NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Racconti

Proviamo la seconda mano

Proviamo la seconda mano


Dovevo essere a Trieste, finalmente era il mio turno epossidico, finalmente avrei partecipato alla Barcolana con l'Epossidico trio, finalmente sarei stato in mezzo a 2000 assatanati pronti a speronarsi con l'unico obbiettivo di salire dalla 34a alla 33a pagina della classifica; marinai di ogni specie le cue carotidi si stringono al punto da impedirgli di ragionare e litigano perfino per una calza.
E invece no. Influenza. Sono ancora adesso mentre scrivo assalito da tosse e raffreddore, nulla di ché ma abbastanza per trattenermi da fare ore e ore di auto soprattutto con il rischio di contagiare tutti con la suina. Voi dormireste con una banda di maiali? Io no e quindi ho deciso di rimanere a casa, non domenica però, domenica sono salito al lago a fare qualche lavoretto, li il vento avrebbe disperso i germi.

Già il vento... Sono in barca da pochi minuti e quello comincia a fischiare tra le drizze e le sartie delle barche ormeggiate, fingo indifferenza e continuo con i lavoretti, tanto più che il wind è rotto e non può nemmeno rompere con il suo ticchettio nelle casse dello stereo. Sistemo il tendalino, sbarco il copribarca da sistemare, cambio le drizze del genny e la borosa della 1a mano, ... Già le mani... ho appena fatto fare la seconda e non so se sarà utile, mi giro e in mezzo al lago ci sono alcune barche che bolinano sbandate a tutta tela, un paio scendono con lo spy. Mi convinco che è inutile uscire, c'è troppo poco vento non sarebbe un test utile scendo a prendere le misure del tambuccio, il vicino con il meteor esce, una mano alla randa già predisposta, lo segui fino a che non è ben fuori, naviga parecchio sbandato, spesso sventa, ... Forse il vento è aumentato.

In piedi all'albero mentre apro la sacca della randa mi convinco che il vento è aumentato, non fa ochette, ma magari è abbastanza per provare. Mentre tolgo l'elastico al fiocco arrotolato vedo un J con la falchetta in acqua, forse aumenta ancora. Abbasso deriva e timone, mentre tiro lo strappo del motore scruto alla ricerca del meteor, ora ha il fiocco e sempre la prima mano. Mollo le cime a terra ed esco.

Fuori i soliti gommoni con i cani, sto povero terranova arranca mentre dal gommone lo incitano a nuotare se poi vi morde non lamentatevi. Seguito dai latrati metto la prua al vento ed isso la randa con una mano spengo il motore poggio e svolgo il fiocco, di bolina larga vado verso la punta del canneto e mentre mi avvicino spero che il vento aumenti, perché così sarà tutto inutile. Niente alzo tutta tela e risalgo verso Lesa non ho il pilota perché con ventone preferisco tenere la barra. Bolina comunque divertente, passata Angera il vento aumenta e riduco nuovamente, ma solo la prima mano.

Bzzz Bzzzz Bzzzz Chi è quel f.....o straciac....i .... E adesso chi è che telefona a rompere l'idillio!


Francesco, va bhe a lui posso rispondere:
– pronto! Siamo sul pontile, sei fuori?
– si sto andando verso Lesa, (che domanda la barca non c'è o me l'hanno rubata.....) uscite anche voi?
– si usciamo... anzi perché non usciamo insieme con una delle due
– Ok vengo a prendervi

Poggio deciso, rialzo la randa e volo con il vento al giardinetto in un attimo sono all'ormeggio, tutti a bordo e si riparte. In tre è più facile quindi isso subito tutta la randa e mentre Francesca timona vado a prua per armare il circuito dell'ammazzapatane, così per farla correre un po' e coglie l'occasione di dimostrare agli amici che il Viko non si rovescia. Forse.
Boliniamo di nuovo verso nord, il vento aumenta di nuovo, ma con 3 persone la bilanciamo senza problemi mi metto perfino sottovento e loro istintivamente si portano in falchetta. Ok allora volete la guerra! Poggio su il gennaler, svolgo e via al traverso, faccio anche di più lascio il timone a Francesco, blocco la scotta e scendo a prendere una bottiglia d'acqua, pregando ovviamente. Anche questa volta vikolocorto non mi tradisce e procede spedito a velocità esaltanti, vibrando quando raggiunge la velocità critica, mi volto a guardare fuori e li vedo tranquilli godersi anche loro la "folle" velocità.

Purtroppo il lago è piccolo,  siamo di nuovo in fondo e sarebbe ora di rientrare. Quindi avvolgiamo il gennaker apriamo il fiocco e via di nuovo di bolina questa volta con il pilota automatico. Mentre Vikolocorto risale chiacchieriamo tranquillamente di quanto è sicuro di come si comporta bene, di pentole a pressione, di Alice che arriva da sottovento come un missile, del Phoenix 24 che arranca dietro e scade malamente perfino rispetto a noi e così siamo davanti ad Arona, Alice quasi a Ranco il 24 sottovento vira per passarci di poppa e noi ovviamente viriamo per coprirlo; nemmeno 100 metri e lui cambia di nuovo mure e noi idem. così per un paio di volte vedendo però che non c'è storia, a parte tutto stringiamo molto di più, poggiamo issiamo di nuovo il gennaker e iniziamo la discesa ancora una volta esaltante con Gino che tiene la rotta perfettamente, Francesca che alla scotta tiene ben gonfia la vela e noi che facciamo varie prove regolando la randa. Fino a che il vento crolla di colpo, avevo sperato fosse Favonio e invece era la solita termica di tramontana che puntuale all'una ci lascia; rimaniamo un'oretta a ciondolare nella speranza di veder arrivare la controparte, l'inverna da sud, infine spinti dalla fame rientriamo.


Bella giornata, non capita spesso di salire al lago per cambiare una drizza e trovarsi a bolinare con amici simpatici in una giornata di sole caldo.



13/10/2009 Stefano Madella
vikolocorto@vikoclass.org

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