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Un lago che muore
Ogni giorno assisto impotente all'agonia del mio amato lago. Quest'anno le piogge hanno riempito tutti gli invasi d'Italia fuorché il Trasimeno, evidentemente le condizioni climatiche della zona sono molto particolari e risentono più che in ogni altro luogo dei cambiamenti climatici, dimostrazione ulteriore che il lago risiede in un sistema di equilibi molto fragili. Questo dovrebbe presuppore un'attenzione e un impegno "particolare" da parte degli enti preposti ad un livello superiore di quello attuale poiché si tratta di un area di interesse naturalistico e storico molto importante, sicuramente di rilevanza nazionale. Eppure il lago Trasimeno continua ad essere lasciato a se stesso, siamo di nuovo sotto un metro e mezzo lo zero idrometrico e tecnici, ingegneri, biologi, politici continuano a leticare impotenti sul non da farsi, senza trovare un punto di convergenza, un compromesso. Ritengo questo risultato frutto dell'incapacità che si manifesta sempre nel voler imporre opinioni e pseudo conoscenze diverse, d'altro canto ormai troppi esempi eclatanti sono sotto gli occhi di tutti, vedi le tragedie di Messina e dell'Abruzzo. Le speranze riposte nella Conferenza Internazionale del Living Lakes sono naufragate in un mare di chiacchere inutili, anzi peggio, di buon intenzioni senza alcun risultato. Inutile suggerire qualche semplice e ovvia soluzione tanto è certo che il "genio" di turno leverebbe gli scudi o troverebbe giustificazioni arrivando al tanto anelato "non si può". Quante occasioni perse che si sono concretizzate nel dolce non far niente, forse Gove Pluvio continuerà a soccorrere l'indolenza, ma in fondo è un'indolenza che si manifesta in ogni cosa basta osservare come un territorio e un bacino lacustre così meravigliosi siano allo stesso tempo sconosciuti e poco apprezzati dalla maggioranza degli italiani. Ma infondo forse, come sempre, ognuno ha ciò che si merita.
11/10/2009 Francesco Lenzi
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