Ovverosia: Schidionata di proverbi raccolti dalla impavida bocca d'un vecchio lupo di mare, il quale nei suoi lunghi viaggi attraverso e intorno al mondo, scoprì in un'isola deserta del continente la vera e infallibile ricetta per fare il cacciucco alla livornese.
Con tutti i venti,
II navigare è sempre da imprudenti.
Vento a ponente,
Chi salpa dalla riva se ne pente.
Il buon nocchier, con lo scirocco fresco,
Pensa a' suoi cari, e si trattiene al desco.
Quando soffia il maestrale,
Stare in porto non è male.
Nubi a levante,
Catene, àncore e boe son cose sante.
Se la brezza è di Nord-Este,
Sfuggi il mar come la peste.
Vento alla terra,
Chi sta in porto mai non erra.
Il buon nocchier quand'ode il mar che rugge
Monta in un treno e, senza indugio, fugge.
Se t'imbarchi col grecale,
Pescicani e funerale.
Pecorelle a mezzogiorno,
Partirai senza ritorno.
Se t'imbarchi col garbino,
È tremendo il tuo destino.
Il buon nocchiero, anche se il tempo è bello,
Non si fidi e s'agguanti al gavitello.
Il buon marino, quando il tempo è brutto,
Piuttosto che salpar, risica tutto.
Vento fresco di Provenza.
Navigar non è prudenza.
Guarda il mare e, s'è maretta.
Resta in terra con gran fretta.
Aria rossa la mattina,
Non salpar, torna in cantina.
Aria rossa sul tramonto,
Navigar non mette conto.
Messi a scelta l'acqua e il vino,
Scansa l'acqua il buon marino.
Quando è pronto il tuo veliero,
Non salpar, muta pensiero.
Bonaccia, la mattina, alla riviera,
La partenza rimandala a stasera.
Bonaccia, sulla sera, alla marina
Non t'imbarcare, aspetta a domattina.
Il buon nocchiero, anche coi venti aprichi,
Pensa alla pancia e se la serba ai fichi.
Ne di Venere ne di Marte,
Non s'imbarca ne si parte.
Se a libeccio gira il vento,
Fuggi il mare con spavento.
L'esperienza ce la da per certa:
Uomo in battello, sepoltura aperta.
Quando il sole è solicello,
Non montare sul battello.
Non gettare in mar la lancia
Se nel cuore hai la tua pancia.
Se a ponente vedi un lampo,
È naufragio senza scampo.
Pecorelle all'orizzonte,
Vai sul molo e... dietro fronte!
Se vuoi esser buon nocchiere,
Volgi al mar sempre il sedere.
L'isola di Montecristo, nonostante che sia un blocco di granito che sbuca improvvisamente dal mare, è ricchissima di acqua che scaturisce abbondantemente da tutte le parti. Tanto è vero che Carlo Ginori, prima di cederne l'affitto al Re, aveva preparato il materiale per costruire un mulino sul ruscello che scorre nel fondo della Cala Maestra. Una mattina calammo in mare circa 300 metri di tramagli (non molti). Dopo poche ore andammo a salparli e vi trovammo 72 chilogrammi di pesce. Vero paradiso dei cacciatori e dei pescatori !
Immagini tratte dal libro " Dar tempo degli etruschi ar tempo de caini", anch'esso liberamente scaricabile.