RACCONTI DI VITA , BARCHE E BELLE AMICIZIE
RACCONTI DI VITA,
BARCHE E BELLE AMICIZIE
Fresco di diploma in Elettronica
( ero tra le prime
cavie per questa specializzazione in tutta Italia)
ottenuto con buon
successo, per la mia forte passione nel settore, figlio unico ed ancora
totalmente sotto le ali di una famiglia con babbo, mamma, nonna materna che fin
da piccolo mi avevano allevato con la massima cura, e adorabile nonno
tendenzialmente proteso a viziarmi al massimo
lindirizzo per il mio futuro
prossimo, non poteva che essere lUniversità, se non altro per seguire lorme
degli avi
Senonché, venendo da un Istituto Tecnico
scelta a suo tempo
già controversa, per il mio netto rifiuto di frequentare un liceo, magari
classico, verso cui mi ritenevo completamente negato, amando giochi come i vari
Meccano, Bambino architetto rigorosamente in legno, ma soprattutto gli aggeggi
elettrici e la pratica Scuola Radio Elettra
Ecco, che mi ritrovai alla ricerca della facoltà universitaria da intraprendere.
La decisione non fu facile, poiché in quel tempo, per
accedere ai corsi universitari da un Istituto Tecnico, necessitava superare un
severo esame di ammissione con ingresso a numero chiuso.
Ovviamente il mio desiderio era di frequentare il corso di
laurea in Elettronica, ma come giustamente mi fece notare mio padre, per i 30
posti disponibili, cerano quasi 500 domande, mentre nel corso di laurea in
Matematica per i soliti 30 posti, cerano solo circa 70 domande per cui, fatto
un banale calcolo di probabilità
fu così che superata lammissione, entrai nel corso di
laurea in Matematica con limpegno, una volta dato gli esami propedeutici
comuni, di passare al corso di
ingegneria Elettronica.
Ciononostante
facendo contento mio padre poiché seguivo le
sue orme matematiche
non fu proprio tutto liscio, come era stato previsto
il
problema nacque sin dal primo giorno, allorchè aprii quella porta per seguire la mia
prima lezione a Matematica, presso la Sapienza dellUniversità di Pisa
praticamente ero lunico maschio in un serraglio di una
quarantina di femmine
Io, il bravo bambino, sempre stato in classi maschili con
puri, ingenui giochi maschili, mi ritrovai
parafrasando un mio noto
conterraneo
in una " bolgia" oscura
che la diritta via era smarrita
E fu così che nel primo anno riuscii a dare, con fatica un
solo esame, con il prof. Prodi
. (sì proprio il fratello del notoProdi)
Analisi 1
.
In compenso, con un anno di convivenza in quel pollaio,
avevo imparato a conoscere bene le ragazze
e tutto il loro mondo, assolutamente
nuovo, assurdo, contorto e strano per me.. molto affine allalgebra, la filosofia
e la chimica
imparai anche quanto fosse veramente propedeutico il loro
modo di pensare
tutto sommato però altamente intrigante
e
di cui presto non ne poteii più fare a meno
Anche la piccola lancia pontata
di mio padre, che avevo a Bocca dArno aveva smesso di essere un
giocattolo di legno, per diventare un rapido, accattivante ed innovativo arnese
di conquista, di ragazzette sbarazzine, rese ormai donne dalla rivolta del 68 .
Infatti, perso il loro originale pudore, al largo dagli
occhi indiscreti su quella lancetta
oppure giunti alle spiagge del Gombo non raggiungibili a piedi
non disdegnavano
loccasione di mostrarsi
diciamo
come mamma laveva fatte
In seguito ho cambiato diverse barche e
tante fidanzate
.
Il caro, grande amico Walter, proprietario del cantierino
che mi ospita tuttora
ottenuto dal demanio, con una strana combinazione di
permessi al limite della legalità,
e
forse oltre
...mi ha sempre tenuto il gioco
. consigliandomi sia sulle
barche, sia dandomi pareri su tutte le mie amiche che cercavo
anche
di
avvicinare alla nautica
Schiantava da ridere tutte le volte che gli dicevo
questa è
quella buona !!!...
chiedendomi a sua volta
barca
o
donna ???
