NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Esperienze personali

Il neo-velista

Il neo velista

In quel tempo il neo velista (nel seguito lo chiameremo cosi) era solo un amico di Giuseppe.

Nei suoi (del neo-velista) pensieri erano presenti, in modo sparso e randomico, verdi prati sui quali scorrazzavano animali domestici. Da vero amante della natura, ben presto si affiancarono a questi paesaggi scenari tropicali e paradisiaci nei quali qua e là, sulle acque di color smeraldo, spuntavano anche barche. In coerenza con tali immagini, il neo-velista decide allora di allargare le sue passioni alla vela.

Contribuisce forse a questa passione Giuseppe, innamorato praticamente da sempre del mare (passione fatta nascere dal padre molti anni prima e praticata in vari modi, dal gommone adattato a vela latina al catamarano ed anche al windsurf).

La passione di Giuseppe e’ tale che lui stesso, dopo una accurata consultazione di un libro di psicologia, la definirà come ossessivo-coatta.

Capita spesso che essi escano insieme su Brontolo (che è il nome, scelto dalla moglie di Giuseppe, per la deriva Tridente di quest’ultimo) sul litorale laziale a Nord di Roma, ove Giuseppe tiene la barca e dove il vento non manca mai.

Nei primi approcci con il vento ed il mare il neo-velista scopre che vela significa vento e che quest’ultimo genera inevitabilmente onde che rendono le manovre a volte difficili.

Scopre anche che le immagini e le scene che si vedono al cinema, con bellissime barche a vele spiegate al vento e timonieri soddisfatti tranquilli e rilassati, rappresentano in realtà solo uno spezzone di quello che è realmente una uscita in barca a vela.

Inizia ad accorgersi di tutto il lavoro di preparazione per lasciare gli ormeggi, fare attenzione a non sbattere alle altre barche, preparare le vele per la successiva alzata, sistemare ogni cosa a bordo affinchè resti al suo posto anche in condizioni di mare mosso.

Per non parlare di tutti quegli inestricabili rotoli di materiali che comunemente, dal ferramenta sotto casa, sono chiamate corde e che invece su una barca assumono i nomi piu’ strani: drizza, cima, amantiglio, scotta, etc.

Scoprirà, a sue spese, che tutti quei termini strani non servono per darsi un tono, ma piuttosto per evitare che nell’ eseguire una manovra ci si trovi di fronte a dilemma molto peggiori di quelli posti da skapeskeare (allento questa corda o quella? Oppure quell’altra?) con il timoniere (Giuseppe) che, pur soffrendo fin da piccolo di faringiti piuttosto forti, si trova ad utilizzare tutta la propria potenza vocale nel tentativo, perduto in partenza, di sopperire alla mancanza di preparazione (leggi conoscenza dei termini) del neo-velista nell’afferrare la cima giusta.

Cio’ nonostante, le sensazioni sotto vela, l’assenza di rumore tipico delle barche a motore, il sibilo del vento sulle sartie e sulle vele unito allo sciabordio dell’acqua generato dall’avanzamento della barca, rendono tutto cio’ molto piacevole e distensivo e nel contempo suscitano il desiderio di perseverare in questa passione.

Nonostante la sua indole poco incline ai lavori di manutenzione, di preparazione e talvolta di studio che la vela ed il possesso di una barca richiedono il neo-velista spinge Giuseppe verso l’acquisto di una barca diversa da una deriva.

Inizia allora tutto un periodo di osservazione del mercato, comprensivo di visite a saloni nautici (salone di Genova, Cannes, etc) e di sopralluoghi a barche usate in vendita.

Durante queste visite il neo-velista sembra a dire il vero piu’ interessato ai luoghi e paesaggi piuttosto che a scoprire quale sia la barca piu’ adatta allo scopo prefissato.

Passa poi l’estate ed arriva l’autunno. Ad un certo punto esce fuori un annuncio di una barca che sembra proprio il modello cercato ma che ha l’inconveniente di essere forse troppo costosa e, soprattutto, troppo lontana (Lignano Sabbiadoro in Veneto).

Si organizza allora una "spedizione" (cui partecipa anche la moglie di Giuseppe). Durante il viaggio di andata il neo-velista collauda l’utilizzo del sedile posteriore dell’auto come letto…..: la mattina successiva, dopo aver dormicchiato per diverse ore, dira’ di averlo trovato piuttosto scomodo.

Il venditore, oltreche’ sapere il fatto suo, e’ anche molto loquace. La trattativa e’ comunque chiusa e dopo qualche settimana si riesce a trasportare la barca (è una 6,5 mt a deriva mobile e carrellabile dello stesso cantiere CNA) fino al lago prescelto per il periodo invernale (Lago di Bolsena).

Poi la si mette a punto e … questa e’ un’altra storia. Il neo-velista ora è diventato un velista, magari non proprio da Volvo Ocean Race, ma comunque un velista e, soprattutto, ha iniziato a capire che i lavori di manutenzione e tutto il resto fanno parte del gioco. Si lamenta solo del fatto che si debba uscire e rientrare dai porti a motore (lui vorrebbe farlo a sola vela).

GIUSEPPE PAGANINI



27/10/2008 Giuseppe Paganini
bigo12@alice.it

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