerra è sempre a carico dei soliti che lavorano, e che sono in rapida diminuzione perché è il lavoro stesso che viene a morire. Per cui, per mare a vela possono andare solo grandi barche, intestati a prestanome, oppure charter organizzati. Molti possessori di piccole barche ormai, non riescono a sopportare i costi assurdi dei posti barca nei marina di lusso e abbandonano i loro mezzi sui piazzali dei porti col cartello con scritto “Vendesi”. Normalmente, l’evoluzione velica di una persona normale, né povero né ricco, partiva dalla scuola vela, dall’uscita in barca con qualche amico, fino all’acquisto del primo barchino, magari di seconda mano. Un Piviere, un Meteor, un Sibma per gli amanti del legno, o spesso una barca uguale a quella della scuola vela. Passavano, gli anni, aumentavano lievemente le disponibilità economiche e si passava agli 8/9 metri. Oggi succede invece, spesso senza neppure aver fatto un corso di vela, un tizio con tanti soldi compra prima il posto barca nel marina, dichiarando che si tratta di un investimento, poi ordina la barca di 10/12 o quattordici metri ad un cantiere e lo paga con il leasing. Poi, prova la vela. Se si rende conto che non è il massimo, la usa come appartamento nel marina finché non riesce a venderla, magari ad una società di charter. Risultato finale: poche barche grandi, pochissimi velisti, spesso solo alle regate di circolo; nessun marinaio, salvo qualche tipo strano che fa fagotto e parte per fare il giro del mondo. E quelli che hanno passione ma non tanti soldi, che possono fare, prenderle in affitto? Salvo rare eccezioni, si trovano a noleggio solo barche grandi, in cui bisogna essere numerosi. Gli amici non hanno più la barca piccola e fare da equipaggio per i barconi che si rincorrano fra tre o più spesso due boe, fuori del porto, alla fine annoia. Da tempo mi pongo questa domanda: forse pochi comprerebbero un vecchio Piviere per paura di un restauro difficile e poi di non trovare dove tenerlo e metterlo in acqua, ma quanti avrebbero la voglia di noleggiarne uno per una giornata? Se il costo è accettabile perché no? Sarebbe un modo per provare nuovamente un piacere, e forse ritornare a pensare ad un barca propria, questa volta piccola e carrellabile, perché per una giornata di vela e per fare il bagno un po’ più in là, queste dimensioni sono quelle giuste. E per non farsi rapinare dai gestori dei marina basta rendersi autonomi con un carrello. Motorizzato o meno.

Ecco, io avrei un progetto. Restaurare un piviere 6.14, modificarne l’attrezzatura velica per renderlo portabile da una sola persona, magari facendolo riprogettare (a cutter moderno, a 7/8, fiocco autovirante e drifter murato su un bompresso fisso). Trovare il luogo ed il modo per alarlo e vararlo in pochissimo tempo; o da un porto con un sistema terra-acqua, o dalla spiaggia di un club velico con un carrello motorizzato. E quindi, offrirlo a noleggio per la giornata o il fine settimana. Più o meno come stanno facendo alcuni istruttori di surf che, accanto alla loro attività di insegnamento e di noleggio surf, hanno messo a disposizione due derive, un x14 ed un Tridente. Funzionerebbe? Questo è il massimo della mia analisi imprenditoriale: Boh! I soloni dei convegni sulla crisi dicono: “ -Bisogna puntare sull’innovazione e sul prodotto d’eccellenza-.” Ma non ti dicono quale innovazione e quale eccellenza. Anni fa mi occupavo di sviluppo tecnico-commerciale delle agenzie di assicurazione, e ad un agente che non ancora conoscevo chiesi se aveva bisogno di qualcosa in particolare. Mi rispose: “….. Avrei bisogno di clienti. Per il resto me la cavo abbastanza bene.”- Insomma ci sto pensando, anche se non posso attivarmi prima di due o tre anni. Poi vedremo.

 



13/06/2010 Alfredo Vincenti
vinceland@virgilio.it


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