.
Passavano così gli anni ed io, come con gli amori e le
barche, saltavo da una facoltà allaltra
tanto che negli undici (11) anni, che ho frequentato lUniversità,
ho conseguito il biennio di Matematica, di Fisica. di Ingegneria
Elettronica ed anche un discreto numero
di esami del medesimo triennio,
.. per concludere con un ultimo esame superato
per mio piacere alla facoltà di Lettere
.
coinvolto dalle grazie di una bella moracciona,
frequentatrice
(anche)
del primo anno di tale corso
.Ricordo che in quel gaudente periodo
. il canterino
che
oramai consideravo come se fosse la mia seconda casa
era ricolmo di derive tipo
Alpa
Fly Junior
Esse
o Flying Dutchman
Vaurien
etcc..
etcc..
Un giorno si presentò uno strano tipo, anziano
alto, allampanato,
dalle maniere educate ed eleganti, con pizzetto e barbetta bianca, che ci
chiese di poter portare al pontile, un cabinatino a vela che aveva progettato e
costruito nel giardino di casa sua da quando era andato in pensione
.era il dott. Pera
.non Pera come il frutto
ma Pèra con la
e aperta
Fu la novità del cantiere
era una simpatica barchetta a
vela in compensato marino, non più lunga di 5 m con bordo libero piuttosto alto, chiglia fissa, due cuccette, piccolo
bompresso e piccolo pozzetto, dove aveva
rinviato tutte le manovre, compreso quelle del modesto fiocco bomato
Subito lo prendemmo in grande simpatia, era un vero signore, affezionato moltissimo al
suo barchino, un vero puro velista, aveva disdegnato anche listallazione di un
benché minimo motore.
A volte lo vedevamo
allontanarsi dal pontile con la sua pagaia e, in assoluta mancanza di vento, si
dirigeva verso la mezzeria dellArno, dove si lasciava trasportare dalla
corrente del fiume fino alla foce ed oltre in cerca delle prime brezze
E quante volte lo
abbiamo visto rientrare, facendo infiniti bordi tra le sponde dellArno, con il
vento di terra e la corrente contro !!!
. Lo avevamo soprannominato
Cicister come il noto Sir Francis
....per la sua meticolosa abnegazione nautica
non tralasciava
giorno senza la sua navigatina
.E tutti lo conoscevano con tale soprannome
Ricordo che Walter aveva potuto ospitarlo in banchina
poiché la barca che era al suo posto era miseramente affondata dietro ogni
nostra previsione
Era quella del Banti
Povero
simpatico
Banti
.
Melero scordato e mi è tornato alla mente proprio ora mentre
scrivo di lui
.
Era un tipo piccoletto, sornione , ma come si dice, massiccio , tutto nervi e muscoli, simpaticissimo
sempre sorridente con la battuta
pronta
...aveva in via Pietrasantina alle porte di Pisa un fondo, dove
ufficialmente riparava le biciclette
.ma in realtà faceva un po di tutto
..La sua grande passione era la caccia di frodo
Nella Tenuta
Presidenziale di S. Rossore, di là dArno
Irraggiungibile via terra !!!
Affermava che non si riteneva da meno del Presidente della Repubblica
. non trovava giusto non poter cacciare di tanto in tanto
un cervo od un cinghiale, che
abbondavano nella Tenuta
e non per questo
la fauna locale sarebbe andata in
estinzione
non lo faceva mica tutti i giorni !
senza contare ..la goduria
che gli procurava questo tipo di
caccia !!!
Pensate, ogni tanto, clima e Arno permettendo, con una specie di muta attraversava verso
sera lArno a nuoto con il suo fucilone ben impacchettato perché non si
bagnasse e una bombola con uno scorciodi gas, che usava come salvagente
allandata, che poi dopo aver ammazzato il cinghiale usava con un tubo di gomma
per gonfiare
immaginate voi da dove
il malcapitato cinghiale con il gas
residuo
ritappandolo con uno zipolo di legno preparato alluopo
.che
così ben
gonfio
navigava perfettamente per un rientro dallaltra sponda senza fatica
!!!
.Divertendoci ai suoi racconti, gli consigliavamo, una
volta giunto alla macchina ( la classica topolino giardinetta) di stappare il
cinghiale e sgonfiarlo accuratamente visto che aveva anche labitudine di
fumare il suo immancabile sigaro toscano
poiché col gas cera poco da
scherzare
La barca che aveva era di ferro una specie di vasca
costruita con lamiere recuperate alle Ferrovie dello Stato, tutta saldata ad
arte e
a suo modo anche carina, tipo gozzo a fondo piatto a spigolo, di circa
4 m, con sotto due pattini per tutta la lunghezza
diceva lui
antirollio e per
la stabilità in terra e sotto vela
Quando gli dissi che avevo la possibilità di recuperare di
regalo un vecchio motore marino non stava più nella pelle
Ricordo andammo fino a Pietrasanta con la sua
giardinetta a prenderlo
Si trattava di un vecchio motore Mascheroni monocilindrico
da 8 cavalli raffreddato ad aria, onestamente non molto ingombrante, tranne che
per quel volano esterno che pesava come un demonio !!!
Se ne innamorò subito
tanto che lo vedeva gia istallato
nella sua barchetta
.
Alcuni giorni dopo andai a trovarlo alla sua officina
insieme a Walter per vedere come andava col motore
..
e lì ci raccontò cosa gli era successo
Laveva revisionato alla meglio ciononostante, al primo
colpo gli era andato in moto
non solo, ma con le prime vibrazioni era sceso dallesiguo
appoggio dove era malamente fissato e aveva cominciato a saltellare come un
canguro impazzito per tutta lofficina distruggendo con quel grosso volano tutto quello che trovava,
compreso alcune bici di clienti che aveva in riparazione
e non cera modo di fermarlo tanto era imprevedibile nei
suoi salti
Vi giuro, noi al suo racconto ci sbellicavamo dalle risate,
il colmo fu poi quando ci disse che saltellando saltellando verso la porta, era
uscito nellaia che aveva dietro lofficina, spaventando tutti i polli e le anatre, mentre il suo cane da caccia Birillo abbaiava disperatamente a questo
aggeggio infernale e rumoroso
.
finchè entrato in una fossa di lato, finito quel poco di
gasolio del serbatoio si era fermato
Insieme al rumore assordante che faceva
visto che lo aveva
messo in moto senza marmitta !!!
Ci raccontò, sorridendo come suo solito, che comunque era stato un bel collaudo ed il
motore non aveva subito danni
garantendo il suo funzionamento anche in quelle condizioni estreme
.
..Cera stato solo un momento di panico, quando nel suo
imprevedibile saltellamento sembrava che volesse prendere la porta esterna
riversandosi sulle auto della strada
e poiché non sapeva
come fermarlo
aveva anche pensato di tirargli una fucilata
ma poi il peggio
era passato e
..del fatto
non se ne poteva che ridere
In seguito seppi che lo aveva montato sulla sua barca, ma
che il tutto era risultato troppo pesante.
Naufragando poi miseramente alla foce dellArno dove
solitamente ci sono strane onde insidiose
Fortunatamente senza conseguenze per il Banti
ottimo
nuotatore
.grazie anche alla scuola
di frodo
Poi un bel giorno per me apparve nella mia vita una
ragazzina chiamata Meri ottima navigatrice e quantaltro
al cantierino anche lamico Walter mi dette la sua
approvazione, anzi indisse il.. TOTOMERI in bacheca dove gli amici votavano,
conoscendomi
se lavrei sposata o no
.VINSE LA MERI
E fu così che misi la testa a posto
.lasciai le derive
in tutti i sensi
e
comprai il mio
primo cabinatino serio
.era il QR 6,80 .
CIAO A TUTTI
16/01/2010 Mario Volpini
v.maryone@libero.it
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